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Cap.15


Passato Halloween, dopo 3 giorni tornammo tutti a scuola. Uffaaa. Passaro giorni e giorni, dove io e Kanato non finivamo mai di litigare. Con Raito, beh, devi fare le ore piccole. E con gli altri fratelli va tutto bene, oltre a i morsi che mi ricavo sempre. Fortuna che io mi curo subito o si vedevano.

Sono uscita molto spesso con Hellen e Miky, diminutivo di Mikasa dato che il suo nome, per me, era troppo lungo.
Ho scoperto che Miky e Azusa si frequentano, si parlano quando si incrociano nel corridoio, ma si frequentano. Giusto?  BAH! 

Sto uscendo da scuola con un sonno indecifrabile, farebbe invidia per sino a un vampiro. Meglio resistere.
Devo aspettare quei scansafatiche, sono delle lumache.

Esco fuori e mi siedo sopra alle scale, appoggio la testa su una mano e sbuffo. Mannaggia, ma perché nessuno mi aveva detto che si usciva prima?  Tse. Kanato non si fà vedere dall'ora successiva, ma dove diavolo si trova?  Chi sà cosa starà facendo. Nulla di buono, sicuramente.

Sbuffo. Ma ora perché mi metto a pensare cosa stà facendo quel succhia sangue? 

Mhhh. Neanche l'ombra di Yui o Ayato. Anche loro sono scomparsi, ma mentre stavamo uscendo, mica un'ora fà. Iihhh, basta. Ho una noia.

Kou: mh?  My neko-chan, che stai facendo quì fuori? 

Alzo la testa e vedo il viso di Kuo vicino al mio, mi allontano subito di un scalino e mi metto una mano sul cuore, se ne avessi uno, ovvio.

Karin: ecco. Oggi, mancava un professore e siamo usciti prima.
Kou: mhh? 

Si rimette dritto e mette le mani nelle tasche del pantalone. Ha sempre quel ciuffo davanti al occhio, non gli dà fastidio? 

Kou: e nessuno è qui con te? 

Scuoto la testa come segno di negazione, si siede vicino a me e appoggia la testa su tutte e due le mani. Si gira per guardarmi e dopo un pò si rigira per guardare avanti a sé.

Karin: Ayato e Yui, non li ho più visti da quando siamo usciti, invece Kanato non si fà vedere da un'ora.
Kou: e tu sei quì a marcire nel freddo, vero? 
Karin: bhè. *si gratta dietro la testa* Non proprio a marcire nel freddo, per la mia pelle è sopportabile. Ma mi annoio è questo il fatto.
Kou: mhh?  Sembra quasi che tu li stia proteggendo, My neko-chan!~
Karin: cosa?  Non è affatto vero.

Bugiarda.

Zitta tu. Che ne vuoi sapere, scusa? 

Uff.

Kou: faccio finta di crederti.

Ecco. Anche io.

Ma va là và. Io non stò mentendo, no signore.

Seeeseee.

Karin: perché dici questo? 
Kou: uff!  *alza la testa e la guarda* Perché tu non eri così una volta. Ricordi il tuo odio per i sangue puro?  Karin, ti stai affezionando, e molto anche, devi stare attenta.
Karin: ho ancora il mio odio per i sangue puri, Kou. Sei tu che non mi vuoi credere.
Kou : io ti vorrei credere, Karin. Ma vedi di non dimenticare questo tuo odio.

Detto questo si alza e scende le scale, mette le mani nelle tasche del pantalone e mi fà un cenno con la testa.

Kou: bay! 

E se ne và. Ecco ora sono di nuovo sola, noia mortale.
- non dimenticare questo tuo odio.-

Stringo il tessuto della gonna fra le mani e stringo i denti. È vero, odio i sangue puri, ma credo mi ci stia troppo affezionando, questo non deve accadere. Proprio no. Lascio il tessuto e sbuffo per la millesima volta.

- sembra quasi che tu li stia proteggendo. -

Lì sto proteggendo, un corno. Chi si affezionerebbe a sei succhiasangue, meschini, pervertiti e bipolari?  Io di certo no.

Karin: tse. Credi quello che vuoi, tanto non è affato così.

Chiudo gli occhi e mi rilasso. Calma, ci vuole calma. Il vento che fà muovere le foglie, i grilli che cantono e la luce della luna. Riapro gli occhi e alzo lo sguardo per vedere la luna, è quasi piena, speriamo che non sia il giorno di luna nuova. Il giorno in cui perdo i miei poteri di demone e preso i poteri dell'altro mio sangue. Sangue marcio, è ciò che è il mio sangue. Non posso credere che mia madre fosse un'umana e mio padre un sangue puro. Proprio no.  Questo l'avrebbe pensato la piccola me, ora che non c'è più cosa dovrei pensare, forse è un bene che mia madre è umana e mio padre un demone?  No, non credo proprio. Tse.

Kanato: certo che il tuo amichetto ti ha fatto la romanzina.

Kanato mi prende il mio viso tra le sue mani e me lo alza, vedo lui con un sorriso che non mi piace. Ho le guance in fiamme, sento brividi da per tutto. Spalanco gli occhi per via della avvicinanza fra i visi e divento più rossa.

Kanato: che succede?  Il mezzo sangue ti ha morso la lingua per caso? 
Karin: c-cosa? 
Kanato: sei tutta rossa, lo sai?  *sorride*
Karin: oohhh.

Mi libero dalla sua presa e lo guardo, ho ancora le guance in fiamma. Cosa vuole da me ora? 
Vedo la sua camicia tutta sporca di sangue secco, ha morso qualcuno, sicuramente.

Kanato: allora? 
Karin: chi hai morso? 
Kanato: a te che importa? 
Karin: Kanato. Chi. Hai. Morso?
Kanato: non fatti che ti riguardano. E poi a te, l'odio di noi sanguepuro? 
Karin: fatti miei, forse? 
Kanato: bene.
Karin: bene.

Distolto lo sguardo e guardo la strada di fronte a me, è proprio buia, fà paura con la foresta ai lati. Uffa, ma perché dobbiamo sempre litigare?  Io non capisco.

Dice il detto: chi litiga sempre con qualcuno, vuol dire che il loro rapporto è molto forte.

Che stronzata è mai questa?  Io non ho nessun rapporto con... Mr. Peluche qui di fianco. C'è solo odio fra di noi.

Mhh. Un giorno mi darai ragione, ma quel giorno è molto lontano. Si si.

Ma stà zitta.

Il suono dell'ultima campanella mi fà spaventare, mi alzo e mi pulisco la gonna. Ho un brutto presentimento...

Reiji: cosa ci fate voi due qui fuori? 

Ecco. Lo sapevo. Tutte a me, uffa.
Mi giro e incrocio gli occhi di Reiji, che mi congelano all'istante, sono inespressivi, fanno paura.

Karin: ecco...
Ayato: Reiji, i professori non ti avevano detto che a noi ne mancava uno? 
Reiji: *si sistema gli occhiali* capisco. Andiamo adesso.

Kanato, Reiji e Yui iniziano ad entrare, io voglio aspettare un pò. Guardo Ayato che è immobile sullo scalino, con le mani in tasca e uno sguardo freddo.

Karin: grazie.
Ayato: non l'ho fatto per te, ho solo risposto alla domanda. Chi-cchi-na-shi. 
Karin: A. Y. A. T. O. Comunque ti devo un favore, no? 

Mi guarda e sorride, un sorriso che hanno solo i pazzi, quel sorriso in cui tu vuoi qualcosa. Diavolo.

Ayato: vedi di non scappare dopo, chi-cchi-na-shi.

Ingoglio il groppo in gola che non se ne voleva scendere.
Entra in macchina, in quel momento arrivono Raito, Subaru e Shu.

Raito: bitch-chan. ~
Karin: hey, Raito.

Entriamo tutti in limousine e torniamo a casa, per tutto il tragitto mi sentivo uno sguardo su di me, alzavo molto spesso lo sguardo ma non incrociavo nessuno sguardo.

Raito: bitch-chan. ~
Karin: c-cosa? 
Raito: che hai?  Sembri spaesata.
Karin: nulla. Sono solo stanca.
Raito: mh?  Perché cosa avete fatto in classe? 
Karin: eh? 
Kanato: vedi di stare zitto. Pervertito. Vero teddy? 
Ayato: perché non dici al tuo teddy cosa hai fatto per un'ora? 
Kanato: non parlare così di Teddy.
Raito: mmhh. La cosa si fà interessante.
Yui: A-Ayato-kun...
Ayato: zitta, tu! 
Karin: Ayi. *sussurra*
Kanato: e poi cosa ti interessa a te, cosa faccio io? 
Ayato: vedi di stare al tuo posto, Kanato.
Raito: adesso mi dite cosa succede?  Bitch-chan? 
Karin: nulla. Io non ne sò nulla.

Guardo il tessuto della gonna che stringevo tra le mani, in quel momento secondo me era molto più interessante.

Credo proprio che questa giornata non voglia proprio finire.

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