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𝟙𝟛. Neveee

Il sole illuminava quella giornata e rifletteva nei cristalli di neve che ricoprivano il suolo.
Si avvicinava il giorno di Natale, i rumori delle bottiglie stappate allo scoccare della mezzanotte erano sempre più concreti, ma nell'aria che li accompagnava si percepiva una sfumatura di malinconia.

"A che ora hai detto che parti?"

"Alle cinque e mezza circa."

Camminavano alla giusta distanza per non cedere alla tentazione di tenersi per mano.

"Vengono a prendermi i miei. Se vuoi te li presento..."

Ci fu silenzio per qualche secondo.

"No... sembrerebbe strano."

Brian assentì ed entrambi abbassarono lo sguardo.

Roger sapeva che non era strano, non c'era nulla di male nel presentare un 'amico' ai propri genitori, ma la verità era che non si sentiva pronto.

"Quanto durano queste vacanze?"

"Due settimane."

"Due settimane!?"

"Mi potrai chiamare."

"Non sarebbe la stessa cosa."
Roger Incrocio le braccia e imbronciato calciò un sasso.

Come avrebbe fatto due settimane senza Brian e i suoi consigli, le sue rassicurazioni? Poteva convincerlo a rimanere, sì, avrebbe fatto così, si sarebbe chiuso in una credenza finché il ricciolo non avesse accettato di restare. Sapeva che Brian gli voleva troppo bene per poterlo lasciare a morire lì dent-

"Ouch!!!"
Roger urlò quando qualcosa lo colpì alla testa.

Si voltò e vide Brian a qualche passo da lui con una palla di neve in mano.

"Perché l'hai fatto!?"
Chiese il biondino portandosi le braccia ai fianchi.

"Perché stavi facendo il bambino."
Brian lanciò ancora una palla di neve, colpendogli la spalla.

"Io il bambino!? Vediamo se riderai ancora dopo questo."
Il biondino prese tra le mani della neve e la compresse prima di tirarla verso il più grande.
A Brian bastò un solo passo per riuscire a schivarla.

Le risate del ragazzo scatenarono l'ira del ragazzino dando il via ad una vera e propria battaglia. I due si rincorrevano in quel campo disperso tra le colline non lontane dal college. Brian aveva scelto di passare lì le ultime ore con il suo amato.

Roger si gettò sul più grande ed entrambe caddero a terra. Erano uno sopra l'altro, il naso del ricciolo era arrossato e le sue labbra violacee semi aperte. Il calore dei loro corpi sembrava vanificare il gelo della neve sottostante.
I suoi occhi color nocciola...non li aveva mai davvero notati prima d'allora.

"Non sai cosa potrei farti..."
Un ghigno comparve sul viso del più grande.

"Bhe allora mostramelo."

Brian si scagliò sulle labbra del ragazzino in un misto tra passione e tenerezza. Roger aprì leggermente la bocca permettendo alla sua lingua di farsi spazio. Le labbra del ragazzo scesero fino a raggiungere l'unica parte non coperta del collo del più piccolo. Baciò fino a far comparire un segno rosso. Roger si lasciò scappare un gemito, sentiva i pantaloni diventare sempre più stretti e l'aria fredda accarezzare il suo viso, creando qualcosa di più allettante della semplice eccitazione.

Il ricciolo spostò una mano verso i pantaloni del ragazzino mentre con l'altra sosteneva il suo peso per non schiacciare il suo amato. Gli sbottonò i jeans e gli abbassò velocemente i boxer.

A Roger non disturbava il fatto d'esser nella neve, al contrario lo trovava elettrizzante.

Brian prese in mano il membro in erezione di Roger ed iniziò su e giù, al principio lentamente mentre con le labbra continuava la sua opera sul collo.

"Br-brian più vel-loce per favore."

Fece come gli venne chiesto. Gli dava piacere rendere felice la persona che amava.

Non pensavano a nulla, s'era come creata una bolla attorno ai due che impediva loro d'essere anche solo sfiorati dal mondo esterno.

Roger si lasciò andare all'euforia sotto il tocco sempre più veloce del maggiore. Sentì il suo cuore riempirsi e quando venne, un senso di tranquillità lo pervase.

Brian lo aiutò a sistemarsi i pantaloni prima di stendersi accanto a lui nella neve.

Si guardarono dritti negli occhi ancora ansimando. Il ragazzo accennava un leggero sorriso, un sorriso innocente che per un attimo lo fece vergognare. Innocente, ancora con lo stesso sorriso da bambino gli chiese:

"Ti ho mai detto che sei stupendo?"

E così sbocciò la primavera.

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Nella stanza persisteva un silenzio neutro colmato esclusivamente dai rumori della zip della valigia.

Quando finì di sistemare i suoi vestiti, Brian fu raggiunto da Freddie.

"Sai caro? Mi mancherai?"
Si sorrisero come se fosse la cosa più scontata del mondo e si strinsero in un forte abbraccio.

"Anche tu Fred."

"Uff... dovrò stare due settimane, solo, con quel diavolo urlatore."
Roteò gli occhi con il suo solito atteggiamento da diva.

Brian lanciò uno sguardo al ragazzino sul letto, concentrato a leggere chissà quale rivista e non poté far altro che sorridere. Lui sarebbe stato felice di stare due settimane, solo, con il suo diavoletto urlatore.

"Roger sta imparando a contenersi."
All'udire del suo nome, Roger alzò il capo incuriosito.

"Cosa?"

"Stavo dicendo che ora mi avresti accompagnato. Andiamo?"

"Oh, sì."
Il biondino scese dal letto e seguì Brian alla porta.

"Ciao Fred!"
Il moro ricambiò con un cenno ed i due uscirono dirigendosi verso l'atrio.

A Brian non sarebbero mancati quegli orribili muri scrostati e nemmeno la puzzolente moquette dei corridoi.
Detestava quell'ambiente, lo avrebbe raso al suolo, eppure lo considerava una seconda casa e sarebbe stato ipocrita se non avesse saputo apprezzare tutto ciò che gli aveva dato. Insomma, lì conobbe Roger il che era abbastanza per rispettare quel posto.

I ragazzi giunsero presto nell'atrio. Brian stava già per porgere gli ultimi saluti, ma il ragazzino lo bloccò prima che potesse fare qualsiasi cosa.

"Prima che tu parta, ci terrei a farti leggere questa...è una canzone."
Roger estrasse un foglio dalla tasca dei jeans e lo tese verso il più grande, il quale lo afferrò senza esitare a leggerlo.

"Sai che non sono molto bravo con le parole, non quanto te per lo meno. Bhe, quello che sto provando a dirti con questa canzone è che da quando ci sei tu, ho la forza di andare avanti, perché tu sei la mia forza. I tuoi consigli, le tue parole mi hanno fatto scoprire il vero me.
Oh, comunque la canzone si chiama 'Doing Alright'. Sì perchè, con te sto bene."

Il più grande fissava il foglio e non sembrava volersene staccare. Nel frattempo il biondino aspettava una risposta, anche solo un segno che le sue parole non fossero state vane.
Temeva che la canzone non fosse abbastanza per Brian, ciononostante sapeva che lui non glielo avrebbe mai confessato: si sarebbe limitato a degli scontati complimenti, accompagnati da un sorriso forzato che lo avrebbero fatto sentire ancora più stupido. Forse sarebbe stato un bene, o forse un male; la verità non sempre è semplice da accettare.

Dopo infiniti attimi, Brian alzò lo sguardo incontrando quello del più piccolo. Non sorrideva, perché non sorrideva? Probabilmente la canzone non gli piaceva, ma allora, perché non sorrideva?

"Roggie...io...io... credo che questa canzone sia troppo bella, no! Bella non è l'aggettivo corretto... affascinante."
Roger gli sorrise e sentì ancora una volta il cuore riempirsi di gioia.

"È come mi sento io con te. Questa canzone è per te."
Brian si lanciò verso il ragazzino e lo strinse a sé. L'orecchio del più piccolo appoggiato al suo petto; poteva sentire i battiti del suo cuore...erano la musica più bella.

"Grazie."
Sussurrò il ricciolo.

I due sciolsero l'abbraccio e istintivamente Brian baciò delicatamente la fronte del minore.

"Fai buon viaggio."
Il ragazzo si diresse verso la porta gettando un ultimo sguardo al suo amato prima di andare.

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08-06-19

Ciao, non publicavo da un po', ma non importa, perché È FINITA LA SCUOLA!!!!! Dunque un capitolo ogni settimana, esattamente come prima. Per i prossimi capitoli solo una parola: Dramma. So che a molti di voi piace, anche a me piace, ma non eccessivamente, infatti (da brava Libra) detesto tutto ciò che spezza il mio equilibrio.
In ogni caso spero vi sia piaciuto, non è uno dei miei capitoli preferiti, ma non è male. love ya.

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