Boston, 24 Dicembre 2011... 

Il suono incessante del telefono mi svegliò. Chi poteva essere a quell'ora? Era la vigilia di Natale, ero in ferie, potevo finalmente godere di una mattinata libera ed ecco che qualcuno si permetteva di disturbare il mio sonno ristoratore! Gliela avrei fatta pagare! Sforzandomi allungai una mano verso il cordless appoggiato sul comodino e risposi: "Pronto." "Lizzy! Lizzy, mi senti? Sono tua madre!" Come se non lo sapessi! Ogni volta la sua voce squillante mi perforava le orecchie. "Si mamma, ti sento, stavo dormendo. Che cosa vuoi?" "Sei ancora a letto? Tesoro mio, è la vigilia di Natale, dovresti già essere qui ad aiutarmi a preparare il cenone di stasera. Su, su alzati e corri subito qua!" "Mamma! Sono le otto del mattino e non devo lavorare! Mi merito un po' di riposo! Chiedi a papà di aiutarti, io vi raggiungerò più tardi!" "Lizzy, non voglio sentire storie, muoviti!". La comunicazione fu interrotta e rimasi qualche minuto ad osservare il telefono, cercando di trovare la forza di alzarmi. Alla fine mi decisi e mi diressi verso il bagno. Quando mi ritrovai davanti allo specchio quasi mi venne un colpo. Ero davvero io la persona che vi si rifletteva?

Non poteva essere altrimenti, ero proprio io, Elizabeth Brandon. Pecora nera della famiglia, l'unica a non avere uno straccio di fidanzato o un lavoro prestigioso.

Ero semplicemente io, con i miei ricci castani arruffati, le sopracciglia folte, gli occhi di un colore indefinito, tra il marrone e il giallognolo ed il mio fisico troppo magrolino.

Mio padre mi ricordava ogni santo giorno che dovevo metter su qualche chilo.

"Agli uomini non piacciono le donne rinseccolite", così recitava sempre.

Che cosa ci potevo fare se avevo il metabolismo di un colibrì? I dolci erano la mia passione, ne mangiavo di tutti i tipi, pancakes, muffin, cheesecakes, ma sembrava che non riuscissero a sortire nessun effetto sul mio organismo. Forse ero semplicemente predestinata a diventare una vecchia zitella.

Persa nei miei pensieri, finii di prepararmi e uscii di casa, diretta alla villa dei miei genitori.