16
Dire che una volta tornata a casa mi sia messa alla ricerca di una qualsiasi mia foto risalente ad almeno sei anni prima sarebbe un eufemismo, diciamo che ho letteralmente rivoltato la casa da cima a fondo nel tentativo di trovare anche il più piccolo album di fotografie.
Tentativo vano, purtroppo.
Infatti tutte le foto esposte sulle mensole o i comodini sparsi per la casa, risalivano a non più più tardi di cinque anni prima.
Erano esattamente le due di notte di lunedì mattina.
Normalmente a quell'ora starei dormendo, ma non c'era assolutamente nulla di normale in quello che mi stava capitando negli ultimi giorni, per cui credetti di essere in qualche modo giustificata.
Solo un ora prima avevo salutato Carrie (la quale pareva assolutamente intenzionata a continuare ad esercitarsi con la cornamusa fino al sorgere del sole) e mi ero precipitata a casa in fretta e furia. La foto trovata nel vecchio quadernino dalla copertina logora ancora tra le mani.
I miei genitori ovviamente stavano dormendo quando arrivai a casa e la cosa non potè che consolarmi (neanche volevo pensare alla predica che avrebbero potuto farmi), ma allo stesso tempo quasi sperai che sentissero tutto il rumore che stavo facendo e venissero a chiedermi cosa stessi combinando, così da poter sbattere loro in faccia quella foto.
Ma sapevo di dovermi dare una calmata.
Dopotutto era da anni che aspettavo di trovarmi di fronte ad un mistero del genere e il fatto che anche io vi fossi in qualche modo invischiata avrebbe dovuto solo aiutarmi, non ostacolarmi.
- Midori? -
Sussultai nell'udire tutto d'un tratto la voce assonnata di mia madre alle mie spalle e, a dispetto di quanto avevo pensato di fare solo pochi istanti prima, nascosi all'istante la foto in tasca.
- Che ci fai ancora in piedi? -
Mi domandò per poi fare un sonoro sbadiglio, come a voler sottolineare il fatto che a quell'ora si dovesse dormire.
- Stavo cercando una foto... -
- Una foto? -
Replicò lei, facendosi improvvisamente più attenta.
- Non una in particolare. - Ribattei facendo spallucce. - Un album di foto più che altro. -
- E ti serve proprio adesso? -
Replicò lei sollevando un sopracciglio e incrociando con un sospiro le braccia al petto.
- Se sai dove si trova, allora sì. -
- Solo tu puoi uscirtene con domande del genere a quest'ora. - Borbottò mentre con un sospiro si voltava, diretta verso la camera da letto. - Aspetta un attimo, ora te lo porto. Poi però subito a letto, intesi? -
Annuii energicamente con il capo, quindi mi buttai sul divano, prendendo a tamburellare impazientemente sul bracciolo.
Secondo l'orologio a pendolo del soggiorno trascorsero cinque minuti esatti prima del ritorno di mia madre. Secondo il mio orologio interno, come minimo cinque ore. (Ecco perché ho sempre un orologio da polso dietro).
- Tieni. - Mi disse porgendomi il grande raccoglitore turchese. - Ma qualunque cosa tu voglia fare, vedi di sbrigarti, che tra cinque ore suona la sveglia. -
E così con l'ennesimo sospiro se ne tornò in camera.
Anche questo comportamento era parecchio bizzarro, solitamente non avrebbe voluto sentire ragioni e mi avrebbe spedita immediatamente in camera mia a dormire.
Non riuscii a fare a meno di pensare al fatto che forse mi avesse assecondato nel tentativo di scusarsi per il suo comportamento incredibilmente inquietante di quel giorno.
Ma ad ogni modo, qualunque fosse il motivo ora l'album era tra le mie mani.
Magari, chissà, avrei trovato qualcosa di Carrie.
Tutta l'eccitazione del momento, però, sfumò nel giro di a malapena cinque secondi quando, aprendo il raccoglitore, mi ritrovai di fronte ad una foto di me, Chiyoko e i rispettivi padri intenti a pescare al molo. Una foto che risaliva a solo cinque anni prima.
Iniziai a scorrere le pagine, via via sempre più rapidamente, ma com'era ovvio che fosse ogni foto era successiva alla precedente, non c'era assolutamente nulla risalente a quando ero davvero piccola.
Ma ora che ci pensavo, cos'era successo quando ero "davvero piccola"?
