Capitolo 3
Mi sveglio con i raggi del sole che mi arrivono in faccia. Chiudo le finestre per non farlo entrare. Odio il sole, ho una pelle molto sensibile e poi, sono come i vampiri, sono 'allegica' al sole.
Prendo Uliè e la stringo forte forte. La poso e mi vesto. Prendo una felpa con raffigurato un coniglio col capuccio, calze nere, pantaloncino di Jeans e stivali.
Scendo con Uliè in braccio. Non mamgio molto io. Di mattino ha bisogno di sangue per essere in forma.
Entro in sala da pranzo e ci ritrovo solo Yui che sta facendo colazione.
Karin: buon giorno Yui.
Yui: buon giorno Karin. Vuoi del latte coi biscotti?
Karin; no grazie. Ho solo sete.
Yui: s.. Sete?
Karin: non bevo sangue vivo. Tranquilla. A me piace il sangue morto. Come quello dei vampiri o demoni.
Mi siedo vicino a lei.
Yui: *sospira* per un attimo pensavo mi prosciugassi.
Karin: *ride* tranquilla. Non bevo il tuo sangue. Mi brucia la gola se lo bevo.
Yui: come mai?
Karin: non te lo dico qui. Questa casa ha orecchie ovunque. Te lo dico dopo, in giardino. Almeno saremo sole.
Yui: ok. Ma almeno mangia, no?
Karin: si, scusami.
Prendo un cornetto al cioccolato e bevo il latte.
Mi serve del sangue, ho la gola secca. Mannaggia.
Salgo in camera e chiudo la porta. Mi siedo sul letto con le gambe incrociate. Non ce la faccio. Aiuto.
Raito: che hai bitch-chan?
Karin: esci. Subito.
Raito: non ti piace la mia compagnia, bitch-chan?
Karin; ma lo stai facendo a posta?
Raito: cosa? *sorride*
Karin: per favore Raito. Vattene, non ce la faccio più. *ha il fiatone* mannaggia.
Raito: hehe. A dopo bitch-chan.
Scompare. L'ha fatto a posta. Bastardo. Cerco nei casseti la mia bottiglina. Dov'è? Dov'è? Cazzo, chi l'ha presa?
Mi copro la bocca con una mano, per via che i canini stanno crescendo, e respiro a fatica. Indietreggio fino a toccare qualcuno, mi giro e vedo Kanato. Sorride sadico. Cazzo sorridi te?
Karin: mannaggia. Prima Raito poi tu. Non ce la faccio.
Kanato: cercavi questa?
Karin: ridermela.
Cerco di prendella ma è troppo in alto. Mannaggia a me che sono bassa. Mi prende con un braccio e fa avvicinare i nostri bacini. Il suo respiro è sulla mia pelle. Lecca il mio collo, anche lui ha l'affanno. Non vorrà mica.
Karin; Kanato.
Kanato: zitta.
Karin: lasciami.
Cerco di allontanarmi da lui, ma è tutto inutile. Butta per terra la bottiglina e mi stringe con tutte e due i bracci. Sembra che mi stia abbracciando.
Karin: non resisto.
Kanato: bevi il mio sangue.
Karin: c... Cosa?
Kanato: BEVI PRIMA CHE CAMBI IDEA.
Affondo i miei canini nella sua pelle, precisamente sul collo, il suo sangue è buono molto. Dopo vari sorsi finisco. Mi stringe ancora di più.
Kanato: tu sei mia e io sono tuo. Hai capito?
Karin: s... Si. Ho...... Capito.
C'è del sangue che mi scende dalla bocca. Lui lo lecca e dopo scompare.
Che gli è preso. Non lo capisco. Cazzo. Ora lui dipende da me e io da lui. Cazzo, non ci voleva. Mi stendo sul letto e mi addormento abbracciando Uliè.
Pov Kanato.
Cazzo. L'ho detto. Ora io dipendo da lei e lei dipende da me. Questo non ci voleva.
Sono a tavola a mangiare con tutti gli altri.
Reiji: Kanato, non dovevi chiamare Karin? Come mai non viene?
Kanato: già ha mangiato.
Yui deglutisce e continua a mangiare. Lei sa qualcosa che io non sò. Che ci nasconde?
Finito di mangiare, vado in camera mia. Guardo allo specchio i due fori che sono sul mio collo. Non ci voleva.
Ayato: chi ti ha fatto quei fori?
Raito : sicuramente la bitch-chan. Quando sono andato da lei aveva sete. Fufu~
Kanato: fatevi i cazzi vostri.
Ayato: abbiamo sentito odore di sangue. E dato che nessuno qui ha bevuto drovebbe essere stato o tu o la chichinashi. E quei fori sono la prova che è stata lei.
Kanato: si hai ragione. E allora?
Raito: nulla. Volevamo sapere se era la verità.
Kanato: in realtà volete farvi i cazzi altrui. Non è così?
Ayato: sei vizziato. Ogni cosa che vuoi la ottieni. Non è così?
Kanato: certo. E la farò mia prima di voi. Statene certi.
Ayato: a me non interessa quella mocciosa. Io il mio compito già lo fatto.
E scompare. Quando lo odio. Pensa di essere il migliore di tutti. Gggrrr. Mi dà sui nervi.
Raito: credi davvero che si darà a te?
Kanato: certo. Hai dei dubbi?
Raito: questo è da vedere.
E scompare pure lui. Odio i miei fratelli. Mi fanno incavolare. Santa Madonna.
Karin: pervertito. *urla*
Raito. Cosa avrà fatto ora?
Vado da Karin e la vedo con un asciugamano mentre Raito ride. Mi appoggio all'armadio con le braccia incrociate.
Karin; dai Raito dammi l'uniformeeee.
Raito; uh, ma cosa abbiamo qui.
Karin: pervettito. *prede i panni* Stupido.
Ed entra nel bagno. Sospiro. Sempre lo stesso.
Kanato: che hai fatto?
Raito: solo uno scherzo. Ma è stato uno bello spettacolo.
Karin: sei un pervettito di prima categoria. *esce dal bagno*
Raito: che ci posso fare bitch-chan. Se ho una figa in casa non è mica colpa mia.
Karin; ah, e allora la colpa adesso è mia se sono qui, ora. Curiosità, ma lo avete addottato?
Kanato: no. È nostro fratello di sangue.
Raito; a dopo bitch-chan.
Karin: speriamo di non vederti mai più.
E scompare mentre se la ride. Va verso lo specchio e si fá due codini bassi.
Mi avvicino a lei mentre si prepara. L'abbraccio da dietro e l'annuso il collo. Glielo lecco fino ad arrivare dietro l'orecchio.
Karin: Kanato finiscila.
Kanato: sai che non hai bisogni di trucchi per essere bella?
Karin: infatti non mi sto truccado.
Metto la testa sulla sua spalla. La tentazione di mordela è troppa. Prende una bottiglietta di profumo.
Karin: possiamo andare. Mi lasci?
Kanato: resterei così per sempre lo sai.
Karin: se stai sempre così, avrai la tentazione di mordermi. Poi farai un peccato di gola.
Kanato : già fatto. Io sono un demone ovvio che ho fatto tutti i peccati.
Karin: io solo quello di lussuria e gola. Purtroppo l'altra parte di me sta diventando debole.
Kanato: da che cosa sei formata?
Karin: non posso dirtelo.
Sciogle l'abbraccio e prende le sue cose. Perché non vuole dirmelo? Non la capisco.
Kanato: certe volte non ti capisco.
Karin: non capirmi fai prima.
Kanato: che prufumo è quello?
Karin: di Iris. Io amo molto quei fiori. Sono i miei preferiti. Su di loro ho un ricordo, stavo giocando proprio su un prato di iris, poi venne un uomo e non ricordo nulla. Ma ora andiamo.
Kanato: pensi che i fiori siano liberi? Da una gambia dorata? Loro seguono il sole e sentono il vento, non è così?
Karin: non lo so. Angelo e Demone posso unirsi?
Kanato; dipende.
Karin: *sospira* fra poco ci sarà la luna piena e dopo la luna di sangue. Non riuscirò a controllarmi.
Detto questo esce dalla stanza. Esco pure io e arriviamo alla limusine. Entriamo e vediamo gli altri. Karin legge un libro, non capisco quale.
Raito: che leggi bitch-chan?
Karin: un libro?
Raito : quale ?
Karin: "lacrime di sangue" .
Raito: mh. Sembra interessante.
Karin: togli quella mano o giuro che ti farò diventare femmina.
Raito alza le mani in segno di arresa e continua a vedere cosa legge.
Lecrime di sangue ? Mh. Mi sembra di averlo già sentito da qualche parte.
Karin: Yui oggi abbiamo nuoto?
Yui: mh? O si, hai ragione.
Karin: perfetto. Mi vedrete morta domani.
Kanato: come mai bambolina?
Karin: *guarda in basso*
Kanato : non dirmi che non sai nuotare. *ride*
Karin: vuoi vedere che ti faccio affogare?
Kanato: questo è da vedere. Hehe.
Karin: Azusa è più simpatico di te.
Stringo i denti e abbraccio fortissimo Teddy. Nomina sempre una di quei stupidi Mukami. Karin mi guarda di sottecchio e mi sorride beffarda.
Bastarda, mi voleva far ingelosire.
Appena arrivati Karin saluta Helena e Mikasa. Andiamo in classe e ci sediamo ai nostri posti.
Karin: davvero?
Mikasa: si. Kou frequenta questa scuola. Due classi dopo la nostra.
Helena: dici la classe 3-6?
Mikasa: si. Karin come mai me lo hai chiesto?
Karin: ecco..... Kou è........ Un mio amico.
Helena: sul serio. Aaawww. Karin ma sei fottunatissima. Kou Mukami è......
Karin: *gli tappa la bocca* shhh. Non alzare la voce o quelle oche vorrebbero conoscere dal vivo Kou.
Helena: *annuisce*
Kanato: come puoi essere amica di un mukami?
Karin: allora la prossima volta vado da Azusa. Almeno lui è meglio di te.
Kanato: tse. Fai ciò che ti pare e piace. Puoi pure baciare Raito, a me non interessa.
Karin: bene.
Kanato: bene.
Mi sento offeso. Non che mi piaccia Karin. Può fare quello che vuole. A me non importa.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro