𝟚𝟘. Anche tu
"Tu non hai idea di come mi guardava."
Disse Freddie sistemando il microfono.
"Come se avessi interrotto la conversazione della sua vita."
Scosse la testa indispettito e iniziò a camminare per lo studio.
Pareva stesse parlando con sé stesso, visto che non degnava Roger di un sguardo, tuttavia al ragazzino non sembrava realmente importare, era troppo occupato ad immaginarsi la scena.
"Non gli ho detto nulla solo perché c'era lì Brian e non voglio creargli casini."
Si rivolse un attimo a Roger prima di riprendere a controllare il microfono.
Il biondino aveva una smorfia mista a rabbia e disgusto stampata sul viso.
"Quel tipo mi ha insultato, come può Brian parlarci come se nulla fosse!?"
Iniziò a picchiettare leggermente il rullante della batteria.
Non riusciva a comprendere come Brian potesse trovarsi bene con Evans, d'altronde l'aveva insultato senza che nemmeno si conoscessero e sapeva che a Brian questo tipo di superficialità non garbava affatto. Insomma, quel tipo era probabilmente uno di quei buzzurri che non parlano d'altro se non di calcio e birra, Brian non sarebbe mai diventato amico di uno di quelli. Ma forse Roger si stava sbagliando, forse Russel, Evans ,o come cavolo si chiamava, era una delle persone più a modo e interessanti che Brian avesse mai conosciuto e per questo lo aveva perdonato, esattamente come aveva fatto con lui. Stavano ridendo quando Freddie li vide, quindi andavano sicuramente d'accordo, solo sperava che Brian non lo avesse già rimpiazzato...lui e la loro amicizia...sperava di contare ancora qualcosa per lui.
BOOM! Diede un ultimo colpo secco e preciso.
"Se osa toccarlo gli faccio vedere io chi è la femminuccia."
Il silenzio calò nello studio, poi Freddie ignorando ciò che era appena successo disse:
"Ma Brian è in ritardo."
Non l'avesse detto, che sentirono la porta sbattere.
"No, sono qui."
Videro un cespuglio di capelli riccioluti spuntare sul ciglio porta. Era Brian, aveva guance e naso rosso per il gelo, ansimava probabilmente per aver corso.
Velocemente si tolse il cappotto e lo gettò sul piccolo divanetto senza darsi il tempo di riprendere fiato.
"Finalmente tesoro, io e Rog abbiamo già iniziato a sistemare alcune cose."
Freddie indicò il biondino e Brian si girò verso di lui come se non lo avesse notato prima.
"Ciao..."
"Ciao."
Entrambi abbassarono lo sguardo, non sapendo esattamente cosa dire, un senso di imbarazzo invase lo studio, ma venne ben presto infranto da Freddie.
"Bene, allora iniziamo."
Freddie andò verso un tavolo pieno di fogli e ne prese alcuni.
"Ho scritto una nuova canzone, pensavo di farvela vedere."
Gli altri due gli si avvicinarono ed iniziarono a leggere il testo.
"Il testo è finito, diciamo che ho avuto molta ispirazione..."
Freddie guardò Roger, ma sia il ragazzino che Brian erano troppo impegnati a leggere per accorgersene.
"Bhe, si vede, è molto bella Fred, da cosa hai preso ispirazione?"
Chiese il ricciolo andando verso la sua Red Special.
"Un artista non rivela mai i suoi segreti, mio caro."
Freddie gli fece l'occhiolino e Brian gli sorrise.
"È vero, è bella."
Aggiunse Roger.
"Ti ringrazio."
Ovviamente a Roger piaceva, solitamente però non avrebbe sentito l'urgenza di doverlo dire, tuttavia in quel caso pensava che concordare con Brian l'avrebbe solo che favorito.
Si sedette alla batteria e spostò lo sguardo su Brian senza nemmeno accorgersene. Non vedeva l'ora di sentirlo suonare, dopo tanto tempo. Quando si accorse che anche Brian lo stava guardando, si voltò dall'altra parte facendo finta di sistemare un piatto. Sentì le guance diventare rosse per l'imbarazzo. Sperava che il ragazzo si stesse sentendo allo stesso modo; avrebbe voluto voltarsi per controllare, ma non voleva rischiare di rincontrare il suo sguardo.
Per l'ora e mezza seguente le prove continuarono relativamente normalmente: il ritmo della canzone spaccava, anche se si era concordato che mancava qualcosa (il bassista). Non scherzarono come al solito, Freddie provò a rallegrare l'atmosfera, Roger fece qualche battuta a cui Brian rise, ma si poteva chiaramente capire quanto tutto quello fosse forzato.
Stavano provando una parte per la milionesima volta, quando Freddie s'interruppe.
"Perché ti sei fermato?"
"Scusate tesori, ma mi sono appena ricordato di dover fare una telefonata urgente."
Freddie si allontanò dal microfono e andò verso il porta giacche dove si trovava il suo cappotto.
"Ma non abbiamo ancora finito."
Questa volta fu Brian a parlare.
"Sarò di ritorno tra massimo quindici minuti."
Si mise il cappotto e controllò d'avere abbastanza soldi per la cabina telefonica, poi si diresse verso la porta.
"Non fate robe."
Fece un ultimo sorrisetto prima d'uscire.
Nessuno dei due rise a quella sua assurda 'raccomandazione'.
Roger non era certo se ammazzarlo o ringraziarlo per averlo lasciato solo con Brian. Voleva stare con lui, ovviamente, ma non in quell'occasione, la tensione era fin troppo percepibile, tuttavia si rese conto che se avesse davvero voluto riconquistarlo, avrebbe dovuto approfittate di quel momento.
"Mi ha detto Freddie che sei in stanza con..."
Fece un attimo di pausa.
"Evans."
Brian si voltò verso Roger e con lo sguardo che oscillava tra lui ed il pavimento rispose:
"Sì...è simpatico e si è scusato, ancora, per ciò che ti ha detto."
"Accetto le sue scuse, ancora."
Ci fu un attimo di silenzio.
"Mi fa piacere che tu ti stia trovando bene con Evans...insomma, sono felice che tu sia felice."
Se solo Roger avesse saputo che Brian non era affatto felice.
"Grazie."
Roger si alzò ed iniziò ad andare lentamente verso il più grande. Si sentiva a disagio, ma voleva stargli il più vicino possibile.
"E la stanza? È bella?"
"È uguale alla nostra."
"Allora fa schifo."
Brian rise e Roger non poté fare altro che rallegrarsene. Solo in quel momento si rese conto di quanto gli fosse mancata quella risata.
"Non è tanto male."
"Sul serio? Non mi stupirei se dovessero trovare una nuova forma di vita in quella moquette."
Brian ricominciò a ridere questa volta più animatamente. Il biondino lo osservava a qualche passo da lui. Da quanto non lo vedeva ridere? Da troppo tempo.
"Mi manchi."
Il sorriso sul viso di Brian svanì.
La stanza, prima piena di gioia, si riempì di una malinconia calma, così calma da essere quasi piacevole.
Roger non sapeva se ciò che aveva detto avrebbe davvero potuto aiutarlo, tuttavia ne sentiva il bisogno, sentiva il bisogno di dirgli come si sentiva.
"Anche tu."
Brian abbassò lo sguardo ed un barlume di speranza si riaccese nel cuore di Roger.
"Allora torna, torna da me e insieme saremo felici."
Si avvicinò un po' di più a lui.
"Sai che non posso."
Disse Brian tenendo lo sguardo basso.
"Ma perché!?"
Roger stava urlando, non avrebbe voluto, ma non riusciva a contenersi.
"Perché ti amo Roger, è per questo che non posso tornare con te, perché se tu dovessi ferirmi ancora io non riuscirei a sopportarlo!"
Questa volta lo guardò con un'espressione di rammarico e rancore.
Roger gli si avvicinò e prese le mani tra le sue. Erano più morbide di quello che si ricordasse.
"Hai ragione, ma sopprimendo i nostri sentimenti non staremo meglio, proviamoci e se non dovesse andare, almeno non vivremo con il rimpianto.
Ti prego..."
Si guardavano dritti negli occhi, come se fossero incapaci di fare altro. Roger aspettava che Brian rispondesse e più i secondi passavano più sentiva gli occhi cristallizzarsi. Sapeva quanto fosse difficile per Brian, sapeva d'essere stato un coglione, ma sapeva anche che insieme sarebbero stati finalmente felici, perché era questa la verità, loro due si appartenevano.
"Io-"
Brian stava per rispondere quando la porta si aprì.
"Ciao, sono tornato!"
Freddie...
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05-08-19
Ciao, come potete vedere siamo già al capitolo 20 e Wow! Sarò sincera, non mi sarei mai aspettata di arrivare fino a qui e tutto questo per merito vostro. Grazie.
In ogni caso, questo capitolo non mi piace, anche se le cose stanno iniziando a sistemarsi. Dal prossimo ci sarà anche una nuova ship (Deacury of course).
Avete capito di che canzone si tratta? Secondo me, no.
Love you.
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