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Capitolo 9


Stiamo giocando a basket. Sono abbastanza brava, da far vincere la mia squadra a 10-8 per noi. Hehe.

Siamo in piscina a nuotare. Stupidi costumi che sono troppo stretti e troppo sconci. Bleh.

Tutti i ragazzi guardano sia me che Hellen. Misa e Yui non si toccano, non capisco il motivo anche Misa, forse perché è una senzatette. Mah. Chi li capisce.

Ayato: chicchinashi entriamo in acqua.
Yui : si, arrivo.
Misa/Hellen: troppo possesivo.
Karin: avete ragione, ma che ci possiamo fare? 

Siamo sedute sul bordo della piscina e stiamo parlando. I ragazzi stanno facendo delle gare di nuoto, almeno alcuni.

C'è chi nuota, chi fà i tuffi, chi è seduto- come noi- sul bordo della piscina e chi stà in acqua solo per divertimento.

Sento due braccia sulle mie gambe, mi giro e vedo Raito. Mi sorride e io ricambio.

Karin: già sei stanco? 
Raito: io?  Guarda, li ho stracciati tutti.
Karin: wuao. Sei forte, hai sconfitto la squadra di nuoto. ^_^¦¦¦
Raito: sono forte pure in altri campi. (─‿─)

Gli metto la testa sott'acqua, mentre le ragazze se la ridono. Io sono tutta rossa, che cappero dice sto ragazzo? 

Karin: cappero dici, stupido pervertito? 
Raito: ble mli flai alzlare la tlestla. Blu blu blu.
Karin: scusa.

Gli alzo la testa, le ragazze stanno morendo dalle risate. Lui prende aria, anche se non ne ha bisogno, e mette la testa sulle mie gambe. →_→Sempre lo stesso.

Misa: Raito, ma come mai sei tanto affezionato a Karin? 
Raito: lei è mia sorella, ovvio che ne sia affezionato.
Karin: non siamo fratelli di sangue. Sarebbe un incubo se lo sarebbe.
Raito: non ti saresti innamorata di........

Gli tappo la bocca, gli voglio bene, ma ha una lingua troppo lunga, per i miei gusti.

Le ragazze ridono, come se sapessero di chi stava parlando, sento qualcosa di umido sulla mia mano. La tolgo dalla bocca di Raito e lo guardo disgustata.

Karin: che schifo, Raito.
Raito: oh, suvvia bitch-chan, ti ho solo leccato la mano.
Yui: di che cosa state parlando? 
Karin: van de retrum Yui. Sei tutta bagnata.
Raito: le ho leccato la mano e ha da ridire.
Ayato: anche la chicchinashi ha sempre da ridire.
Karin: Ayyyyiiii.
Ayato: Karrryyy.
Karin: ieri Yuma mi ha invitato ad una festa, come dire?  Antica(?) . Comunque, verrete anche voi? 
Ayato : tse. Se ne vanno a fassi fottere quelli.
Raito: non ne sappiamo nulla, bitch-chan.
Kanato: sei sicura che ti abbia solo invitato a questa festa? 
Karin: si, solo questo. Problemi? 
Kanato: te li fai tu i problemi.

Ma che gli prende?  Non avrà visto........ O no. Devo subito rimediare, ma come? 

Prof: Kanato, Karin. Mi potete fare un favore? 
Kanato/Karin: mh? 
Prof: la vostra prof di nuoto vi ha dato il permesso. Potete andare a sistemare un attimo l'aula di scienze?  Purtroppo io sono impegnata.
Karin: certo prof.
Prof: grazie, siete i miei salvatori.

Io mi alzo e vado a cambiarmi. La stessa cosa la fà pure Kanato, ma invece che alzarsi esce dalla piscina.

Usciti da gli spogliatoi, andiamo verso la classe di scienze. Nessuno dei due parla. Questo silenzio è piacevole.

Arrivati vediamo tutto sotto sopra, cose melmose, sulle finestre e per terra, verdi e blu. I banchi per terra e alcuni pezzi di vetro sparsi per l'aula.

Karin: okkkeeeyyy. Da dove iniziamo? 
Kanato: iniziamo a sistemare i banchi.

Uno a uno, sistemiamo i banchi, anche se alcune volte rischiavo di tagliarmi.

Karin: uff. Ora dobbiamo ripurirla. Bleh.
Kanato: sembra che dovevano fare una guerra invece di fare scienze. Non credi? 
Karin: e già. Vado a prendere ciò che ci serve.

Esco  dall'aula di scienze e vado nello sgabuzzino della scuola. Prendo delle scope, un secchiello, delle mazze per lavare a terra e i detersivi.

