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3- Argentei

Un ricordo ancora fresco e nitido nella sua mente invade i pensieri di Mirta. Rivede le creature argentate che sono comparse ad Halloween, quelle che hanno messo in fuga i Cacciatori. Loro, secondo Gabrielle.

Si tira su e incrocia le gambe. Guarda sua madre.

-Come possono essere diversi e allo stesso tempo come noi?-

-Credo di saperlo io.- risponde Irvan. Guarda sua madre. -Quando zio Lucifer ci ha raccontato la nostra storia, ha detto che si trattava di un esperimento per scoprire se illuminatori e occultatori possono avere figli. Quindi sapevano già che era possibile un incrocio tra altre creature?-

Angie annuisce. -Per qualche motivo, a pochi viene in mente, ma è così. Se anche tutte le creature sono incompatibili l'una con l'altra, tutti i mezzosangue lo sono. Illuminatori e occultatori sono stati solo gli ultimi. Gli Argentei sono tutti i possibili incroci, tutti.-

-Darlene e Marlene!- esclama Mirta -Loro sono metà licantropi e metà illuminatrici.-

Angie annuisce. -Loro sono un esempio. Conoscete anche Adrian e Edgar Suspirian, anche se per loro la situazione è leggermente diversa. Entrambi sono nati occultatori e diventati anche altro a causa di incidenti. Voi, e tutti gli altri Argentei, siete nati così. In loro c'è un continuo scontro tra le due nature, in voi un perfetto equilibrio.-

-Quindi sono loro, questi Argentei, che vi hanno protetti quando siete scappati.-

Angie annuisce. -Conoscevano già la setta, ovviamente, e avevano stretto qualche rapporto con i Suspirian quando Adrian è diventato una sirena, ma sono sempre stati estremamente riservati e misteriosi. Loro stessi hanno accesso in vostro padre e vostro zio la curiosità su possibili incroci. Ci hanno rintracciati facilmente quando siamo scappati.-

-Quanti sono?- chiede Mirta interrompendola -Stiamo parlando di decine, centinaia o quanti?-

-Erano più di un migliaio quando siete nati voi, adesso saranno duemila.-

-Si riproducono un fretta.- commenta Mirta. Scioglie le gambe e le piega al lato del corpo. Con una spalla si appoggia ad Irvan.

-Questi Argentei sono così importanti?- sta chiedendo lui.

-Importanti- ripete Angie indecisa, come se la parola non fosse quella giusta -Gli Argentei sono l'evoluzione. Quelli di seconda, terza, quarta generazione sono mezzosangue completi, in loro si ritrovano le caratteristiche di tutte le creature e allo stesso tempo conservano perfettamente la natura umana. Rappresentano l'unione perfetta tra tutte le specie intelligenti di questo mondo. Riuscite a capire?- I suoi occhi azzurri continuano a spostarsi da uno all'altro. -Le loro capacità naturali spaziano nelle Arti di tutti gli Elementi, sono più potenti della maggior parte degli allievi.-

-Possono apprendere le Arti di più Elementi?- chiede Mirta.

-No, no- si affretta a precisare Angie -Semplicemente i loro poteri sono di ogni genere. Come dire che gli illuminatori creano luci come gli allievi della Vita e gli occultatori vedono il calore come quelli del Fuoco.-

-Perché si nascondono?- domanda intanto Irvan.

-Oh, ma non si nascondono affatto, non nel modo che intendi almeno. Non si mostrano apertamente agli umani, anche se... Gli umani che non sanno niente sono, o almeno erano, sempre stati molti di meno di quello che si voglia credere. Infondo, i mezzosangue da soli sono circa un decimo della popolazione mondiale e per ognuno di loro devi considerare almeno... facciamo cinque di umani che li conoscono.- Sorride divertita. -Alla fine un umano su due sa del Mondo Nascosto.-

-Wow, quindi se prendiamo per esempio la nostra classe delle elementari, una dozzina dei nostri compagni lo sapevano?-

Irvan scoppia a ridere.

-È così.- conferma candidamente la madre -Anzi, vi interesserà sapere che eravate in classe con tre figli di licantropi. E una bambina aveva un'illuminatrice per baby sitter.-

Mirta quasi batte le mani per l'eccitazione.

-Com'è possibile che la restante metà della popolazione non scopra nulla?-

-Sono tutti così assuefatti da libri e film da non riconoscere quanto di vero ci sia. Chiamano il genere Fantasy senza sapere quanto Reality sia. Credono negli effetti speciali dei computer e non vedono che a volte si tratta di poteri veri, leggono storie fantastiche senza sapere che gli autori stanno parlando della loro vita quotidiana. È come trovarsi su un pianeta, che sia la Terra o chissà quale altro, vedere ogni giorno il Sole e ogni notte le stelle, e non rendersi conto di essere solo una piccola parte dell'Universo.-

Mirta e Irvan la guardano come facevano da piccoli, quando stavano le ore ad ascoltare le storie che leggeva, con le aure splendenti, gli occhi sognanti e le menti aperte.

Mirta appoggia la testa sulla spalla del fratello. -Gabrielle ha detto che alla fine della scorsa guerra gli Argentei hanno fatto da giudici.-

-La scorsa guerra!- ripete Angie -Si fa presto a trascendere. Ai Cacciatori piace far credere che questa sia una guerra, ma molti di loro non sanno nemmeno che cosa sia! Non si rendono conto di quanto siano superiori i loro avversari. Vostro padre ha vissuto l'ultima, ed era ben diversa da ciò che sta succedendo ora.-

-E cosa sta succedendo?-

-Che la storia va avanti.- risponde candidamente Angie -In modo turbolento e scostante, ma segue il suo corso. Nel secolo scorso è cominciato il cambiamento, sono comparsi i primi Argentei, e ora tutta l'umanità è pronta ad aprire gli occhi sul proprio mondo. Quanto ci vorrà perché l'integrazione sia tale umani e creature non esisteranno più, ma ci saranno solo mezzosangue? Solo Argentei.-

-Ci stai definendo la futura specie dominante sul pianeta?- Irvan dà una leggera spinta a Mirta perché si rimetta dritta.

Angie sorride. -Già. E sono felice di aver contribuito all'evoluzione.-

-Ma allora non dovremmo essere qualcosa come più intelligenti?- osserva Mirta.

-Dovete potervi adattare al mondo attuale e ai suoi cambiamenti.-

-Cos'è cambiato di così drastico che non vada bene anche per gli umani?-

-Tutto è cambiato. Il mondo come lo conosciamo è solo uno strato superficiale, solo uno dei tanti livelli. Gli Argentei sono in grado di muoversi in quei livelli meglio di chiunque altro.-

-Di quali livelli stai parlando, mamma?-

Lei sospira. -Corro troppo eh?-

-Sinceramente ormai siamo abbastanza abituati alle valanghe di informazioni.- dichiara Mirta -L'importante è non lasciarci a metà o con pezzi mancanti.-

Angie si alza dal letto e si avvicina ad una finestra. -Lo so, ma c'è così tanto da dire!-

Mirta si sposta fino a stare seduta sul bordo del letto -Perché non lo avete mai fatto? Perché non ci avete mai detto niente?-

Angie stringe le labbra. -Avete sempre avuto tutto sotto gli occhi ragazzi, solo che era tutto così naturale che non ve ne siete resi conto. Non avete idea di quante volte ci avete visti comportarci da illuminatrice e occultatore, persino brillare sotto il sole forte o arrivare a fondersi con il buio; o quante volte quando eravate particolarmente concentrati o assorti nei vostri pensieri siete diventati d'argento; o quante giocando a nascondino avete usato i vostri poteri di occultatori o acceso luci come illuminatori, o esservi dimostrati molto più veloci degli altri. Non vi è stato spiegato quando eravate piccoli, per non correre il rischio che ingenuamente lo diceste a qualcun altro, che si trattasse di qualcuno che conoscesse o meno il Mondo Nascosto. E quando siete cresciuti vi siete lasciati trascinare dall'ingenuità umana che vi circondava. Se anche avete notato qualcosa di strano negli altri, avete sempre dato per scontato di sapere tutto di noi e di voi stessi. E comunque una parte di voi ha sempre saputo cosa vi circondava. Sono pronta a scommettere che nei primi giorni nella scuola non siete stati tra quelli che si rifiutavano di credere a ciò che veniva spiegato.-

Mirta ricorda come Caleb o altri continuassero a pensare che ci fosse sotto qualcosa, che si guardavano intorno come se qualcuno avesse potuto spuntare all'improvviso e dire che si era trattato di uno scherzo.

-Dicendovi subito chi e cosa eravate, inoltre,- continua Angie -vi avremmo spinti a sperimentare le vostre capacità, incoraggiando così i possibili studi della setta.-

Angie fa una pausa per riprendere fiato e Mirta si rende conto che le gira un po' la testa.

-E lo scudo intorno ai nostri poteri?- Irvan continua a fare domandare.

-Quello è stato opera di Dafne, deve avervelo messo il primo giorno alla Victoria Academy. Le Custodi ovviamente sapevano chi eravate, vengono sempre avvertite quando un Suspirian si iscrive.-

-Ma perché? Temevano che diventassimo troppo potenti?-

-Sì. E non avevano tutti i torti. Gli Argentei apprendono le Arti con una velocità ed una facilità impressionanti.- Sospira. -Un'altra prova che rappresentate l'evoluzione. Sapete che si dice che le Custodi appartengano alla specie dominante?-

Annuiscono.

-La Custode della Terra è un'Argentea.-

Entrambi spalancano gli occhi.

-Diana è stata la prima in assoluto. Lei è per metà un licantropo e per metà un demone.-

-E non ci sono mai state altre Custodi mezzosangue?-

-Mai, sono sempre state umane. E la Terra è l'Elemento più antico, più giovane solo del Tempo, anche se Vita e Morte si sono personificate prima.-

-Wow.- Mirta incrocia le braccia al petto. -Non mi sorprende che ci vogliano cinque anni scolastici per imparare tutta questa roba.-

Irvan ride.

-Ora però possiamo passare alla parte pratica?- continua Mirta.

Angie annuisce. -Naturalmente.- Li guarda. -Vorrete cambiarvi, e magari farvi una doccia.- Indica l'armadio a muro di fronte al letto. -Vi abbiamo portato delle cose da casa.-

Mirta balza letteralmente giù dal letto e si fionda sull'armadio.

-Io mi faccio la doccia per primo.- dichiara invece Irvan.

.

La cintura con le armi pesa intorno alla sua vita, ma è un peso rassicurante, a cui credeva di non essere più abituata.

Istintivamente si porta una mano su un fianco, le dita che escono dai guanti tagliati che si stringono intorno alla striscia di stoffa. Passa l'indice sulle rune delle anomalie tracciate sulla parte esterna, affondandoci ogni tanto con l'impressione di infilarsi una mano nelle viscere.

È quasi come l'ultima volta. Quasi. L'ultima volta i suoi vestiti erano decisamente meno aderenti e meno pratici, e neri invece che marroni e dorati come ora. L'ultima volta era una Cacciatrice.

Ora sta collaborando per trovare sua madre e gli altri.

La sala è gremita di persone, ma tutti sembrano sapere esattamente cosa fare, come se ci fosse un ordine preciso che regola il caos apparente.

Postazioni computer di controllo seguono interamente le pareti, una cui spessa fascia fa da schermo unico su cui ognuno apre una propria schermata.

Intorno ad un lungo ed irregolare tavolo bianco centrale sono radunati Devonne e una decina di Argentei di tutte le età.

Irina non può fare a mano di fissarli incantata. Sembrano normali umani e non hanno nemmeno particolari caratteristiche fisiche che li accomunano, capirebbe a mala pena che si tratta di mezzosangue se non sapesse cosa sono.

Suo padre ha spiegato loro dell'Ordine con la sua solita maestria, anche se l'argomento era estremamente accattivante già di suo.

Marvin la precede e raggiunge Devonne.

-Ragazzi!- li saluta lei appena gli Argentei si allontano un minuto e finalmente li nota -Vi ha mandato vostro padre?-

-Sì, ha detto che avremmo potuto renderci utili.-

-Non credo.- commenta Devonne, ma senza nessun tono di critica -Sono così organizzati! Ma venite,- fa segno di seguirla verso una postazione -sono certa che vi interesserà.-

La ragazza della postazione si volta di scatto sentendosi posare una mano sulla spalla. È Hope. Sorride vedendo la madre e si sposta un po' di lato con la sedia. Le rotelle scivolano così bene sul pavimento che deve aggrapparsi per fermarsi.

Sulla schermata davanti a lei stanno scorrendo delle immagini riprese satellitari.

-Stiamo cercando Kalia.- spiega Devonne -La città delle Nuvole può rendersi invisibile e spostarsi. Sappiamo che gran parte dei Cacciatori è lì ma non sappiamo dove sia esattamente "lì".-

-Come si fa a trovarla se è invisibile?- osserva Marvin.

-Cerchiamo la sua ombra, o qualsiasi cosa la identifichi.- risponde Hope -In più ci sono dei sensori, sempre tramite satellite, che rivelano le rune rintracciabili e certe scie di energia.-

Irina la fissa. -Stai scherzando?-

La ragazza scuote la testa. -Affatto. La tecnologia ha fatto passi da gigante con gli Argentei.-

-Quindi sono delle specie di geni in tutti i campi?- sbotta Marvin.

Hope fa di nuovo di no con la testa.

-Hanno solo moltissime opportunità e mezzi in più.-

.

La runa dei passaggi li porta proprio davanti al circolo sportivo.

Il potere di occultamento che lo nasconde è così intenso da far girare la testa.

Martina agita la mano come per allontanare del fumo e l'immagine davanti a loro si fa nitida.

La scritta SHADOWLAND svetta sulle loro teste.

Martina aggrotta le sopracciglia mentre tiene la testa all'insù.

-Qual'era il problema?- chiede mentre fa dondolare leggermente le braccia lungo i fianchi.

-Entrare.- è la risposta secca di Carlos Cahill, in piedi alla sua destra.

Martina abbassa lo sguardo su Lucy, alla sua sinistra.

La ragazza solleva le spalle per dire che non ne sa niente.

Martina torna a fissare Carlos sollevando un sopracciglia.

-Ci sono già venuto due volte con dei demoni e non siamo riusciti a penetrare le loro difese. Miranda stessa...-

-È venuta con te?- lo interrompe Martina.

-La seconda volta. Aveva detto...-

Ma Martina, di nuovo, non lo lascia finire. -Gentile da parte sua accompagnarti a recuperare una dei tuoi figli, non trovi?-

Carlos si limita a chiudere la bocca e fissarla irritato.

Martina si rivolge a Lucy con un sorriso furbetto e parlando in un sussurro abbastanza forte perché anche Carlos la possa sentire.

-Posso vedere le auree come le lucciole, sai? Mi dimentico sempre di controllare se anche tua madre è interessata a lui. Potrei persino shipparli!-

Lucy non sembra colpita, al massimo divertita. -Vivi o morti?- chiede.

Martina si lascia sfuggire una smorfia indecisa. O indifferente. -Shipperei un sentimento eterno che si dice superi la morte, che differenza fa se i due sono vivi o no?-

-Ti ho fatto leggere troppo.- dichiara Lucy tornando a rivolgere la propria attenzione al circolo sportivo -Tornando a noi, quali sono le difese.-

Con un gesto del braccio Carlos la invita ad avanzare.

Lucy si muove senza esitazioni e sbatte contro qualcosa di solido. Si porta una mano al naso dolorante mentre stende l'altra per tastare l'ostacolo invisibile. -Ma che...-

-Lascia fare a me.- taglia corto Martina raggiungendola.

Si ferma ad un paio di passi di distanza da dove Lucy ha sbattuto. Si stropiccia gli occhi finché non sente la propria energia farli diventare viola, poi li riapre e guarda a terra.

Una spessa linea nera segna il confine tra la strada e il circolo sportivo. È una semplice runa di blocco.

Si inginocchia a terra e comincia a strofinare la mano sulla runa. La striscia nera si disfa come se fosse stata fatta di polvere. Appena una buona parte è stata cancellata anche il resto comincia a dissolversi lentamente.

