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Cap.23


Pov Kanato

Le ho detto di ricordare ma non ha capito a cosa mi riferivo, stà dormendo tranquillamente mentre io la guardo neutro. Sono ancora le 3 di sera e mi scoccio, scuoto di poco Karin, dice qualcosa di incomprensibile ma non si sveglia, la muovo di nuovo, niente, ma come fà ad avere un sonno pesante? 

Allora le farò uno scherzo!  Hehe! 

Le bacio il collo, piano piano, fino ad arrivare al petto, la mordo piano creando dei succhiotti, continuo a baciarle il collo, se non si sveglia giuro che la mordo! 

Karin: provaci e ti castro! 

Mi allontano lentamente da lei e la guardo nei occhi, si stropiccia gli occhi e sbadiglia, cerca di dormire la glielo impedisco ricontiando a baciarle il collo arrivanto al mento fino alle sue labbra, ma non la bacio.

Si alza di scatto e corre in bagno, rido e la inseguo, si controlla controlla il collo e chiude le mani in pugno, mi manda uno sguardo atroce. Ci si mette male.

Karin: K-A-N-A-T-O.
Karin: è il mio nome.
Karin: Corri!! 

Inizio a correre per tutta la stanza con lei dietro, rido male. Inciampa e mi ritrovo lei sopra di me, si alza e si allontana subito, mi alzo anche io e la guardo, è tutta rossa in viso e nasconde le labbra con una mano.

Come è tenera.

Mmmhhhh....

Aspetta... COSA?  Io non volevo dirlo.

A no? 

No!  Volevo dire... Che... Ecco... Si, insomma... CAZZO!! 

Prima volta che Kanato balbetta.

Ma ti stai zitta?  Non ti sopporto.

Okay okay. Vado dalla coscienza di Karin.

Ma... Cosa? 

Dovresti vederla nuda, ha un fisico da far paura e...

OKAYYY!!! 

*ride* bayyy!!! 

Mi riprendo e la guardo di nuovo, mi guarda scioccata, aspetta un attimo... Cazzo! 

Karin: smettila.
Kanato: non ho fatto nulla.
Karin: si, fare pensieri sconci non è nulla.

Mi indica in basso, o porca puttana, stupida conscienza mi hai fatto pensare a cose sconce, ma come ho fatto ad non accorgermene? 

Misi una mano nei capelli e li tirai, ero nervoso, super nervoso, e non sapevo il motivo.
Non sono un tipo pervertito, quello è Raito, io sono più bipolare e lo ametto, ma anche la bambolina non scherza con il bipolarismo.

Karin: Kanato...

La guardo, ha uno sguardo triste ma anche un pò soppreso, non ci capisco niente, santo patrono.

Kanato: cosa? 

Si avvicina a me, si siede davanti a me e mi guarda nei occhi, ho sempre pensato che fossero tanto profondi quanto eccitanti, mi hanno sempre incantato.
Senza accorgermene, ci siamo avvicinati di molto, sfiorandoci le labbra, Karin chiude gli occhi e appoggia la sua fronte alla mia, mettendo una sua mano sulla mia guancia.

Come siete bipolari.

Ancora a rompere? 

Nah! 

Chiudo pure io gli occhi, assaporo il momento come se non ci fosse un domani, il suo respiro caldo che arriva sul mio viso, il battito del suo cuore e il calore della sua mano sulla mia guancia, è un pó fredda la sua mano ma non ci faccio caso, mi piace questo contatto.

Karin: a che pensi? 
Kanato: dovresti saperlo, leggi nella mente.

La sento sorridere ma non apro ancora gli occhi, non voglio rovinare tutto, come sono solito fare.

Karin: voglio sentirlo da te.

Rimango sorpreso, non ho mai detto a nessuno di ciò che mi faceva provare, con mia madre è un caso a parte era lei ad obbligarmi, poi basta.

Non sò cosa dire, sono come bloccato.
Questa ragazza mi stà facendo provare strane cose, che in tutta la mia esistenza non ho mai provato.

Kanato: *sospira* . Devo proprio dirlo? 
Karin: *ride* . Dipende. Vuoi dirlo o no? 
Kanato: okay... Mi piace questo contatto.
Karin: *sorride * . Mi fà piacere.

Apro lentamente gli occhi, i suoi occhi sono già aperti e ha un bel sorriso, mi fà felice vederla così.

Karin: ho avuto paura. *piange*
Kanato: di cosa? 
Karin: che ti avessero fatto del male.
Kanato: mi dispiace.

Mi stacco da quel contatto, toglie la mano sulla mia guancia, ha uno sguardo triste ora, no no no.

Hai rovinato tutto. Come sempre ovviamente.

Cazzo! 

Le alzo il viso, facendo incrociare i nostri sguardi.
Non volevo farti diventare triste, te lo giuro.

Karin: lo so.
Kanato: e perché sei triste, allora? 

Cosa mi stai facendo?  Non ci capisco nulla.

Karin: ho visto il tuo sguardo diventare cupo e mi sono rattristita.
Kanato: non volevo.

Sorride con gli occhi che le luccicano, l'abbraccio e la stringo forte a me, all'inizio rimane shockata ma poi si rilassa.
Sento che stà stringendo la mia maglia e che stà piangendo silenziosamente...

Odio vederti piangere.

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