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Capitolo .2.


EVELYN'S POV

«Forza andiamo è tardi!» Chiamo i due giovanotti addormentati.

«Eve, saluta i miei amori» Mi dice Charles inquadrandomi nella sua live su Instagram.

«Ciao» Sorrido velocemente «Anche tu farai tardi, e non sarebbe una buona prima impressione!» Lo ammonisco sistemandogli i capelli.

«Grazie» Mi risponde sarcastico «Devo salutarvi, ci vediamo domani per l'ora del buongiorno, ciao cuori!» Spegne il telefono.

«Eccoci!» Harry e Nico corrono fuori dalla porta verso la macchina.

«Buona scuola e buon lavoro» Ci saluta Charles.

Io mi blocco un secondo a mezza via quando sento le sue parole.

«Buon- anche a te» Rispondo esitante cercando di reprimere i ricordi nostalgici.

«Ciao ciao» Saluta Harry salendo in auto.

Quando arriviamo alla loro scuola Harry scende subito «Daisy!!» corre incontro alla sua amica.

Aspetto un altro minuto dato che Nico non scende.

Sta lì seduto, di fianco a me, guarda fuori dal finestrino con lo sguardo preoccupato.

«Hey, che succede?» Gli chiedo piano.

«Mamma mi accompagnava sempre fino a metà strada» Risponde fissando lo spazio davanti all'edificio: ci sono tanti bambini, molti con un genitore vicino.

«So che... so che non sarà mai la stessa cosa ma, se vuoi, ti accompagno io» Gli faccio un debole sorriso comprensivo.

«Davvero?» Mi guarda con gli occhi lucidi.

«Certo!» Lo abbraccio.

Scendiamo insieme e lo accompagno.

Ora sorride almeno un pochino, mi tiene per mano.

«Guardate quella bambina lì» Sento una madre che parla di me con un gruppetto di altre madri, quando passo «Neanche ha finito la scuola che ci accompagna il figlio» Ridacchiano.

Nico si blocca.

«Che c'è?» Gli domando subito.

Senza rispondermi va dritto da quella vecchiaccia.

«Scusi signora» Cerca la sua attenzione.

«Si piccolo?» Si volta con un sorriso falso.

«Se ha qualcosa da dire riguardo a mia sorella, può farlo tranquillamente di fronte a noi senza nascondersi come una codarda» Le dice serio e pacato, ritornando verso di me.

Cerco di soffocare il mio sorrisetto compiaciuto, intanto Harry e Daisy ci raggiungono.

«Pf, che modi, mi chiedo chi l'abbia educato così male!» Si lamenta, ma il sostegno delle sue amiche si è un po' affievolito.

«Se proprio vuole saperlo lo chieda alla neo-tomba dei suoi genitori, brutta racchia!» Le urla contro la ragazzina dai bei capelli rossi.

Le amiche della "brutta racchia" la lasciano sola, indignate.

Io faccio affrettare il passo ai tre piccoletti.

«Vi voglio bene a dopo» li saluto «Giuro a volte non lo direi che sei figlia di Will e Kai» Aggiungo guardando la rossa.

Lei risponde facendo spallucce, e le lascio un bacio in fronte.

Dopo aver controllato che siano entrati vado a lavoro.

Apro l'ambulatorio e come scritto sull'agenda che trovo sulla scrivania, alle 8:30 arriva la prima paziente.

CHARLES' POV

Devo ammetterlo, mettermi a insegnare è solo una scusa per restare qua.

Non mi fraintendete: adoro salire sul palco per poter cantare insieme, ma...

Il mio cuore mi dice che devo restare.

Ho cercato di tenere un profilo basso per riuscire a raggiungere la classe, ma ovviamente mi hanno riconosciuto, e per fare tutti i selfie e gli autografi è finita che sono arrivato in ritardo.

«State al vostro posto, dovrebbe arrivare tra poco il vostro nuovo insegnante» Tranquillizza gli studenti il mio migliore amico Chris, anche lui insegna, sempre qua al liceo.

«Ah eccolo! Trattatelo bene!» Esce dalla classe facendomi l'occhiolino, facciamo la nostra stretta di mano speciale e poi si dilegua.

«Scusate il ritardo» Esordisco entrando di corsa.

«NON CI CREDO!!» Inizia ad urlare la maggior parte della classe.

«No no no no no, silenzio» Sorrido facendo segno di abbassare la voce.

«Prima che vi agitiate, sarò il vostro professore fisso di geografia per quest'anno» Li informo sedendomi alla cattedra.

Una ragazza sviene.

«Oh dei» Commento andando ad aiutarla.

Dopo poco rinviene.

Dopo un po' di chiacchiere e "fangirlate" come al solito, non che mi dispiaccia, io adoro le persone entusiaste! Ho iniziato a fare sul serio come insegnante.

[quella sera]

Dato che Eve è stata a lavoro tutto il giorno sono andato io a prendere Nico e Harry a scuola, e abbiamo passato il pomeriggio insieme.

«Ciao bella gente!» Ci saluta Occhi Blu finalmente tornando a casa.

I due giovanotti vanno ad abbracciarla di corsa.

Sono le otto e mezza di sera, normalmente mi sarei lamentato per l'orario, però so che pesa anche a lei lavorare così tanto e stare poco a casa con noi, perciò non dico niente.

«Hey» La abbraccio, lei cerca di scappare via subito, ma la trattengo per darle un bacio sulla guancia.

Lei arrossisce leggermente ma cerca di nasconderlo.

«Avete mangiato?» Chiede andando in cucina.

«Si, ti abbiamo lasciato la pasta nella pentola» Le risponde Nico spostando la sua attenzione sui videogame, Harry lo segue.

Mentre loro due giocano io vado a farle compagnia.

C'è un po' di silenzio riempito dal sottofondo del gioco, Eve ogni tanto mi lancia qualche sguardo a disagio.

«Quindi... tutto bene a lavoro?» Le domando restando zen.

«Si grazie, a te com'è andata?» Replica cercando di sorridere.

«Mi adorano» Dico riferendomi ai miei studenti.

«Ottimo» Commenta per circostanza.

«Senti, non abbiamo ancora parlato da quando sono arrivato» Esordisco mentre il mio cuore accelera.

«E di cosa dovremmo parlare?» Mi chiede sforzando un sorriso, quando nei suoi occhi brilla una scintilla di terrore.

«Beh sai-» Stavo per introdurre l'argomento.

«Mamma! Nico non mi lascia vincere!» Si lamenta Harry facendo ridere Eve.

«Ma tesoro, che gusto c'è a giocare se ti fa vincere?» Risponde divertita.

«Si ma lui vince sempre!» Continua infastidito.

«Se usassi più strategia avresti qualche chance» Gli consiglia il cugino.

«Fatti insegnare come vincere, poi vinci» Gli suggerisco guardandolo, per poi guardare Eve.

Lei mi ha insegnato a vincere, ma non ho ancora vinto...

Lui ci guarda dubbioso poi si rimette seduto per bene sul divano e riprende a giocare.

«Allora» Riprendo la parola.

«Scusami, possiamo parlare un'altra volta, ora ho tante cose fare, comprendi?» Mi ferma mentre fa partire la lavastoviglie.

«Comprendo» Concludo rassegnato andando a prendere un controller.

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