Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

𝟙. Camera 241

1967

Era il primo giorno di sessione accademica, Brian frequentava l'università ormai da due anni, dunque non fu difficile per lui tornare a vivere nel college. Al contrario era particolarmente eccitato all'idea di poter riprendere a fare ciò che più amava: fisica.

Quando era piccolo i suoi compagni lo deridevano, perché stava a casa a studiare o a suonare la chitarra, invece che uscire con loro a giocare; ma adesso, a distanza d'anni, poteva finalmente dire d'aver fatto la scelta giusta.

Brian entrò nella sua stanza, la numero 241, era spoglia, esattamente come l'aveva lasciata l'anno prima. Appoggiò a terra le valigie e aprì la finestra per far girare un po' d'aria.

Guardando fuori vide un via vai di macchine, studenti coi loro genitori, che li aiutavano a portar le valigie e li salutavano tra abbracci e lacrime.
Vide tanti volti nuovi e si chiese chi ,tra quelli, sarebbero diventati i suoi nuovi compagni di stanza.
I due anni precedenti aveva avuto fortuna: i suoi coinquilini si chiamavano Trevor e Joshua, s'era trovato bene con loro, non che avessero un rapporto particolarmente stretto, ma c'era rispetto e questo gli bastava.

"Hey."

Si girò di scatto e vide davanti alla porta un ragazzo.

"Questa è la 241, giusto?"

Il ragazzo era più basso di lui, era mingherlino, aveva i capelli biondi, un po' lunghi. Non sembrava uno studente universitario.

"Sì, è questa."

Brian si affrettò a spostare le valigie e le appoggiò sul letto singolo.

"Oh, no, no."
Disse il più piccolo avvicinandosi al ragazzo.

"Cosa?" chiese Brian.

"Lo voglio io il letto singolo."
Il ragazzo mise anche lui le valigie sul letto, incitando Brian ,con gesti della mano, ad andarsene.

"Scusami, ma è il mio letto da due anni e ci sono affezionato."
Il biondino gli cacciò un occhiata piuttosto irritata e gli buttò giù dal letto le valigie.

"Cos..cosa fai?" urlò Brian portandosi le mani ai capelli.

"Sposto le tue valigie dal mio letto." rispose tranquillamente il biondo.

"Tu non puoi venire qui e prenderti il mio letto come se nulla fosse!"

"Ma non è il tuo letto, è il mio."

Brian iniziò ad irritarsi, era un tipo molto paziente e gli avrebbe anche lasciato il letto se solo fosse stato gentile.

"Sono arrivato qui prima io."

"Non mi importa, io non voglio dormire sul letto a castello!"
I due ragazzi iniziarono ad alzare la voce e Brian si rese conto che un gruppo di persone, accortosi di ciò che stava accadendo, si era radunato ad osservare la scena.

"Ok, ok, va bene."
Il ricciolo prese le sue valigie e si spostò al lato opposto della stanza, dove si trovava il letto a castello. L'anno non era iniziato proprio come se lo aspettava, lui era arrivato presto solo per poter prendere il letto più comodo, e non riusciva a capire come un ragazzino, molto più simile ad una ragazzina, fosse riuscito a disertarlo.

"Cosa succede qui?"

Brian udì una voce maschile provenire dall'entrata della stanza e successivamente la porta chiudersi.

"Perché ci sono così tante persone fuori dalla stanza?"

Il ragazzo era alto circa come il biondino, ma i suoi capelli erano lunghi e neri, i suoi occhi scuri e aveva dei lineamenti molto particolari.

"Che c'è, il gatto vi ha mangiato la lingua?" Se ne stava lì ad osservarli, mentre il biondo, impegnato a sistemare i vestiti, non lo degnava nemmeno di uno sguardo.

"Abbiamo avuto un battibecco."

"Finalmente qualcuno che mi risponde! Comunque io mi chiamo Freddie e sto sotto."

Freddie si diresse verso il letto e Brian si rese conto che, in tutta quella confusione, non sapeva ancora il nome del ragazzino.

"Io sono Brian."
Tese la mano al ragazzo che gliela strinse caldamente.

"È un piacere caro, ma il tuo amico?"

"Non è mio amico, non so nemmeno il suo nome."

Il biondino si sdraiò sul suo letto e guardandoli a malapena disse:

"Mi chiamo Roger."

Freddie andò verso il letto di Roger e lo guardò per qualche secondo.

"Che c'è?" Chiese il ragazzino.

"Oh, nulla".

Il moro si girò di scatto verso Brian.
"Brian, ti va d'andare a fare un giro?"

Brian esitò, nonostante lo spiacevole inizio, gli dispiaceva lasciar solo il ragazzino.

"Sì, volentieri."

I due uscirono dalla stanza e s'incamminarono verso la sala comune del dormitorio maschile.

"Da quanto tempo studi qua?" Chiese Freddie.

"Da due anni"

"Sei più piccolo di me allora! È strano, la tua altezza mi fa sentire un bambino."

Non era la prima volta per Brian, far sentire a disagio le persone a causa della sua statura, è sempre stato più alto della media.

"E cosa studi?"
"Fisica."

Dopo poco arrivarono a destinazione. La stanza non era grandissima, la moquette color panna era stranamente pulita e le pareti verde scuro, un po' scrostate. C'erano delle poltrone rosse e un grande tavolo. Si sedettero, Freddie si portò una sigaretta alla bocca e solo in quel momento Brian notò i suoi curiosi denti.
Il resto del pomeriggio lo passarono a giocare a scarabeo e ad ascoltare la radio. Non parlarono molto, ma in compenso passarono una bella giornata.

Verso sera Brian tornò in camera solo, dal momento che Freddie aveva deciso d'andare in un pub con dei vecchi amici.

"Roger ci sei?"

Nonostante le luci fossero accese, nella stanza sembrava non esserci nessuno, così Brian decise di farsi una doccia prima dell'arrivo degli altri. Si spogliò e indossò l'accappatoio. Quando aprì la porta del bagno uscì del vapore caldo, si sporse per guardare cosa stesse succedendo e vide Roger con indosso solo un telo legato alla vita.

"Ma che caz...?"

Brian uscì velocemente e chiuse la porta. Non s'era mai sentito così in imbarazzo, probabilmente Roger lo avrebbe odiato ancora di più.
Ad un certo punto la porta del bagno si spalancò nuovamente.

"Ah sei te."
Roger lo stava guardando ancora con il telo in vita.

"Scusami, pensavo tu non ci fossi."

"No, tranquillo."

Erano uno davanti all'altro, il disagio si poteva chiaramente percepire.
Fu in quel momento che Brian notò per la prima volta gli occhi azzurri di Roger. Degli occhi di ghiaccio, ma brillanti come stelle. Grandi, con le palpebre superiori cadenti, come se fosse sempre sul punto d'addormentarsi.

"Sono tornato darli..."

Freddie entrò all'improvviso spalancando bruscamente la porta, quando vide la scena rimase di sasso.

"Ma che cazzo state facendo?"

"Niente."
Rispose Brian piuttosto imbarazzato.

"Sì certo, e io sono Maria Antonietta ."

Stava lì, a fissarli con le braccia ai fianchi ed uno sguardo accusatorio sul viso.
Roger si chiuse scocciato in bagno, ignorando la risposta di Freddie. Era nuovamente arrabbiato.

"Com'è permaloso il signorino."

Il ragazzo si sdraiò sul letto e si mise a canticchiare qualcosa, ma Brian non ci prestò molta attenzione, lui voleva solo farsi una doccia e terminare al più presto quella giornata.

____________
(17-03-19)

Ciao, ammetto che quando ho scritto questo capitolo ho avuto un piccolo blocco, ma vi assicuro che per quanto riguarda i prossimi capitoli sarò più sciolta.
Anyway ci sarà un sacco di Maylor.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro