Capitolo 67.
Elia gira una canna e me la passa, senza nemmeno accenderla prima, così gli lancio uno sguardo interrogativo. - Dai, ne hai bisogno!-.
Annuisco e la prendo, per poi accenderla e fare un bel tiro, cercando di calmarmi.
Alla fine abbiamo deciso di stare in macchina ad aspettare Luca, davanti al suo palazzo. Prima o poi dovrà tornare, ne sono certa. Lancio uno sguardo al mio orologio e mi rendo conto che siamo qua da quasi un'ora.
Il mio attacco di panico è ormai passato, anche se quella orribile sensazione di ansia mista a terrore è ancora presente ad opprimermi il petto.
- La prima volta che ha posato gli occhi su di me ho pensato che fosse uno stronzo patentato, uno di quelli che ti illudono e poi ti buttano via dopo averti conquistata, quelli che ti usano come ennesimo trofeo, che mi avrebbe presa in giro e io non glielo avrei mai permesso!- sorrido amaramente, mentre faccio un altro tiro e poi la passo ad Elia - Credevo fosse il classico bad boy delle storie cliché... che non sa amare, invece non era così, avevo sbagliato a giudicarlo!-
- Poi cosa è successo? Come hai cambiato idea?- butta fuori il fumo, mentre mi guarda con aria curiosa.
- Ho iniziato a pensare seriamente che fosse diverso quando mi ha difesa dalla professoressa davanti a tutta la classe. Lì credo di essermi resa conto di aver esagerato nel pensare male di lui, non era come si mostrava, aveva qualcosa in più, era speciale. E no, non lo dico tanto per dire, lo penso sul serio.-
- Sai, mi ricordo la prima volta che mi ha parlato di te!- fa ancora un tiro e poi mi ripassa la canna - Venne da me con gli occhi che brillavano e capii subito che era felice. Gli chiesi che avesse e mi parlò di te. Ricordo che mi disse che tu lo respinsi e si mise a ride. Non capivo perché ridesse, così glielo chiesi e mi disse che non capivo nulla, che eri quella giusta, perché gli avevi tenuto testa e non eri caduta ai suoi piedi come le altre. Non mi parlava mai di nessuna e mi bastò questo per capire che era davvero sincero.-.
Rimango ferma a guardarlo, con la canna tra le mani e la bocca mezzo aperta, quasi scioccata da questo racconto. Non credevo di averlo colpito da subito, dopo averlo trattato male per giunta.
Faccio per rispondere, ma la luce di un paio di fari illuminano l'interno della nostra macchina, facendoci così girare di scatto. I miei occhi riconoscono immediatamente la carrozzeria rossa della macchina di Luca. Trasalisco ed Elia al mio fianco fa la stessa cosa, mentre il mio cuore accelera in un attimo.
Passo la canna al mio migliore amico e poi scendo dalla macchina e mi avvicino a quella di Luca, che sta finendo di parcheggiare. Spegne il motore e scende immediatamente, mettendosi davanti a me.
Il suo sguardo è un misto di preoccupazione, meraviglia e rabbia, insomma, non promette nulla di buono. So per certo che finiremo a litigare.
- Dove diavolo sei stato?- gli chiedo, cercando di non mostrarmi troppo nervosa. Sono felice che stia bene, ma sono nervosissima perché mi ha fatta preoccupare e perché è sparito nel nulla.
- Cosa diavolo ci fai tu qua? A quest'ora poi.- il suo sguardo diventa ancora più freddo - Tu sei pazza!-
- Pazza? Ma stai scherzando? Luca, sono le due passate e tu non ti sei fatto sentire per tutto il giorno, dopo essere sparito da scuola senza salutarmi, e io non dovrei essere qua?- io mi chiedo, con quale coraggio osa mostrarsi arrabbiato, è lui quello ad essere in torto, non io.
- Vorrei sapere perché Elia ti asseconda sempre in queste stronzate che ti vengono in mente!- sbraita a pochi centimetri dal mio viso - Ma poi dimmi quando hai intenzione di smettere di fumare erba eh.-.
Sgrano immediatamente gli occhi davanti alle sue parole. Mentre stiamo litigando mi sgrida? È palese che lo faccia per non essere attaccato.
- Questo ora non c'entra.- scuoto la testa - Dove eri, Luca?-
- Cosa significa che non c'entra? C'entra eccome, non parlo a quest'ora con una che non è in sé, fatti riportare a casa da Elia!- indica la macchina del nostro amico, che è rimasto in macchina per lasciarci la nostra privacy, poi sbuffa.
- Ho fatto qualche tiro, non sono fuori di me. Piuttosto, sai cosa mi manda fuori di me? Il fatto che tu sparisca, ero terrorizzata da morire, ti rendi conto? No, non te ne rendi proprio conto, visto che torni e ti comporti da stronzo. Faresti una più bella figura se chiedessi scusa, invece di rigirare la frittata a piacere tuo! E per la cronaca, Elia mi ha accompagnata perché era, anche lui, preoccupato per te!-
- Smettila di essere melodrammatica!- alza gli occhi al cielo, infastidito, e io mi sento immediatamente ferita e nervosa allo stesso tempo. Gli dà fastidio starmi a sentire?
- Melodrammatica? Dopo che sei finito in ospedale? Dopo che sei stato in coma?- serro la mascella con rabbia e gli prendo il viso tra le mani, obbligandolo a un contatto visivo. I suoi occhi scrutano attenti i miei per qualche secondo, poi si libera dalla mia presa con nervoso, come se non volesse essere toccato da me.
- Vai via, quando sei in te ne riparliamo!- fa per andarsene, ma io lo trattengo. Non gli permetterò di andare via, così, ma stiamo scherzando?
- Hai un'altra, Luca?- gli chiedo, senza mezzi termini. O spaccia o ha un'altra. Ma perché dovrebbe allontarmi se avesse riniziato a spacciare? Si sta comportando quasi come se non gli importasse di me!
- Ma che stai dicendo?- chiede tra il nervoso e lo scioccato - Vedi che sei fatta. Va a casa!-
- La smetti di rispondermi così, diamine?- urlo, senza riuscire a controllarmi, esasperata dal suo modo di fare. - Luca, mi stai facendo impazzire. Sono stata in pensiero tutto il giorno e ora nemmeno mi degni di uno sguardo. Cosa dovrei pensare? Inizialmente credevo stessi spacciando ed ero terrorizzata che potesse succederti ancora del male, ma perché dovresti trattarmi con tale indifferenza se fosse questo il motivo che ti ha tenuto lontano tutto il giorno!?-.
Il moro si guarda intorno per qualche secondo, quasi perso nei suoi pensieri, poi prende un bel respiro e scuote la testa, agganciando i miei occhi.
- Sono molto stanco, va a casa Ellie.- mi lancia un'ultima occhiata e si gira di spalle, andandosene via. Io resto immobile e lo guardo attraversare la strada e poi sparire all'interno del suo palazzo. Cosa altro potrei fare?
Lui non vuole parlarmi, non vuole darmi risposte, e io non so cosa gli stia passando per la mente o cosa gli stia succedendo.
Una lacrima mi bagna il viso, ma l'asciugo velocemente e torno da Elia in macchina, con l'amaro in bocca.
Il mio migliore amico sospira, capendo che è andato tutto male, e mi bacia dolcemente sulla guancia, mentre io cerco di non piangere.
Una cosa positiva c'è: almeno lui sta bene.
Spazio me: piccolo regalo a sorpresa! Buonanotte 🖤
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