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Capitolo 14

[PS: scusatemi per non aver aggiornato ultimamente. Auguri a chi fà Angelo/a e Francesco/a di nome e anche ai vostri nonni, sia in cielo sia in terra. Buona lettura.
PPS: siamo quasi al 20° cap. Yeee. ヽ(´▽`)/]

La festa era bellissima, anche se per i balli mi sono rotta i piedi, per via delle favolose scarpe. E pensare che....

Mikasa: Karin?  Che hai? 
Hellen: starà pensando al suo ragazzo, lasciamola stare.
Karin: ma quale ragazzo?  *mangia un boccone di riso* sarebbe bello averne uno. *Guarda altrove*
Mikasa: io ieri ho conosciuto un ragazzo abbastanza strano. Aveva le bende sulle braccia e sul collo, almeno questo ho visto.
Hellen: dillo volevi vedere altro.
Mikasa: ma cosa dici? *arrossisce*
Hellen: dai scherzavo. *ride*
Karin: *ride* ti ricordi come si chiamava? 
Mikasa: in realtà non sò il suo nome. Stavo portando la spesa a casa, dun tratto mi si scontra quel ragazzo. Mi cade tutto, ma mi aiutò e poi scappò via come un fulmine.
Hellen: uuhh. Amore a prima vista.
Mikasa: Hellen la vuoi finire? 
Karin: dai, stà scherzando.
Hellen: non ne parliamo di lei e Kanato-kun.
Karin: cosa? 
Mikasa/Hellen: *ride* .
Karin: ooohhh. *gonfia le guance*
Mikasa: sapete?  Ho sentito parlare che alle 3:20 del mattino, nella classe di pratica culinaria, si sentono dei strani rumori. Non vi sembra pauroso? 
Hellen: anche io ne ho sentito parlare. Si dice...

Dei strani rumori?  Sarà qualcuno che vuole fare un dispetto ai bidelli. Ma perché dopo mezz'ora che siamo usciti?  A quell'ora il preside è ancora nella sua stanza e i bidelli ne sono di più, per via della sicurezza. E perché proprio la classe di pratica culinaria?  Io proprio non capisco.

Marika: Karin?  Hey, Karin. Ci sei? *scuote la mano davanti al suo viso*
Karin : eh?  Cosa?  Potete ripetere? 
Hellen: stavamo parlando del così detto spirito, ma secondo me sei troppo impegnata a pensare Kanato-kun.
Karin: la vuo finire con questa storia. Mi stavo chiedendo perché proprio in quella classe.
Marika: anche noi.

Ci dev'essere un motivo se appare solo in quella stanza o vuole fare dei dispetti lì. Ma quale motivo sarebbe?  Io proprio non capisco.

Dopo scuola.

Raito: hey, bitch-chan. Che hai? 
Kanato: in classe stava parlando dello spirito con le sue amiche e da allora non parla. Vero teddy? 
Ayato : tse, come se fosse vero.
Raito: uuuuhhh. Allora vogliamo vedere se è vero? 
Ayato : tse, fai quello che vuoi.
Kanato: teddy ha detto che vuole vedere questo famoso spettro.
Raito: e tu, bitch-chan?  Ci stai? 
Karin: mh?  Io non credo che sia vero. Ma dato che esistono i vampiri e i mezzosangue. Si, ci stò.
Yui: k-karin-chan, vuoi davvero andare? 
Karin: dai Yui vieni anche tu. Non voglio stare da sola con questi due. Per faaaavooooreeee. *Congiunge le mani*
Yui: o-ok. Verrò a-anche io.
Ayato: se viene la chicchinashi, vengo anche io.
Kanato: tu non avevi detto che non venivi? 
Ayato: tse.
Karin: okkeeeyyy(?) . Cosa aspettiamo?  Nascondiamo nel mentre no? 
Raito; hihihihi. È quello che volevo sentire, bitch-chan. Vieni con me.

Entrammo nella palestra. Guardai Raito e lui mi fece il segno di stare zitta, poi ci fece guida verso i spoiatoi. Yui mi teneva la mana per tutto il tempo, che tenera! 

Certo che stare nei spoiatoio dei maschi è come stare in un porcile. Ci sono maglie e pantaloni per terra e una puzza di sudato incredibile.

Karin: dimmi Raito. Ma qui dentro oltre a cambiarvi fate anche altre cose? 
Raito: *faccia maliziosa* se intendi quello, allora, si. Alcune volte.
Yui: k-karin-chan. 
Karin: tse. Porci.
Kanato: teddy dice che voi non siete da meno.
Yui/karin; C-cosa? 
Ayato : hehe. Però siete voi che volete farlo. Non è così, chicchinashi? 
Yui: eh?  E-ecco....
Karin: meglio che tutti stiamo zitti ora. Non voglio sentire altro. Grazie.