Ad esempio, ricordavo alla perfezione i miei tre anni delle medie, ma cos'era successo prima?
Non riuscii a credere di non riuscire a ricordare neanche uno dei momenti trascorsi alle elementari. Chi erano i miei compagni di classe? Le maestre? Non avevamo fatto qualche gita o lavoro di gruppo? Di sicuro sì, ma allora perchè non riuscivo a ricordarmene?
Doveva esserci qualcuno che lo sapesse, ad esempio i miei genitori dovevano sicuramente ricordarsene, ma considerando quanto era accaduto quel pomeriggio, qualcosa mi diceva che non me l'avrebbero detto così facilmente.
A chi potevo chiedere allora?
Fu in quel momento che lo sguardo mi cadde nuovamente sull'album fotografico, più precisamente su una foto risalente a tre anni prima, nella quale io, Chiyoko e Junko eravamo sedute su un muretto e intente a mangiare un gelato.
In quella seguente io e Chiyoko stavamo camminando per strada, girate di spalle.
Poi c'eravamo io e Chiyoko in spiaggia, sempre noi due in sala da pranzo, in cameretta a fare i compiti, al supermercato, davanti alla scuola, sedute sul marciapiede...
~
-
Che fai? -
Domandò Junko, sporgendosi sul suo banco e picchiettandomi un paio di volte sulla spalla.
- Aspetto. -
Risposi io, lo sguardo fisso sulla porta, dalla quale uno ad uno stavano entrando tutti i nostri compagni di classe.
- Oh, aspettare non serve... - La sentii sospirare affranta. - Potremmo aspettare tutto il tempo che vogliamo, ma purtroppo da quella porta entrerà solo il piccolo goblin, alias prof di storia, non Korosensei... - E a questo punto sospirò una seconda volta.
- Ecco... A dirla tutta sto aspettando Chiyoko. -
- Oh sì, poraccia, anche io stavo aspettando che arrivasse per farle le condoglianze. -
- Condoglianze? -
Replicai io mentre il pensiero mi andava quasi involontariamente a quell'anziana conosciuta sul limitare del bosco.
- Certo, perché, tu non lo sapevi? - Ribattè Junko sorpresa. - Sabato pomeriggio le hanno ammazzato Porky Katsudon Pig X. -
- Ah... giusto... -
Mormorai, in parte sollevata che si trattasse solo di lui e non della signora, ma d'altra parte incredibilmente dispiaciuta, soprattutto considerando il fatto che giusto il giorno prima quella nonnina aveva provato ad offrirmelo per cena.
- Ad ogni modo, se non è per farle le condoglianze, perchè la stai aspettando? -
- Devo farle alcune domande. -
- E con "alcune" cosa intendi? Dieci? Cinquanta? Troppe per mettersi a contarle? -
- Ma no. - Replicai scoppiando a ridere. - Volevo solo chiedere se si ricordasse delle elementari? -
- Le elementari? -
Ribattè Junko, era solo una mia impressione o era appena sbiancata?
- Sì, perché? - Ribattei io con finta noncuranza. - I maestri, i compagni di classe, le gite... Cose di questo tipo, insomma. -
- E perché ti interessa? -
Ma stavolta non era stata Junko a parlare.
Infatti mentre ero distratta a parlare con lei, Chiyoko era entrata in classe, sorprendendomi alle spalle.
I capelli spettinati, per la prima volta privi di mollette, elastici e quant'altro, la divisa tutta spiegazzata, con la gonna messa al rovescio e gli occhi che da verdi le erano diventati rossi a forza di piangere.
Seppure fosse una vera cattiveria sottoporla ad un interrogatorio mentre era in quello stato, qualcosa mi disse che forse grazie a lei avrei finalmente avuto le risposte che tanto cercavo.
it'S uNIcoRNInA TiMe!
Melly è depressa.
Allora mangia unicornina.
Melly è felice come non mai.
Allora mangia unicornina.
Melly è rossa dalla rabbia.
Allora mangia unicornina.
Melly ha litigato di nuovo con Tsuntsurin.
Allora mangia unicornina.
Melly, a causa della sua omofibifobia, ha il terrore di camminare per le strade.
Allora mangia unicornina.
Melly è... è Melly.
Allora mangia unicornina.
Unicornina.
La soluzione a tutti i vostri problemi.
(Ora non chiedetemi che c'entra Flowey perché non lo, è solo che questa posa faceva tanto "fine spot pubblicitario" XD)
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro