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Capitolo 11

Vi è mai arrivata una lettera di una persona che non volete vedere per niente al mondo?  Ecco. Io l'ho avuta proprio stamani, mentre facevo colazione.

Stavo quasi per strozzarmi con la mia stessa saliva quando l'ho letta.

"Cara Karin,
Spero che ti ricordi di me, sono Hide, sto per arrivare in Giappone. Preparati alla mia vista, Angioletto. "

Aveva l'abitudine di chiamarmi angioletto, quando io lo sono, e mi prendeva in giro quando ero piccola.

Ora voglio sapere, chi è lo stronzo o la stronza che gli ha detto dove abito?  Stà arrivando Natale e questo è il mio regalo?  Santo Claws, lo so che sono stata cattiva, ma non lui ti preeeeggggoooo.

Stronzo di un santo. Kkkkyyyyaaaa.

Yui: Karin, mi gira la testa. Mi dici cosa succede?  E cosa c'è scritto in quella lettera? 
Karin: succede che Hide sta venendo qui e io lo devo sopportare di nuovo.
Raito: Hide?  Chi è, bitch-chan? 
Karin: la persona più orribile di tutto il mondo, ecco chi è.
Ayato: chicchinashi, ci dici che succede? 
Karin: succede che quel brutto figlio di p*****, non doveva tornare in Giappone e doveva rimanere a Londra.
Kanato: hihihi. Ci sarà da divertirsi.
Karin: se lo dici tu.
Reiji: bhè, dato che questo Hide ha mandato la lettera a te vuol dire che è un tuo conoscente, Karin.
Karin: è uno sconosciuto, stronzo e puttaniere. Uffa.
Raito: frena frena, bitch-chan, questo Hide ci ha provato con te? 
Karin: si. Ma per fortuna sono sana e salva. Lontana da lui.
Kanato: deve solo sfiorarti e giuro che lo faccio a pezzettini.
Reiji: data la situazione, non possiamo fare nulla. Devi vedertela tu, Karin.

Reiji esce dal salotto. E come sempre prima si aggiusta gli occhiali. Shu continua a stare sul divano a sentire la musica, Ayato sta parlando con Yui, Raito non so che cazzo stà a fare, Kanato sta pensando a un piano (forse)  e Subaru è appoggiato sul pilastro.

Karin: uffa.
Yui: almeno racconta come lo conosci.
Karin: stava con me all'orfanotrofio, crescendo è diventato puttaniere e ci provava con tutte soprattutto con me, poi si è trasferito a Londra per la sua cariera di cantante. Se non sbaglio è allo stesso livello di Kou.
Raito: hanno la stessa testa. Fufu~
Karin: hai ripreso il tic, Raito? 
Ayato: *ride* ora che si fà, facciamo a botte? 
Yui: Ayato.
Ayato: cosa?  Nessuno ci deve provare con le donne della nostra famiglia.
Karin: eh eh. Ecco il possessivo.
Kanato: anche io e teddy pensiamo la stessa cosa.
Karin: ugh. Siete folli.
Yui: he he.
Raito: le bitch-chan hanno paura. Fufu~
Karin/Yui;  non è vero. Forse.
Shu: non urlate, non sento la musica.
Karin: tu e sta musica.

Shu apre un occhio e mi guarda, fa un pochino di paura, ma un pochino. Dopo un pò chiude di nuovo l'occhio.

Subaru: che vorresti fate, allora? 
Karin: mh?  Non lo so, proprio non lo so.
Subaru: tse.

E esce pure lui. Oggi tutti stanno contro di me. Ugh, che faccio ora?  Cosa vuole da me Hide?  Bho.

Kanato: credo che dovresti affrontarlo, Karin.
Karin: mh? 
Kanato: dico che dovresti parlagli ecc. Vedere cosa vuole, no? 
Karin: da quando fai il saggio, Kanato? 

Lui sorride come sempre. Quanto odio quando fà così, mamma santa.

Sento mettermi qualcosa in testa, alzo la visuale e guardo di fianco a me.

Raito: vedi di stare attenta, bitch-chan. Fufu~

Mi dice nell'orecchio e poi scompare. Uno dopo uno se ne vanno. Rimaniamo solo io e Kanato. Quest ultimo parla con teddy.

Uffaaa.

Karin: che faccio ora? 
Kanato: teddy ti suggerisce di fare come ti ho detto.
Karin: dici?  Non lo so.
Kanato: fai come ti ho detto. Starò con te, per vedere se non ci prova.
Karin: grazie Kanato. Ma ti conosco bene, non fai i favori senza niente in cambio. Cosa vuoi? 
Kanato: teddy e io, vogliamo un dolce. Lo sai fare? 
Karin: un dolce è?  Oh!  Che ne dici di una torta a cioccolato? 
Kanato: io e teddy amiamo il cioccolato.

Lo so. Le tue labbra sanno sempre di quel dolce. Gli sorrido dolcemente. Come può essere un ragazzo così un demone? 