Dopo che hanno spento le luci della scuola, usciamo dal nostro nascodiglio. Aria pura!  (Non dico che i ragazzi sono sempre... Come dire?  Maleodoranti. Ci sono alcuni che non lo sono.) 

Guardo l'orologio, sono passati 30 min da quando siamo qui e sono quasi le 3:20. Dobbiamo sbrigarci.

Karin: dobbiamo sbrigarci.
Yui: h-ho paura, karin-chan.
Karin: tranquilla. Usiamo il teletrasporto? 
Ayato : ovvio, chicchinashi.
Kanato: teddy ed io vogliamo vedere questo fantasma.
Raito: allora andiamo. Hihihi.

Ci siamo teletrasportati vicino alla porta della classe. Intorno a me c'era solo il buio e il silenzio. Sentivo Yui che stringe il mio braccio ma non riuscivo a sentire gli altri.

Clap clap

Gocce?  Provengono dalla classe.
Poi si sente l'acqua che scende velocemente e tocca la superfice di ferro del lavandino.

Yui: iiihh.
Karin: ssshhh.
Yui: mhmh.

Pam pam

Padelle che sbattono e i mobili che, sicuramente, si staranno chiudendo e aprendo.

Dopo 10 min di strani rumori. Tutto ritorna nella normalità. Non si sente più nulla, Yui è ancora attaccata al mio braccio. Non che mi dia fastidio, però.

Kanato: teddy pensa che sia strano.
Karin: cosa, precisamente? 
Kanato: teddy pensa che se sarebbe stato un fantasma avrebbe continuato fino all'alba.
Yui: h-ho avuto paura.
Raito: la bitch-chan sicuramente sarà tutta bagnata. Hihihi.
Kanato: Raito! 
Ayato : tse, è tutta una falsa. Andiamo a casa.

Ritorniamo a casa in un batter d'occhio. Certo che la storia del fantasma è una vera falsa, c'è poveri a quelli che ci credono.

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Il sole tramonta e io non mi sono ancora cambiata, non mi và, mi scoccio. Non riesco nemmeno a dormire, sono sdraiata sul letto con la pancia in sù e guardo il soffitto. Come se stessi aspettando qualcosa o qualcuno. Forse.... Qualcuno.

Kanato: non dormi? 
Karin: non ci riesco.
Karin: sei annoiata? 
Karin: molto. Non sò cosa fare! 
Kanato: facciamo una passeggiata,  oltre da queste mura? 
Karin: *alza il busto* certo! 
Kanato: allora andiamo.

Mi prese per il polso e uscimmo da quelle quattro mura. La città alle 6 di mattina, non è molto affollata come di pomeriggio. C'è molto meno gente. Mi piace sentire l'aria fresca di mattina, mi fà sentire libera.

Arrivarmi al parco, appeno arrivati mi lasciò il polso. Aveva uno sguardo perso, come se stesse ricordando qualcosa.

Kanato: da piccolo, mi era vietato andare al parco e uscire dalla villa senza un adulto.
Karin: anche a me erano così. Avevano paura che mi perdessi o che mordevo qualcuno per istinto.
Kanato: andiamo.

Camminò velocemente andando verso le giostre. Ma che gli prende?  Un attimo è malinconico e subito dopo arrabbiato. Che bipolare! 

Karin: hey, Aspettami! 

Corsi verso di lui. Ci sedemmo sulle altalene, guardavo come il sole diventava sempre più alto. Il vento era piacevole, solo quando sei con i sakamaki l'aria diventa pesante.

Karin: mi mancano i vecchi tempi. Quando ero piccola, intendo.
Kanato: a me no! 
Karin: perché? 
Kanato: odiavo mia madre e la odio tutt'ora. Non sono mai stato libero da piccolo, le punizioni che ci dava erano mortali per un umano.
Karin: cosa?  Ma, come...

Io guardavo lui, con occhi sgranati, e lui guardava me, con occhi pieni di tristezza. Non capisco il motivo di quelle punizioni, sul serio.

Kanato: ormai è il passato. Non importa più.
Karin: ti manca? 
Kanato: *ride* a me non mi manca. Sono stato io a bruciarla nelle fiamme. Io!  *ride*
Karin: a me invece, mi manca mio padre.
Kanato: oh, povera. Gli manca il paparino.
Karin: la vuoi finire?  Cosa ti prende?  *urla*
Kanato: *sorride* cosa mi prende, eh?  E chi lo sà. Dovrai capire tu la risposta.
Karin: cosa? 
Kanato: andiamo. Si staranno chiedendo dove siamo finiti.

Ecco un'altra sgriata da Reiji. Che noia. Uffa, io proprio non capisco questo ragazzo. Proprio non lo so.

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