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2.

Oggi, il posto al muro del primo banco posto nella fila destra, era occupato.

Mi guardo attorno annoiato, mentre distrattamente cambio le canzoni della mia playlist. Sono così dannatamente annoiato da tutto ciò che ho attorno, che non riesco neanche ad avere la forza di alzare lo sguardo quando sento qualcuno che mi sta rivolgendo la parola.

Alzo svogliato lo sguardo, ed i miei occhi verdi incontrano quelli più scuri del suo migliore amico, che mi fa un cenno divertito e se ne va, facendomi alzare il sopracciglio per un momento, per poi sbuffare indifferente.

Non capisco le persone.

O semplicemente non le voglio capire, perchè il mio livello di indifferenza, più passo i giorni in questa scuola, più cresce.

Lo guardo distrattamente mentre si siede accanto a lei, che lo saluta sorridendo, come se non fosse successo niente. 

Succede sempre, forse perchè non vuole perdere l'unico amico che ha... Beh, teorico amico.

Perchè sembra così difficile approcciarsi con le persone durante l'adolescenza? Sembra che ognuno di noi si sia auto-marchiato per stare in gruppi. 

Io ero con me e me stesso fin dall'inizio. Lei aveva un gruppo, ma ha deciso di lasciarlo ritrovandosi sola. Che sia una cosa bella? O la cosa migliore per la sua persona, che stava morendo stando con persone così diverse da lei?

La professoressa di biologia sembra più concentrata sulla lavagna, per notare cosa succede alle sue spalle, o semplicemente ignora.

Mentre, distrattamente, scrivo degli appunti, sospiro e mi porto la mano destra ai miei capelli neri leggermente folti. Sembro un barbone, lo so, ma non mi interessa. Mi piaccio così e mi va benissimo se non piaccio agli altri. 

Mi sento molto Light Yagami quando faccio queste analisi, ma dopotutto è vero... Le persone sono stupide. Non per mettermi ad un livello superiore, ma non riesco a comprendere i loro pensieri senza logica.

Adolescenti.

Picchietto la penna, e guardo lei. Sembra stia quasi dormendo; ha il mento poggiato sul palmo della mano destra e gli occhi semichiusi. Avrà dormito?

"Hey!" mi richiama una mia compagna di classe del banco di fronte al mio, ed io la guardo confuso "Hai una matita?" chiede ed io le passo l'astuccio, troppo pigro per cercarla per lei

Lei sorride e si blocca un momento per guardarmi "Comunque fra poco c'è la festa di compleanno di Diana, tutta la classe è invitata, verrai no?"

Chi è Diana?

"No" rispondo con fare ovvio "Non la conosco bene" mento, in verità non ho davvero idea di chi sia... Una compagna di classe... ma chi "Sto bene così" dico facendo spallucce, facendo finta di scrivere degli appunti, ma il suo sguardo è sempre su di me. Mi starà giudicando, ma dettagli

"Dobbiamo chiedere anche a Ghosty" dice ridendo leggermente ed io la guardo confuso

Diana, Ghosty, ma chi cazzo sono?

"Ma chi sarebbe?" chiedo inarcando il sopracciglio, e lei mi guarda con fare ovvio per poi indicare lei.

Sbuffo "Che originali" dico ironico e lei fa spallucce "Non ha risposto ancora?" chiede e lei mi guarda con fare ovvio

"Quando mai la senti parlare?" chiede ed io annuisco lentamente.

Picchietto la penna sul tavolo, sorrido leggermente, pensando a quella splendida ora di matematica passata a fare l'idiota accanto a lei, che mi guardava come se fossi una specie di maniaco.

Bel lavoro, sei davvero un grande.... coglione.

Dopotutto ero riuscito a fare una battuta sottovoce per quello che la professoressa aveva detto, e lei aveva leggermente riso. Non mi sembrava vero per un attimo, ma stava davvero ridendo, e lei quando ride sembra dimentichi tutto e vede tutto sotto un'aura positiva.

Sarebbe stato bello chiederle il numero, anche solo per fare conversazione, ma sarebbe stato imbarazzante, non per me, ma per lei.

Anche perchè teoricamente potevo prendere il suo numero dal gruppo della classe su Whatsapp.

Maledetti dispositivi ed app del ventunesimo secolo.

Le ore continuano a passare e durante la ricreazione, la vedo guardarsi attorno e sorridere leggermente quando il suo amico la lascia sola, per andare ad abbracciare la sua "quasi ragazza" ed uscire per andare chissà dove. 

Lei tranquillamente, come sempre, indossa le sue cuffie, mette la musica, alza il volume davvero tanto, come per far tacere tutti.

Chissà quanti zittirebbe con la sua voce se avesse di nuovo la forza della sua vecchia se stessa... 

"Madonna, ma Ghosty sembra così dannatamente monotona" sbuffa una delle sue ex amiche, mentre mangia

"Ma obiettivamente parlando... Ma si alza mai dalla sedia?"

"Vi ricordate quando si pensava si tagliasse?"

"Pensate sia depressa fino a quei livelli?"

"Ma per favore, sarebbe davvero una scusa inutile per fare scena"

No, lei non è così, e non lo sarà mai a causa vostra.

Mi alzo, e mi avvicino a lei leggermente per poi sedermi sul posto del suo amico.

Lei con la coda dell'occhio lo ha notato, si gira dicendo "Sei davvero uno stronzo!" sgrana gli occhi quando nota, che non sono il suo amico. 

Sorrido "Grazie, me lo dicono in tanti" dico ironico e lei si toglie le cuffie totalmente confusa. E' divertente vederla così. 

Perchè è così maledettamente difficile leggerla quando la guardo negli occhi?

Perché la vedo così senza più quella luce vitale in essi?

Mi mordo il labbro e sorrido leggermente mentre mi alzo. Lei si schiarisce la voce, poggiando le mani sulle sue gambe.

"Mi dispiace" dice ed io mi porto le mani alle tasche dei jeans

"Ti va di andare in terrazza e passare gli ultimi dieci minuti di ricreazione lì?" chiedo senza quasi farle finire la frase. Non mi importa se è dispiaciuta o meno, sapevo già che non voleva dirlo a me. 

Prevedibile.

Prevedibile anche il suo no ovviamente.

"Uhm... Okay?"

Ah.

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