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Capitolo 68.

Elia parcheggia davanti a casa mia e appoggia una mano sulla mia, che tengo appoggiata sulla gamba, così mi giro verso di lui.

Ho gli occhi colmi di lacrime, le quali sto cercando di non far scendere, non devo piangere, non posso.

- Piccola...- mi obbliga a un contatto visivo e mi accarezza piano il viso - Mi dispiace vederti così affranta Ellie. Vorrei che pensassi che lui non lo sta facendo per male, insomma sta sbagliando, ma sono sicuro ci sia un motivo per il quale si sta comportando così e non vuole ferirti.-

- Come fai a trovare sempre un modo per giustificarlo? Perché io non riesco, non ce la faccio proprio.- apro la bocca per riprendere fiato, mentre una lacrima sfugge al mio controllo e mi maledico mentalmente - Sono così delusa dal suo comportamento, non riesco a capire perché mi ha trattata così, ero solo preoccupata per lui!-.

Per tutto il viaggio in macchina non ho fatto altro che pensare a lui, alla discussione che abbiamo affrontato, al suo modo modo di fare sfuggente e menefreghista. Sono sicura mi stia mentendo. Lo conosco troppo bene.

La mano di Elia si posa sul mio viso e mi accarezza dolcemente il viso, asciugando la parte di pelle che la lacrima mi ha bagnato. - Capirà la stronzata che sta facendo, credimi! Non dimenticare cosa ti ho detto prima, ha amato te dal primo minuto, solo te, mai nessun'altra, sei l'unica per lui.-.

Le sue parole dovrebbero farmi piacere, farmi sorridere, farmi sentire importante, invece scoppio a piangere come una bambina, senza riuscire a trattenermi come invece vorrei. Piango perché lo sento distante da me, e non dovrebbe essere così visto che stiamo provando a ricostruire tutto. Piango perché ho paura, perché sto soffrendo ancora, nonostante mi ha promesso che non mi avrebbe più fatto del male.

Elia sospira debolmente davanti alla mia reazione, quasi come se non sapesse più che dirmi per stare meglio e fosse tremendamente dispiaciuto di questo.

- Sto male, Elia!- confesso, singhiozzando, seppure sia palese - Malissimo, non ce la faccio proprio più. Vorrei allontanarlo da me quando mi tratta così, ma dall'altra parte so che ne morirei. Come posso smettere di soffrire così? Sono stufa di avere il cuore così pesante, stufa Elia...-.

I suoi occhi scrutano attenti i miei, per qualche secondo, finché, inaspettatamente, azzera la distanza tra le nostre labbra. Sussulto immediatamente e lui mi attira leggermente più a sé, per quanto la macchina lo permetta, cercando di intensificarlo maggiormente. Confusa, tra il pianto e il dolore, inizialmente ricambio il suo bacio, appoggiando le mie mani sui suoi capelli. È un bacio differente da quelli di Luca. Le sue labbra hanno un sapore diverso, la sua pelle ha un profumo diverso... insomma, lui non è Luca, e il mio cuore non trova pace con questo bacio, per niente.

Mi allontano di scatto, guardandolo sconvolta, mentre sento un senso di colpa unico farsi spazio nel mio petto. Cosa abbiamo fatto? Ho appena tradito la mia migliore amica e il mio ragazzo in un colpo solo. Ma che razza di persona sono?

- Ellie... mi dispiace! Non volevo.- i suoi occhi diventano ludici in un attimo - Ma cosa abbiamo fatto? Cristo!- sbatte le mani sul volante con nervoso e io lo guardo, leggermente spaventata, non sono abituata a vederlo così.

È sempre lui quello che mi dà la forza per non mollare, ora non posso lasciarlo solo. Sono consapevole della stronzata che abbiamo fatto, ma come posso scendere da questa macchina e fregarmene del suo umore dopo tutto quello che lui ha fatto per me?

Lo stringo forte e lui ricambia, mugugnando qualcosa di incomprensibile, mentre io gli accarezzo delicatamente il collo, cercando di farlo rilassare.

- Era un momento di debolezza, Ellie.- sembra stia cercando di convincere più se stesso che me - Non è significato niente, no? Noi siamo solo migliori amici. Tu ami Luca da impazzire e io mi sto innamorando di Aria, non so perché l'ho fatto.-.

La sua espressione disperata mi fa provare una tenerezza unica, così sospiro e lo stringo più forte tra le mie braccia. - È ok, Elia... questa cosa resterà tra noi.- gli sussurro, cercando di farlo calmare.

- Ora è meglio che vai, è tardi e domani abbiamo scuola.- mi allontana da sé e mi rivolge un sorriso falso, che fingo di non notare, so che ha solo bisogno di digerire quello che è successo.

Mi lancia un'ultima occhiata, come a voler capire come sto reagendo io, che non mi sono ancora espressa. Ma come dovrei reagire?

Annuisco debolmente e gli rivolgo un debole sorriso, prima di entrare velocemente dentro casa, facendo attenzione a non fare troppo rumore, per paura di svegliare mamma.

Salgo in camera con quell'orribile senso di colpa che mi opprime il petto e mi fa provare un senso di nausea e un mal di pancia assurdo. Vorrei dimenticare quello che è successo, ma è impossibile, non credevo sarebbe mai potuta accadere una cosa del genere.

Non provo nulla per Elia, per me è solo un amico, non ho mai pensato a lui in nessun altro senso, e credo che neanche lui l'abbia mai fatto.

Ho il terrore che Luca mi tradisca e poi sono io quella che lo tradisce!? Vorrei sapere cosa ho che non va, vorrei sapere perché non mi sono allontanata più in fretta? Sono una vera stupida.

In più, come ho potuto fare una cosa del genere alla mia migliore amica? Alla persona che mi è stata accanto sempre, che mi ha sostenuta... a mia sorella.

Prendo il telefono in mano e apro la galleria, iniziando a scorrere tutte le foto mie e di Luca. Noi che sorridiamo, noi che ci guardiamo innamorati, noi che ci baciamo.

Scuoto debolmente la testa e tiro su con il naso, cercando di non piangere ancora. Blocco il telefono e lo stringo forte al mio cuore, ranicchiandomi su me stessa, quasi in posizione fetale.

Incredibile come quando abbiamo paura di rovinare qualcosa finiamo per rovinarla noi stessi.

Scoppio, ancora, in un pianto disperato, mentre penso a cosa potrebbe succedere se la storia di questo bacio venisse fuori. Ci sarebbero due storie d'amore distrutte e due amicizie fraterne e solide buttate al cesso.

Chiudo gli occhi, sperando che il senso di colpa svanisca, ma la mia mente non riesce a smettere di pensare al fatto che, forse, sto rovinando, e complicando, la vita a tutti.

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