Si alza in piedi con un unico movimento e precede i suoi due compagni con passo deciso, la chioma di capelli neri che ondeggia contro il corpo.

Lucy e Carlos la seguono dentro l'edificio. Probabilmente incontrano altre difese, ma la sola presenza di Martina basta ad eluderle.

I due occultatori di guardia all'ingresso balzano in piedi appena sentono qualcuno entrare e fanno per andare verso di loro, ma ad un gesto delle mani di Martina crollano a terra privi di sensi.

-Adoro farlo!- esclama divertita la Custode.

-Non sono morti, vero?- chiede Lucy.

-Non essere stupida!- ribatte l'altra -Non vedi le loro aure?-

-No.-

-Ah, già. Sono solo svenuti. Più o meno.-

-Facciamo in coma.- Carlos le zittisce con lo sguardo e ispeziona la stanza con gli occhi in cerca di telecamere.

Martina sfrega le mani come per riscaldarsele e il suono di tanti piccoli scoppiettii accompagna il movimento.

-Tutto fuori uso.- comunica soddisfatta. Con un secondo di ritardo, anche le luci si spangono. Per fortuna ci sono le finestre e non cala il buio.

-Ops.-

-Dov'è che dobbiamo andare di preciso?- domanda Lucy a Carlos.

-Non serve muoversi.- dichiara invece Martina. Scavalca uno degli occultatori svenuti e si va a sedere su un divanetto, i gomiti puntellati su un bracciolo basso e le gambe distese sui cuscini. -Saranno qui tra poco. Come distinguo quelli importanti? Per non fare svenire anche loro.-

-Sicura di riuscirci? A fare svenire solo alcuni intendo.-

-Taci Lucy.-

Carlos sta fissando il corridoio che si apre al lato del bancone. -Eccoli.- annuncia.

Martina non si volta nemmeno a guardare.

Delle persone si stanno avvicinando velocemente, ma prima di loro ad entrare nella stanza sono gli occultatori sotto forma di Ombre. Strisciano nell'ingresso e risalgono le pareti.

Una sale addirittura sul divano e si arrotola intorno ad uno stivale di Martina. Le agita la gamba fino a farla scendere. Poco dopo tutte le Ombre si immobilizzano per poi scivolare giù dalle pareti come acqua e spandersi in chiazze scure sul pavimento, come grosse macchie di inchiostro.

Per quanto inquietanti possano essere delle ombre vive che si muovono da sole, vederle immobili a terra come pezze ha qualcosa di ancora più lugubre, di estremamente sbagliato.

Gli occultatori in arrivo esitano un momento prima di entrare. Quando si fanno avanti, si muovono evitando le Ombre. Chissà se sanno riconoscerle, se sanno quale dei loro amici è steso a terra, svenuto, proprio accanto ai loro piedi.

-Carlos Cahill- saluta un uomo, con tono solo vagamente ostile.

-Lucifer Suspirian- ricambia Carlos.

Martina fissa subito l'illuminatore con i suoi occhi viola. Sorride. E tutti gli altri occultatori intorno a Lucifer, circa un decina, si accasciano a terra. -Visto?- fa poi, rivolta a Lucy.

Lucifer riesce a contenere il proprio stupore. E la paura. Il suo sguardo saetta da Carlos a Martina con nervosismo.

-Perdonaci,- esordisce Carlos -ma non ci sembrava educato, da parte vostra, accoglierci con una così netta maggioranza numerica.-

-Perché siete qui?- Cerca di fissare solo Carlos, ma i suoi occhi inevitabilmente cercano Martina.

-Di certo non perché ho nostalgia della mia stanza.- risponde lei con un sorriso -Senza offesa, era comoda, ma un po' troppo minimalista. Però credo di aver dimenticato il mio peluche, se lo trovate potreste spedirmelo per posta?-

Nessuno replica e lei trattiene una risata.

-Sono qui per mia figlia.- dichiara Carlos.

Lucifer incrocia le braccia al petto. -Credevo che aveste smesso di utilizzare il nostro specchio.-

-Non ho mai detto niente del genere. Il nostro patto è sempre valido, perciò mi aspetto che mi sia dato ciò che vengo a ritirare.-

-Già, una figlia nuova. Non ce n'era nemmeno uno che andasse bene così com'era?-

Carlos stringe i denti, ma è un movimento talmente minimo che solo Martina lo nota.

