Giuro,ho paura di come possa essere davvero quel professore.
Magari ha fatto il carino perché era la prima lezione? Oppure è davvero così?
Intanto siamo già a due lezioni.
Ne mancano otto.
Sono seduta sui gradini.Di nuovo.
Vedo Adelina camminare verso di me e salutarmi con un cenno.
Poi si siede accanto a me.
«Ansia?» mi domanda.
Annuisco levandomi una cuffia.
«Non sai quanta ne abbia io» sorride.
«Allora non sono l'unica.»,sorrido anch'io.
Sembra simpatica,forse più di Marisol,che con me è stata un po' fredda.
«Che troia Marisol» commenta in un sussurro, mentre la guarda.
In effetti, sembra molto esibizionista.
«Pensare che è la mia vicina di banco qui,a recupero» sbuffo,sistemandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
«La conosco da cinque anni..» dice e sbuffa.
Mi fa sorridere.
Vedo il signor Hernández avvicinarsi alla porta e guardo disperata Adelina,che contraccambia lo sguardo di chi sta per andare incontro alla fine.
E poi mi alzo lentamente.

«Possibile che non riesci a tradurre questa frase?»,Götze ride tantissimo.
Sprofondo nell'imbarazzo totale ricevendo occhiate da tutti.
«Ti aiuto,vah» continua.
Prende una sedia e si accomoda lì accanto a me.
Mi aiuta a tradurre alcune frasi.
Ma me ne frego e passo il tempo a guardarlo con la coda dell'occhio,sperando che non se ne accorga.
È davvero un bel ragazzo.
Ti perdi nei suoi occhi facilmente.
Ha un bel viso.
Ha due fossette troppo tenere.
Ma che dico?Non posso fare questi pensieri sul mio professore di recupero di tedesco.
È tipo amore platonico, o qualcosa del genere.Ma neanche, è solo un professore figo.
Dopo molte frasi,mi domanda:
«Hai qualche verifica?In questi giorni?»
Annuisco.
Senza pensarci su,prende un foglietto di carta e ci scrive sopra qualcosa.
Me lo porge mentre si alza.
«Se hai bisogno,io ci sono.» e mi sorride.
Io non ci credo.
Questo è pazzo.Mi ha dato seriamente il suo numero di telefono?Che tenero,magari tutti i professori fossero così.
«Ora potete andare a casa» annuncia dirigendosi verso l'uscita.