Capitolo 69.
Ho delle bruttissime occhiaie e un muso lungo, ho indossato degli abiti neri a caso, senza prestare particolare attenzione ad essi.
Ho il cuore pesante e un peso nello stomaco che mi impedisce perfino di respirare come dovrei. Mi fa male, malissimo, pensare di aver tradito due delle persone che amo di più al mondo.
Arrivo in aula con cinque minuti di ritardo, ma per fortuna la professoressa non è ancora arrivata, almeno mi risparmio le sue grida. Saluto la mia migliore amica, velocemente, evitando accuratamente il suo sguardo, so che non potrei reggerlo.
- Ellie, ma che hai?- cerca un contatto visivo che evito con una scusa - Sembri provata...-.
Scuoto la testa e faccio per risponderle, ma mi interrompo quando, fortunatamente, la prof entra in classe. Non sono mai stata così felice di vedere una professoressa. Il silenzio cale nell'aula e io mi perdo a fissare il banco davanti al nostro che, oggi, è occupato solo da Salvatore.
Era quasi scontato che Luca sarebbe mancato. Ormai conosco troppo bene ogni sua mossa. So che in questo momento sarà nervosissimo e che non accetterà ancora quello che gli ho urlato contro e so anche, e spero, che lui si sente in colpa per quello che mi ha detto e per come mi ha trattata.
- Hai litigato con Luca?- la dolce voce di Aria risuona nelle mie orecchie - Dimmi qualcosa.-
- Sì, ma sto bene, tranquilla.- sorrido debolmente, ma senza girarmi, sempre in modo tale di evitare i suoi occhi.
La bionda mugugna qualcosa di incomprensibile, ma non le chiedo nemmeno cosa ha detto, non ne ho le forze. Forse sono un'egoista, un'amica di merda, ma so che se guardassi i suoi occhi blu scoppierei a piangere e non posso farle scoprire tutto, non rovinerei solo la nostra amicizia, ma metterei anche Elia nei casini.
Non posso far scoppiare un casino così.
Mi porterò questo segreto nella tomba, non dovrà mai saperlo nessuno. In fin dei conti non è significato nulla per nessuno dei due.
*
Esco dall'aula con la scusa di andare in bagno, stufa di essere seduta su quella dannata sedia di legno e stufa di stare in silenzio a fingere di ascoltare, immersa nei mille pensieri e nel senso di colpa.
Sospiro debolmente e mando il solito messaggio al mio migliore amico, per invitarlo a fumare la nostra canna quotidiana, anche perché ho bisogno di parlargli. Ho bisogno di sapere come sta, visto che oggi non ci siamo visti nemmeno all'entrata.
Sento il telefono vibrare e, dopo essermi seduta nella, ormai mia, pietra ghiacciata, leggo la risposta che mi ha inviato Elia.
Da Drefo❤💛:
" Oggi non posso.
Scusa." .
Sgrano immediatamente gli occhi davanti al suo messaggio, visto che, prima d'ora non è mai successo che mi desse buca. Mi sento, immediatamente, più male appena capisco che mi sta evitando. Non posso credere mi lascerà davvero andare via per quello che è successo!
A Drefo❤💛:
"Elia, perché?
Dimmi che non
è come penso."
Da Drefo❤💛:
" Non so di che
parli. Sono bloccato
in aula."
A Drefo❤💛:
" Non mentirmi
anche tu, ora...
Per favore, Elia."
Da Drefo❤💛:
" Ellie, basta! Non
posso uscire, non
insistere."
A Drefo❤💛:
"Pensavo che non ti
saresti mai comportato
così con me. Vabbè, fai
un po' come vuoi, vuoi
evitarmi? Va bene!".
Invio il messaggio e blocco il cellulare, per poi rimetterlo in tasca, stanca ed esausta da tutto. Da tutto il casino che è la mia vita, stanca di sbagliare, stanca di perdere e ferire chi amo.
- La prof mi ha mandato a cercarti.- Salvatore attira la mia attenzione, strappandomi via dai miei tristi pensieri - Pensava tipo ti fossi persa, o qualcosa del genere!-
- No, ho un po' di mal di testa e sono uscita a prendere una boccata d'aria.- cerco di fare un sorriso convincente, ma la sua espressione beffarda mi fa capire di aver fallito miseramente.
- Non ti credo, ti conosco, ti è successo qualcosa, ma so che non me ne parlerai, non sono uno di cui ti fidi.- fa spalluce - Però, se vuoi parlare, io sono sempre qua!-.
