Cap.16
Giornata di merda, è proprio una giornata di merda. Sono distesa sul letto, con un braccio sugli occhi e al buio, l'unica fonte di luce è la luna. Sono sfinita, Kanato e Ayato non fanno altro che urlare e, per via del mio udito, li sento da lontano, non permettendomi di dormire.
Li odio, sembrano Raito quando vuole fare la spia.
Basta. Ora non ne posso più.
Scendo dal letto e esco dalla mia stanza, le urla vengono da giù, non li sopporto. Mi teletrasporto giù e vedo un anta, della porta del soggiorno, aperta e la luce accesa. Mi avvicino e guardo attraverso l'anta, avevo ragione, sono Ayato e Kanato. Fanno quasi paura, meglio ritornare in camera. Quando mi giro sbatto contro qualcuno e stavo quasi per cadere, quando questo qualcuno, mi prende, con un braccio, dietro la vita.
Raito: che fai, bitch-chan, spii?
Spalanco gli occhi, mannaggia perché proprio lui? Mi aiuta a mettermi in piedi, ma non toglie quel cazzo di braccio.
Karin: cosa? Non è mica colpa mia se quei due non la finiscono di litigare.
Mi fà avvicinare a lui, fini a far scontrare il mio petto con il suo, mannaggia, pervertito del cazzo.
Raito: non è un buon motivo per venire a spiare, bitch-chan.~
Metto le mani sul suo petto cercando di allontanarmi, ma è tutto inutile è troppo forte. Ha un sorriso che non mi piace, fà vedere i suoi canini quel sorriso, che farebbe paura a quasiasi umano.
Karin: ti ho detto che non stavo spiando.
Raito: a me sembrava il contrario.
Avvicino il suo viso al mio, senza togliere quel sorriso, stringo i denti per cercare di non urlargli in faccia.
In un nano secondo, mi ritrovo lontana da Raito con due braccia che mi 'abbracciano'. Ho una brutta sensazione.
Ayato: non vuoi mai fatti gli affari tuoi, vero, chicchinashi?
Ayato è appoggiato sullo stupide della porta e mi guarda male, diavolo, dietro di me sento un ringhio, aspettate allora se Ayato stà lì, KANATO???
Karin: ecco...
Kanato: vedi di non farti togliere la testa a morsi, Raito.
Raito: oi, tranquillo, io e la bitch-chan stavamo solo parlando, non è vero?
Ayato: abbiamo visto come stavate parlando, Raito.
Kanato: lo sai che non si rubano le prede degli altri?
Raito: e tu, voresti dire a me, che non dovrei rubare le prede degli altri?
La faccenda si stà facendo pesante, non riesco ancora a capire di cosa stanno parlando.
Alzo lo sguardo e vedo Kanato con una espressione arrabbiata, stà stringendo i denti e ha gli occhi in due fessure. Non l'ho mai visto così, anzi, raramente ha un'espressione arrabbiata.
Kanato: che diavolo vorresti dire?
Raito: *sorride* , cos'hai dimenticato? Guarda che non sono stato mica io a mordere l'altra bitch-chan a scuola.
Strano gli occhi, ecco perché Kanato aveva la camicia sporca di sangue, ma quando avrebbe morso Yui? Da quello che ricordo è uscita solo poche volte e una di quelle, è stata dopo cinque minuti che Kanato era uscita e non ritornò in classe dopo tanto tempo. Ecco, ora tutto coincide, i pezzi del pusle sono tutti uniti.
Karin: cosa?
Kanato stringe la presa su di me, come se non mi volesse lasciare a nessuno dei suoi fratelli.
Kanato: a colazione Ayato ti deve dire una cosa. *le sussurra*
Karin: e su cosa sarebbe?
Kanato: e chi lo sà. Ora non ti muovere e buona notte.
Mi morse così ferocemente che mi fece svenire, quando mi svegliai avevo un dolore al collo e un mal di testa incredibile. Mi alzai e andai in bagno, mi guardai allo specchio, sembravo uno zombie, capelli tutti in disordine, occhiaie poco visibili, ma ci sono, e colorito della pelle come un morto.
Mi lavo la faccia e riprendo un pò di colorito, riempo la vasca e, dopo essermi tolta il pigiama, mi immergo in essa. Sono in paridiso forse? Mi lavo pure i capelli, che erano una massa secca, non capelli.
Finito tutti mi asciugo, asciugo anche i capelli e mi vesto, una felpa viola con i fiorellini bianchi e un jeans, scarpe da ginnastica.
Scengo giù in sala da pranzo, in questa giornata non ho visto nessuno dei sei fratelli, nemmeno Raito e questo è un miracolo.
Entro in sala da pranzo e non vedo nessuno, strano di solito Yui è sempre mattiniera. Stà accadendo qualcosa di strano, molto strano.
Ayato: come mai quella faccia pensierosa, chicchinashi?
Solbazzo di un passo e metto una mano sul cuore, Ayato sorride faccendo vedere i suoi canini. Ho una strana sensazione.
Karin: Ayato. Come mai non c'è nessuno in giro?
Ayato: sono tutti dai Mezzosangue e Reiji mi ha affidato a te.
Karin: aspetta un attimo. Sono andati tutti dai Mukami?
Ayato: esatto, chicchinashi, e stiamo solo io e te qui dentro.
Karin: ho l'impressione che questa sarà una lunga giornata.
Ayato: presumi bene, la giornata è appena iniziata. Ed è meglio per te se inizi a correre, perché oggi non ho bevuto come si deve, sai?
Karin: cosa?
Ayato: 10...9...8...7...6...5...4...3...2...1...
Mi teletrasportai al secondo piano dove sono le stanze e lo studio di Reiji, meglio correre, quì si terrà la caccia al topo, e il topo sono proprio io. Santa capra.
Ayato: chi-cchi-na-shi.~ Lo sai che non puoi nasconderti da me? Meglio per te farti mordere senza fare storie.
Se si riapre la ferita al collo sono fritta, neanche io ho bevuto oggi, solo qualche goccia ma non sono bastate per farmi guarire, anzi si è solo cicatrizzata.
Mi teletrasporto giù, dopo si trova la porta d'entrata ed esco fuori, corro corro, fino a trovarmi ai campi di rose e dove si trova la torre. Mi nascondo dietro la torre, la ferita si è riaperta e di sicuro saró piena di graffi, stupidi jeans strappati, ma dato l'odore forte delle rose, sarà quasi impossibile trovarmi, ma meglio non crederci molto.
Managgia a me e alla mia boccaccia, era meglio stare zitta. E già e già.
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