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Capitolo 66.

Una marea di messaggi da parte mia, ma tutti senza risposta. Ormai è notte inoltrata e io non ho ottenuta una sola risposta da parte di Luca.

Non so se essere preoccupata o se fuori di me dalla rabbia. Non so dove si trova. Ho paura sia in pericolo, e potrebbe esserlo davvero se la pulce che Salvatore mi ha messo nell'orecchio è vera.

Non posso restare qua con le mani in mano, ma non posso nemmeno svegliare mia madre e farmi accompagnare a casa di Luca o uscire per Salerno da sola a quest'ora, anche perché la casa del mio ragazzo non è esattamente vicina alla mia. Così decido di fare la cosa più ragionevole, ossia mandare un messaggio al mio migliore amico.

A Drefo❤💛:
Elia, Luca non mi
risponde ancora e
sono preoccupata.
Ti posso chiedere di
accompagnarmi?

Appoggio il telefono sul letto e mi sciolgo i capelli, che avevo precedentemente legato in una coda alta, in attesa che Elia mi risponda, cosa che accade immediatamente.

Da Drefo❤💛:
A casa sua? Piccola,
è l'una di notte,
dormono tutti...
Al massimo andiamo
fuori a vedere se la
sua macchina è lì,
che dici?

A Drefo❤💛:
Ci sto! Tra quanto
passi?

Da Drefo❤💛:
Mi infilo le scarpe
ed esco di casa, quindi
il tempo di arrivare!

A Drefo❤💛:
Va bene! Grazie,
piccolo Dref 💕

Blocco il cellulare e lo metto a caricare nel frattempo che Elia passa a prendermi. Poi mi levo il pigiama e indosso le cose più comode che ho, senza particolari fronzoli. Ora non mi interessa di essere vestita bene, per niente. Una felpa e un leggins andranno benissimo.
Poi afferro una cuffia blu e la indosso, per ripararmi dal freddo, vista l'ora tarda.

Non so cosa aspettarmi. Non so se troveremo la macchina di Luca lì o se non ci sarà, e non so come potrei reagire se non fosse a casa. Ma, in fin dei conti, come potrei reagire dopo che è stato sparato ed è finito in coma a causa di quello che molto probabilmente lui vede ancora? Sospiro pesantemente e infilo il giubotto, sicura che Elia sarà qua a momenti, poi afferro lo zainetto e scendo giù piano piano, in modo tale che mia madre non si accorga di nulla. Non voglio che si preoccupi e non voglio che la situazione tra me e Luca venga paragonata ancora una volta alla mia vecchia situazione con Salvatore.

Il mio telefono vibra, segnando l'arrivo di un messaggio da parte di Elia, il quale mi avverte che è giù. Prendo un bel respiro ed esco fuori, trovandomi davanti la macchina del mio migliore amico.

Salgo immediatamente nel posto del passeggero e appoggio lo zainetto ai miei piedi, mentre Elia mi obbliga a un contatto visivo e mi lascia una carezza sul viso. Non ho nemmeno aperto bocca, ma so che ha già capito il mio stato d'animo.

- Piccola, vedrai che andrà tutto bene. Sono sicuro che lui sta bene, non gli  succederà più nulla di brutto. In quell'ospedale non ci entreremo mai più!- si sposta i dreads da davanti gli occhi e poi dà un colpo al volante, con frustrazione - Dannazione, perché deve comportarsi così?!-.

Scuoto debolmente la testa e lo stringo forte a me, capendo che anche lui è preoccupato, che cerca di dare forza a me, mentre ha paura per il suo migliore amico, per suo fratello.

Mi lascia un bacio sui capelli, scioglie l'abbraccio e io torno a sedermi comodamente al mio posto, mentre lui parte, senza aggiungere altre parole.

Giro la testa verso il mio finestrino e lascio che il mio sguardo vaghi sulla città e sulle luci che la illuminano. La gente abita ancora le strade, nonostante il freddo e l'ora tarda. Il fatto che le strade non siano deserte mi fanno stupidamente pensare che Luca non potrebbe mai finire nei guai, finché mi ricordo che il posto dove l'avevo visto spacciare era deserto anche in pieno giorno. Logicamente nessuno si metterebbe a vendere droga alla luce del sole, davanti a migliaia di persone che passano e potrebbero fare da testimoni.

Mi sento come in apnea. Non so cosa pensare, non so cosa mi aspetti arrivando davanti al suo palazzo. Ho paura, una di quelle paure che paralizza e fa sembrare come se non ci fosse una via di uscita o un modo per tornare a respirare. Ho le mani e le gambe che tremano, così aumento la temperatura dell'aria condizionata, ma la situazione non cambia, evidentemente il tremore non è dovuto al freddo, ma ad un eminente attacco di panico.

- Ellie, va tutto bene?- annuisco debolmente, mentre lui continua a spostare il suo sguardo da me alla strada - Piccola, respira. Ehi, stai avendo un attacco d'ansia!-.

Sono terrorizzata dalla possibilità di perdere Luca, terrorizzata dalla possibilità di rivederlo ancora su quel dannato letto di ospedale, terrorizzata che possa andare peggio dell'altra volta.

- Mi fermo appena trovo parcheggio, Ellie.- mi informa il mio amico, con un tono di voce preoccupato, ma io scuoto la testa.

- Sto bene, arriviamo da Luca!- ho la voce agitata, mi fa malissimo il petto e sto cercando di fare dei respiri profondi, insomma, non direi proprio che sto bene, ma non possiamo fermarci, devo sapere se è a casa.

Elia imbocca una strada che riconosco immediatamente e dopo circa 500 metri ci ritroviamo davanti al palazzo di Luca. Sento il cuore andare ancora più veloce e scendo dalla macchina, nonostante sia ancora accesa.

Giro su me stessa, lentamente, guardando in tutte le direzioni, alla ricerca della macchina rossa di Luca, ma non c'è nessuna traccia.
Le lacrime mi salgono immediatamente negli occhi e scoppio in un pianto disperato, mentre sento la presenza di Elia alle mie spalle e poi le sue braccia circondarmi i fianchi, mentre cerca di farmi calmare e di non farmi pensare subito al peggio.

Forti singhiozzi abbandonano le mie labbra ed Elia mi fa girare verso di sé e mi stringe forte, mentre io affondo il mio viso nel suo petto.

- Portami da Luca.- un singhiozzo mi costringe a stare zitta - Portami da lui, per favore... Non può essergli ancora successo qualcosa, Elia... per favore.-

- Piccola, lo farei... ma non ho idea di dove sia.- mi stringe maggiormente - Stai calma, vedrai che tra poco arriva. Insomma, sai che gli piace essere in ritardo e farsi attendere sempre.-.

Mi obbliga a un contatto visivo e mi sorride dolcemente, cercando di farmi rilassare un po', poi rinizia a canticchiarmi la solita canzone che mi fa rilassare.

Cerco di concentrarmi sulla sua voce e cerco di tornare a respirare normalmente, ma la mia mente non la vuole smettere di pensare al fatto che Luca potrebbe essere in pericolo.

Amore mio, torna da me.

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