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Capitolo 2


Pov Kanato.

È svenuta, l'ultima cosa che disse era il mio nome. Il suo sangue era una cosa fuori dalla norma. Era buonissimo. È un'ibrida, una parte l'ho capita era demone, ma l'altra, quella parte che rendo il sangue molto dolce, non riesco a capire cos'è.

Sono nella mia stanza a bere un thè con teddy. A lui piace quella ragazza e il suo peluche. Mi sembrava me e Reiji per via che era cordiale e molto bipolare.

Raito: mh. Hai succhiato il sangue della bitch-chan, prima di me che cattivo. Fufu~
Kanato: mi ricordava qualcuno e l'ho morsa. Certo che la bambolina ha un ottimo sangue.
Raito: a me ha usato un incantesimo, perché a te no? Fufu~
Kanato: non lo so. Ora Raito lasciami in pace.
Raito: che bipolare. Ma la farò diventare mia.

E scomparve. Karin, il tuo sangue è una tentazione per tutti noi.

L'ora di andare a scuola si avvicina e Karin non si è ancora svegliata. Siamo tutti in salotto, anche Yui che è con Ayato.

Yui: Kanato non credi di aver esagerato?
Kanato: certo che no.
Ayato: chichinashi, anche tu svieni sempre.
Yui: si, lo so.
Subaru: cos'ha di tanto speciale quella ragazza? *da un pugno al muro*
Reiji: Subaru quante volte devo dirti che non devi rompete il muro?
Subaru: tse.
Shu: fate silenzio, non sento la musica.
Raito: dai Shu. Togli quei oricolari dalle orecchie.
Shu: silenzio.
Yui: vado a vedere se è sveglia.
Ayato: ok.

Così Yui sale in camera di Karin. Dopo 5 min, non torna.
10 min, Ayato si sta preoccupando.
E dopo 20 min. Và a controllare.

Si sente un urlo. Noi tutti andiamo di sopra.
Vediamo Karin che si copre con un asciugamano, ed è tutta bagnata. Bello spettacolo. E Yui è sopra al letto.

Ayato: cazzo urli?
Karin; cappero, mi hai fatto prendere un colpo e io non devo urlare?
Ayato: stoni le orecchie.
Karin: meglio, almeno non senti quante imprecazioni che ti vorrei dire.
Raito: qualche pensierino lo farei ora. Fufu~
Karin: il solito pervettito. Uscite tutti. Oraa.

E usciamo da quella stanza, dopo qualche minuto escono Yui e Karin con l'iniforme. A Karin l'uniforme dona molto. Le sta bene.

Karin: fammi una foto, dura di più.
Kanato: ti farei una foto anche se sei senza vestiti.
Karin; sei peggio di Kou e Raito.
Kanato : lo prendo per un complimento.
Karin: Uliè........ Non credo.......... No, non mi piace........... Fatti i fatti tuoi....... Ok, scusa......... Vabbene.
Kanato: la tua Uliè ti vuole bene?
Karin: si. È un regalo di mio padre. Sono riuscita a salvare solo lei dopo l'incendio.

"Dopo l'incendio" . Incendio? Non dirmi che lei é la bambina che fù addotata da nostro padre, ma non ci fù più nessuna traccia di lei per via di un incedio. Non ditemi che è lei? Come può essere viva? Questa ragazza mi piace per i segreti che ha.

Saliamo sulla limusine. Lei è a centro tra me e Reiji. Raito la sta spogliando con gli occhi, ma lei non lo pensa, continua a tirare le orecchie del suo peluche.

Quando siamo arrivati Karin posa Uliè nel suo zaino e lo chiude.

Reiji: ok. Karin tu starai in classe con Kanato, Ayato e Yui. Entriamo.

Pov Karin.

Pure in classe lo devo sopportare. Arriviamo davanti alla classe 3-4 . Ci sono molti ragazzi qui dentro, speriamo di fare qualche amica. Kanato mi prende per il polso e mi fa sedere vicino a lui. Uffa.

???: ciao io sono Helena Isuke. Tu sei?
Karin: ciao Helena. Io sono Karin Catalano.

Helena ha i capelli biodi lunghissimi e occhi celesti. È molto bella. Anche interiomente.

Helena: ok, Karin. Come mai sei venuta coi sakamaki?
Karin: sono stata addottata dal loro padre, ma io tengo molto al mio cognome, credo che non lo cambierò. Almeno spero.
Helena: ok. Ma i tuoi capelli sono naturali?
Karin: si.
Helena: wuao. Sono bellissimi.
Karin: grazie.

Arriva la prof e tutti si siedono. Helena si siede vicino a me. Kanato non ha spiccato parola. Meno male.

L'ora pranzo. Io l'adoro questa ora.

Karin: cazzo.
Helena: che succede?
Karin: nulla. È che ho dimenticato la merenda.
Helena: vuoi che ti dia un pò della mia?
Karin: non ti devi distubare.
Helena: nessun disturbo. Ti piacciono i panini al melone?
Karin: si, tanto. Ma amo di più i dolci.
Helena: *ride* sembri una bambina. Tieni.
Karin; grazie.

In realtà mi è venuta sete. Come faccio ora? Non so se riuscirò a resistere. Speriamo di aver portato la bottiglina con dentro il sangue.

Finito il panino, cerco nello zaino la bottiglina. Per fortuna c'è. Fiù.

La apro e bevo il contenuto.

Helena: cos'è?
Karin: è succo di frutti di bosco. Non so se ti piaccia.
Helena: no, infatti. A me piace alla mela.

Bleah. Mela? Che schifo.
Speriamo che ne Kanato ne Ayato, abbiano sentito l'odore del sangue. Chiudo in fretta la bottiglina e la poso nello zaino.

Mi guardo intorno, vedo gruppi di ragazzi e ragazze, ma vedo anche una ragazza da sola, ultimo banco vicino al muro.

Karin: hey, Helena, quella ragazza chi è?
Helena: mh? Ah, è Misaka Tsuhiro. È molto timida e anche riservata.
Karin: andiamo a parlarle.
Helena: ok.

Ci avviciniamo a Misaka.
Ho i capelli verdi lunghi fino alle spalle e occhi verdi.
Ha ragione Helena sembra molto timida.

Karin: ciao, io sono Karin Catalano. Tu devi essere Misaka, piacere.
Misaka: piacere. Io sono Misaka Tsuhiro.
Karin: come mai sei da sola?
Misaka: non mi piace la compagnia e poi le ragazze diventano mie amiche solo perché ho mio fratello che fà calcio e conosco tutta la squadra.
Karin: io non so chi sia tuo fratello, non mi interessa sapere da chi è formata la squadra e voglio essere tua amica. Ci stai?

Lei mi sorrise, che dolce. Non sembra una tipa riselvata. Uw. Che dolce.

Misaka: ci sto.
Helena: ciao. Io sono Helena Isuke. E la stessa cosa vale pure per me. Vuoi essere mia amica?
Misaka: certo.
Karin: ok. Prepara le tue cose che ti trasferisci davanti a me. Dato che il banco è vuoto.
Misaka: ok.

Misaka prese le sue cose e si mise davanti a me. Parlammo per tutta l'ora. Helena faceva ridere, Misaka è molto timida e appena le dici un complimento arrosisce. Ho fatto proprio bene ad essere amica di queste due. Aww.

Ultima ora. Poi libertà. Abbiamo Motoria e andiamo in palestra.

Il mio armadietto e vicino a quello di Misaka, invece quello di Helena è di fronte a noi.

Tuta: pantaloncini corti blu che coprono in sedere, maglia bianca non molto stretta e scarpe da ginnastica.

Mi vergogno. Aiuto.

Usciamo.

Ma Yui? Non lo vista dall'ora di pranzo.

Appena uscita i ragazzi mi sbavano dietro. Mi lego i capelli in una coda alta, pure Helena fa la stessa cosa. Invece Misaka li lascia sciolti.

Tutti i ragazzi, ma tranne uno. Kanato. Che pensa solo al suo Teddy, io voglio la mia Uliè.

I maschi giocano a calcio e le ragazze a pallavolo. Devo dirlo sono molto brava in questo gioco.

Karin: Misaka.
Misaka: Mia. Helena.
Helena: Mia. Vai Karin.

E schiacciata. Fischio di riposo. Sono tutta sudata. Wuao, non ho mai sudato così tanto.

Ci sediamo in un angolo della palestra, che è grande quanto una casa. Hehe.

Karin: ma io sono una campionessa. Trallalelo trallalà.
Misaka: *ride* si si. Abbiamo capito.
Helena: però, Misaka sei stata brava anche tu. Non pensavo che giocavi così bene.
Misaka: da piccola giocavo nella squadra della scuola. Anche tu però non sei da meno.
Helena: modestamente.

Ridiamo tutte e tre. La campanella. La scuola è finita, per oggi, è l'ora di andare a casa. Yuppi.

Mi faccio una doccia, mi asciugo, metto l'intimo bianco e l'uniforme. Prendo lo zaino e usciamo.

Sfortuna che con noi c'è pure Kanato. Saluto Helena e Misaka. E con ragazzo peluche aspetto gli altri.

Raito : bitch-chan, mi sei mancata. Fufu~
Karin: a me non sei mancato, neanche di una virgola.
Raito; cattiva bitch-chan. Ma mi piacciono le bitch-chan aggressive. Fufu~
Karin: vuoi vedere come ti faccio diventare femmina?
Raito: no. Io ci tengo al mio amichetto.
Karin: mi sembri mio padre, se la faceva una ogni giorno. Tse.
Kanato: alla bambolina manca suoi padre?
Karin: no. E non nominarlo. Si è fatto pure sua......... Nulla.
Raito : cosa bitch-chan?
Karin: ho detto nulla.

Poco dopo arrivano pure gli altri. Pure Yui, che non vedevo da quanto tempo.

Prendo Uliè dallo zaino, le tiro di poco le sue orecchie, sono anti-stress. Molto ultili.

Arrivati alla villa, ci dirigiamo tutti in camera. Io mi butto direttamente sul letto.

Mi alzo e cerco un pigiama. Ma l unico che trovo è una camicia da notte. Fa nulla. Sono abituata. Vado in bagno, mi lavo, mi lego i capelli e mi lavo i denti. Poi, in fine, metto la camicia da notte. È lunga fino al ginocchio ed é tutta bianca. Non che mi dispiaccia, ma, un altro colore no?

Mi metto sotto le coperte e stringo Uliè a me. Ti voglio molto bene Uliè. Molto.

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