Mi fa un po' strano averlo qua davanti, che mi offre il suo aiuto, dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto quello che mi ha fatto. Da una parte mi sembra davvero cambiato, ma dall'altra parte ho ancora timore di farlo avvicinare a me. Le cicatrici sono ancora aperte, e non parlo di quelle sulla pelle.
- Lo terrò a mente, se mai mi servirà.- gli rispondo, cercando di non essere troppo acida, visto che lui sta solo cercando di darmi una mano.
*
Sento il campanello suonare e appoggio il budino, che mi stavo per mangiare, sopra il tavolo.
Sono le quattro del pomeriggio e sinceramente non ho idea di chi possa essere, non sto aspettando nessuno.
Mi alzo dalla sedia e mi dirigo al portoncino, con aria curiosa. Spalanco la porta e i miei occhi si scontrano con quelli castani di Luca, sembrano occhi nervosi... incredibile come le mie farfalle inizino a svolazzare immediatamente.
- Luca?- chiedo, confusa e meravigliata dalla sua presenza. Era l'ultima persona che mi aspettavo di vedere qua, se devo essere sincera.
- Io non ho nessun'altra!- si avvicina a me di scatto e afferra il mio viso, per poi baciarmi. Resto interdetta, non aspettandomi questo suo gesto, ma poi ricambio.
È un bacio pieno di rabbia, di passione e voglia di dimostrarmi, in qualche modo, che sono l'unica per lui.
Mi spinge dentro e si chiude la porta alle spalle, senza mai smettere di baciarmi. Porto le mie mani sul suo petto e lo accarezzo dolcemente, mentre lui mi fa camminare fino alla mia camera, dove chiude la porta. Mi fa appoggiare con le spalle a quest'ultima e mi leva il maglione, facendomi rimanere in canottiera.
Le sue labbra si posano sul mio collo e poi sulla mia spalla nuda, lasciandomi alcuni baci.
Sento il cuore andare veloce e gli levo il giubotto, mentre cerco il suo sguardo, che lui sembrerebbe star evitando.
Per un attimo mi viene in mente il bacio con Elia e il senso di colpa torna a farsi vivo... Ma non posso rovinare la mia storia d'amore per un errore, assolutamente, così scuoto la testa e mi concentro nuovamente sui baci di Luca.
Mi fa fare mezzo giro e mi spinge leggermente verso il mio letto, facendomi sdraiare, per poi coricarsi anche lui, tenendo un braccio teso sul materasso, per non pesarmi.
Lo bacio nuovamente sulle labbra e chiudo gli occhi, assaporandomi il momento.
Spazio me:
Voglio spendere due parole per la tragedia accaduta al concerto di Gionata. Sono profondamente addolorata per le sei vittime, nessuno merita di morire in questo modo, tantomeno in un posto dove si va per divertirsi. Sappiamo tutti quali sono le cause che hanno scatenato la tragedia e trovo INACCETTABILE che le persone se la stiano prendendo con Gionata. La sua musica potrà non piacervi, potrete non condividere il suo stile di vita, ma mai, e dico mai, dovreste permettervi di insultarlo, augurargli del male e dargli le colpe per qualcosa che non ha fatto. Ha 26 anni, sta realizzando il suo sogno e voi state solo buttandogli merda addosso perché si fa le canne e perché nelle sue canzoni ci sono contenuti espliciti. Commenti ignoranti, retrogradi, cattivi, assurdi. Ho letto di tutto e ho fatto del mio meglio per far cambiare idea a queste persone, ma con scarsi risultati, la gente sciocca non cambia idea. Certa gente, forse, è meglio lasciarla perdere, anche se delle volte è complicato non rispondere a parole piene di odio, odio inutile.
Dovreste pensare alle vittime, pregare per loro, non spingere Gionata giù, come se non fosse già dispiaciuto di suo.
Cogliamo l'occasione per renderci conto che la vita è un dono, che la vita non va sprecata e che dobbiamo amare ogni giorno, non odiare una persona solo perché è diversa da noi.
Amore, non odio.
La musica unisce, la musica non ammazza.
Vanno puniti i colpevoli, non vanno sparate sentenze a caso.
Ho deciso di scrivere il capitolo per smettere di stare su Twitter a prendermi nervoso per colpa di persone che sono nemmeno definibili essere umani.
Scusate lo sfogo, ma avevo assoluto bisogno di dirlo, e mi sembrava giusto farlo.
A presto 🙏🏽
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