Andiamo in cucina. Cerco tutti gli ingredienti, farina, latte, uova, cioccolato ecc.

Karin: ma dov'è?  Dov'è? 
Kanato: cosa? 
Karin: il cioccolato bianco.
Kanato: vedi nel mobile.

Mi metto in punte e apro il mobile. È vero stava lì, ma come? 

Preparo tutto e metto l'impasto nello stampo, dopo in frigo. Dobbiamo aspettare un bel pò.

Karin: fatto.

Mi giro e ritrovo il viso di Kanato a pochi centimetri dal mio. Sento un groppo in gola, come se la voce non mi volesse uscire e questo non mi è mai capitato.

Kanato: preferivo anche un altro dolce, sai? 
Karin: quale sarebbe? 
Kanato: queste.

Tocca le mie labbra con due delle sue dita. La tengo aperta di poco e lo guardo nei occhi.

Karin: e pensavi che cedessi facilmente? 
Kanato: non proprio. Mi piaciono i fatti complicati.
Karin: non sono una scommessa, Kanato.
Kanato: non intedevo quello.

Sono bloccata, ho la cucina dietro di me e lui davanti, sono nella merda. Se fossi una ragazza normale già l'ho avrei baciato, ma dato che non lo sono, sono nella merda più totale.

Karin: Kanato.....
Kanato: non dire una parola. Karin, non lo fare di nuovo.

La lussuria, il peccato che ho comesso per prima. Ho promesso che non l'ho avrei più fatto, ma credo che ora stia riemergendo.

Karin: ..........

Devo stare calma. Non devo parlare. Sguardo freddo e muta come un pesce. Non parlare.

Solo con lui la lussuria funziona. Con gli altri no. Forse sto davvero provando qualcosa per Kanato o è il peccato che lo vuole tentare.

Kanato: mannaggia. Porco Dio.
Karin: non sei bravo con il controllo.

Mannaggia alla mia boccaccia. Perché ho parlato quando non dovevo? 

Kanato: lo so.
Karin: mi soprendi.
Kanato: che intendi dire? 
Karin: non avresti mai ammesso una cosa del genere. E.........

Non parlo più e distolgo lo sguardo, ormai il guaio è fatto. Devo continuare.

Kanato: continua. 
Karin: e...... Avresti fatto questo.

Lo guardo e dopo lo bacio. Prima rimane sopreso e dopo ricambia il bacio.

Non ho mai preso l'iniziativa, perciò è strano farlo per prima. Invece lui sembra abituato.

Il bacio diventa più passionale. La sua lingua picchietta sul mio labbro e io gli do il permesso.

Dopo un pò le nostre lingue si incontrano, giocando ad rincorecci. Come se tutti e due aveva bisogno di questo bacio.

Raito: non voglio rovinare nulla......

Ci stacchiamo subito. Kanato con uno sguardo di fuoco e io con il viso in fiamme.

Raito: .......ma fra poco dobbiamo essere tutti a tavola. Vi stavo cercando. Alla fine la mia teoria era giusta, auguri ai figli maschi.
Karin: Raito.
Raito: *ride* Bay.

E scompare. Cappero che imbarazzo. Si sento il suo di una sveglia, uso quella per preparare i dolci, segno che la torta è pronta.

Vado verso il frigo e lo apro. Prendo la torta e la poso sul tavolino di marmo che è lì.

Karin: ecco fatto.
Kanato: posso mangiarla? 
Karin: cuccia le mani. Questa torta non è solo per te.
Kanato: uffa. Dai solo un pezzo.
Karin: ho detto di no.
Kanato: per favoreeeee.

Ma mi stà tentando con dei occhi dolci?  Mi dispiace mio caro, io non ci casco.

Kanato: mia.

E prende la torta in mano. Ma come? 

Karin: posala subito Kanato. Non è solo per te.
Kanato: troppo tardi, bambolina. Ora la torta è mia.
Karin: quanto ti odio quando fai il presuntuoso.
Kanato: sono presuntuoso, si, ma non credo che il gesto di prima significa che mi odi.
Karin: ma...... Che?  Ti stai sbagliando di grosso, mio caro.
Kanato: mh, dici?  A me non sembrava.
Karin: ma da quando sai il significato dei gesti che ti fanno? 
Kanato: l'ho imparato col tempo. Sai, essere nell'attenzione di tua madre ti fa sembrare uno speciale.
Karin: oh, fantastico. Abbiamo un figlio di mamma quì.
Kanato: diciamo di si e diaciamo di no.
Karin: ti vorrei morto ora.
Kanato: non ne saresti capace.
Karin: la vuoi smettere?  Posa quella torta, Kanato.
Kanato: e cosa avrò in cambio? 
Karin: eeeeeeee?  Che hai al posto del cervello?  Cerume? 
Kanato: allora non poso questa torta e vado a mangiarmela con Teddy.

Gli prendo la torta fra le mani e la metto nel frigo, si stava sciogliendo e non ho fatto tanta fatica per nulla.

Karin: cuccia. Le. Mani. O ti faccio diventare mongo.
Kanato: no, ci tengo alle mie mani. Mi servono per un motivo.

Doppio senso. Sento il viso in fiamme, come può farmi questo effetto?  Come? 

Karin: ma smettila.
Kanato: oh, io la smetto, ma tu vedi di stare attenta, d'ora in poi. *sorride*
Karin: che......... Vuoi dire?  Ma scompaiono tutti quando servono in questa casa.

Salgo in camera mia. Quasi cadevo a terra vedendo Reiji al suo interno. Sta studiando ogni centimetro quadrato della stanza.

Karin: ehm, Reiji? 
Reiji: ti stavo aspettando. Vorrei parlati.
Karin: si, dimmi pure.

Chiudo la porta alle mie spalle, mi siedo sul letto mentre lui è sulla sedia della scrivania.

Ha il mento appoggiato sulle mani e mi guarda, quasi studiandomi.

Reiji: nostro padre ha organizzato una festa a casa dei Mukami.....

Dice la parola Mukami con disprezzo, ma non lo vuole far notare. Si aggiusta gli occhiali e accavalca le gambe, incrociando le braccia al petto.

Reiji: e siamo stati invitati tutti noi. La festa sarà domani sera alle 19:30. Ti voglio preparata entro le 19:00, niente ritardi.
Karin: ho afferrato il concerto.
Reiji: bene. Ora posso andare.

E scompare. Allora la festa sarà domani, Yuma mi ha accernato qualcosa. Ma non mi ha detto ne la data e ne l'orario, perciò ero disorientata.

Fortuna che Reiji sa sempre tutto al tempo debito o non saprei nulla di nulla.

Karin: il problema ora è il vestito. Cosa mi potrò mai mettere? 

Mi stendo sul letto, lasciando le gambe fuori da esso e metto un braccio sui occhi.

Fantastico. Se prima era nella merda, ora sono nella fogna più profonda e puzzolente.

Dove posso trovare un vestito elegante, se io non li metto mai? 

Kkkyyyaaaa. Che posso fare.

Mi alzo e prendo il telefono. In questo cadi serve l'aiuto di un Idol e Kou è il caso giusto.

Digito il suo numero e aspetto che risponda.
Due squilli.....
Tre....
Quatro.....

Cazzo Kou, che capoero stai a fare? 

Kou: pronto, Karin.
Karin: alleluia. Kou ho bisogno di te.
Kou: sono piuttosto impegnato ora, Karin, devo fare molte cose.
Karin: Kou è un emergenza. Daiiii.
Kou: in cosa ti devo aiutare? 
Karin: sai che ti voglio bene, vero? 
Kou: non mi piace il tono in cui lo hai detto.
Karin: mi devi aiutare a scegliere un abito per domani sera. Ah, Hide sta arrivando.
Kou: quel parlone gonfiato? 
Karin: si, comunque mi aiuti, vero? 
Kou: non posso, Karin. Te lo dico col tutto il cuore, farti aiutare da qualcun altro. Bay.
Karin: aspetta.....

*tu tu. Tu tu. *

Ha attaccato. Uffa. E ora a chi mi devo rivolgere? 

Reiji?  Nah. Shu?  Non mi alscoterebbe.  Ayato?  Non mi caberebbe manco di striscio. Subaru?  Mi eviterebbe e basta. Kanato?  Sarebbe impegnato con Teddy.

L ultimo è Raito. Non sò se mi aiuterebbe. Mi bisogna tentare, è facile a dirsi che a farsi.

Lo cerco per tutta la villa. L'unica zona che non ho visto è la sua stanza.

Vado verso di essa e busso. Mi viene ad aprire un Raito a petto nudo, con i pantaloni slacciati. Diavolo.

Raito: ti piace la vista, bitch-chan? 
Karin: oh, ma dai. Sei sempre lo stesso. Raito ho bisogno di un aiuto. Ti preeeggggoooo.
Raito: mh. Dipende da cosa avrò in cambio.
Karin: niente cose sconce.

Lui alza le mani in segno di arresa e sorride beffardo. Lo guardo bene e noto che non ha il suo amatissimo cappello. Devo dire che stà meglio così.

Raito: in cosa ti devo aiutare, bitch-chan? 
Karin: mi devo aiutare con un abito da sera.
Raito: oh, allora hai scelto la persona giusta. Mi preparo e andiamo.
Karin: OK. Ti aspetto giù.
Raito: certo.

Non mi fido molto di Raito quando ha quello sguardo. Ma è l unico che può aiutarmi e ha accettato. Perciò non posso tirarmi più indietro.

Angole ⓜⓔⓔⓔⓔ.

RECORD DEL MONDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.

HO fatto 2065 parole senza neanche accorgermi. Forte lo devo dire. OK bay.

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