Parte 4
La cena trascorse in maniera davvero piacevole, tranne che per un piccolo problema: Paul era seduto davanti a me. Mi sentivo così in imbarazzo e ogni volta che il suo sguardo incrociava il mio, non riuscivo a non fissarlo incantata. Dovevo sembrargli una vera ebete. Ma che ci potevo fare se dopo anni e anni, mi faceva ancora quell'effetto devastante? Mi scioglievo quando mi guardava e la sua voce era musica per le mie orecchie. D'accordo, lo ammetto, ero irrimediabilmente persa. Per tentare di calmarmi ogni volta che potevo scappavo in cucina a scolarmi un bicchiere del whisky usato per l'eggnog, il dolce che cucinavamo ogni anno per Natale. L'unico risultato però che produsse questo mio comportamento fu quello di farmi sentire davvero brilla a fine pasto e con la testa che mi girava.
Dopo cena, dalla sala pranzo da ci spostammo nel salone e mia madre, come al solito, propose il tradizionale karaoke natalizio.
"Su su, da bravi, non fate i timidi. Di che cosa vi vergognate?"
Così i miei vari cugini, sempre coraggiosi, iniziarono ad esibirsi. Che strazio! Ogni volta era sempre la solita storia. Jack cantava "So this is Christmas", Albert "Last Christmas", mio cognato "Jingle bells" ed infine toccava a Jim con "White Christmas".
Mi avvicinai a mia sorella e cominciai a canticchiare:
"I'm dreaming of a white Christmas....With every Christmas card I writeeeee".
Maggie mi tirò una gomitata e mi rimproverò:
"Lizzy! Smettila di prenderlo in giro. Almeno lui si sta impegnando. Noi non ci proviamo mai. Guardati, sei ubriaca. Non capisco che ti succeda, non ti ho mai vista così."
"Non farmi la predica sorellina. Ora ti faccio vedere io come si canta. A questa festa ci vuole una bella scrollata".
"Che cosa credi di fare?"
Non la ascoltai, mi diressi verso mio cugino e presi il microfono. Mia madre mi guardava esterrefatta, era la prima volta che mi cimentavo nel karaoke.
Attaccai la musica e le note di "All I want for Christmas is you" iniziarono a librarsi nella stanza. Iniziai a cantare sicura di me, o per lo meno ero convinta di esserlo.
Piano piano mi resi conto che non avevo scelto per caso quella canzone, ma che era indirizzata ad una persona ben precisa: a Paul.
Non so che cosa fu a darmi il coraggio, forse l'alcool che circolava nel mio corpo. Continuando a cantare, mi avvicinai a lui e lo tirai verso di me, prendendolo per la cravatta; allora con tutta la voce che avevo attaccai il finale della canzone.
La musica terminò ed allora mi resi conto di ciò che avevo davvero fatto. Paul mi guardava divertito e... compiaciuto? Gli altri però erano decisamente atterriti, annientati. Mi scrutavano come se fossi un'aliena. Andiamo ragazzi, ho solo dedicato una canzone ad un uomo. D'accordo non ho mai cantato prima d'ora e lui non è il mio fidanzato, ma che cosa c'è di male?
Capii che era il momento della ritirata e fuggi in camera mia.
Non mi accorsi però che Paul mi aveva seguita e poco dopo bussò alla porta della mia stanza. Lo feci accomodare, ma aspettai che dicesse qualcosa, perché io ero proprio senza parole.
"Ecco, devo ammettere che sei stata molto originale. Nessuna donna mi aveva mai dedicato una canzone e soprattutto neanche una aveva mai dichiarato di voler venire a letto con me in una maniera così elegante."
"Che cosa avrei fatto io???"
"Lizzy non te ne sei accorta? Hai bevuto davvero molto allora. Hai cambiato le parole della canzone e hai confessato di voler passare la notte con me. Non fraintendermi, non mi dispiacerebbe affatto, però avrei preferito che tu lo dicessi a me e non davanti a tutti gli altri."
"Oh mio Dio, mi dispiace così tanto. Io volevo cantare una canzone, solo dopo ho pensato di dedicartela. Non mi sono nemmeno resa conto di aver storpiato le parole.... Comunque, scusami, ma che cosa hai detto? Ho sentito bene?"
"Hai sentito benissimo, ti ho detto che non mi dispiacerebbe affatto. Sei così bella Lizzy. Potrei passare ore e ore nell'accarezzare i tuoi ricci morbidi e ribelli, o a guardare i tuoi occhi costellati di pagliuzze dorate. Per non parlare del tuo corpo che mi fa impazzire. Forse potresti prendere qualche chilo in più, ma per me sei perfetta anche così. Mi sei piaciuta sin da quando ci siamo conosciuti da adolescenti, ma ero troppo sbruffone e presuntuoso per ammetterlo. Sono venuto qui questa sera solo per vederti e con la speranza di poter riallacciare i rapporti con te. Sono felice che tu non mi abbia dimenticato."
"Oh Paul, mai e poi mai avrei potuto scordarmi di te. Il tuo nome è rimasto inciso nel mio cuore per tutti questi lunghi anni e non sono mai riuscita a cancellarlo".
Poi, finalmente, il mio più grande sogno si realizzò. Paul, il mio uomo, si avvicinò, mi strinse tra le sue braccia e mi baciò.
Finalmente, per la prima volta nella mia vita, compresi l'espressione "toccare il cielo con un dito". Baciare Paul era come fare un viaggio di sola andata in Paradiso. Il cuore cominciò a battere vorticosamente, mi veniva da ridere e da piangere nello stesso momento. Mai e poi mai avrei creduto di poter provare una tale felicità ed invece Babbo Natale quell'anno aveva davvero realizzato i miei desideri: sotto l'albero invece dei soliti regali, avevo trovato l'amore vero.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro