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Capitolo 79.

Elia mi prende per mano e mi porta davanti all'entrata del backstage. Per fortuna la gente è diminuita notevolmente, perché ora sul palco c'è un comico scadente, perciò il passaggio è più semplice.

Facciamo per entrare nell'edificio bianco, ma un uomo alto e piazzato ci sbarra la strada rivolgendoci un'occhiata maligna. - Dove credete di andare, pischelli?-

- Dobbiamo parlare con Capo Plaza, lo conosciamo!- risponde prontamente Elia per poi avanzare, ma il buttafuori gli impedisce ancora una volta di passare.

- Ragazzino, sappi che non sei il primo che mi rifila questa scusa per entrare a parlare con il cantante!- ribatte lui, annoiato, mentre io sbuffo.

Incredibile questa situazione. Devo parlare con il mio ex e non posso perché una specie di guardia crede che siamo dei fan che vogliono incontrare il loro idolo.

- Guardi che non è una scusaa!- Elia alza la voce - Lo chieda a lui stesso. Gli dica che c'è DrefGold.- sorrido immediatamente sentendolo presentarsi con il nome d'arte, mentre l'uomo davanti a noi alza gli occhi al cielo.

- Eh va bene, glielo chiederò, ma se è una stronzata ti conviene che tu non sia qua al mio ritorno!- il buttafuori punta un dito, in modo minaccioso, contro il mio migliore amico, poi fa prendere il suo posto a un collega, e sparisce dentro.

- Che casino!- commento, debolmente, mentre Elia mi fa girare verso di sé e appoggia le sue mani sul mio viso.

- Piccola, andrà tutto bene. Ci sono io con te, lo sai che nulla potrà andare storto- le sue parole dolci mi fanno sperare che davvero le cose andranno bene, così lo stringo a me.

Mi lascia un bacio tra i capelli e io faccio per ringraziarlo, ma la voce dell'uomo di prima ci fa staccare di colpo, curiosi di sapere se potremo entrare. - Ragazzi, potete entrare. Non capisco davvero voi giovani d'oggi, prima Luca mi aveva proibito di far entrare chiunque.-

- Ma noi non siamo chiunque. Appena gli ha detto il mio nome avrà cambiato sicuramente idea!- Elia è entusiasta da tutta questa situazione, mentre io sono in preda al panico.

- Veramente non ricordavo il tuo nome e gli ho detto che c'era un tipo con dei capelli strani a forma di fusilli rossi e gialli!- l'uomo fa spalluce, mentre io reprimo una risata vedendo la faccia sconvolta di Elia. - Forza, entrate!- l'uomo si sposta dall'uscio e noi ridiventiamo seri di colpo, tornando sul pianeta Terra.

Elia mi stringe più forte la mano e mi porta dentro. Osserva le porte delle varie stanze e si ferma davanti a quella dove è appeso un foglio bianco con su scritto:" Capo Plaza- Artista".

Le mie gambe iniziano a tremare dall'ansia e le mie mani le imitano poco dopo, tanto che Elia, accorgendosene, inizia a canticchiarmi la solita canzone per farmi calmare.

- E se andrà male?- chiedo con la voce che trema - Se mi ferirà ancora!?-

- Cosa ti ho detto poco fa? Ci sono io con te e non potrà succedere nulla. Ti sostengo io, lo sai!- annuisco guardando i suoi occhi castani e gli lascio un bacio sulla guancia, prima che bussi alla porta.

Una risata stridula risuona dall'interno e poi la voce di Luca ci invita ad entrare.
L'enorme porta di legno si apre facendo un casino assurdo, rivelando Luca che è seduto su una sedia blu e una ragazza bionda che è seduta sulle sue gambe.

Davanti a questa scena mi colpisce immediatamente un senso di nausea e adesso mi è piu chiaro perché ha ordinato di non far entrare nessuno a stressarlo. 

Appena si accorge di noi il suo sguardo si fa serio, fa alzare la tipa dalle sue gambe e le sussurra qualcosa all'orecchio, così lei esce dalla stanza ondegiando i fianchi.

- Dref, che ci fai qui?- si avvicina al nostro migliore amico e gli dà una pacca sulla spalla, mentre lui rimane serio.

- Non sono qua per mio volere.- ribatte Elia, freddo, mi basta questo per capire che è furioso con lui. Inizialmente lui e Luca si sentivano, ma circa due mesetti fa hanno perso i rapporti anche loro. E non credo che sia a causa di Elia.

- Oh- un sorriso malizioso compare sulle labbra del moro, poi si sfrega le mani e mi rivolge il suo sguardo - siete qua per Ellie!-

Il suo tono divertito e quasi menefreghista fa accedere una rabbia improvvisa in me. - Ah allora ti ricordi di me!- gli dico con tono duro e ironico, mollando la mano di Elia.

- Ellie Rinaldi, certo che mi ricordo, bel periodo- fa spalluce, per poi avvicinarsi a una felpa appoggiata su una sedia, per estrarne una canna.

Bel periodo?... E questo che sono per lui? Solo un ricordo carino? Esattamente come mi classifica? Come passatempo carino di un anno fa?

- Non sono passati secoli eh!- quasi ringhio - Cosa significa bel periodo?-

Si accende la canna e fa un lungo tiro prima di rispondermi, ma senza togliersi quel sorrisino urtante dal volto. - Bel periodo, che vuoi che significhi? Fai parte di un bel periodo! Sei una fiamma di un bel periodo!-

- Una fiamma? Faccio parte di un bel periodo?- quasi urlo, mentre ripeto le stronzate colossali che ha appena detto - Io per te sono solo questo? Un bel ricordo?-

Lui annuisce appena, facendo spalluce, mentre continua a fumare in pace. - Oh no, non dirmi che pensi ancora a quella storia!- ride, divertito, mentre il mio cuore si spezza se sempre più.

Sento il fiato mancarmi appena pronuncia queste parole e deglutisco rumorosamente. Non so se mi senta più stupida o più ferita. Mentre io penso ancora a noi, alla nostra storia, lui mi reputa una sua vecchia fiamma, una storiella da nulla, che sì, è stata carina, ma è una cosa passata. Mentre io pensavo mi amasse sul serio, mentre io l'ho amato sul serio, mentre io gli ho donato corpo e cuore.
Non ci sono più domande che io possa fargli, con queste parole e questo comportamento ha risposto a tutti i dubbi che mi hanno attanagliata per tutti questi mesi.

Rido istericamente, tra le lacrime, rendendomi conto che, molto probabilmente, non l'ho mai conosciuto a fondo.

- Certo che sei proprio stronzo. Non sei più il Luca che conosco io! Non ti permetterò più di avvicinarti a lei- Elia parla al mio posto, con nervoso, mentre mi prende per mano, e mi porta lontano da quello che credevo fosse l'amore della mia vita.

Le lacrime continuano a scendere sul mio viso, enormi e ricche di dolore, mentre mi rendo conto di essere rimasta ancorata a un'illusione, a un sogno, a una stupida immaginazione.

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