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4. Il Governatore

La lista degli assassini arriva a Norval la sera successiva, appena mette piede nel pub.

Degna solo di un'occhiata il povero e servizievole Ombra, poi fa retro front.

Passeggia per la strada in silenzio, controllando i nomi scritti sul quel pezzo di carta.

Tutti nomi a lui più o meno noti, certi dei veri personaggi pubblici.

C'è anche Ombra, verso la fine della lista.

Il ragazzo non riesce a trovare una giustificazione a Macanda, per volersi sbarazzare di un servitore così ligio.

Questi però non sono naturalmente affari suoi, per cui cerca qualcuno di abbordabile, per iniziare.

Ecco, il Governatore di San Francisco sembra fare a caso suo!

Infila l'elenco nella tasca del cappotto e si passa una mano tra i capelli, con un grande sorriso.

Non sa dire se è presto o tardi, ma sa per certo dove trovare un politico come lui, la notte.

Continua a ridacchiare da solo, mentre raggiunge tra scorciatoie e qualche salto tra i tetti, il quartiere a luci rosse.

Più che un quartiere si tratta di un'intricata ragnatele di viuzze e vicoli, dove i ciclomotori e le carrozze a vapore non possono lasciare i passeggeri comodamente sull'uscio dei locali.

È divertente osservare dall'alto, la quantità di persone rispettabili che di notte si ritrovano in quelle strade poco illuminate.

Norval scivola piano su un tetto di vetro, mantenendo perfettamente l'equilibrio.

Fare il proprio ingresso dall'entrata a livello della strada non è una grande idea, soprattutto perché nessun buttafuori lo farebbe mai entrare, armato com'è.

Trovando un'apertura nel regolare reticolo di acciaio e vetro, fissa una fune scura e non molto lunga, così da passare inosservato, al cornicione del palazzo.

Si cala lentamente lungo la parete, in gran velocità.

Finisce sul soppalco, che circonda il centro del locale sottostante.

Sul palco, coperto di fumo di scena e fumo di tabacco, intravede alcune spogliarelliste che danno spettacolo per pagarsi il pane.

Illuminate dalle lampade e candele poste sui tavoli, può riconoscere ogni tipo di coppia propriamente detta.

Donna con donne, uomini con donne e uomini con uomini; in fondo alla sala, ma non ci fa molto caso, qualcuno si intrattiene con un androide certamente più socievole, per così dire, di Ombra.

Aspetta a scendere nella mischia, preferisce studiare ancora la situazione dall'alto.

Norval spera di vedere il Governatore da lontano, per intercettarlo prima che si apparta con qualche prostituta.

Quello che però mai si aspettaterebbe di vedere, quella sera, è il Governatore in compagnia di un ragazzo e non di una ragazza.

Amore libero, pensa Norval, ognuno ha i propri gusti.

Poi, osserva meglio la coppia, seduta a un tavolino dietro a quello di due donne non più giovani di Macanda, che, tanto vale, posso prendersi una stanza tutta per loro.

Il bersaglio è un tipo sulla sessantina, magro, quasi scheletrico e di un palore devastante, e fa contrasto con il suo vicino, un'armadio, con i capelli scuri, come la pelle e...

Beh, Norval riconoscerebbe quell'orribile camicia a quadri a chilometri di distanza, anche se più sbottonata del solito.

Possibile che tra tutti gli abitanti di San Francisco, Byron debba proprio andare a letto con il bersaglio di Norval?

Può sbagliarsi, certo.

Le luci sono soffuse, c'è un gran chiasso e l'aria puzza di alcool, ma saa riconoscere quell'idiota.

Mentre pensa se andarsene e cercare un altro sfortunato innocente o inventarsi qualcosa, i due si alzano e si dirigono verso le camere private.

Dopo essersi lasciato a qualche imprecazioni, si fa strada verso le scale.

"Permesso! Permesso! No, no, al diavolo. " La musica è dannatamente alta e dannatamente orribile " No, sono solo un povero vecchio con problemi di cuore, fatemi passare o mi verrà un infarto. Come se avessi accettato! Permesso!"

Sulle scale trova la strada spianata e si lancia all'inseguimento.

Le camere sono disposte lungo un anonimo corridoio dalle pareti scarlatte.

Sono già entrati; è stato troppo lento.

Sbuffando, si sistema all'inizio del corridoio, alza il bavero del cappotto e si mette a fumare, per ingannare l'attesa.

Spera di non dover aspettare troppo.

Sorprendentemente dopo appena mezza sigaretta, Byron gli passa accanto senza vederlo e si allontana come nulla fosse.

Norval rimane solo per un attimo stupito e confuso, poi si sbriga a cercare il Governatore.

Fortunatamente trova subito la stanza in questione, l'unica con la porta accosta e non ben chiusa.

Si posiziona davanti alla porta con il sorriso stampato in faccia.

È troppo facile. È fin troppo facile.

Afferra saldamente le Sorelle e spalanca la porta con un calcio, come solo nei migliori film.

"Buonasera, Governatore! Fuoco alle... oh, andiamo, seriamente?"

***

Byron esce del tutto sobrio da un locale, per la prima volta nella sua vita.

Gli fa quasi strano, più di quello che ha appena fatto.

Si ripete mentalmente, richiudendosi i bottoni della camicia, che ha usato uno stratagemma come un altro per portarsi a casa il bersaglio, nulla di più.

Però continua a giocherellare nervosamente con l'orologio del Governatore tra le dita della mano.

È un peccato doverlo lasciare a Macanda come prova della missione; potrebbe guadagnarci abbastanza per andare in vacanza oltre oceano.

Ma ha letto chiaramente le regole dietro all'elenco.

Estrae il foglio dalla tasca e fa un piccolo strappo accanto al nome del Governatore; potrebbe cancellarlo in maniera più civile, se sono avesse con se un po' di inchiostro.

Rimette l'elenco in tasca e cammina velocemente: non è dell'umore per una tranquilla passeggiata, anche se il tempo non gli manca.

Dubita che qualcuno potrebbe accorgersi del cadavere del politico nella stanza, magari qualche povero idiota, ma alle autorità la notizia non arriverà prima di mezzogiorno.

E anche fosse, nessuno potrebbe mai risalire a lui.

Nessuno l'ha chiaramente visto con il Governatore, con tutto quel chiasso e il fumo.

È in una botte di ferro.

Ed ecco l'alba: ha fatto persino tardi.

Da una parte il cielo comincia lentalmente a schiarirsi, mentre le strade intorno a lui si puliscono dei peggiori casi umani e non e rimangono solo quelli più presentabili, ma ancora il cielo è scuro e i lampioni appannati continuano il loro sacro lavoro di illuminazione.

Byron fa un grande sorriso spavaldo, prima di entrare a "Cenere alla Cenere"

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