Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

12

- Posso usare il tuo cellulare per avvertire i miei genitori? -

All'udire questa domanda rimasi a dir poco spiazzata.

Non so perché a dirla tutta, infondo ormai era evidente che Carrie non fosse davvero un fantasma, no?
Eppure rimasi comunque sorpresa nel sentirle porgermi quella domanda.

- Se vuoi puoi usare il telefono fisso. - Intervenne mia madre osservandomi perplessa, forse sorpresa da quel mio attimo di esitazione. - A te non è rimasto molto credito, vero Midori? -

- Eh? - Mormorai in un primo momento, quindi, tornando finalmente con i piedi per terra, mi affrettai a scuotere il capo. - Ah no, non c'è nessun problema, fai pure. - Quindi porsi a Carrie il mio cellulare.

Lei esitò un istante prima di digitare il numero, mi chiesi se non stesse facendo un po' di fatica nel ricordarlo.

Ad ogni modo alla fine fece partire la telefonata, quindi si alzò da tavola mormorando uno "scusate" e uscì dalla sala da pranzo, aspettando in corridoio che qualcuno rispondesse.

Ci vollero dieci squilli esatti prima che il padre di Carrie accettasse la chiamata.

- Ciao papà... Sì, scusa se non ti ho chiamato prima, ho dimenticato il cellulare a casa... Lo so, lo so... Si chiama Midori, l'ho conosciuta a scuola... Sì, d'accordo. Allora a dopo, ciao! -

Poi tornò in cucina e mi ridiede il telefono, dicendo che sarebbe dovuta tornare a casa per le sei o sette di sera al massimo, quindi si risedette a tavola e iniziò a mangiare.

Prima di fare lo stesso, io accesi il cellulare, andando nel registro delle telefonate.
Il numero di casa Hinchinghooke era lì.

- Allora... -

Iniziò mia madre sedendosi a sua volta.
Io sospirai leggermente: quando diceva "allora..." il più delle volte si presupponeva l'inizio di una lunga, anzi lunghissima conversazione...
A pensarci bene forse ho preso da lei la mia passione per gli interrogatori.

- Io sono Mamoshi Ritsu, ma puoi chiamarmi anche solo Ritsu. - Si presentò mia madre sorridendo e portandosi distrattamente una ciocca dei lisci capelli corvini dietro l'orecchio, per poi porgerle la mano. - Tu come ti chiami? -

- Carrie. - Rispose lei allungando con fare leggermente esitante la mano e ricambiando il sorriso. - Carrie Hinchinghooke. -

Fu allora che vidi per la prima volta lo sguardo mia madre, solitamente forte, allegro e sicuro di sè, vacillare.
Strabuzzò gli occhi e la sua mano si ritirò leggermente, le labbra leggermente dischiuse, quasi sul punto di lasciarsi sfuggire un qualche grido o verso di sorpresa.

- C-Carrie Hin... Hinchinghooke? -

Mormorò con un filo di voce.

- Sì, Carrie Hinchinghooke. -

Ripetè lei inclinando leggermente il capo verso destra e osservando mia madre perplessa, come me d'altronde.

Quindi, dopo gli otto secondi più lunghi di tutta la mia vita, mia madre fece l'unica cosa che non mi sarei mai aspettata: scoppiò a ridere.

Ma non si trattava di quella risata fragorosa e contagiosa che quale ero abituata a sentirle fare quando era allegra, nè di quella nervosa che solitamente tirava fuori quando la sua vicina (sua acerrima nemica dai tempi delle elementari) la salutava dall'altra parte della recinsione.
Semplicemente rise. Una risata vuota, nata con l'unico scopo di esistere, senza alcuna gioia o traccia di divertimento.

- Scusate. -

Mormorò a quel punto prima di alzarsi e uscire dalla cucina.

- Cosa... Cosa ho fatto di male? -

Sentii mormorare da Carrie.

Mi voltai allora verso di lei, aveva lo sguardo chino sul piatto e le mani in grembo, le spalle rigide e gli occhi lucidi.
Qualcosa mi diceva che quella non era affatto la prima volta che le accadeva una cosa del genere, ma chissà perché non riuscii a chiederle nulla, semplicemente mi alzai da tavola e le posai con fare leggermente esitante una mano sulla spalla.

