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Quando mi dirigo nella sala da pranzo la tavola è già apparecchiata ed aspetta solo me. C'è praticamente di tutto; da un'enorme caffettiera di caffè a vassoi con tartine alla marmellata, ciambelle glassate e dolcetti caramellati. Sembra il paradiso. Non ho mai fatto colazione così.
" Buongiorno Signorina. Gradisce del tè?"
Un maggiordomo mi passa accanto con un carrellino contenente una teiera in ceramica e delle tazze. Io scuoto la testa, avvicinandomi alla tavola e sedendomi lentamente. Sono l'unica nella sala, ma non me ne dispiaccio. D'altronde, chi farebbe mai colazione a quest'ora? Probabilmente gli altri saranno ancora a letto.
" No, grazie. Sono a posto così."
Rispondo, per poi prendere una tazza pulita e versarmi del caffè. Ho lo stomaco in subbuglio dopo l'incontro con David e non avrei voglia di mangiare. Ma non riesco a resistere all'odore di una crostata al limone; così taglio una fetta e mi servo.
Sorseggiando il caffè e mangiando il dolce, ripenso alle parole di David. William è stato licenziato a causa mia, non posso più uscire in giardino e tantomeno parlare o avvicinarmi ad Adrian. Cosa ho combinato? No, non ho combinato niente. Se David è un narcisista geloso e psicopatico non è un problema mio... O sì?
Ho in testa mille domande e mille dubbi, pensieri su pensieri. Il fatto è che sto facendo tutto per Sophie... Oh, Sophie. Chissà come sta. Chissà se Constance mi darà notizie.
Mi volto verso la finestra. Il sole sta iniziando a sorgere, timidi raggi di luce illuminano il centro tavola, e lì fuori il cortile sembra pieno di vita. Cosa mi sto perdendo? Mi sento in gabbia.
Sono qui da solo un giorno eppure mi sembra già un incubo. Sono fuori Londra di chissà quanti chilometri, mia sorella è con un padre alcolista e in questa casa c'è un uomo potente e pericoloso che comanda. I miei futuri soci non sono particolarmente collaborativi, quella Stormy mi odia e Max è ambiguo. E poi c'è Adrian... Adrian, con il quale mi sono sfogata e ho condiviso una prima ed ultima serata. Perché ora mi sto sentendo così sbagliata?
" Ciao, Morgana."
Quella voce. Quella voce profonda e così sicura di se', figlia di un ragazzo così svelto e ribelle. Non posso voltarmi, non posso parlargli. Lui è qui, e David scenderà a momenti. Ne sono certa.
Deglutisco a fatica il mio caffè e per poco non mi va di traverso. Adrian mi passa accanto con freddezza, dirigendosi all'estremo del tavolo mentre un maggiordomo accorre per la solita domanda.
" No, non m'interessa il tuo tè. Offrilo a quell'idiota del tuo capo."
Tossisco così violentemente che il maggiordomo accorre verso di me. " Tutto bene?" mi chiede ed io annuisco, facendogli cenno di andare. Poi mi rivolgo al ragazzo a capo tavola; è arrabbiato, accigliato. Che David abbia parlato anche con lui?
" Adrian, si può sapere che ti prende?"
Ma lui non mi risponde, servendosi con violenza una tazza di caffè. Poi sbatte rumorosamente la caffettiera al suo posto.
" Mi prende che io e te non possiamo parlare."
Sussurra, alzando per un attimo il viso. Ha un occhio rosso e gonfio, una gote tumefatta ed un taglio sul labbro. Mio Dio.
" Ti... ti ha picchiato?"
" Lo fa spesso. David è uno stronzo."
" Ma ieri sera... Ieri sera ti aveva così acclamato quando sono arrivata!"
Sono sconvolta. Eppure, ora, che fare? Non posso scappare, devo stare al gioco. Se solo ci fosse un modo per proteggerci...
" Lascia stare, Morgana, era solo una farsa. Ma non pensarci... Ci vediamo dopo."
Si alza così ferocemente che la sedia cade a terra. Prende la tazza e se la porta via, sfiorandomi di nuovo il gomito ed uscendo a passo svelto dalla sala. Il maggiordomo di prima corre a mettere la sedia a posto.
—-
Alle nove in punto ci troviamo tutti in un salottino davvero accogliente, composto da divani in pelle rossa ed un caminetto antico alla parete centrale. Attorno a noi librerie disposte in fila una dopo l'altra, ricolme di libri e trofei esposti.
" Buongiorno a tutti voi."
David è in piedi, le scarpe ben puntate sul tappeto e le braccia al petto. Ci scruta torvo, serioso. Accanto a lui ci sono tre uomini della sua stessa stazza, ed uno di loro ha in mano una serie di appunti.
" Siamo qui, stamane, per dare il via alle danze. Io ed i miei colleghi Joe, Stan e Richard vi spiegheremo passo passo il più grande furto di tutti i tempi."
Stormy balza emozionata sul divanetto, lasciandosi sfuggire un imbarazzante gridolino. Max si sporge in avanti, palesemente interessato, mentre Adrian, seduto su un divano in fondo alla stanza, sembra fissare il pavimento. David, dal canto suo, sorride entusiasta.
" Ognuno di voi, qui, ha un talento. È ora di mettervi alla prova, superare le vostre capacità. Quindi ti prego, Richard, esponi ai ragazzi la prima fase."
Richard, l'uomo con gli appunti, fa un passo avanti mentre David gli dà una pacca sulla spalla. Poi si schiarisce la gola e ci guarda tutti, dal primo all'ultimo. Si sofferma per un attimo su di me ed io mi sento mancare.
" Bene, Buongiorno. Ecco cosa farete; in questa fase ognuno di voi lavorerà con uno di noi. Imparerete i trucchi del mestiere ancora più a fondo, e vi specializzerete nella vostra mansione. Avete tutti un ruolo, una maschera e..."
" Mansione? Quindi vuol dire che abbiamo un compito diverso?"
Richard fissa la biondina negli occhi, pestando un piede a terra e rivolgendosi a David. È infastidito che sia stato interrotto, ma David non se ne cura. Piuttosto, interviene.
" Esatto, Stormy. Chiaramente l'obiettivo in comune è quello di rubare un gioiello, un gioiello che risiede nello studio della Preside, come vi ho già spiegato quando vi ho scelti. Ma per prendere questo tesoro l'uno avrà bisogno dell'altro, sarà come una reazione a catena. Voi quattro avrete un tempo in cui agire, un turno... Se fallirete o avrete successo dipenderà solo da voi."
Nella stanza cala una strana tensione. Stormy e Max sembrano preoccupati, mentre si guardano negli occhi, e noto Adrian alzare lentamente lo sguardo. Anche noi c'intercettiamo involontariamente. Lui poi scuote la testa.
" È una follia."
" Oh, no, Adrian, proprio no. Vedi, io ritengo che sia geniale. Ma vai avanti, Richard."
Richard sbuffa, per poi aprire un foglietto e leggere qualcosa. Mentre ripassa, noto David guardare Adrian. Una vena guizza sul suo collo. Ho paura finirà male.
" Ecco, sì, ci siamo... Dicevo, lavorerete con noi. Il vostro compito lo abbiamo noi e soltanto noi possiamo rivelarlo. Ve lo diremo alla fine, però, quando sarete pronti a condividerlo con gli altri. Per ora siate pronti ad imparare e a fronteggiare dei test...
Nella seconda fase, invece, metterete in pratica quanto imparato in una simulazione, e noi vi valuteremo.
La terza fase, infine, sarà il furto vero e proprio, ma per le dinamiche e quant'altro ci arriveremo più in là.
Okay, David, leggo le coppie?"
" Prego."
David sembra assente, guarda un punto fisso. Adrian ora ha abbassato lo sguardo ed è tornato a guardare per terra.
" Ottimo, ehm... Nella prima fase, Stormy Wendy Cooper lavorerà con Richard Grey Sebastian. Cioè io."
Stormy sembra delusa, fissa David con il broncio ma lui alza le spalle.
" Maximus Watson lavorerà con Joe Bill Grant."
Joe fa un passo avanti e si avvicina a Max. I due si stringono la mano con rispetto, poi Joe fiancheggia Richard e David.
Adrian ora ha alzato la testa, gli occhi ben puntati verso il centro. So a cosa sta pensando; o capiterà a me o a lui. Stringo con forza il bracciolo del divano.
" Adrian Eddie Smith lavorerà con Stan George Ancient..."
Adrian si alza di scatto, furioso, avvicinandosi all'uomo assegnatogli. Si stringono la mano e posso notare la durezza della stretta fin da qui. Stan sembra particolarmente burbero con quello sguardo tagliente, e mi chiedo se David non l'abbia fatto a posta. Prima di realizzare qualunque cosa, però, l'intera sala mi punta gli occhi addosso e capisco che è finita.
" Dulcis in fundo, la signorina Morgana Rey lavorerà con David Liam Sparrow. I vostri relativi docenti vi spiegheranno tutto nella prima lezione, che si terrà a loro discrezione nelle sale di questo palazzo. Vi arriveranno dei messaggi quando sarà ora. È tutto."
Questa strana riunione sembra stia per sfasciarsi ma io ho l'urgenza di una domanda. Così mi alzo in piedi e fermo tutti.
" Scusate, ehm... Quanto dovrebbe durare questa fase?"
Cala il silenzio. Richard tossicchia nervosamente, mentre Joe e Stan si guardano. I miei soci, invece, sono impassibili. Stormy sussurra qualcosa sottovoce.
" Perché, Morgana, hai fretta?"
Mi rimbecca David, per poi uscire dalla stanza al seguito dei suoi colleghi. Io ed i ragazzi rimaniamo soli.
" Beh? Figata, no?"
" Stai zitto Max."
Borbotta Stormy, prima di rivolgermi una strana occhiata.
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