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Cap.26


Karin: aspetta... COSA? 
Raito: *alza le spalle* .
Karin: no, tu ora ripeti tutto, per filo e per segno.
Raito: è la terza volta che lo ripeto, uffa.
Karin: se non ti fai capire non è mica colpa mia.
Raito: *sbuffa* . Allora...

È da quasi un'ora che questi due parlano, non la finiscono mai.
Sbuffo e mi sdraio sul letto di Karin con le braccia dietro la testa, solo qualche ora fà mi ha detto ciò che prova per me... Ma io ricambio?  Si, certo che ricambio, la amo da impazzire.

Karin: tu hai fatto cosa? 
Raito: hai capito, bitch-chan.
Karin: RAITO!! 
Raito: hihihihi. Non è colpa mia se le donne cadono ai miei piedi.
Kanato: tranne una.
Raito: tranquillo Kanato non te la rubo.
Kanato: meglio per te.
Karin: non sei mica geloso, Kanato.
Kanato: chi?  Io?  Nah! 
Karin: allora non ti dà fastidio se abbraccio Raito? 
Kanato: provaci e ti spezzo le braccia! 
Karin: *ride*. Gelosone. 
Kanato: tse.
Raito: io devo andare, bitch-chan, ci si vede a cena.
Karin: ciao.

Raito scompare e rimaniamo solo noi due, il letto si abbassa e mi giro verso Karin, ha gli occhi chiusi, la bocca semi aperta e dei ciucci ribelli sul viso.
Oggi ha i capelli sciolti, di solito li tiene sempre legati, i suoi capelli viola sono lunghi e mossi alle punte, le accarezzo il viso e sorrido.

Karin: sei troppo geloso.
Kanato: non è vero.
Karin: bugiardo! 
Kanato: non lo sono.
Karin: ammettilo, ammettilo.
Kanato: non lo sono, punto e basta.

Gonfia le guance come gli scoiattoli, rido per la sua faccia buffa, non ho mai riso così, di spotanea volontà.

Karin: dovresti sorridere di più, sei più carino.
Kanato: solo carino? 
Marino: si, solo carino.
Kanato: certo certo.

Sorride, in un nano secondo mi ritrovo lei sopra di me a cavalcioni, le sposto un ciuffo dietro all'orecchio e poi ci baciamo.
Sorrido nel bacio, ce ne siamo dati altri prima di questo ma mi sembra ancora il primo.

Si stacca e scende, mi alzo con il busto mentre lei scende dal letto, seguo ogni suo movimento fino a ché non scompare dietro alla porta del bagno, giusto, la scuola! 

Karin: Reiji ha portato la tua uniforme qui, vedi stà nell'armadio.

Mi alzo anche io dal letto e apro l'armadio, ci trovo molti vestiti piegati e ordinati hanno tutti il suo odore, prendo l'uniforme e mi svesto mettendola.
La porta del bagno si apre facendo uscire Karin sistemata e con l'uniforme della scuola, prende la cartella e mi guarda.

Karin: vuoi una foto? 
Kanato: preferisco più in carne ed ossa.

Sorride scuotendo il capo e usciamo dalla stanza, scendiamo le scale e ci avviciniamo all'entrata della villa, dove ci sono già Reiji, Shu e Subaru, come sempre quei altri fanno sempre in ritardo.

Reiji: perché avete saltato la cena voi due? 
Karin: ecco...
Raito: suvvia Reiji, un pò di privacy la devono avere, no? 
Reiji: mh.

Reiji ci guarda storto e poi esce, usciamo anche noi e entriamo in limousine, Karin è tra me e Raito, giuro che se non si stacca gli stacco la testa a morsi.
Karin non spicca parola e si guarda le scarpe per tutto il tragitto, devo farla mia al più presto.

Arrivati usciamo dalla limousine e ci avviciniamo all'entrata della scuola, Karin và verso le sue amiche con me dietro, ci guardano stranite ma non dicono nulla.

Hell: che ci racconti, Kary? 
Karin: nulla, proprio nulla.
Miky: Kary-chan non mentire, perché Kanato-kun è con te? 
Karin: ecco...
Hell: lo sapevo! State insieme. Che bello! 
Karin: Hell, non gridare!  Porco cane.
Miky: è la verità? 
Karin: si... Ma, prima che sclerate, Miky come và con tu sai chi? 

La ragazza di nome Miky diventa tutta rossa e si tortura i ciuffi di capelli verdi, Karin ha la capacità di cambiare discorso in un nano secondo.

Miky: bene... Stiamo uscendo molto spesso in questi giorni.
Karin: un giorno fra questi vi voglio vedere insieme, siamo intesi? 
Miky: *diventa più rossa* .
Karin: Hell, ma a te non piace nessuno? 
Hell: certo che no, tutti qui sono dei pervertiti del cazzo.
Miky: come se tu non lo fossi.
Hell: cosa? 

Karin ride e ci incamminiamo verso la nostra classe, le lezione passano subito e arriva subito la merenda, Karin ed io siamo sul tetto a guardare il cielo stellato, non che a me importi ma vedere Karin guardare meravigliata quel cielo mi fà felice.

Una stella cadente si fà spazio tra le altre e mi fà spalancare gli occhi, Karin ride e alza il braccio con la mano aperta come se volesse prendere una delle tante stelle.
La campanella suona rovinando tutto, ci alziamo e andiamo di nuovo in classe, anche le altre ore passano velocemente e adesso, insieme a Reiji, io, Karin e Raito stiamo aspettando gli altri.

Ritorniamo a casa con la limousine, Karin non riusciva ad avere gli occhi aperti e alla fine si addormentata sulla mia spalla. Sorrido e gli accarezzo il capo, il suo viso mentre dorme è quasi angelico.

Da dove trovi queste parole? 

*sbuffa*. I fatti tuoi? 

Mai.

Tse.

Reiji: vuoi davvero bene a quella donna, Kanato.
Kanato: mh? 
Reiji: lo sai vero che non è sangue puro? 
Kanato: si, che lo sò, come Yui.
Reiji: e sai di quale sangue è formata? 
Kanato: no, questo non lo sò.

Guardo Reiji mentre si sistema, come abitudine, i suoi occhiali e distoglie lo sguardo dal libro che stava leggendo per incrociare il mio.

Reiji: è metà demone e umana.
Kanato: e allora?  Cosa dovrei fare? 
Reiji: ti stavo solo avvisando, Kanato.
Kanato: cosa hai in mente, Reiji? 
Reiji: nulla, Kanato, nulla.

Arrivati prendo Karin in braccio e la porto in camera sua, la sistemo sul suo letto e le cingo la vita con un mio braccio, chiudo gli occhi e mi addormento.

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