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Capitolo 36.

- Signorina, credo di vedere più te che la mia famiglia- dichiara l'infermiera, entrando nella stanzetta di Luca, per cambiargli la flebo.

- Ha ragione- sorrido debolmente, guardandola per qualche secondo, per poi spostare nuovamente lo sguardo su Luca.

- Mi dispiace- dichiara dandomi una pacca sulla spalla, prima di uscire dalla stanza, lasciandomi nuovamente sola.

Lancio uno sguardo sull'orologio appeso al muro e sbuffo debolmente, vedendo che mancano solo cinque minuti alla fine della visita. Ogni volta che esco da questa stanza mi sento morire, non vorrei lasciarlo andare... ogni volta che vado via ho paura che sia l'ultima volta che ho potuto passare del tempo con lui.

- Ciao amore mio- gli lascio un bacio sulle labbra - ci vediamo domani. Fa il bravo, mi raccomando. Aspettami, appena esco da scuola verrò qua, non farmi brutti scherzi eh-.

Gli regalo una delicata carezza sul viso, poi mi infilo il giubbotto ed esco dalla stanza con una forte malinconia che mi soffoca il petto.

Quanto è difficile lasciarlo qua ogni volta?! È come lasciare una parte di me.
Solitamente la presenza di Elia mi aiuta tanto a rendere meno doloroso questo momento, ma oggi non è potuto venire con me, perché doveva studiare per un'importante verifica, che pare abbia già saltato tre volte. La professoressa l'ha minacciato dicendogli che gli avrebbe lasciato la materia a settembre se avesse continuato così, perciò l'ho obbligato a stare a casa a studiare, e sono felice che mi abbia dato ascolto.

Scendo le scale lentamente e mi sistemo la sciarpa attorno al collo, prima di uscire dall'ospedale, immaginando il freddo pungente che ci sia.

Inizio a camminare e noto che l'asfalto è bagnato, segno che deve aver piovuto quando ero dentro. Sospiro debolmente, è ormai buio, e perciò mi dirigo velocemente alla fermata del bus, perché stare in giro a quest'ora, da sola, non è proprio la cosa migliore.

- Eccoti- sussulto sentendo la voce di Giulio dietro di me - sapevo che ti avrei trovato qua-.

Mi giro di scatto e indietreggio di qualche passo. La sua presenza mi spaventa e mi sbalordisce allo stesso tempo.

- Cosa vuoi da me?- chiedo schietta, sperando che il bus arrivi in fretta.

- Sapevo che Elia non ti avrebbe accompagnato, vi ho sentiti parlare- confessa con naturalezza, incrociando le braccia al petto - perciò eccomi qua. Abbiamo un conto in sospeso-.

I suoi occhi brillano maliziosamenti e io indietreggio ancora, spaventata.

Il biondo prevede la mia mossa e scatta in avanti, afferrandomi, in modo tale che non abbia la possibilità di andarmene.

- Ellie Rinaldi, il tuo modo di fare mi sta dando parecchio fastidio ultimamente- ringhia a un centimetro dal mio viso - ma allo stesso tempo mi fa impazzire, sapessi quanto penso a te- il suo tono si calma e inizia a sussurrare al mio orecchio - ti sogno, ti voglio, da impazzire-.

Mi lascia un bacio sul collo e rabbrividisco, schifata dall'idea di avere le sue labbra su di me, mentre lui appoggia le mie mani sui miei fianchi e mi attira più a sé.

Non riesco a crederci. Non riesco a credere che siamo arrivati a questo punto. Che Giulio sia passato dal prendermi in giro, all'insultarmi, all'alzarmi le mani, al mettermi le mani addosso dicendomi che mi desidera.

Gli do una spinta e lo allontano da me, meravigliandomi, evidentemente non si aspettava che avessi la lucidità di reagire.

- Non so cosa tu ti sia messo in testa- urlo, pulendomi il collo, come a voler eliminare il momento in cui mi ha baciata - ma io non voglio avere a che fare con te, non mi metterei mai con te. E, inoltre, amo Luca! Luca è la mia vita, Luca è l'unico che io voglio, e lo aspetterò, non ti azzardare mai più a trattarmi così, oppure ne parlerò con Elia, perché sono stufa di te-.

- Tu non parlerai di me con Elia e con nessun altro- mi punta un dito contro con fare minaccioso - oppure non mi limiterò alle parole, sta attenta a te, Ellie. Non te lo ripeterò una seconda volta-.

Mi fulmina con lo sguardo e poi va via, alzandosi il cappuccio sulla testa, come per passare inosservato e confondersi con la notte.

Mi mordo nervosamente il labbro inferiore, cercando di non scoppiare a piangere qua, nonostante non ci sia nessuno. Non voglio salire sul pullman e attirare l'attenzione.

Mi sento persa, sempre di più. La lontananza con Luca, la possibilità che non si svegli più, Giulio e le sue molestie, io che mi sento fuori luogo e lontana da praticamente tutti. Mi sento un'aliena, non trovo più motivi per andare avanti, non trovo una persona su cui appigliarmi.

Sto rovinando lo splendido rapporto con mia madre, sto allontando Aria, mi sto facendo del male non mangiando quasi nulla. Mi sento sempre più debole, sia fisicamente che mentalmente, e non riesco a fermare tutto questo.

Lo vorrei, ma non ce la faccio. Mi sento in gabbia, mi sento schiava di un circolo vizioso, dal quale non riesco ad uscire.

Ci sono notti in cui mi prometto di essere più forte il giorno dopo, di non trattare male chi mi è affianco, ma puntualmente, quando mi sveglio e inizio la giornata, rovino tutto e mando al diavolo quelle promesse.

Forse questo mi rende debole, non lo so, so solo che non posso fare altrimenti.

È incredibile come Luca sia diventato indispensabile nella mia vita in così poco tempo. Tanto da reputarlo il ragazzo che amo, il ragazzo con cui voglio passare i miei anni, il ragazzo migliore che io abbia mai conosciuto... Non posso pensare alla possibilità di perderlo, non posso credere che quest'evenienza si possa realizzare.

Vedo un bus avvicinarsi e rilascio un sospiro di sollievo quando vedo che si ferma davanti a me, perciò è il mio.
Le portiere anteriori si aprono e aspetto che scendano due persone, prima di poter finalmente salire sul pullman.

Cerco il primo posto libero e mi siedo, appoggiandomi lo zainetto in braccio, per riscaldarmi un po', visto che sto gelando.

Mi infilo le cuffiette nelle orecchie e faccio partire una nota vocale che mi aveva mandato Luca una notte, dove mi diceva che mi amava, che mi avrebbe voluta vicina mentre realizzava il suo sogno, e poi si mise a rappare un pezzo, dicendomi che l'avrebbe voluto inserire in un suo futuro disco.

Sento il cuore scaldarsi appena la sua voce risuona nelle mie orecchie e chiudo gli occhi, sognando di averlo accanto a me, ancora.

Mi concentro sulla sua voce e cerco di scacciare via i brutti pensieri, di dimenticare tutto per un attimo.

So che questa è un'illusione, ma è una bellissima illusione, che permette al mio cuore di non sgrettolarsi del tutto.

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