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Capitolo 76.

Entro in classe con lo stesso entusiasmo di una persona che si sta recando al patibolo.

L'unica cosa che mi rincuora è che questo è il mio ultimo primo giorno scolastico, visto che finalmente sono arrivata in quinta.
Un ultimo sforzo e poi potrò finalmente dire addio alla scuola e a tutte le persone odiose che la frequentano.

Certo, si stava meglio a casa ad oziare sul divano, ma purtroppo l'estate è volata via, come sempre. In fin dei conti le cose belle hanno sempre una fine.

- Elliee!- Aria arriva alle mie spalle, evidentemente molto più entusiasta di me, e mi butta le braccia al collo, stringendomi forte - Mi sei mancata.-

- Dovrei crederti?- le chiedo ironizzando - Ti sono mancata mentre fotografavi Central Park oppure quando visitavi Times Square?- lei mi dà un colpetto leggero sulla testa e scuote la testa, davanti alla mia stupidità.

- Scema, mi sei mancata davvero! Ti ho portato una maglietta, se stasera vieni a casa te la do!- la ringrazio dolcemente e poi le stampo un bacio sulla guancia.

So che quest'estate non mi sono comportata in maniera molto carina con i miei amici... ho scaricato il nervoso su di loro tante di quelle volte che mi sono resa conto io stessa di essere davvero intollerante, ma comunque loro non mi hanno mai abbandonata, hanno sempre cercato di capirmi, di capire il mio punto di vista, le mie motivazioni.

La mia migliore amica si siede al suo posto, mentre io mi giro verso la porta sentendo delle risate imbarazzate e delle vocine leggere. Sulla soglia dell'entrata ci sono due ragazzine che stanno battibeccando tra loro, sgrano immediatamente gli occhi riconoscendone una. La ragazza riccia e dolce che mi fermò al parco qualche mese fa, la fan di Capo Plaza.

Mi alzo dal mio posto e mi avvicino a loro, curiosa e stranita dalla loro presenza in classe, o meglio, davanti alla classe.

- Posso aiutarvi?- chiedo gentilmente, mentre quella che non conosco si ammutolisce appena mi vede davanti a sé.

- Ehi, sei qua!- mi risponde la riccia, con gli occhi che le brillano - Ti ricordi di me?-

- Sì.- annuisco appena, non sapendo ancora quello che sta succedendo - Posso aiutarvi?-

- Senti... è il nostro primo anno qua, ma abbiamo scoperto che Plaza frequentava questa classe... volevamo solo vedere quale fosse il suo banco!- le sue gote si colorano di un forte rosso acceso e io sento il cuore battermi forte, tanto che sento il suono dei battiti nelle orecchie.

- Oh... ok!- mi giro verso l'interno dell'aula e indico il banco davanti al mio che è ancora vuoto, visto che Salvatore non è ancora arrivato - È quello, il penultimo.-

- Possiamo avvicinarci?- mi chiede timidamente, la ragazzina che è stata zitta fino ad adesso, così mi giro verso di lei e annuisco, per poi fare strada alle due.

Ci avviciniamo al banco che un tempo era del mio ex e le due si scambiano un sorriso felice, per poi toccare il banco come se fosse qualcosa di magico e prezioso. Queste sono proprio fan accanite.

- Che sta succedendo, precisamente?- la voce di Salvatore alle nostre spalle ci fa sussultare - Lo so che sono fantastico, ma perché state adorando il mio banco?-

- Non sono qua per te!- gli spiego, dandogli un colpo scherzoso, visto il suo tono ironico - Volevano vedere dove sedeva Luca, sono sue fan!-

- Aaah, era davvero per le sue il vostro cantante, sappiate che non faceva altro che scrivere testi di canzoni durante la lezione!- spiega Salvatore alle ragazzine, con tono annoiato, mentre loro sorridono ancora di più, ancora più rapite dalla figura del loro idolo.

La campanella suona, avvisandoci dell'imminente inizio delle lezioni, così le due ragazzine mi ringraziano e vanno velocemente via, ma non prima di aver lanciato un'altra occhiata ammirata al banco.

- Ora ti metti a fare la guida alle sue fan?- mi chiede Salvatore, con uno tono tra il contrariato e il curioso.

- Non stavo facendo nulla di tutto questo! Mi sono avvicinata a chiederle cosa volessero, visto che erano fuori dalla classe e non avevano il coraggio di entrare, e mi hanno chiesto se potessi far vedere loro dove sedeva Luca, volevo solo aiutarle!- rispondo quasi sulla difensiva, così lo sguardo del ragazzo davanti a me si rilassa e annuisce, comprensivo.

- Scusami, terremoto!- mi lascia un bacio tra i capelli e mi stringe a sé, regalandomi così un sorriso.

- Da quando in qua siete in questi rapporti? Ora capisco perché non hai risposto a nessuno dei miei messaggi tutta l'estate, Salvatore!- ci giriamo entrambi sentendo la voce di Giulio dietro di noi, scocciata e fastidiosa come sempre.

Dopo che io e Salvatore abbiamo ricostruito un rapporto gli ho raccontato che razza di persona fosse Giulio e tutto quello che mi ha fatto passare, perciò, ovviamente, il mio amico ha cambiato idea sull'idea che si era fatto sul biondo e ha smesso di frequentarlo.

- Lasciami stare Giulio.- sbraita il moro - Quando sono arrivato in questa scuola credevo fossi una persona leale, invece mi hai solo preso in giro, ma sappi che deve ancora nascere colui che prende per il culo Salvatore Lovisi!-.

Per la prima volta da quando lo conosco, Giulio decide di restare zitto e si gira di spalle, decidendo poi di sedersi al suo posto. Grazie a Dio mi sono evitata le sue battute sulla mia relazione ormai finita con Luca, è l'ultima cosa di cui ho bisogno.

La Palena entra in classe, salutando con la sua solita acidità, così stampo un bacio sulla guancia di Salvatore e mi accomodo accanto ad Aria.

Ah che bello, ci voleva proprio questa strega come prima lezione dell'anno. È quello che ho sperato per tutta l'estate.

- Che palle questa!- borbotto, mentre Aria mi dà un colpetto al braccio, contrariata ed impaurita che la vecchia stronza possa sentire le mie parole.

Basta questo piccolo gesto da parte della mia migliore amica per rievocare in me il primo giorno dell'anno scorso. Aria che mi intima di stare zitta per non essere sbattuta fuori, poi Luca che entra in classe e la mia prima figura di merda con lui.

Stringo forte il lembo della mia magliettina tra le mani, ricordando gli occhi di Luca che mi scrutavano vigili e attenti, occhi che volevano trasmettere sicurezza, ma che se osservavi bene notavi essere colmi di inquietudine e danni.

La lezione inizia e io mi rassegno al fatto che sia passato un anno, che stavolta Luca non entrerà da quella porta e che tutto è finito quando lui è sparito dalla mia vita. Come una bambina continuo, però, a fissare la porta, come se lui potesse arrivare e il tempo potesse tornare indietro, come se potessimo rivivere tutto e magari cambiare dove abbiamo sbagliato e dove ci siamo persi.

So che tutto questo non accadrà, non siamo in una favola, ciò che è fatto resterà così, non si può cambiare il passato.

A un anno da allora posso dire che ciò che ho amato mi ha poi ammazzato e che io, nonostante avessi capito che mi avrebbe fatto male, gli ho permesso di avvicinarsi a me, di farmi affezionare, di farmi innamorare, perché mi faceva stare bene e perché volevo aiutarlo a sconfiggere i suoi demoni.

Non sono stata capace di fare nulla... mi sono solo illusa che ciò che mi faceva sentire viva mi avrebbe protetta per tutta la vita.

Che stupida che sono stata, ma la cosa peggiore è che se per un attimo il nostro mondo diventasse magico e si potesse tornare indietro nel tempo fino ad un anno fa, io gli permetterei ancora di avvicinarsi a me, perché nonostante il dolore che mi ha causato è la cosa più bella che abbia mai avuto.

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