Carrie sussultò a quel contatto improvviso e alzò i suoi grandi occhi di ghiaccio verso di me.

- Non ti preoccupare, non hai fatto niente. Ora vado a chiederle cosa le è preso, tu intanto mangia pure. -

Quindi mi affrettarmi verso la camera dei miei genitori.

Trovai mia madre seduta di spalle sul grande materasso del letto matrimoniale, le spalle le tremavano leggermente e, nel tentativo di fermarle, si era artigliata le braccia con le mani, quasi a darsi un'abbraccio da sola.

Era una scena così assurda e inspiegabile che a malapena riuscii a capacitarmene.

- Mamma, che hai? -

Le chiesi entrando e richiudendomi la porta alle spalle.

- Niente, niente... -

Mormorò lei scuotendo delicatamente il capo. I lunghi capelli corvini che ondeggiavano da una parte all'altra, sfiorando il materasso con le punte.

- Hai spaventato Carrie. -

All'udire quel nome, mia madre sussultò nuovamente, facendomi insospettire sempre di più.

- Che ti prende? -

Le chiesi una seconda volta facendomi sempre più vicina.
Era così strano, non era mai successa una cosa del genere prima di allora...

Una volta che le fui vicino, però, anzichè rispondermi mia madre mi attirò delicatamente, seppur con fermezza, a sè, stringendomi contro il suo petto prima che io avessi il tempo di chiederle cosa le fosse preso tutto d'un tratto e prendendo a cullarmi dolcemente, quasi fossi tornata improvvisamente ad essere una bambina.

Alcuni istanti dopo un paio di lacrime mi caddero sul capo.

Cinque minuti dopo mia madre prese sonno, il viso arrossato e umido per il pianto e il corpo ancora scosso da lievi fremiti.
La feci sdraiare e, non senza difficoltà, la misi sotto le coperte.

Quando tornai in sala da pranzo, di Carrie non c'era traccia.

Non aveva lasciato nulla, nè un biglietto, nè un qualsiasi tipo di segnale.

Quasi involontariamente mi ritrovai a tirare fuori il cellulare dalla tasca.
"Ma certo!" Pensai. "Mi basterà chiamare a casa per vedere se è tornata".

Al momento neanche pensai al fatto che, se anche Carrie avesse davvero deciso di tornare a casa sua, ci sarebbe comunque voluta almeno mezz'ora prima che lei arrivasse a destinazione.
Semplicemente misi il registro delle chiamate, selezionai il numero che Carrie aveva composto solo pochi minuti prima e lo chiamai.

Attesi alcuni istanti, quindi venni accolta da una voce preregistrata.

"Siamo spiacenti, ma il numero da lei chiamato non è esistente"












It'S UniCOrnInA tImE!

Oggi Melly il lamacorno ha avuto un incontro davvero bizzarro.
Era appena tornata dal Bip Bip Market, quando lo vide.
Era per strada, seduto sul marciapiede, con lo sguardo perso nel vuoto.
Si trattava davvero di un essere bizzarro.
Aveva il muso allungato, il pelo corto e ispido, le zampe piatte come dei dischetti da hokey e un cono gelato spiaccicato in testa.
"Chi sei?"
Chiese Melly.
Dopo un istante di esitazione, lo strano essere rispose.
"Un unicorno".
Melly proseguì per la sua strada.
Ormai gli unicorni non interessano più a nessuno.
~Continua...~

Questa me la devi spiegare...

Haru: è un messaggio di protesta!

Protesta?

Haru: Sì! Contro lo sfruttamento degli unicorni! O meglio, contro il disprezzo per gli unicorni!

Ma guarda che non li disprezza nessuno...

Haru: sì invece! Ormai lamacorni, pandacorni & co. stanno prendendo il sopravvento! A nessuno... a nessuno importa più degli unicorni!
*scoppia a piangere con fare drammatico*

Oooo....kay...

Al prossimo capitolo,
Bye Bii!!!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro