𝟙𝟡. Strano
Brian si svegliò presto quella mattina, ancora prima che la sveglia suonasse. Non sapeva fra quanto sarebbero iniziate le lezioni, ma sicuramente aveva ancora abbastanza tempo per potersi godere il suo letto caldo un altro po'. Ross e John stavano ancora dormendo, o almeno così sembrava visto il silenzio tombale della stanza.
Erano già passate due settimane da quando si trovava lì e doveva ammettere che Ross si era dimostrato molto più cortese rispetto al loro primo incontro, difatti ebbero alcune piacevoli conversazioni, dalle quali Brian apprese che il ragazzo studiava ingegneria elettronica: una materia apparentemente nuova, quale sede si trovava dall'altra parte del campus. Brian poteva dunque dedurre fosse quello il motivo per cui gli era estranea. Per quanto riguardava John, non ci aveva mai realmente parlato, se ne stava sempre in disparte a leggere o scrivere e non prendeva mai parte ai discorsi, nemmeno quelli più banali. Ross giurava che John non era sempre così, che si comportava in quel modo solo perché era timido e che si sarebbe aperto appena si fosse sentito più a suo agio. Tuttavia a Brian quelli parevano degli atteggiamenti strani, quasi ambigui, sperava che John iniziasse a parlare normalmente anche con lui, dal momento che non avrebbe potuto sopportare in eterno quell'aria di disagio. Gli mancavano Freddie e Roger, gli mancavano i loro scherzi le loro uscite.
La sveglia suonò e John, come sempre, fu il primo ad alzarsi e ad occupare il bagno.
Brian si alzò subito dopo, stranamente si sentiva pronto ad iniziare quella giornata, sì, perché le settimane precedenti, svegliarsi senza poter vedere il viso di Roger gli pareva una tortura.
Quando anche Russell, dopo svariati minuti e lamenti, si svegliò, i tre fecero colazione insieme. Nessuno aprì bocca, ma d'altronde, chi ne ha voglia di prima mattina?
Non passò molto prima che Brian fu pronto per uscire, doveva solo aspettare Ross, il quale gli aveva chiesto d'aspettarlo.
Finalmente dopo svariati minuti, i due lasciarono la stanza.
Quel giorno faceva particolarmente freddo, ma non mancava il sole ad illuminare il cielo.
"Perché non fai la strada con John? Mica frequenta il tuo stesso corso?"
"Sì, ma è una lumaca, ci impiega tre anni per vestirsi."
"Eppure è sempre il primo ad alzarsi."
Russel fece spallucce, portandosi una sigaretta alle labbra. Anche lui, come Roger, aveva il brutto vizio del fumo, con l'unica differenza che Ross fumava molto più del biondino; Sembrava quasi che ogni momento per lui fosse quello adatto per accendersi una sigaretta.
"Spero che Mr. Flinch oggi si dia una calmata."
Disse lasciando uscire il fumo dalla bocca.
"Chi?"
"Mr. Flinch, il mio professore. È lunatico quello, a me piace ciò che studio, ma certe volte quel coglione mi fa passare la voglia."
Brian non sapeva esattamente cosa rispondere, lui si era sempre trovato bene con i suoi professori.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Ross ricominciò a parlare.
" Astrologia è una bella materia, deve essere difficile però."
"Astrologia?"
Chiese Brian confuso.
"Quello che studi tu."
"No! Io studio astrofisica."
"E non sono la stessa cosa?"
Come poteva anche solo pensare che fossero la stessa cosa?
"Assolutamente no! Astrologia non è nemmeno una scienza."
Lo disse quasi urlando, non che fosse realmente arrabbiato, ma si sentì leggermente offeso.
"Secondo mia zia Ilda, lo è. E mia zia Ilda ha sempre ragione."
Se la poteva immaginare quella zia Ilda: su di età, bassina, robusta, capelli tinti di rosso, un armadio pieno di vestiti a fiori e innumerevoli rimedi naturali per qualsiasi malanno.
"Sì e scommetto che tua zia Ilda è anche già stata sulla luna."
"Così la sottovaluti."
Russel gettò il mozzicone a terra ridendo per quella folle conversazione. Anche Brian, seppur ferito quel paragone immondo, non poté far meno di sorridere al pensare di quella zia Ilda (sempre che esistesse).
"Brian!"
Brian sollevò lo sguardo e vide che a chiamarlo fu niente meno che Freddie.
Gli mancava, durante quelle settimane non ebbe mai l'occasione di vederlo, tuttavia ora che ce lo aveva davanti quasi ne era disturbato.
"Come stai!?"
Freddie sorrideva
"Io sto bene e tu?"
"Benissimo, caro."
Brian si accorse ben presto che l'attenzione di Freddie si era spostata su Ross. Lo squadrava da cima a fondo, senza mai perdere il sorriso. Anche Russell sembrava lo stesse analizzando.
"Oh, lui è Russel uno dei miei nuovi coinquilini."
I due ragazzi si strinsero le mani creando un contatto visivo quasi inquietante, come se tra i due fosse nata una sfida.
"È un piacere."
Nessuno aggiunse altro e il senso di disagio iniziò a percepirsi. Era strano da parte di Freddie, egli era colui che solitamente si occupava di far sentire chiunque a proprio agio.
Poi finalmente, Freddie spostò lo sguardo su Brian.
"Mi piacerebbe trattenermi a parlare tesoro, ma sono in ritardo. Comunque domani facciamo le prove, al solito posto, alle quattro."
"Okay, va bene."
"Perfetto allora a domani."
Freddie stava per andarsene, ma Brian sentì l'urgenza di chiedergli una cosa che gli premeva ormai da un po'.
"Fred aspetta..."
Brian lo chiamò e il ragazzo si voltò in attesa che il ricciolo parlasse.
"Roger...come sta?"
Freddie abbassò lo sguardo, indugiando prima di rispondere.
"Lui sta bene, caro. Gli manchi."
Lo guardò con un sorriso velato dalla malinconia.
"A domani."
"A domani..."
Il moro se ne andò lasciando i due da soli come al principio. Brian si pentì d'aver fatto quella domanda, poiché in quello sguardo malinconico di Freddie, ci rivide Roger.
Non sapeva perché si ostinasse così tanto a voler sapere di lui: lo aveva fatto soffrire, era finita, basta... però anche solo la sua immagine sfuocata riaccendeva qualcosa dentro lui. Se l'amore fosse semplice, non ci sarebbe gusto, ma se non gli spezzasse il cuore, sarebbe anche meglio.
"Certo che nessuno dei tuoi ex coinquilini sembra normale."
La voce rauca di Ross lo sollevò dai suoi pensieri. Il ragazzo guardava avanti a sé con un ghigno stampato in volto, lo stava provocando.
Brian lo osservò per un attimo poi ricambiò il sorriso.
"Disse il sonnambulo."
____
Nessuno dei tre ragazzi parlava, ognuno era intento a leggere o comunque a farsi gli affari propri. Brian era sul suo letto a rivedere gli appunti presi quella stessa mattina o almeno ci provava. Gli appunti erano solo un pretesto per distrarsi dal fatto che il giorno seguente avrebbe rivisto Roger, dopo due settimane. Non era più arrabbiato con lui, non come all'inizio per lo meno, era più che altro deluso, non sarebbe più riuscito a guardarlo allo stesso modo di prima e questo lo spaventava. Non solo perché era ancora affezionato a lui, ma per la band, infatti aveva paura che la loro sintonia potesse essersi dissolta con l'iniziare di questo casino e se così fosse stato, bhe allora sarebbero in grandi casini.
Brian alzò lo sguardo e vide che la sveglia segnava le dieci e un quarto circa. Era ora d'andare a letto.
"Ragazzi, sono le dieci e un quarto, io vado a letto."
Scese dal letto e posò il libro sulla scrivania.
"Anch'io."
Russell gli passò il suo libro 'L'isola del dottor Moreau' e si mise subito sotto le coperte. Stranamente a Brian quel libro sembrava perfetto per un tipo come Ross.
John fece lo stesso, ma il suo era un libro di testo...delle superiori. Perché mai John avrebbe dovuto tenere un libro che usava alle superiori? Forse doveva ripassare qualcosa, ma non aveva senso...Strano.
Brian decise di lasciar correre, spense le luci e s'infilò anche lui sotto le coperte.
Sperava che la giornata veniente fosse decente come quella ormai passata.
Ma l'unico modo per scoprirlo era addormentarsi.
Quando un rumore lo svegliò, Brian non sapeva che ore fossero. La stanza era buia e lui non riusciva ne a vedere la sveglia ne a distinguere cosa avesse potuto causare quel rumore. Inizialmente pensò di non farci troppo caso, di ricominciare a dormire e che probabilmente il rumore era stato causato da qualche animale all'esterno.
Stava per addormentarsi quando sentì nuovamente qualcosa che risvegliò i suoi sensi. Questa volta però non poteva far finta di nulla, decise così di tirare le ventane della finestra per far trapassare la debole luce della luna; non voleva disturbare gli altri.
Quando si voltò quasi gli venne un colpo: una figura stava fissa al centro della stanza, era un uomo che riuscì, grazie a quel poco di luminosità, ad identificare come Russell. Ovvio, Ross soffriva di sonnambulismo, avrebbe dovuto immaginarselo.
Brian non sapeva esattamente cosa fare, doveva ammettere ch'era piuttosto spaventato, così optò anche lui per stare fermo. Si sentiva un cretino a stare lì immobile, quasi trattenendo il respiro, ma aveva seriamente paura che il ragazzo potesse fargli del male.
Dopo pochi minuti Russell si mosse, si stava avvicinando a lui. Brian sentiva il respiro farsi corto, doveva stargli lontano. Corse dall'altra parte della stanza, tra la porta e la cucina, dove forse non avrebbe potuto vederlo. Chiaramente si sbagliava, perché non passò molto, prima che Ross iniziò ad avvicinarsi ancora una volta a lui.
"Brian..."
Era vicino sempre più vicino. Cosa voleva da lui?
Brian rimase fermo, sperando che se ne andasse da solo.
"...fritto..."
Brian iniziò letteralmente a tremare quando a pochi passi da lui, si accorse che Russell aveva gli occhi aperti. Era in trappola, stava per prenderlo.
"Ma che vuoi da me!?"
Il ricciolo scansò il ragazzo e corse verso il letto di John.
"John, svegliati!"
Brian scosse rapidamente la spalla di John, nella speranza che si svegliasse prima che Ross lo raggiungesse, eppure non sembrava fargli molto effetto, perché John si voltò dal lato opposto.
"John!"
"Che c'è?"
Disse con un fil di voce.
"Ross sta facendo il sonnambulo, continua a seguirmi fai qualcosa!"
John si stropicciò gli occhi e con la più assulata calma si alzò. Brian lo osservava mentre il giovane lentamente si avvicinava a Russell.
"Forza Ross, andiamo a letto."
Il ragazzo iniziò a farlo camminare verso il letto singolo che era di solito proprietà di John, probabilmente per evitare di fargli fare la scaletta del letto a castello.
Dolcemente lo aiutò a sdraiarsi e gli rimboccò le coperte. Brian lo trovò al quanto carino, soprattutto perché non lo seguiva più.
"Ti ringrazio."
"Di nulla."
John salì sul letto di Ross, mentre Brian ritornò al suo.
Per un po' non riuscì a prendere sonno, la paura che Russell potesse risvegliarsi lo dominava. Quella fu la sua prima esperienza con il sonnambulismo, ma era certo che non sarebbe stata l'ultima.
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28-07-19
Ciao, vorrei partire ringraziandovi per i bellissimi commenti che mi avete scritto, mi avete resa estremamente felice, davvero grazie. <3 Secondo voi dovrei aprire un account Instagram per Wattpad? Io vorrei farlo, poiché ora che ci stiamo avvicinando al finale, vorrei riuscire a postare degli spoiler, cosa che qui su Wattpad non posso fare. Fatemi sapere.
In ogni caso, Questo capitolo è quasi un riempitivo, ma vi assicuro che il prossimo sarà molto più interessante. (Voglio spoilerare) :))
Love you all!
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