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Capitolo 50.

Luca's pov

Entro in classe appena la campanella suona e mi siedo al mio solito posto, che poco dopo viene occupato anche da Salvatore.

Sbuffo nervosamente e sposto lo sguardo verso la porta, vedendo Ellie entrare accompagnata da Aria. Quest'ultima mi lancia un'occhiata, quasi a volermi studiare, mentre la mia ex ragazza non mi degna nemmeno di uno sguardo.

Passa accanto al nostro banco e la osservo dalla testa ai piedi, quasi volessi captare qualche cambiamento o qualcosa che la possa aver ferita di recente, in particolar modo voglio sapere se il ritorno di questo deficiente che è seduto al mio fianco le ha causato danni.

Però non trovo nulla che confermi le mie teorie. Sembra essere come sempre, o magari è solo brava a nasconderlo.

- Rischi di consumarla.- sposto lo sguardo verso Salvatore, girando la testa leggermente verso sinistra, sentendolo parlare - Ellie intendo, te la stai mangiando con gli occhi-.

- Non mi pare di averti fatto capire che ho voglia di fare amicizia con te.- sbraito - Perciò vedi di stare al tuo posto-.

- Ce l'hai con me e nemmeno mi conosci, devi essere molto frustrato, evidentemente. - alza gli occhi al cielo, con fare annoiato.

Decido di ignorarlo, prima che si ritrovi con il mio pugno sulla sua faccia per fargli chiudere la bocca.

- Perché non mi rispondi?- continua a insistere - Non mi pare di averti fatto nulla-.

Stringo i pugni con rabbia e continuo a ignorarlo. Cosa gli dovrei dire? Che più mi sta accanto più rischia di perdere la sua stupida vita? Che in ogni momento vorrei farlo fuori per tutto il male che ha fatto ad Ellie? Per averle portato via gli anni in cui poteva essere una ragazzina spensierata e averla trascinata sul fondo e averlo fatto conoscere un mondo pieno di merda, che conosco benissimo in quanto lo vivo in prima persona, che nonostante non sia più un bambino a me fa ancora paura, perché è una trappola mortale!?

Odio sapere che è cresciuta troppo in fretta per colpa di questo bastardo. Si è comportata male con me, è vero, ma non posso smettere di amarla e di desiderare il suo bene, di volere la sua protezione.

Palena entra in classe e mi rivolge immediatamente uno sguardo schifato, così io abbasso lo sguardo e inizio a buttare giù varie rime, per distrarmi e non sbottare contro la professoressa, rischiando che mi sbatta fuori.

Solo tu sai controllarmi.
Ho fatto passi da giganti.
Ho lasciato dietro gli altri e pure te.
Ci sembrava tutto nostro.
Ma non era tutto apposto.
Questa qua che mi sta addosso.

Guardami negli occhi.
La mia vita è un rally.
Sto tra curve e fossi.
Sempre stati svegli.
Combatto coi mostri, tu non mi conosci. 

Smetto di scrivere sentendo la prof fare il mio nome e alzo la testa, incrociando i suoi occhi. - Hai deciso di tornare?- sorride, ma capisco che è un sorriso falso, in realtà mi vorrebbe fare fuori, ne sono certo.

- Mi dispiaceva lasciarla sola.- rispondo, con mezzo sorriso stampato sul volto - Ed eccomi qua-.

- Vedo che il tuo essere spiritoso è rimasto tale e quale.- apre il registro e poi ripunta i suoi occhi su di me - Comunque sei interrogato-.

Alzo gli occhi al cielo e agito la mano davanti a me. - Non sono pronto oggi.- scrolla le spalle, per poi iniziare a giocherellare con la penna.

- Vorrei poter dire che sono meravigliata, ma non è così.- scuote la testa - Le persone non cambiano mai, vorrà dire che ti sei affezionato a questa classe e vuoi stare qua per tutta la vita-.

- Forse ha ragione- l'assecondo, facendole l'occhiolino e sorridendo, nonostante mi stia venendo un gran nervoso. So cosa pensa di me, so che non valgo niente per lei, so che mi reputa un rifiuto umano.

Sospiro debolmente e torno a scrivere.

Diceva a quelli come me non valgono.

- Che scrivi?- alzo gli occhi al cielo, ancora, sentendo Salvatore intromettersi in cose che non lo riguardano.

- Mille modi per ammazzare chi mi parla quando ho le palle girate.- rispondo sarcastico, con un sorrisino finto che mi si increspa sulle labbra - Ti interessa ancora?-.

- Sei tutto fuorché simpatico, eppure si parla bene di te in giro, se non si considera quello che dice Giulio, ovvio.- fa spallucce - Quindi, tutto questo, non fa che confermare che ce l'hai contro di me e basta-.

- Sei perspicace eh- scuoto la testa - ce la fai a lasciarmi in pace, una volta per tutte?-.

Lui alza le mani in segno di resa e io torno a scrivere e scarabocchiare il foglio, finché sento la professoressa dire ad a Ellie di recarsi a recuperare le fotocopie che ha lasciato nel piano di giù, per poi chiedere chi ha voglia di accompagnarla, visto che sono tante. Salvatore fa, immediatamente, per offrirsi volontario, ma io scatto in piedi anticipandolo sul tempo.

- L'accompagno io.- mantengo un tono pacato, nonostante senta miliardi di emozioni scatenarsi in me.

La Palena annuisce immediatamente, come se non aspettasse altro che liberarsi di me per un po', e magari è proprio così.

Ellie esce velocemente dalla classe, senza naturalmente aspettarmi, e io la seguo fuori, afferrando la giacca, dove ho l'erba.

- Ti stai calma?- le chiedo alzando la voce, così lei si ferma qualche metro davanti a me - Sono venuto per aiutarti, non per rincorrerti per tutta la scuola-.

- Non ho bisogno di te.- la raggiungo e vedo i suoi occhi brillare, mi rendo conto immediatamente che sono rossi.

- Hai pianto?- chiedo, volendo capire il motivo dei suoi occhi così strani.

- No, ma poi cosa te ne importa a te?- quasi urla - Mi hai abbandonata dandomi della zoccola, perciò-.

- Hai fumato erba?- chiedo, rendendomene conto all'improvviso, i suoi occhi rossi, lucidi, leggermente chiusi, come ho fatto a non arrivarci prima?!
Capisco di averci preso quando lei, invece di rispondere, si volta di spalle e fa per andare via, ma io la fermo - Oh, sto parlando con te-.

- Ah, ora stai parlando con me.- ride senza umorismo - Ma guarda un po' tu, ora fingi che ti interessi di me? Fatti gli affari tuoi, non te ne deve fregare nulla della mia vita, D'orso-.

Mi lancia un'occhiata malefica e si allontana da me, a grandi falcate, lasciandomi qua, nel corridoio, con la rabbia che ammonta in me.

Scuoto la la testa nervosamente e decido di uscire in cortile per fumare un po', tanto lei non ha bisogno di me, no?

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