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Capitolo 9.

Oggi ho fatto di tutto per arrivare in anticipo a scuola, perché avevo un dannato bisogno di raccontare tutto quello che è successo ad Aria.

Non sento Luca da quando mi ha riaccompagnato a casa ieri mattina, e non so cosa pensare.

Non capisco cosa gli sia preso, un minuto prima ci stavamo baciando e sembrava stesse andando tutto alla perfezione, un minuto dopo mi invitava a scendere dalla sua macchina, come se non fossi niente...e magari è davvero così.

-Lui piace a te e tu piaci a lui- sentenzia la mia migliore amica, dopo che ho finito di raccontare -credo stia solo combattendo con sé stesso! Magari gli stai facendo provare sensazioni nuove-.

-Io non credo- ammetto, sconsolata -lui non è interessato a me. Non credo a queste storielle, se uno ti vuole ti tiene, non ti allontana come se nulla fosse-.

Lei fa per rispondere, ma si zittisce nell'istante esatto in cui Luca fa il suo ingresso in cortile. Trattengo il respiro e dopo qualche secondo lui ci passa accanto, salutandoci con un misero cenno del capo.

Scatto in piedi come una molla e faccio una mini corsetta, per trattenerlo. Si gira di scatto verso di me e mollo la presa sul suo braccio, vedendo lo sguardo che mi sta rivolgendo. È freddo, mi sta guardando come se non mi conoscesse neanche.

-Luca, possiamo parlare?- la mia domanda risulta quasi disperata -Vorrei capire cosa sta succedendo-.

- Non ho tempo da perdere- sbotta, con un tono di voce alquanto tagliente -stammi lontana-.

Sgrano gli occhi davanti alle sue parole e indietreggio leggermente, come se fossi rimasta scottata. Lui mi lancia un ultimo sguardo, poi si gira di spalle e va via, lasciandomi sola ad osservarlo mentre si allontana, per la seconda volta.

Sospiro debolmente e sento qualcuno stringermi da dietro, così abbasso lo sguardo e vedo le mani di Aria che mi stringono forte, cercando di darmi coraggio.

-Credimi- mi lascia un bacio sulla guancia - capirà bene lo sbaglio che sta facendo. Te lo prometto, io sarò sempre qua.-.

Annuisco debolmente e prendo un bel respiro, in modo tale da calmarmi e scacciare questa orribile sensazione che mi opprime il petto.

Spero abbia ragione Aria.

*

-D'Orso, dimmi che hai studiato e che non devo perdere tempo- lo riprende la prof di matematica -visto che ieri hai saltato la mia lezione, sono sicuro sarai stato così diligente da informarti  su quello che ho spiegato-.

-Avevo di meglio da fare- risponde, con straffotenza - sicuro meglio che perdere il mio tempo con la sua materia. Si rende conto che oggi è solo il terzo giorno? Pretende che io studi già?-.

Socchiudo leggermente gli occhi, temendo la reazione della vecchia, che non tarda arrivare.

- Tu non hai meglio da fare, visto che sei uno destinato a fallire- urla lei, offesa e nervosa - se ti mettessi a studiare forse saresti una persona un pochino migliore, ma non ti metti in testa che siamo a scuola e non in un parco divertimenti. Sei arrivato tardi anche oggi, e ti ho visto che stavi con una ragazza, mentre venivo in aula. Questo scuola è una buona scuola, tu credi sia un bordello forse-.

Il mio cuore rallenta di colpo, sentendo che era in compagnia di un'altra ragazza. È vero, non ha nessun obbligo verso di me, ma credevo che quel bacio che ci siamo dati avesse un senso, un significato.

-Dire che mi ha rotto le palle è poco- sbuffa, con fare annoiato - stia calma, oppure vuole che le faccia una camomilla? È solo la prima ora, ed oltretutto questa ora non è sua, visto che sta facendo sostituzione, perciò si rilassi e basta.-.

Spalanco la bocca e richiamo il nome del ragazzo, in modo da fargli capire di smettere di parlare, prima che si cacci in guai seri, ma lui mi ignora.

-Fuori D'Orso- urla la vecchia - non ti sopporto già più. Credi che ti vorrò in classe per tutto l'anno con questo atteggiamento? Ti sbagli di grosso-.

-Esca lei- ridacchia il moro - non ho nessuna voglia di alzarmi e stare fuori dall'aula solo perché lei è una vecchia annoiata che se la prende con chiunque abbia una vita sociale, per gelosia forse-.

- Tu stai superando il limite- sbatte la mano sulla cattedra e si alza in piedi - stai dicendo idiozie. Dimmi perché qualcuno dovrebbe essere geloso di uno che non fa altro che drogarsi e condurre una vita come la tua-.

Luca scatta in piedi e chiude i pugni, stringendoli forte.

-Potrei denunciarla per quello che dice- ormai anche Luca sta urlando, la situazione sta degenerando - non fa altro che infagarmi-.

- Non farmi ridere, fammi il favore di uscire dall'aula e di smettere di urlare- indica la porta con l'indice, mentre continua ad urlare - non ti voglio più vedere-.

Luca dà una spinta al banco e io mi alzo in piedi automaticamente, mentre Aria mi guarda interrogativa. Io non posso lasciare che si metta nei guai.

Mi avvicino a lui e gli stringo la mano. Sento i nostri compagni che iniziano a parlottare tra di loro, ma ne ne frego. Non mi importa dell'idea che si faranno, io voglio aiutare Luca, me lo sono promessa, nonostante il suo essere distante con me.

-Prof, la prego- intervengo io - faccia finta che non è successo nulla. Le do la mia parola che d'ora in poi Luca non sarà mai più impreparato o in ritardo alle sue lezioni-.

Luca mi stringe più forte la mano, come per darmi forza, e il mio cuore si riscalda.

- Cosa me ne faccio dalla tua parola, Ellie?- chiede lei ridendo, come per deridermi - Tu non sei meglio di lui-.

Per la seconda volta quest'anno abbasso la testa, annientata dalle sue parole. Sa bene come zittirmi, mi conosce ormai quattro anni. Penso sappia che sono molto sensibile e odio fare figuracce.

-Questo non glielo permetto- Luca molla la mia mano e si avvicina alla cattedra, ancora urlando -Ellie non le ha fatto nulla!-.

Mi porto le mani sui capelli, disperata, e lancio uno sguardo disperato a Matteo, l'unico compagno con cui ho un rapporto d'amicizia.

Lui annuisce compresivo e si alza dal banco, per poi avvicinarsi a Luca e scortarlo fuori dall'aula, mentre la prof continua ad urlargli contro.

Scuoto debolmente la testa e lancio uno sguardo veloce alla professoressa, per poi raggiungere Luca fuori.

Non mi importa se prenderà dei provvedimenti, lei non può parlare in questi modi a un alunno. Sembra quasi che sappia cosa dire per far innervosire Luca e farlo sbottare.

Ringrazio Matteo per essere intervenuto e lui mi regala un abbraccio veloce, per poi rientrare in classe.

Osservo Luca e mi rendo conto che è furioso. Il suo respiro è irregolare e il suo sguardo è colmo di inquietudine e rabbia.

Non dico nulla, non trovo parole, non saprei che dirgli, come aiutarlo a parole, perciò gli corro incontro e lo stringo forte.

Lo abbraccio con tutto l'affetto che provo per lui, un affetto cresciuto smisuratamente in questi giorni. Mentre lui resta leggermente interdetto, poi mi stringe a sé, lasciandosi sfuggire un gemito colmo di rabbia.

Dopo l'abbraccio aggancio il suo sguardo, appoggio le mani sul suo viso e anniento la distanza, baciandolo.

Mi sento in un attimo di nuovo in pace e spero che faccio lo stesso effetto a lui. Non penso a come è finita ieri, né al fatto che lui forse stava già con un'altra.

Sto bene... per ora non conta altro.

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