Ritorno indietro. Vedo Kanato prendere i pezzi di vetro. Cosa fà?  Rischia di tagliarsi.

Karin: Kanato?  Che fai?  Così rischi di tagliarti.
Kanato: *sorride* tanto mi curo in fretta.
Karin: ma..... Lascia perdere. Tieni questa.

Gli passo una scopa e iniziamo a pulire. Togliamo pure la cosa melmosa che era sui vetri e per terra. Lavo per terra e abbiamo finito. Non proprio....

Karin: dobbiamo prendere gli strumenti per le prove.
Kanato: okey.

Poso le cosa nello sgabuzzino della scuola e andiamo a prendere gli strumenti. Sembra di essere in un super mercato.

Karin: ehm. Cosa dobbiamo prendere? 
Kanato: non lo so.

Si siede per terra e prende una bolla. Lo guardo giocherellare con essa, la sta facendo girare lentamente, quasi come se ci fosse qualche liquido al suo interno.

Karin: che fai? 
Kanato: nulla.
Karin: a me non sembra nulla.
Kanato: come vuoi.

Uffa. Diventa sempre più difficile parlare con lui. Che strazio. Lo guardo, sembra un bambino indifeso, ma non è così. È molto più forte di come immaginate, ma ha bisogno solo di affetto.

Si gira e mi guarda. Mi mancavano i suoi occhi viola, come i miei, mi mancano i suoi lati possesivi nei miei confronti. Ma adesso, che posso farci?  Nulla.

Gli sorrido tristemente, lui rimane neutro. Come sempre ovviamente. Non sò che fare.

Flash Back.

<<hai visto?  Non ce l'hai fatta a baciarmi! >>
Gli bacio l'orecchio e poi gli mordo il lobo.

Fine.

Divento rossa solo a pensare a cosa ho detto e fatto. Giuro che non lo rifarei più.

Distolgo lo sguardo dal suo, ma continuo a sentire il suo sguardo su di me. Brucia, sento che mi stà bruciando l'anima.

Ricontinuo a guardarlo.
Facciamoci coraggio, sù.

Mi abbasso vicino al suo orecchio.

Karin: non sei bravo a mantenere il controllo.

Gli bacio l'orecchio e poi gli mordo il lobo. Sento il suo respiro farsi più pesante.

Metto uno mano sulla sua spalla, mentre l'altra dietro di me e lo guardo in faccia.

Pov Kanato.

L'ha fatto di nuovo. Il mio respiro diventa pesante. Mette una mano sulla mia spalla e mi guarda nei occhi.

Il suo viso è vicino al mio, quasi da sfiorare i nostri nasi. Non c'è la faccio.

Come fà a farmi questo effetto?  Questa ragazza ha tanti segreti, che io voglio scoprire passo dopo passo.

Karin : te lo dico, te lo ridico e te lo ripeto. Non sei bravo a mantenere il controllo, Kanato.
Kanato: allora fammi vedere come posso riprenderlo.
Karin: mh. Vabbene.

Si avvicina di più e dopo mi bacia. Le nostre labbra vanno in sincronia, tocco con la lingua il suo labbro inferiore e lei mi dà il concesso.

Sploro la sua bocca e dopo le nostre lingue giocano a rincoressi.

Ci stacchiamo pre prendere aria, mette la sua fronte sulla mia. I suoi occhi, freddi e caldi allo stesso tempo.

Karin: hai visto?  Non c'è voluto tanto.
Kanato: questo lo dovevi dire la prima volta che ci siamo baciati, bambolina.
Karin: purtroppo è arrivato Kou e non l'ho potuto dire, peluche.

Peluche. Quanto mi mancava sentirlo. Gli prendo il polso e la faccio sedere sulla mie gambe.

Lei mi abbraccia, io all'inizio ero sopreso, ma poi ho ricambiato. Metto la testa nell'incavo del suo collo, profuma di Iris e gioccolato.

Adoro il cioccolato è il mio dolce preferito.

Mi accarezza i capelli, mi mancava pure questo gesto. Cosa posso dire?  Mi mancava lei.

Suona la campanella segno di ritorno a casa. Amaramente ci stacchiamo tutti e due e andiamo verso l'uscita.

Raito: bitch-chan.
Karin: Raito.
Raito: ti ha fatto qualcosa?  Ti sei tagliata?  ......
Karin: calma e sangue freddo, Raito. Non è successo nulla.
Raito: buon per lui.

E và dai altri, stava per andare pure lei, ma le presi il polso e mi avvicinai al suo orecchio.

Kanato: non è successo nulla è, bambolina? 

La vado arrosire. Toglie la stratta dal polso e và dagli altri. Nulla è?  Voglio proprio vedere se è successo nulla.

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