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Cap.25

{ siamo quasi alla fine!} 

Mi svegliai grazie ai raggi del sole che entravano dalla mia finestra, l'orologio appeso al muro segnavano le 14:50 e frà sei ore dobbiamo cenare o pranzare, questo non l'ho ancora capito.

Mi alzai dal morbido letto e mi avvicinai al grande armadio, lo apro e prendo dei vestiti a caso, mi cambio in bagno, per sicurezza, mi lavo la faccia e i denti ed mi pettino i capelli viola.
Mi faccio due codini bassi che si appoggiano sulle spalle e esco dalla stanza per andare a sgranocchiare qualcosa, ho una fame.

Karin: mi sembra di aver dimenticato qualcosa... Mmmhhh...

Ho questa strano sensazione di aver dimenticato qualcosa, qualcosa d'importante.
Mentre scendo le scale, sento qualcuno bussare la porta, scendo velocemente le scale e la apro, facendomi vedere Karl Heinz in tutta la sua 'magnificenza'. 

Karl: buon giorno, Karin.
Karin : buon giorno, a lei. Prego entri pure.
Karl: grazie, sei molto gentile.

Mi sorride e entra in casa, si guarda in giro e poi posa lo sguardo su di me, chiudo velocemente la porta e lo guardo. Cosa vuole ora? 

Karl: come ti trovi qui, Karin? 
Karin: bene, direi.

Anche se l'istinto omicida verso quei sei fratelli non manca mai, sia chiaro.

Karl: mi fà piacere, non ti avranno per caso fatto qualcosa? 

In che senso?  No, aspettate, Raito mi ha fatto perdere la ragione con la sua mente perversa.

Karin: no, certo che no. Perché di questa domanda? 
Karl: segreto.

Ma è un vizio di famiglia!  E che cappero.

Karin: okay.
Reiji: padre.

Alzo lo sguardo verso le scale, dove vi è Reiji che si sistema gli occhiali. Qualcuno mi prende per il polso e mi tira a sé, facendomi scontrare contro a qualcuno, questo tizio mi abbraccia e riesco a vedere i capelli rossi. Raito! 

Karin: Raito! 
Raito : ecco dov'eri finita, bitch-chan, sai, mi stavo preoccupando.
Karin: dici? 
Raito: ti devo dire una cosa.

Mi sussurra all'orecchio, annuisco e mi prende per il polso, trascinandomi in un'altra stanza. Lo guardo interrogitava mentre Raito si guarda intorno, eravamo nel grande soggiorno e Raito non faceva altro che guardarsi intorno.

Lo fermo e gli prendo il viso tra le mani.

Karin: parla! 
Raito: *sospira*. Nostro padre ci ha detto che voleva parlarti di qualcosa e io non mi fido.
Karin: sembra quasi che sei il mio ragazzo. Raito non ti preoccupare, se mi fà qualcosa lo faccio all'arrosto, okay? 
Raito: okay.

Ci sediamo e restiamo in silenzio, cosa mi vorrà dire quel vecchio di Karl?  *urla frustata*. Non ci capisco nulla, porca lussuria.

Karin: cosa mi vorrà dire tuo padre? 
Raito: bah. Forse dirà: "mia cara Karin, hai trovato il fidanzatino?" o "ti sei donata a uno dei miei figli?"
Karin: cosa?  Per la seconda potete aspettare 200 anni, tanto siete immortali.
Raito: *ride*. Forse.
Karin: cosa "forse"? 
Raito: forse ti donerai a uno di noi, prima di quando ti aspetti, bitch-chan. Hai sognato pure il prescelto.
Karin: cosaaa?  Spione! 
Raito: non è colpa mia se ho un odito molto sensibile, riuscirei a sentirti pure se sei in un'altra stanza.
Karin: cazzo. La tua perversione mi ha contagiata.
Raito: *ride*. Non sono stato mica io a farti sognare...
Karin: LA LA LA LA LA LA.
Raito: *sorride*. E poi quando ti fidanzerai, bitch-chan, non potrò più stare con te.
Karin: mica mi devo fidanzare con Ayato. *ride*.
Raito: si, hai ragione. Ma anche chi hai scelto è molto possessivo.
Karin: si... Hai ragione.

Sorrisi tristemente e mi alzai dal divano, devo trovare Kanato, questa pacchia deve finire una volta per tutte.
Vado nel roseto e mi fermo ad ammirare una bellissima rosa bianca e alle estremità era rosa, sembrano i capelli di Subaru.

Kanato: non ti piacevano le iris? 
Karin: si, ma anche le rose sono spettacolari.
Kanato: capisco.
Karin: tu quali preferisci? 
Kanato: non mi fà differenza.
Karin: mhmh. Kanato, posso dirti una cosa?  Ma che rimanga fra noi.
Kanato: di cosa si tratta? 
Karin: promettimelo, prometti che non dirai nulla a nessuno.
Kanato: non sono bravo a mantenere le promesse...
Karin: allora... Ecco...
Kanato: fai in fretta.
Karin: mi piace un ragazzo! 

Il suo viso, scioccato ma anche triste, mi ha fatto sentire in colpa, Raito aveva ragione, Kanato ci tiene molto alle sue cose... E una di quelle ero io.

Pov Kanato.

Un dolore al petto, ho sentito come un 'crack' e come se qualcuno mi pugnalasse.
Il modo di come me l'ha detto è stato scioccante, deciso ma anche preoccupato.

Le piace un ragazzo...

Non può essere, non deve essere vero, ditemi che è un sogno, un terribile sogno.

Kanato: e chi è? 
Karin: il nome non posso diterlo perché sicuramente andresti da lui ad ucciderlo...

Non ha tutti i torti.

Karin: ma ti posso dire che è della nostra scuola e frequenta il 3° anno.
Kanato: *stringe i pugni.* Okay.

Sorride e si avvicina a me, mi accarezza la guancia e mi abbraccia, è sempre stata più bassa di me di qualche cm, ricambio l'abbraccio e mi accarezza i capelli. Ho sempre odiato chi me lo faceva, ma con lei è tutto diverso, direi, tenero(?) , non saprei.

Karin: non hai capito chi è? 
Kanato: tu non mi dici il nome.
Karin: ma ti ho detto che è del nostro stesso anno.
Kanato: ce ne sono migliaia.
Karin: *ride*. Okay, ultimo indizio. È nella nostra classe.
Kanato: non dirmi Raito! 
Karin: COSA??!!!  Sei per caso impazzito? 
Kanato: mmhhh... Ayato no, non direi che ti piacciono i ragazzi menefreghisti e neache troppo studiosi. Non capisco.
Karin: ma ne hai mancato uno.
Kanato: cosa? 

Alza il viso e ci guardiamo negli occhi, sento una pressione sulle labbra... Rimango spiazzato, ma sorrido e ricambio.
Odio gli indovinelli, ma questo è stato il più bello degli altri.

Raito: teneri~!

Ci stacchiamo e Karin si mette dietro di me, sbuffo e guardo male Raito, sorride e alza le mani.

Raito: non darmi una colpa, Kanato. Guarda che senza di me la bitch-chan non ti avrebbe detto nulla fino alla morte.
Karin: ma non è vero! 
Raito: sicura? 
Karin: mmhhh... Brutto stronzo.
Kanato: cosa vuoi? 
Raito: sono venuto a darvi le congratulazioni, c'è una nuova coppia in casa. Vedi di farla tua al più presto, o la bitch-chan sarà ancora di tutti, tranne di Ayato.
Karin: RAITO! 
Raito: *ride* .

Guardo Karin che ha il viso tutto rosso, guarda storto Raito e sussura cose onfessive su di lui.
È sempre il solito pervertito, non possiamo fare nulla.

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