1.
Oggi, il posto al muro del primo banco posto nella fila destra, era occupato.
Picchietto la penna contro il banco, alternando lo sguardo fra la lavagna e lei, particolarmente silenziosa.
In effetti, cosa mi aspetto? Che ritorni la ragazza di un anno fa? Lei non era così... E personalmente pensavo che mai nessuno l'avrebbe cambiata...
Quante cose possono cambiare in un anno? Solitamente si parla di cose, e si... anche delle persone...
Ma il cambiamento di lei non era qualcosa di avvenuto in modo spontaneo, ma forzato.
L'adolescenza sarà un periodo d'oro per qualcuno, ma per altri è proprio una vera merda.
Nasce in noi un sentimento così forte di "far parte di qualcosa". Siamo fragili, troppo, anche se pensiamo di non esserlo.
Gli adulti dicono sempre che gli adolescenti si sentono forti, indipendenti di fare ciò che vogliono, e forse è vero... Ma ci crediamo così, perchè in fondo sappiamo che in verità abbiamo paura di tutto, e potremmo cadere da un momento all'altro.
Lei non è così. Lei era diventata così a causa di loro.
Amavo particolarmente sentirla ridere, scherzare, parlare... Era così maledettamente spigliata, che rispondeva ai prof in modo sempre cordiale, da far sorridere anche loro. Sembrava che in classe avesse tutti amici... Sembrava la ragazza con cui tutti amavano parlare, e lo era davvero!
Durante la ricreazione la vedevo sempre parlare con qualcuno, sembrava una psicologa... Ascoltava tutti e cercava di aiutare, aiutare, sempre aiutare...
Divertente vedere una ragazza aiutare così tanto senza mai chiedere nulla, per poi ritrovarsi da sola nel momento del bisogno. E forse questo neanche la tocca alla fine, perchè non dà mai segni di rimorso o altro... Forse se lo è sempre aspettato quel comportamento da parte di tutti, cosa altrettanto triste.
E' concentrata a guardare la lavagna, ma a volte la vedo girarsi e guardare la fila verso di me, qualche banco in avanti occupato da quattro ragazze.
A quanto ne so, tutto questo cambiamento era avvenuto durante l'estate, sembra che lei abbia litigato con il suo solito gruppo di amiche... E senza queste si sia ritrovata quest'anno senza nessuno, a parte il suo compagno di banco... Un ragazzo che io particolarmente non sopporto, se devo essere sincero, dato che non ha idea di cosa significhi essere amico di qualcuno, e si, ditemi anche che giudico senza conoscere, ma lo faccio per come si comporta con lei.
Quante volte la lascia sola durante la ricreazione, per parlare con una ragazza della classe che gli fa il filo da anni? Lo sguardo di lei ogni volta ricade sulla scena di lui, che si lascia abbracciare e baciare in guancia da quella, e dopo si gira, mette le cuffie, prende il libro e si isola dal mondo.
In tre anni di "amicizia" non l'ho mai visto abbracciare la sua "migliore amica". Lei che ogni volta che aveva il tempo, abbracciava le sue amiche in un modo da farle sentire meglio. Dov'è finita quella ragazza così affettuosa e attiva, vitale?
E' davvero brutto... Ricordo che le ricreazioni di qualche tempo addietro erano riempite delle sue risate, scleri e saltelli... Sembrava una bambina, però faceva sorridere...
La lezione è così maledettamente, statica... Lei è silenziosa, non fa più le sue uscite divertenti, è concentrata e forse questo (strano ma vero) fa tristezza anche alla professoressa, mentre a me fa solo rabbia, e delusione nei suoi confronti.
Perché sei diventata così a causa loro? Perché ti sei lasciata abbattere così? Capisci che loro non aspettavano altro che vederti finalmente così morta dentro?
Maledizione.
Mi sembra così piena di cose da dire, eppure ogni volta, prima di alzare la mano e farsi vedere, si blocca e lascia perdere, quando io non aspetterei altro che sentire la sua voce.
"Fa silenzio." dice il suo compagno di banco, gran bell'amico.
"Ma mi lasci stare? Voglio solo dire che.." sussurra a voce bassa, lui la guarda male
"Fa. silenzio." ripete. Lei si morde il labbro distrattamente, come se volesse quasi urlargli contro, e si alza dal banco, avvicinandosi verso l'unico banco libero.
Il mio.
"Fai l'offesa?" chiede divertito quel coglione, e lei nonostante sembri non apprezzare nè il tono nè la domanda, imita la sua voce facendolo ridere, per poi ignorarlo.
Si siede accanto a me, ed io a quel punto non so cosa fare. Panico.
Cioè, non posso fare a meno di far finta di concentrarmi sulla lezione, e guardarla qualche volta con la coda dell'occhio.
Non mi guarda nemmeno... Non guarda nessuno che non sia la lavagna, sembra un robot, e la cosa non fa altro che portarmi tristezza.
Sospiro e mi schiarisco la voce, per poi guardarla. Incontra il mio sguardo per un secondo, per poi svolgere l'esercizio di matematica senza guardare la lavagna.
Sorrido leggermente, e lei lo nota corrugando le sopracciglia per un attimo, per poi concentrarsi sull'esercizio. E' sempre stata così... Odiava aspettare che la professoressa finisse l'esercizio alla lavagna. Amava l'algebra, e noto che anche adesso la ami.
Dopotutto sono stupido.
Lei non è cambiata, semplicemente si mette una maschera che credeva fosse futile metterla almeno a scuola... Ma adesso che è sola, non può fare altro che indossarla, nonostante dentro di sé, rimarrà la solita ragazza di sempre.
Si va a scuola anche per imparare a rispettare i diritti umani fra cui sopratutto la libertà. Perché allora mi sembra che tutti i miei coetanei attorno a me, cerchino in tutti i modi di limitare la libertà dell'altro?
- COSO AUTRICE -
Wow, cose sad, rido
Spero che il capitolo vi sia piaciuto
Cosa pensate del protagonista? Dei suoi pensieri? E' abbastanza stalker? Rido, no dai
Ci vediamo al prossimo capitolo
Grazie per mettere le stelline e commentare. E' una storia che tocca un po' di cosine, quindi pian piano gneh, shish. Capito insomma
ZAU *agita la manina*
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