-Ho fatto del mio meglio.- replica il Cacciatore -Dov'è Grace?-

-Temo che con lei non sia andata bene come con gli altri.-

Carlos lo fissa.

-Non si è ancora svegliata.-

-Dov'è?-

-Posso portarvici. Anche se preferirei essere accompagnato da qualcuno dei miei compagni.- indica con la testa gli occultatori a terra.

-Spiacente,- trilla Martina -ma non posso fare la cosa al contrario.-

Lucifer non sembra crederle.

-I guaritori della Vita possono forse ferire oltre che curare?-

Il portavoce degli occultatori indugia ancora un momento, poi si volta e si incammina lungo il corridoio da cui è venuto.

Martina salta giù dal divano e si accoda agli altri. Rimane qualche passo più indietro. Quando svoltano e imboccano una rampa di scale, incrocia le braccia al petto come se avesse freddo. Si sforza di mantenere le sue sembianze di ventenne nonostante il suo corpo tenda a rimpicciolirsi.

Non ricorda i corridoi, le stanze, o la vista dalle finestre, eppure riconosce tutto.

Il velo in energia sui suoi occhi funge da lente. È come se il luogo, come le persone, avesse un'aura propria.

Martina si sente riconosciuta a propria volta. E non le piace.

Tutto qui, il silenzio frusciante, la temperatura calda, l'odore di legno e di fuoco acceso, le ricorda gli anni passati nella Prigione. Brividi freddi le attraversano la schiena al pensiero di quella pesante e costante incorporeità. Quasi un secolo passato solo con i propri pensieri. E con i fantasmi di altri che non le si potevano avvicinare senza correre il rischio di dissolversi.

Si sforza di tenere le spalle dritte e di ignorare il peso che sente sul petto.

Quando entrano in una specie di piccola infermeria, le sembrano essere passate ore intere.

L'unico presente è un ragazzo dai capelli biondicci che sta esaminando con una lista in mano l'armadietto dei medicinali.

Si fa da parte vedendoli.

-Grace è di là?- chiede Lucifer.

Il ragazzo, Noah, annuisce lentamente. Fissa i tre ospiti.

Lo sguardo del padre dice chiaramente "ti spiego dopo".

Nella stanza accanto ci sono due lettini addossati a due pareti opposte. Grace è stesa su quello più distante, il corpo e il viso esprimono un quasi totale abbandono.

Talia, sistemata su una sedia in un angolo, chiude il libro che stava leggendo e scatta in piedi. I suoi occhi si spalancano vedendo Carlos e poi ancora di più quando nota Martina.

La Custode solleva una mano, ma prima che possa muoverla Carlos la ferma. -Non siamo troppo scortesi.-

Martina abbassa lentamente la mano. I suoi occhi viola inchiodano Talia. -Non sono lei.- sibila.

Talia sembra comprendere. Si irrigidisce, nonostante riesca a controllare la propria espressione, e la sua pelle comincia a scurirsi.

-Perché non si è svegliata?- Carlos guarda Lucifer.

-Non lo sappiamo. Quando è arrivata...-

Martina non lo ascolta. Fissa Grace con intensità, scavando per trovare la sua aura dormiente. E poi lo scudo biancastro che la circonda come un involucro concentrandosi intorno alla testa. Anzi, sembra uscirle dalla testa.

Le labbra le si storcono in una specie di ghigno. -Non si sveglia- dichiara senza curarsi di chi sta interrompendo -perché qualcuno glielo impedisce.-

-Chi?- domanda immediatamente Carlos.

-Dafne. Riconoscerei la sua energia dovunque.-

-Com'è possibile? Dafne non è stata qui.- si affretta ad assicurare Lucifer sotto lo sguardo scettico di Carlos.

-Oh, ci credo. Non c'è altra traccia della Vita qui.- Martina accompagna le parole con un gesto del braccio che indica tutto il resto della stanza e della struttura. -Il che significa che Grace è stata da lei. Un'altra Grace. Una che non è qui.-

-Si era sdoppiata?- Lucifer è preoccupato. -Era sdoppiata quando ha attraversato lo specchio?-

-Sì.-

-Allora dobbiamo farglielo attraversare di nuovo! Se solo una parte di lei si scambia con il proprio riflesso...- rabbrividisce -Dev'essere per questo che la tengono addormentata. Dobbiamo...-

Martina lo fulmina con lo sguardo e l'occultatore tace.

Tutti si rivolgono a Carlos. La sua aura è intrisa di rabbia e risentimento. Fiducia tradita. Inevitabilmente, Martina se ne sente inebriata. E si fa paura da sola. Abbassa gli occhi e subito si costringe a rialzarli.

-L'altra Grace era dalle Custodi.-

-Sì.-

-Puoi rimuovere lo scudo?-

Lucifer fa per protestare, ma nessuno dei due gli sta prestando attenzione.

-Certo che posso.-

Carlos si limita a fissarla. Non le dà una risposta a parole, non sembra voler prendere una decisione. Ma a Martina basta la sua aura, non le importano i suoi pensieri. E poi questo posto la rende così nervosa che deve sfogare in qualche modo la propria energia.

Si avvicina al lettino.

-No!- Talia, il corpo ormai completamente nero, si mette davanti a lei.

Gli occhi viola della Custode le restituiscono stupore.

-Levati Talia.- a parlare è stata Lucy. Si erano completamente dimenticati della sua presenza. La sua voce ferma li fa trasalire.

-Non puoi farlo. Potresti arrecarle un danno permanente al cervello o peggio! Le Arti del Fuoco le farebbero meno male. Non posso...- crolla a terra. Mentre ancora le parole le escono dalla bocca gli occhi le si rovesciano e si accascia a terra.

-Arrecare danni mi viene straordinariamente bene.- commenta Martina, rivolta a nessuno in particolare.

Supera Talia per raggiungere il lettino e mette una mano alla base del collo di Grace. Vede lo scudo di energia di Dafne ritrarsi. Ondeggia tremulo per qualche istante, poi comincia a sciogliersi. Come metallo fuso scivola via pesantemente, crepandosi e assottigliandosi fino a dissolversi del tutto. La scintilla intorno alla testa di Grace però persiste.

Martina le appoggia l'altra mano sulla fronte e avverte una scossa risalirle il braccio. Il gomito le trema violentemente, fuori controllo. Si concentra sul polso per tenere la mano ferma. Sotto la pelle le sue vene acquistano una sfumatura grigiastra.

Poi, con uno schiocco improvviso, tutto finisce.

Ritira la mano. E sul volto ancora incosciente di Grace compare una smorfia mentre il suo corpo si fa leggermente più rigido. Su una tempia ha tre lividi che coincidono con i polpastrelli della Custode.

Martina si volta verso gli altri, gli occhi di nuovo neri come carbone. -Fatto.- mormora quasi con disinteresse.

.

Irvan percepisce la sua presenza molto prima di vederla.

Appena esce all'esterno, subito dopo suo padre, capta la sua energia così chiaramente che se le fosse andato a sbattere sarebbe rimasto meno stordito.

Quando si guarda intorno, però, c'è troppa gente per riuscire ad individuarla. Il grande cortile è pieno di illuminatori di tutte le età e in tutte le forme.

Percepisce la loro vicinanza in maniera nuova. Se si concentra quel poco che basta per accedere alla Rete, si ritrova immediatamente connesso a tutti quanti. Potrebbe scoprire facilmente tutto ciò che ogni gruppo si sta dicendo, persino inserirsi nella conversazione senza raggiungere gli altri, senza nemmeno sapere chi siano.

Lei non è nella Rete. Irvan è estremamente consapevole di come la sua energia non vi sia connessa.

Mentre segue i genitori attraverso il cortile non può fare a meno di guardarsi intorno.

Dove sono Astrid e Drake?, chiede mentalmente a Mirta dopo aver fissato per qualche istante un'illuminatrice con i capelli tinti di verde.

-Astrid è voluta tornare a Victoria. Anche Drake se n'è andato, ma non trovo dove sia.-

Si volta a guardare la sorella. "Trovo"?, ripete.

