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Capitolo 16.

Luca mi manda un messaggio dicendomi che è arrivato e io esco per strada, stranita dal fatto che non abbia suonato il campanello.

La sua macchina rossa entra nella mia traiettoria e io mi avvicino, per poi bussare al finestrino, in modo tale da attirare la sua attenzione.

Blocca il telefono e lo appoggia sul sedile del passeggero, per poi aprire la portiera e scendere.

-Ehi bambolina- il suo sguardo sembra spento e triste - vieni qua-.

Fa per attirarmi a sé, ma io indietreggio. Non funziona così. Prima mi ha trattato di merda e ora mi vuole stringere come se nulla fosse? Proprio no.

- Che vuoi, Luca?- chiedo fredda, mentre lui mi guarda male, suppongo per il fatto che mi sono allontanata da lui.

- Mi dispiace, te l'ho già detto prima- sbuffa - cosa altro vuoi che faccia?-.

- Dirmi la verità- rispondo ovvia - voglio sapere tutto-.

I suoi occhi scintillano e mi rendo conto che si sta innervosendo nuovamente.

- Non ti dirò nulla- alza il tono di voce, senza riuscire a contenersi - è troppo pericolo. Non è che io voglia tenerti all'oscuro di tutto perché mi diverte, ma solo per proteggerti. Sei troppo pura e non voglio sporcarti-.

- Voglio aiutarti- il mio tono di voce è supplicante - sono abbastanza forte da affrontare qualsiasi cosa. Fai decidere a me se voglio sporcarmi o no-.

- Ti avevo detto che sarebbe stato difficile stare con me, perché faccio una vita di merda che mi tiene impegnato- digrigna i denti - tu hai detto che eri d'accordo con quello che facevo e che volevi stare con me a tutti i costi. Com'è che adesso hai cambiato idea?-.

- Luca, ti rendi conto in che condizioni eri ieri notte?- chiedo con tono sostenuto, mentre sento gli occhi pizzicarmi - Quando ti ho visto cadermi davanti ho avuto paura. Paura che stessi troppo male per riprenderti. Paura di perderti. Non si capiva quali ferite avessi-.

- Mi dispiace, non dovevo venire a casa tua ieri- sospira - non dovevi vedermi così debole-.

- Ma stai scherzando?- chiedo nervosa - Non è quello che ti sto dicendo. Io voglio aiutarti, non voglio che tu sparisca quando stai male, rischi di uccidermi per la preoccupazione. E vedo che stai ancora male, nonostante cerchi di nasconderlo-.

Si passa la mano sul viso, in maniera frustrata, mentre io singhiozzo, non riuscendo a trattenermi. Mi sento sotto pressione, sono preoccupata e ho paura per lui.

Perché non lo capisce? Non si rende conto di come sto. Della sgradevole sensazione all'interno del mio stomaco. È come se avessi un peso dentro me, da ieri, uno di quelli che ti condiziona la vita in una maniera assurda.

Non penso ad altro che a lui insanguinato, sono terrorizzata dal fatto che possa succedere qualcosa di peggiore.

- Non fare così- si avvicina a me e mi attira tra le sue braccia, stringendomi forte - io sono qua! Non mi succederà nulla. Fidati di me, io voglio proteggerti, se fossi te non vorrei mai entrare a sapere i dettagli della mia schifosissima vita. Ti prego, non insistere-.

Singhiozzo più forte, mentre le lacrime iniziano a scendere giganti dai miei occhi.

Lo stringo forte a me e lo sento sussultare, così mi allontano leggermente e gli lancio un'occhiata stranita e interrogativa.

- Non è nulla- mi accarezza dolcemente il viso - mi fa un po' male la ferita sul petto, ma passerà-.

Mi asciuga delicatamente le lacrime, senza sganciare il mio sguardo. Poi appoggia le sue labbra sulle mie, dando vita a un dolce bacio, uno di quei baci che sembra volerti aiutare.

- Sono qua- mi lascia un altro piccolo bacio tra le labbra - non allontanarti da me... Ti prego-.

Mi stringe ancora a sé, come se potessi sparire da un momento all'altro. Sembra impaurito, ed è per questo che lo stringo a mia volta, cercando di fargli capire che sono qua.

- Non vado via, scemo- gli lascio un bacio sulla guancia sinistra - sarò qua e anche se non vuoi dirmi che succede io ti aiuterò, sempre-.

- Sono fortunato ad averti incontrata- disegna il profilo del mio viso con il suo indice - non so come sia possibile, ma tu sei diversa, con te sono entrato subito in sintonia-.

- Stessa cosa per me- sussurro debolmente, sorridendo - sei prezioso per me, lo sai-.

Appoggia la sua mano sul mio viso e mi bacia nuovamente, mentre io cerco di godermi le emozioni che mi trasmette, cercando di non pensare a tutto il casino creatosi.

*

- Ma quante uova ci vogliono?- chiede Luca, con il mestolo in un mano e un guscio di uova nell'altro - Ne ho messo tre-.

- Altre due- rido vedendo che ha il viso sporco di farina - non bastano tre-.

Lui annuisce e aggiunge le uova, per poi mescolare l'impasto, mentre io mi avvicino a lui e lo ripulisco dalla farina con uno strofinaccio.

Lui appoggia il mestolo sul tavolo e mi prende lo straccio per ripulirsi le mani, che poi appoggia sui miei fianchi.

Abbiamo deciso di fare un dolce, dopo aver visto un horror, così per passare il nostro tempo, visto che nessuno dei due aveva voglia di uscire, ma devo ammettere che siamo un vero disastro a cucinare. Abbiamo iniziato da pochissimo e la cucina è già un porcile.

Luca mi fa appoggiare alla mensola, poi si mette davanti a me e mi scruta attentamente.

- Sai di essere dannatamente bella?- sorride sghembo - Non so starti alla larga-.

- Non farlo- rispondo sussurrando - non starmi lontano.-.

Mi alzo leggermente sulle punte e anniento la distanza baciandolo. Lui ricambia immediatamente, senza esitazione, mentre mette le sue mani sulla mia pancia, sotto la mia maglia.

Sussulto al contatto delle sue mani fredde sulla mia pelle e lo sento sorridere nel bacio. I brividi mi attraversano dalla testa ai piedi, mentre porto le mie mani sui suoi capelli, accarezzandolo.

- Sai di cioccolato- ride - sai che dobbiamo metterlo nella torta e non mangiarlo prima, altrimenti non ne rimane?-.

- Sei un idiota- gli do un colpetto scherzoso sul braccio - ce n'è abbastanza anche per la torta-.

Lui scoppia in una fragorosa risata, e io gli accarezzo le labbra dolcemente, percorrendo le ferite.

- Sto bene- commenta, vedendo che sono diventata seria tutt'a un tratto - non preoccuparti-.

Mi obbliga a un contatto visivo alzandomi il mento, per poi regalarmi un sorriso per convincermi maggiormente delle sue parole.

-Forza- gli stampo un casto bacio e poi mi allontano da lui, prendendo il mestolo in mano - finiamo questo dolce, sono sicura che sarà buonissimo-.

Continuo a preparare la torta e nascondo un sorriso vedendo, con la coda dell'occhio, il modo in cui mi sta guardando lui.

È la cosa più bella che mi sia mai capitata.

Nota: hi, spero che il capitolo vi piaccia!
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Grazie di tutto, al prossimo 🌹🖤

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