12 capitolo
Siamo a vedere una partita, Colin sta giocando molto bene ma lo vedo un po' stanco. So che in questi giorni non ha dormito bene ma non mi ha voluto dire il motivo, ed io non ho insistito.
Ovviamente è il migliore in campo ed ha già portato in casa due goal.
Mi dispiace vederlo così, stasera dato che sarà con noi a mangiare il ramen gli voglio chiedere cosa abbia.
I miei amici stanno urlando ma io sono concentrata sul mio telefono. Ho fatto finalmente l'iscrizione a patente e oggi vorrei dirlo ai miei amici, sono così fiera di me stessa.
Sto fissando le cose che mi sono studiata oggi, domani avrò la prima lezione e non vedo l'ora.
La partita finisce con l'Arsenal vincente, vedo Colin fare festa in campo con i suoi compagni.
Si avvicina ad alcuni fan e si toglie la maglia firmandola, la da ad un bambino.
Che corpo perfetto... lo stanno fissando tutti.
Mi schiarisco la voce seguendo i miei amici fiori tra spintoni e tifosi che urlano ancora.
<<Che fisico che ha quel ragazzo>> esclama Diego facendo annuire tutti, anche me.
Tutti mi fissano curiosi, alzo le spalle accendendomi una sigaretta per cercare di non arrossire.
So a cosa stanno pensando ma non voglio parlarne, tra me e Colin non ci potrà mai essere nulla.
Ha un corpo perfetto, ma no.
Ha dei capelli color cioccolato sempre spettinati che vorrei accarezzare, ma no.
Ha quegli occhi color caramello che mi fanno arrossire, ma no.
È simpatico.
Gentile.
Dolce.
Sexy.
Arrogante.
No.
Cassie smettila.
Devo finirla di pensare a lui in quel modo.
<<Eccolo il campione!>> urlano in coro dei ragazzi quando vedono Colin, ride facendo delle foto con loro e fa anche qualche autografo. Mi guarda negli occhi profondamente facendomi un sorriso che mi fa raggelare subito sul posto da quanto è dannatamente sexy.
Le mie amiche mi guardano divertite, le guardo malissimo.
<<Non è come pensate, non fate quelle facce! Non mi piace Colin>> borbotto.
<<Vi morite dietro e lo vedono tutti>> risponde Alyssa, roteo gli occhi spegnendo la sigaretta.
<<Siamo solo amici, nulla di più e non ci sarà mai niente tra di noi, fatevene una ragione. Colin non è fatto per me, ed io non sono fatta per lui.>> il diretto interessato viene verso di noi ma ovviamente tanti lo fermano facendo foto, è assurdo quanto lui non dica niente.
Ama davvero tanto quello che fa, ne sono sicura ma dovrebbe prendersi delle pause qualche volta.
Tipo oggi, dato che lo vedo più spento del solito.
<<Secondo me siete fatti per stare insieme. Due gnocchi come voi>> esclama Raissa facendomi ridere, Thomas le dà ragione annuendo.
<<Siete inquietanti voi quattro>> i miei amici mi sorridono alzando le spalle.
<<Eccomi ragazzi, prontissimo per il Ramen. Cassie vieni con me?>> annuisco.
Voglio parlare con lui, lo seguo in macchina.
Mette il borsone nel bagagliaio e saliamo in macchina. Metto la cintura e lo stesso fa lui. Mette in moto cominciando a guidare dopo aver messo il posto in cui dobbiamo andare.
Restiamo in silenzio per un po', non voglio fargli pressione sul parlarmi o meno.
Conosco da poco Colin ma so che se vuole parlare lo fa da solo.
<<Ti è piaciuta la partita?>>
<<Sei stato bravo>> rispondo facendolo sorridere, alza le spalle mordendosi il labbro inferiore.
<<Solo bravo?>>
<<Non essere modesto>> ridiamo insieme, lo guardo. Ha un po' di barbetta che come dico sempre, gli dona un sacco. Indossa un paio di jeans ed una maglietta bianca che aderisce perfettamente al suo corpo statuario, a maniche lunghe della Nike.
<<Sai che sono sempre modesto>> annuisco mordicchiandomi il labbro inferiore.
Vorrei chiedergli subito cosa gli passi per la testa ma non voglio davvero fare nessuna pressione.
Colin è un ragazzo molto dolce, e l'ho capito solo da poco.
Ha i suoi momenti e non gli piace molto parlare di se stesso.
<<Senti, dimmi cosa vuoi chiedermi>>
<<Che?>> domando confusa, alza gli occhi al cielo divertito. Picchietta le dita sul volante, lo fa molto raramente ma ho notato davvero che la fa quando si stressa.
<<Ti conosco oramai, chiedi Cassie>>
<<Okay okay, perché sembravi un po' spento in campo?>> sussulta guardandomi sorpreso.
Accosta in una strada passandosi poi una mano tra i capelli. Picchietta nuovamente le mani nervosamente sul volante, così senza pensarci due volte porto una mano sulla sua e gliela stringo dolcemente per fargli capire che di me può fidarsi e che ci sono per lui.
<<Ieri era l'anniversario della morte di mia madre, quindi sono un po' spento per questo. Credevo di aver giocato bene però, maledizione>> il mio cuore si stringe per ciò che mi ha detto.
So che è morta e so quello che ha dovuto passare.
Scuoto la testa, e mi stringo a lui.
<<Hai giocato da Dio, Colin>> ammetto, mi stringe forte a se stesso e lo rassicuro che ha dato il massimo. Mi ringrazia, con voce dolce ed io resto stretta a lui per un altro pochino.
Il suo profumo mi invade le narici, lo sento fino alle ossa. Il mio telefono squilla, così devo staccarmi da lui e gli sorrido imbarazzata.
Guardo chi mi chiama, mia nonna.
<<Ciao nonna>>
<<Tesoro, torni a dormire?>> chiede mia nonna a bassa voce.
<<Si, come sempre. Che succede?>> lei si schiarisce la voce, inarco un sopracciglio mentre Colin mi guarda divertito mettendo di nuovo in moto, mettendosi in strada nuovamente.
Mia nonna non mi ha mai chiesto se torno a dormire o meno, ed è davvero strana come cosa.
<<Tuo padre è qui.. ora è in bagno. Non tornare stasera>> il telefono mi cade dalle mani.
Non sento più niente, il mio cuore si ferma. Le lacrime cominciano a rigare il mio viso.
No.
No!
Questo è un incubo.
Non è possibile.
Cosa diavolo ci fa lui qui?!
Ho il fiato corto, non riesco a respirare.
Sento qualcuno che mi scuote, che mi chiama ma non riesco a concentrarmi.
Inizio Flashback
<<Ti sembra l'ora di tornare puttana che non sei altro?>> tuona il mostro dandomi uno schiaffo.
Stringo gli occhi mordendomi la lingua per non rispondere nemmeno, mi spinge a terra.
<<Sono andata a comprare le birre che mi hai chiesto..>>
<<Oh si certo! E ci hai messo una vita?!>> mi tira un calcio nello stomaco. Mi scuso, non voglio essere picchiata nuovamente.
Fine Flashback
<<Cassandra, mi senti? Ehi, cazzo. Ascolta il suono della mia voce>>
<<Cassandra sono qui, torna da me ti prego!>> guardo sconvolta il ragazzo accanto a me, che mi sta scuotendo.
Sono spaventata, sto piangendo, ma ora sono al sicuro.
Colin non mi farà mai del male. Scoppio a piangere come una bambina e mi abbraccia senza dire niente, non voglio parlare di mio padre.
Non voglio parlare con quel mostro.
<<Sono qui>> mi accarezza la schiena facendomi annuire. Lo ringrazio e non insiste sul dirgli quello che mi sta passando, si rimette a guidare quando mi sono calmata.
Mia nonna è sola con quel mostro.
Non posso lasciarla sola, prendo il telefono velocemente con mani tremanti.
Mando un messaggio veloce a Mark e tiro un sospiro di sollievo quando mi risponde che lui è già lì e che non la lascerà sola nemmeno un secondo.
Arriviamo nel parcheggio del ristorante. Sto ancora tremando ma sono più calma. Colin mi guarda prendendomi poi una mano che stringe dolcemente tra le sue.
<<Se vuoi parlare sono qui>> annuisco ringraziandolo e scendiamo dalla macchina.
Vedo le mie amiche che mi fanno cenno con la mano, le raggiungiamo e forse notano che c'è qualcosa che non va perché mi guardano confuse e preoccupate, si avvicinano a me.
<<Che succede?>> chiede Raissa abbracciandomi.
<<Sto bene>> rispondo alzando le spalle, non mi va di farmi rovinare la serata da lui.
Non merita il mio stare male, mia madre ha fatto bene a lasciarlo anche se ha lasciato anche me quando se n'è andata via con un brasiliano.
Mi ha lasciata sola con lui che mi picchiava e se non avessi avuto mia nonna... forse sarei davvero morta.
Scuoto la testa aggiustandomi gli occhiali da sole, loro annuiscono anche se non mi credono.
Devo parlarci ma non mi sembra il momento adesso, devo anche dormire da qualcuno ma non so chi. Chiedere alle mie amiche sarebbe un'idea ma non voglio rovinare le loro serate con i loro ragazzi.
Entriamo nel ristorante, ci fanno accomodare e chiedono un autografo a Colin che annuisce facendoglielo.
Mi dispiace così tanto di essere crollata nella sua macchina, ma questa cosa non può farmi perdere la felicità che ho che mi sono iscritta a patente!
Ci facciamo il nostro ramen, Colin è indeciso e così lo aiuto spiegandogli un po'.
<<Molto piccante? Sei pazzo?>>
<<Bambolina sexy io sono super hot, devo prenderlo>> mi prende in giro, roteo gli occhi divertita spingendolo. Ride abbracciandomi stretta a se stesso.
Diamo i fogli ringraziando la signora, bevo un sorso d'acqua e mi schiarisco la voce.
<<Ragazzi vi devo dire una cosa>> tutti mi guardano curiosi.
<<Ti sei fidanzata?>> chiede Diego facendomi l'occhiolino divertito, scuoto la testa.
Sorrido prendendo il foglio che ho in tasca e lo metto sul tavolo. <<Mi sono iscritta finalmente a patente>> i miei amici si congratulano con me cominciando a farmi mille domande alla quale rispondo felice. Mangiamo il nostro ramen ridendo e scherzando, mi scordo di tutto e sono felice così.
Colin mentre mangia sembra un bambino felicissimo e sono contenta di vederlo così, anche lui non sta passando un bel momento ma sembra in pace adesso, anche se si sta lamentando che brucia tantissimo. Lo prendiamo in giro ma lui si offre lo stesso di pagarcelo a tutti.
Gli diciamo di no ma insiste tremila volte, quindi paga per tutti.
La serata è andata alla grande ma non so davvero dove andare a dormire.
Le mie amiche mi portano con loro in bagno, mi guardano incrociando le braccia al petto facendomi anche ridere perché sembrano proprio dei boss così.
<<Anche se indossi sempre gli occhiali sappiamo quando piangi>> mi avverte Raissa. Sospiro appoggiandomi alla porta, tolgo gli occhiali annuendo.
<<Mio padre è qui>> sgranano gli occhi, mi chiedono cosa ci faccia ma ad essere sincera non lo so nemmeno io, sicuramente vuole soldi e so che mia nonna glieli darà per farlo andare via.
Dico loro che mia nonna mi ha chiesto di non tornare a casa stasera, si offrono di farmi dormire da una di loro ma scuoto la testa mordendomi il labbro inferiore.
<<Non puoi dormire per strada>>
<<Lo so Aly, dormirò in un hotel. Credo che Tanya mi possa fare anche uno sconto>>
<<Non ci fidiamo a lasciarti sola con tuo padre in giro per Londra..>>
<<Non saprà dove sono Rai>> la rassicuro. Loro sospirano annuendo. Mi abbracciano facendomi sorridere, le seguo fuori dove ci sono già i ragazzi che stanno parlando, ovviamente di calcio.
Colin sta fumando...
Lo guardo sorpresa, mi ha detto che fuma solo quando ne sente il bisogno.
Mi avvicino a lui, che mi sorride porgendomi la sigaretta.
<<Vuoi finirla tu?>>
<<Si grazie>> la prendo e fumo con calma guardando il gruppo dei miei amici che oramai sono diventati anche i suoi. Ci salutano e Raissa mi fa cenno di guardare il telefono, così lo faccio scoppiando a ridere perché mi ha inviato delle foto di adesso.
Questa ragazza sa prendere il momento giusto, devo ammetterlo e questa foto è dannatamente bella.
Ci salutiamo ma Colin mi chiede se voglio un passaggio, scuoto subito la testa.
<<Non preoccuparti, faccio una passeggiata prima>>
<<Non ti lascio andare da sola>> sospiro passandomi una mano tra i capelli, lo seguo alla macchina. Non deve portarmi a casa.
Mi farò portare in hotel.
Devo stare alla larga da quello stronzo di Merda.
<<Dormo in hotel stanotte>>
<<In hotel? Come mai non torni a casa?>> domanda salendo in auto, annuisco mettendomi la cintura. Scuote la testa inarcando un sopracciglio mettendo in moto.
Non mi chiede niente, so che non vuole insistere ma devo parlarne con lui.
<<Mio padre ... è da mia nonna. Mi ha chiamata prima dicendomi di non tornare stanotte>>
<<Allora non dormi in hotel>>
<<Non ci torno a casa, Colin!>> scuote la testa stringendo il volante. Si schiarisce la voce.
<<Dormirai a casa mia. Non ti farò sicuramente tornare a casa ma nemmeno dormire in un posto dove lui può trovarti>>
<<No, non dormo da te!>> esclamo scuotendo la testa, accosta in una strada guardandomi nervosamente.
Posa le mani sulle mie spalle ma prima mi toglie gli occhiali da sole.
I nostri occhi si incatenano in un secondo. Sono così perfetti.
<<Non mi va di dormire da te e romperti le palle>>
<<Non me le rompi. Quindi smettila. Domani mattina dopo colazione ti porto a casa>> annuisco.
Mi porge gli occhiali che metto subito, mette in moto cominciando a guidare.
Dormiremo insieme? Oddio spero di no... sarebbe molto strano.
Sarebbe anche bello però... potrei rintanarmi tra le sue braccia perfette.
Faremo colazione insieme domani mattina, poi dovrò tornare a casa spedando che quel pazzo se ne vada e non lo veda mai più.
<<Andrà tutto bene, sei al sicuro con me>> guardo Colin annuendo, mi sento davvero tanto al sicuro con lui e so che mi proteggerebbe da tutto e tutti.
Lo ringrazio facendolo sorridere.
Arriviamo davanti ad un cancello enorme, sgrano gli occhi curiosa. Sorride aprendolo con un telecomando ed entriamo, la villa è enorme per una sola persona, ma ha anche una piscina?!
<<Hai una piscina a Londra?!>>
<<Hm hm, è riscaldata bambolina sexy>> risponde parcheggiando. Ci sono cinque macchine qui! Le guardo sorpresa, credo davvero siano tutte sue.
Entriamo in casa e mi sorprende quanto sia bella. Il fuori è meraviglioso ma anche il dentro non scherza per nulla, è tutto messo per bene con uno stile moderno.
C'è un grande salotto con un divano bianco di pelle, un tavolino dove sopra c'è un posacenere e delle sigarette. Al muro ci sono vari dipinti ed un enorme televisore al plasma.
Mi guardo intorno mentre Colin va a prendere qualcosa in cucina, ci sono molte foto di lui da bambino, un grandissimo camino alla quale mi avvicino meravigliata.
Ho sempre amato i camini, mi rilassano.
C'è anche una grandissima libreria piena zeppa di libri.
<<Sai leggere quindi>> lo prendo in giro divertita, ride porgendomi una birra che prendo molto volentieri e gli sorrido.
<<So fare tante cose, ti potrei sorprendere>> inarco un sopracciglio facendogli un cenno con la testa per proseguire a parlare. Sorride avviandosi verso una stanza, lo seguo bevendo e beandomi di questa casa stupenda.
Entriamo in una sala piena di giochi, una specie di sala giochi. Wow.
Che cosa meravigliosa!
<<Ti sarà costato un sacco!>>
<<Si, l'ho fatta fare da poco ma non sto quasi mai qui>>
<<Come mai?>> domando avvicinandomi al biliardo, mi ci appoggio guardando il ragazzo negli occhi mentre sorseggio la birra. Alza le spalle.
<<Qualche volta vengono i ragazzi dopo una partita ma di solito dopo gli allenamenti come già saprai mi piace dormire in hotel>>
<<Se avessi una villa simile non starei mai da altre parti>> beve un sorso di birra. Mi guardò intorno, la sala è rossa con i led accesi. Ci sono almeno venti videogiochi diversi, anche le macchine. Corro verso una di essi e mi ci siedo sentendolo ridere.
<<Gara?>> chiedo togliendomi gli occhiali perché questa luce da un po' fastidio, annuisce mettendosi sull'altra macchinina.
<<Pronto a perdere?>> Domando divertita con gli occhioni dolci. Fa un sorrisetto.
<<Contaci>>
Stiamo a giocare sulle macchinine, sulle moto e ci sfidiamo ad altri giochi per ore. Quando tutti e due stiamo perdendo colpi ci sediamo sfiniti su un divano in pelle rosso che intona nella stanza.
Mi sono divertita davvero tanto, non so nemmeno che ore siano e non mi interessa.
<<Vuoi parlare di tuo padre?>>
<<Non c'è molto da dire, Colin... erano anni che non veniva a cercarmi. Non so cosa voglia e averlo qui mi fa pensare a tutta la merda che mi ha fatto passare>> ammetto passandomi una mano sul viso, sospira prendendo un pacchetto di sigarette e me ne porge una.
La prendo ringraziandolo, se ne accende una.
<<Una volta sono tornato presto a casa dagli allenamenti e mia madre stava scopando un uomo che non conoscevo, lui non si è nemmeno fermato. Io piangevo, volevo bene a mia mamma ma sapevo che per mandarmi a calcio si prostituiva..>> gli prendo una mano stringendola, lo guardo negli occhi profondamente.
<<Mio padre ci ha abbandonati tante volte, ma quando se n'è andato ero felice ma non ho pensato a mia madre. Ero solo contento che non ci avrebbe più picchiati>> continua a parlare e vedo i suoi occhi scurirsi, il caramello che tanto adoro è diventato più scuro.
Più triste e più spento. Appoggio la testa sul suo petto.
<<Mia madre è scappata con un brasiliano lasciandomi sola con mio padre che mi picchiava>>
<<Lei lo sapeva?>> annuisco sospirando, fumo guardando davanti a me.
Colin posa le nostre mani intrecciate sul mio stomaco, lo sento irrigidirsi alla mia confessione.
<<Non la odio, ha fatto bene. Picchiava anche lei..>>
<<Ma ti ha lasciata a morire lì dentro>> alzo lo sguardo alzando le spalle. Butta la sigaretta e mi abbraccia forte stringendomi così tanto che sento il suo cuore che batte al mio stesso ritmo.
<<Mia nonna mi ha salvato la vita, qualche volta ci litigo ... anzi sempre ma sono contenta di essere con lei>> mi accarezza la schiena baciandomi la fronte, mi stringo di più a lui come se fosse possibile, chiudo gli occhi.
<<Mi presti qualcosa per dormire?>> Domando staccandomi da lui, ride annuendo e ci alziamo tenendoci per mano lo stesso, mi fa vedere il resto della casa.
Ha tre bagni, uno al piano terra, uno al secondo piano ed uno in camera sua.
Ha tre stanze per gli ospiti, ed una per se stesso che è bellissima. Proprio il suo genere, anche il letto ha un lenzuolo del calcio.
<<Sei fissato eh>>
<<Oh si, se ci fai caso in tutta la villa c'è qualcosa sempre che riguarda il calcio>> annuisco, anche nei bagni in effetti ci sono tappetini dove c'è la palla, e anche gli spazzolini sono delle squadre in cui ha giocato.
La cucina è davvero molto bella, ad isola come piace a me.
<<Allora, cosa vuoi per vestirti?>>
<<Va bene anche una tua maglia se vuoi..>> annuisce aprendo l'armadio, ha un sacco di vestiti.
Mi spiega che sono molte sponsorizzazioni che gli rimangono, annuisco prendendo la sua maglia da calcio facendolo sorridere.
<<Mi vuoi far eccitare per caso?>>
<<Chissà>> lo prendo in giro spingendolo, ride. Gli chiedo se posso andare in bagno, annuisce.
Mi cambio mettendomi la sua maglia, mi sta è normale ed è lunga. Faccio una foto e la mando alle mie amiche ma dato che sono le tre del mattino staranno dormendo di sicuro. Mi sciolgo i capelli.
Torno nella camera di Colin trovandolo con un paio di pantaloncini da basket.
<<Maledizione, potrei avere un orgasmo in questo momento>>
<<Sei esagerato>>
<<Fidati, sei dannatamente bella>> mi schiarisco la voce fissandolo. Anche lui lo è, è divino ma non voglio dirglielo. Mi avvicino a lui, afferra i miei fianchi tirandomi a se stesso abbracciandomi.
Inspiro il suo dolce profumo, la sua pelle è liscia.
Questi tatuaggi mi fanno diventare matta.
<<Buonanotte gattina>>
<<Buonanotte anche a te, Idiota>> Ci salutiamo e mi indica dove dormire, appena entrò in camera chiudo la porta buttandomi sul letto. Anche se non è la sua camera, sento il suo profumo fin dentro le ossa.
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