-Nella Rete, avevo già chiesto dove fossero poco fa.- gli spiega ad alta voce.

-Mirta! Irvan!- una voce trillante li fa alzare lo sguardo.

Eccola. Ilaria Flame.

Viene verso di loro con passo svelto, quasi non avesse peso. I capelli rossi sono raccolti in una coda e tirati sulle tempie e sulla fronte, gli occhi eterocromi estremamente luminosi.

Si ferma ad un passo da loro. -Angie, Dæmon.- saluta.

-Ilaria.- ricambia Angie -Conosci già i nostri figli mi sembra.-

-Ancora non bene quanto in futuro.- risponde l'Argentea -Ma abbiamo già avuto modo di incontrarci.-

Li raggiunge e si mette tra di loro aggrappandosi ad un braccio di entrambi.

-Finalmente un po' di tempo senza Cacciatori di mezzo. Vi va se passeggiamo un po'?-

Nessuno dei due dà una vera e propria risposta ma si incamminano.

-Mi dispiace di essere così confidenziale, ma non posso farne a meno. Il Tempo mi ha parlato così tanto di voi e di quanto saremo amici che per me è come se già lo fossimo.-

-Lo conosci?- chiede subito Mirta.

-Meno degli altri immortali ma sì, partecipa quasi sempre alle riunioni dell'Ordine, anche se non interviene praticamente mai. Sono molto amica di sua figlia, Hope.-

Irvan e Mirta sgranano gli occhi e si fermano di botto.

-Figliastra intendo, ma per lui è come una figlia. Anzi, quasi meglio, non credo che abbia mai cresciuto uno dei suoi figli naturali come ha fatto con lei e Drake.-

Entrambi si rilassano.

-Conosci anche Drake?-

Ilaria scuote la testa. -Ho conosciuto Hope in questi quattro mesi.- Si rivolge ad Irvan. -Qual'è la tua domande invece?- chiede alludendo alla sua espressione curiosa e concentrata allo stesso tempo.

-L'Ordine di cui hai parlato è una specie di setta degli occultatori?-

-Più come la Colonia, ma anche meglio. È un vero e proprio governo autonomo, con leggi per ogni tipo di Argenteo. Uno stadio avanzato di ciò che i Cercatori volevano fare con gli accordi di Halloween.-

-Ma loro non lo sapevano, vero?-

-No. Insomma, suppongo che Miranda sapesse qualcosa di noi visto il tempo che ha passato nascosta dai Suspirian e l'interesse che ha dimostrato per voi, ma non immaginava certo quanti fossimo e quanto organizzati. È rimasta sconvolta ad Halloween.-

-Era interessata a noi come Argentei?-

Ilaria annuisce. -Per tutto il tempo che vi ha tenuto a Kalia non ha fatto che mettervi alla prova per studiarvi.-

-E... come siamo andati?-

Ilaria scrolla leggermente le spalle. -Bene. Naturali insomma, non avete fatto nulla di sorprendente dal punto di vista argenteo.-

Irvan si sente sollevato e allo stesso tempo sconfortato. Da un lato è felice di non rappresentare più un'eccezione particolare, quasi un'anomalia, dall'altro si era abituato a sentirsi speciale.

-L'Ordine ha sempre saputo di noi, vero? Ci avete tenuto d'occhio.-

-Più o meno. I vostri genitori ci tenevano abbastanza aggiornati per quello che vi riguardava, ma non siete mai stati controllati. Per farti n esempio, sappiamo che scuole avete frequentato, ma di certo non chi sono tutte le persone che conoscete.-

-Mi sembra logico.-

-Certo che lo è!-

-Tu quindi fai parte dell'Ordine? Del nostro... Governo?-

-No. Partecipo alle riunioni in qualità di testimone o semplicemente per curiosità. Io mi occupo principalmente della biblioteca. Vi piacerà tantissimo! Stiamo già risistemando la vostra sezione preferita. Volevo portarvici oggi, ma la prima volta doveva esserci anche Dino e lui ora è occupato, così tanto valeva rimandare tutto il giro di Malia. Non chiedete!- aggiunge subito -Non voglio anticipare niente.-

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