Capitolo 72.
Arrivo a casa e lancio la borsa accanto al divano, senza prestargli particolare attenzione, per poi dirigermi in bagno a cercare un antinfiammatorio che mi faccia passare questo terribile mal di testa.
Temo che da una parte sia colpa mia, in fin dei conti, non ho fatto altro che pensare, distruggermi il cervello con mille pensieri, senza arrivare a una soluzione, oltretutto.
Continuo a pensare al comportamento strano di Luca. Lui che arriva a scuola e si comporta come se nulla fosse successo e poi lui che si innervosisce e va via sbraitando, tutto questo nel giro di pochi minuti.
Secondo me, qua il problema è uno: qualcosa gli sta condizionando terribilmente la vita, qualcosa di brutto, che tra l'altro temo di sapere già cosa sia, e le mille preoccupazioni lo portano a comportarsi in questo modo strano.
Ho il timore che abbia riniziato a spacciare e che stia facendo di tutto per nascondermelo.
Ma, amore mio, temo che tu debba un attimo rivedere il tuo piano per tenermi all'oscuro di tutto, perché, così comportandoti, stai miseramente fallendo.
Mi sono sentita stupida per tutta la mattina. A un certo punto ho perfino pensato che la colpa fosse mia, che le mie fossero solo paranoie e che gli stessi troppo con il fiato sul collo, ma mi sono resa, immediatamente, conto che non è così. Se paragono la nostra relazione di adesso alla nostra relazione di prima, mi rendo conto che lui è davvero cambiato, che non mi dà più le stesse attenzioni e che, in alcuni momenti, sembra addirittura non fregarsene di come sto.
Insomma, senza andare troppo lontano, basta pensare che prima non mi avrebbe mai lasciato da sola con il mio ex violento, mentre da quando io e Salvatore abbiamo iniziato la ricerca, Luca non si è minimamente fatto vedere, nonostante i patti fossero che lui sarebbe stato presente a ogni sessione di studio tra me e il mio ex.
Questo cosa significa? Sinceramente, per quanto mi faccia male, riesco solo a pensare che io non sia più una priorità.
Torno in cucina e prendo un bicchiere di vetro, ci verso un po' d'acqua dentro, e poi faccio sciogliere la medicina, girandola con un cucchiaino di plastica con su disegnata Minnie... sorrido malinconica guardando l'oggetto che ho tra le mani, visto che risale a quando ero piccola. È uno dei pochi ricordi che ho di mio padre.
Ricordo che quando me lo regalò avevo quattro anni. Avevo la febbre alta e il medico mi diede una medicina dal sapore orrendo, così non volevo prenderla per niente al mondo. Facevo di tutto per non ingerirla, mia madre era disperata. Finché una sera, mio padre tornò da lavoro come ogni giorno, solo che quella volta aveva con sé un set colazione per bambini. Ero innamorata di Minnie, così quando vidi quel cucchiaino tutto colorato e con la famosa topolina stampata sopra rimasi estasiata, talmente tanto che mia madre, utilizzando questo famoso cucchiaio, riuscì a farmi prendere la medicina, fin quando guarì del tutto.
Forse è stupido, ma ancora oggi tutte le medicine le prendo con questo cucchiaino, mi fa sentire vicina a mio padre, visto che sono dodici anni che un maledetto cancro l'ha portato via da me e da mia madre.
Sospiro debolmente e bevo velocemente la medicina, prima che si depositi nuovamente sul fondo del bicchiere, poi posiziono tutto nella lavastoviglie e decido di salire in camera per sdraiarmi un po'.
Ho bisogno di riposare la mente e il corpo, sono esausta. Ho bisogno di smettere di pensare. E in più, con un po' di riposo, anche la medicina farà più effetto.
*
Sento qualcuno suonare insistentemente il campanello e mi sveglio di soprassalto, spaventata dal suono.
Mi metto a sedere per qualche secondo, cercando di capire cosa stia succedendo, visto che sono ancora un po' assonnata, mentre il campanello suona un'altra volta, facendomi sentire un fastidio che si espande dentro di me.
Indosso le mie ciabatte sobrie a forma di unicorno, e scendo giù ad aprire, la mia velocità è pari a quella di un bradipo.
Apro la porta e i miei occhi si scontrano con quelli verdi e divertiti di Salvatore. Gli lancio immediatamente un'occhiata malefica, mentre il suo sguardo si posa sulle mie pantofole, sgrana gli occhi e scoppia a ridere, come se fossero la cosa più divertente del mondo.
- Che rir a fà? Ma tutt’appost?- chiedo, inarcando un sopracciglio, davanti alla sua stupidità.
- La piccola Ellie che parla in dialetto mi fa ancora morire come allora!- commenta con un'espressione maliziosa, ma poi scoppia nuovamente a ridere - Sexy le tue ciabatte, comunque!-.
- Posso sapere che ci fai qua?- lancio uno sguardo al mio orologio, rendendomi conto che sono quasi le 16:30.
- Come cosa?- chiede annoiato - Dobbiamo finire la ricerca, domani abbiamo la consegna. Ti sei dimenticata?- mi sbatto la mano sulla fronte, sentendo le sue parole, sbuffando.
Mi ero completamente scordata dell'appuntamento che avevamo per finire di studiare.
- Sì, entra, pure. Mi ero addormentata un attimo- un attimo... ho dormito per quasi due ore e mezza, ma in compenso il mal di testa è svanito.
Lui annuisce comprensivo e io mi levo dalla soglia della porta, in modo tale che possa entrare in casa.
- Non c'è nemmeno oggi il tuo principe azzurro?- mi chiede improvvisamente il mio ex, appoggiando le sue cose sul tavolo della cucina, ma senza malizia o voglia di infastidirmi.
- No, è impegnato!- rispondo, sorridendo, nonostante non abbia la più pallida idea di dove lui sia.
Istintivamente afferro il telefono, sperando di trovarci un suo messaggio, ma nulla, l'unica persona che mi ha cercata è Elia.
" Stasera ti porto in una bella pizzeria, chiedo anche ad Aria... ci stai, piccola?".
Sorrido debolmente al suo messaggio, ma poi gli rispondo declinando l'invito. Forse è meglio che lui ed Aria trascorrono il loro tempo insieme senza me in mezzo. Ho già fatto abbastanza danni, non devo, e non voglio, essere motivo di litigio tra loro.
Mi piacciono come coppia e, inoltre, odio pensare che ho fatto del male a quella che per me è come una sorella. Elia deve cercare di starle accanto, dimenticando quello che è accaduto con me.
Appoggio il telefono sulla credenza e mi siedo accanto a Salvatore, pronta per iniziare questa ultima serata con lui, nonostante i mille pensieri che ancora mi affollano la mente.
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