CAPITOLO 5 🔞 - COLLEGAMENTO NEURALE
La testa di Oikawa è un peso gradito sulle sue ginocchia. Un po' meno gradita è la macchia umida e fredda che sente allargarsi sul pantalone della tuta dove Tooru sta sbavando, del tutto abbandonato e inerme, perso nel mondo dei sogni.
Forse guardare Pacific Rim non è stata una scelta saggia. Sono ormai oltre al trentesimo rewatch, Hajime lo adora; ma Tooru si addormenta sempre dopo neanche un'ora, la sua testa che si appoggia prima sulla sua spalla, e poi lentamente crolla fino a che Hajime non la adagia sulle sue stesse gambe.
Eppure, ogni volta che lui glielo propone, Tooru sbuffa platealmente ma fa sempre un sorriso piccolo e dolce mentre annuisce. Sa che è il suo film preferito, anche se Hajime non gli ha mai confessato che uno dei motivi per cui lo ama così tanto è perché in cuor suo pensa che anche loro due abbiano una specie di collegamento neurale che li unisce, una sorta di telepatia che li porta istintivamente a sapere sempre come coordinarsi alla perfezione, in campo e fuori dal campo.
E, forse, Tooru lo guarda volentieri per lo stesso motivo, anche se cerca di salvare la faccia sostenendo che i Kaiju, in fondo, sono degli alieni...
A pensarci bene, però, nell'ultimo periodo non si sente più così connesso con Tooru.
Da quando ha iniziato a leggere quelle fottutissime storie, da quando ha cominciato a fare chiarezza nel suo orientamento sessuale e, soprattutto, a realizzare quello che prova per il suo migliore amico, qualcosa è cambiato. Emozioni e sentimenti sono tutt'altra cosa rispetto ai pensieri e alle intenzioni, e quello che desidera Hajime, ormai, è portare quella connessione a un nuovo livello, più completo. Totale.
Anche se si rende conto che il suo desiderio è destinato a restare, appunto, solo un desiderio.
Ed è, forse, proprio la forza del suo stesso bisogno che gli fa percepire come incoerenti e contraddittori i segnali che Oikawa gli trasmette, che lo porta a fraintendere il suo comportamento solitamente appiccicoso leggendoci qualcosa che chiaramente non c'è.
Perché non è davvero possibile che Tooru ci stesse provando con lui, prima, anche se Hajime ha avuto quella chiara e netta impressione. Ma, davvero, non avrebbe senso, non per qualcuno che, giusto un paio di settimane prima, gli aveva detto di voler scegliere la sua futura moglie tra le ragazze che lo aspettavano davanti alla palestra.
E quindi Hajime torna a ripetersi che deve in qualche modo aver frainteso tutto.
I suoi ormoni e suoi neuroni, che nell'ultimo periodo si sono spesso scambiati di posto nonostante l'evidente fallibilità di entrambi, sono ormai fuori controllo. E lo hanno portato in qualche modo a credere che anche da parte di Tooru ci fosse il suo stesso trasporto emotivo, che anche lui percepisse quella tensione erotica che ha attraversato il corpo di Hajime come una potente corrente elettrica.
Ed è ben consapevole che deve imparare alla svelta a tenere a bada le sue emozioni e i suoi istinti, prima di fare qualcosa che potrebbe rovinare irrimediabilmente la loro amicizia.
Il film scorre ormai dimenticato in sottofondo e Iwaizumi abbassa gli occhi al volto di Oikawa che dorme sulle sue ginocchia.
E, ancora una volta, realizza che non ha senso partire con le migliori intenzioni se poi basta un niente per mandare tutto a puttane.
Ma Oikawa è così bello, così fottutamente perfetto, con il suo profilo elegante, le labbra socchiuse, le lunghe ciglia scure sulle guance di porcellana, che Hajime davvero non riesce più a resistere.
Ha bisogno di toccarlo.
L'occasione sembra troppo ghiotta per non approfittarne, sa che Tooru ha il sonno pesante, lo sa per esperienza visto che, tutte le altre volte, ha dovuto scostare la sua testa dalle ginocchia per potersi alzare e mettere via gli avanzi della loro cena rimasti sul tavolino. E alla fine ha dovuto scrollarlo con foga affinché si svegliasse per raggiungere barcollando la camera da letto, quando addirittura non ha dovuto portarcelo di peso.
E quindi, che danno può fare se si lascia andare solo un attimo?
Sistema meglio la coperta a coprirgli le spalle e risale lentamente con la mano dietro al collo, fino a infilare le dita tra le ciocche morbide che si arricciano dietro la nuca.
È un tocco leggero, solo sulle punte che si attorciglia attorno al polpastrello per poi rilasciarle lentamente. I suoi capelli sono davvero soffici, setosi, grazie a quei prodotti stupidamente costosi che compra sempre e per cui Hajime lo prende per il culo. Ma in cuor suo deve ammettere che Tooru ha ragione, le volte in cui si è lavato i capelli a casa sua, con il suo shampoo, non sono risultati così morbidi.
"Mh..." Tooru mugugna mentre si muove appena.
Cazzo!
Hajime si paralizza, sposta subito la mano sul divano e trattiene il respiro.
"Continua..." biascica Tooru, la voce impastata dal sonno e una mano che sale ad asciugare il rivolo di bava dalla faccia.
"N-non stavi dormendo?" balbetta Hajime, le guance in fiamme per essere stato beccato con le mani nella marmellata.
Oikawa non risponde, si stiracchia con un movimento felino, elegante e flessuoso, e poi rotola sulla schiena per fissare i suoi occhi in quelli di Hajime.
Sbatte un paio di volte le lunghe ciglia per scacciare le ultime tracce di sonno. La luce proveniente dallo schermo gli dona un colorito azzurrognolo e il cioccolato dei suoi occhi risulta più simile al grigio cupo e sinistro delle profondità abissali in cui nuota il Kaiju di Categoria IV che si sta apprestando ad attaccare Hong Kong.
L'espressione di Tooru è indecifrabile mentre prende la mano di Hajime appoggiata sul divano e se la porta di nuovo alla testa, guida le dita tra i suoi stessi ricci e, solo quando Hajime inizia ad accarezzargli il cuoio capelluto con i polpastrelli, chiude gli occhi ed emette un sottile miagolio di soddisfazione.
Il cuore di Hajime batte furioso nel petto ma non ha davvero il coraggio di fermarsi. I capelli che gli scivolano in mezzo alle dita gli trasmettono un piacevole brivido, e ancora più gratificante è vedere l'espressione di assoluta beatitudine sul volto di Tooru.
Sono sempre stati molto fisici nel loro rapporto, la confidenza che deriva dall'essere cresciuti insieme che si è trasformata nell'adolescenza vestendosi di un tono più scherzoso e canzonatorio, così da rendere accettabile il contatto a cui nessuno dei due ha mai voluto rinunciare.
Ma Hajime sente che in quel momento c'è qualcosa di più.
Tooru non lo ha mai invitato così apertamente a fargli le coccole, non gli ha mai rivolto uno sguardo come quello che gli ha fatto scivolare addosso prima di chiudere gli occhi, così intenso, caldo e denso come melassa.
E non ha mai fatto quei versi, quel lieve mugugno di sottofondo che sta emettendo da qualche parte nella sua gola, come un grosso felino soddisfatto. È la prima volta che Hajime sente quel gemito sottile e vibrante, e forse è un bene perché quel suono gli arriva dritto in mezzo alle gambe, distruggendo definitivamente l'ultimo briciolo di sanità mentale che pensava ancora di avere.
E, come se volesse dargli il colpo di grazia, dopo qualche istante Tooru prende nuovamente la sua mano e se la trascina sul viso, prima sulla guancia e poi lentamente la fa scivolare sulla sua bocca socchiusa.
Il suo respiro è caldo e si insinua tra le dita di Hajime, la punta della lingua che guizza tra le labbra per tracciare una scia di saliva lungo le falangi.
Le indicazioni di Tooru sono chiare per quanto sconvolgenti, il suo respiro che accelera sotto le carezze di Hajime e quel lieve miagolio che si fa sempre più persistente mentre accoglie un dito di Hajime tra le labbra e lo succhia come se fosse un ghiacciolo.
Cazzo!
Hajime sbatte un paio di volte le ciglia e, solo quando è davvero sicuro di essere sveglio, si permette di formulare finalmente quel pensiero nella sua mente.
Tooru ci sta chiaramente, palesemente, indiscutibilmente provando con lui!
Non è possibile dare un'altra interpretazione ai gesti sensuali, ai sospiri, a quella lingua calda che si arrotola attorno alle sue falangi come un serpente tentatore.
Hajime ritrae di scatto la mano, il cuore che batte ormai a velocità smodata.
Ha lo stomaco aggrovigliato, il respiro spezzato, e quella sensazione sospesa che ha provato la sua prima volta sulle montagne russe, quando il carrellino si è fermato in cima alla salita, ed è riuscito a vedere solo il vuoto sotto di sé prima di cominciare a cadere.
Tooru apre gli occhi e non lo sa, Hajime, che cosa deve leggere Oikawa sul suo viso, ma sembra annuire appena prima di sciogliersi in uno sguardo caldo e invitante, e dargli l'ultima spinta nell'abisso.
"Iwa-chan..."
Deglutisce.
"Iwa-chan, baciami."
È una preghiera. Un ordine. Probabilmente entrambi.
La realtà per come l'aveva conosciuta fino a quel momento gli si sfracella addosso, venendo in un istante sostituita da tutte le sue fantasie, i suoi desideri risvegliati da quelle stupide storie, i suoi bisogni più intimi e inconfessabili, che finalmente si realizzano quando si china e posa le labbra su quelle di Tooru.
La risposta di Tooru è immediata, il suo bacio è da subito vorace e disperato, non più lento e calmo come quello in palestra.
Il film scorre ormai dimenticato, così come il buon senso e qualsiasi remora che Hajime potesse avere mai avuto, mentre Tooru si aggrappa al suo collo e si solleva per poterlo baciare meglio; le sue braccia avvinghiate attorno alle spalle, il suo bisogno evidente nel modo in cui si spalma contro al suo petto solido, in cui cerca in tutti i modi di stargli addosso, di sentirlo contro di sé.
Il corpo flessuoso di Tooru lo trascina sdraiato sul divano insieme a lui, le gambe che si incastrano, si avvinghiano alle sue, il bacino che scivola sulla sua coscia in lenti movimenti provocanti mentre la sua bocca semplicemente lo divora.
Avrebbe mille domande da fargli ma, in realtà, tutto si incastra alla perfezione.
Come se il collegamento neurale tra di loro fosse stato improvvisamente ripristinato, ecco che diventa chiaro il perché Oikawa non sia mai stato in grado di tenersi una ragazza per più di una settimana. Perché non era lei che voleva. Perché in realtà voleva lui. Dimostrandoglielo a modo suo, con i suoi dispetti fastidiosi, le mani sempre addosso, i bronci lamentosi.
Evidentemente, realizza Hajime, hanno condiviso anche quello nell'ultimo periodo, lo struggimento per il proprio migliore amico, il timore di rovinare il loro rapporto, il bisogno di portare la loro relazione a un livello superiore.
"Tooru..." ansima "io... non avevo idea..."
Ma non riesce a dire altro perché le mani di Tooru sono dentro la sua maglietta, scivolano irrequiete sui suoi pettorali, mentre scende con le labbra sul collo, proprio in quel punto tra l'orecchio e la mascella dove un paio d'ore prima stava cercando di sentire il battito.
Hajime getta indietro la testa, le dita infilate ancora una volta tra i suoi riccioli setosi, ma questa volta si aggrappano con disperazione e tirano.
Tooru emette un gemito lungo e vibrante.
È un suono indecente che arriva dritto in mezzo alle gambe di Hajime, e disgrega completamente anche l'ultimo briciolo di autocontrollo che aveva.
E non può fare a meno di realizzare che nella sua vita ha sentito Tooru ridere, piangere, gridare, bisbigliare. Ma quello, quel gemito intenso e viscerale, è un'altra novità e riempie Hajime di un'emozione profonda. E si chiede quanti altri nuovi suoni potrà far uscire dalle labbra di Tooru, e davvero, davvero non vede l'ora di provarci.
Quello che segue è puro istinto o, forse, tutte le letture delle ultime settimane sono in qualche modo penetrate nella sua coscienza come un manuale di istruzioni subliminale, perché gli viene tutto così naturale, così perfettamente spontaneo da esserne stupito lui per primo.
In fondo, è la sua prima volta con un ragazzo, ma in un istante realizza che è Tooru a fare la magia. Perché Tooru è perfetto per lui, e quello che sta facendo non potrebbe essere così bello, così spontaneo, così giusto, con nessun altro.
Scivola con le mani su quel corpo meraviglioso, la pelle di Tooru è calda sotto le sue mani, morbida e profumata, e lui ci affonda i denti strappando dalla gola di Tooru un altro gemito indecente.
"Toccami Iwa-chan. Ho bisogno di sentirti."
La mano di Hajime scende obbediente lungo i suoi addominali, pronta a soddisfare tutti i desideri del ragazzo che sa ormai di amare con tutto sé stesso.
Tooru geme piano quando le dita di Hajime si infilano nei suoi boxer e si avvolgono con decisione attorno alla prova tangibile del suo bisogno.
Hajime stesso crede di impazzire, sopraffatto dal profumo di Tooru, un'essenza muschiata così famigliare ed eccitante allo stesso tempo, che sta inondando tutti i suoi sensi; e lui ne vuole di più.
Affonda la faccia nel suo collo e lecca e succhia ancora mentre la sua mano scivola lentamente strappando dalla gola di Tooru una serie di suoni così sporchi che Hajime potrebbe venire lì, intoccato.
Ma Tooru ha altri piani perché infila la mano nei pantaloni di Hajime e avvolge le lunghe dita eleganti attorno alla sua erezione pulsante.
È Hajime stesso che geme questa volta, un suono gutturale e profondo che gli scivola dalle labbra insieme al nome di Tooru.
Ed è come se ogni gesto, ogni tocco, innescasse quello successivo, la frenesia di scoprirsi, di recuperare il tempo perduto, di connettersi finalmente ad un livello superiore, come le loro anime sono ormai connesse da sempre.
I vestiti vengono in qualche modo gettati sul pavimento e, quando Tooru si accuccia tra le ginocchia di Hajime e scivola con la lingua sulla sua lunghezza, Hajime non ha la forza per fare nulla se non piagnucolare.
"Tooru..." mugugna, le dita incastrate tra i suoi capelli nel bisogno di ancorarsi e non farsi (letteralmente) inghiottire dal piacere che minaccia di sopraffarlo.
Non sa dove Tooru abbia imparato (evidentemente è talentuoso in tutto quello che fa) ma la sua bocca è velluto bollente, le sue dita sono delicate ma implacabili.
Nella nebbia lussuriosa che gli offusca il cervello, Hajime non riesce più a distinguere i suoi gesti, un'alternanza di labbra e lingua e mani che si coordinano alla perfezione, e lo trascinano in brevissimo tempo verso l'orgasmo più intenso della sua vita.
Il petto è ancora scosso dall'affanno mentre torna lentamente in sé, e deve fare uno sforzo sovrumano per aprire gli occhi.
Ma vuole guardarlo, ha bisogno di guardarlo.
E in qualche modo Tooru lo sa, perché sembra aspettare di avere gli occhi di Hajime puntati su di sé, prima di sollevarsi sulle ginocchia e inghiottire platealmente.
Il pomo d'Adamo che scende e poi risale, le labbra arrossate e lucide, e quel sorriso sfacciato e luminoso; e Hajime si arrende senza più combattere all'evidenza che Tooru sia in assoluto la creatura più bella ed eccitante sulla faccia della terra.
Tooru si accoccola al suo fianco e intreccia di nuovo le gambe con le sue, in un groviglio indistinguibile di arti alla luce tremolante dei titoli di coda. E mentre il battito rallenta e i respiri si placano, in qualche angolo remoto del suo cervello Hajime sa che non potrà mai più rivedere Pacific Rim, senza ritornare con la mente al suo primo orgasmo per mano (o, più precisamente, per bocca) di Tooru.
"Ti è piaciuto, Iwa-chan?" domanda piano.
Hajime non saprebbe dire se è reale insicurezza o vanità, a portare Tooru a fargli quella domanda. Ma i suoi occhi sono grandi e limpidi, qualsiasi maschera definitivamente abbandonata, e Hajime sente di amarlo come non ha mai amato nessuno.
"Cazzo Tooru! Così finirai per uccidermi..."
Tooru prende il polso di Hajime e, con un gesto sicuro, tasta la vena in cerca del battito.
"Tranquillo Iwa-chan, non stai morendo..." ridacchia.
Hajime sorride, nonostante si senta un perfetto idiota per aver anche solo potuto pensare che davvero Oikawa non sapesse come si prende il battito. E realizza in un istante che, quando si tratta di lui, è sempre stato un perfetto idiota.
"Stronzo..." ma il bacio che posa sulla sua tempia smorza l'insulto in qualcosa di dolce e carino.
"Ma tu mi ami."
"Non l'ho mai detto."
"Non serve." gongola mentre strofina la faccia sull'ampio petto di Hajime.
"Tu piuttosto, da quando...?"
"Da quando, cosa?"
"Da quando ti piaccio?" le sue labbra scivolano ancora sulla tempia di Tooru, la mano che accarezza lentamente la pelle morbida della sua schiena.
"Nemmeno io ho mai detto che mi piaci, Iwa-chan." ridacchia.
"Sono serio, Tooru. Ho bisogno di sapere cosa ti ha convinto a provarci. Come hai fatto a capire che anche tu mi piacevi?"
"Allora lo ammetti, Iwa-chan! Che modo rozzo per dirmelo, però... almeno dichiarati come si deve!"
"Vaffanculo Tooru, se non mi rispondi subito me ne vado a dormire a casa mia!" fa per alzarsi ma Tooru lo trascina di nuovo sdraiato tempestandolo di baci.
"Ok, ok, va bene! E a tal proposito, suggerisco di andare di sopra e infilarci subito a letto. Possiamo riprendere lì la nostra conversazione... sempre che non ti venga in mente niente di meglio da fare..." sorride ammiccando, la frase buttata lì con un tono fintamente casuale e leggero.
Ma Hajime non può fare a meno di arrossire ancora una volta al pensiero di quello che potrebbe succedere (succederà di sicuro!) in camera da letto.
Sì, forse, a furia di leggere Yaoi si è davvero trasformato in una fangirl innamorata, che arrossisce per niente e che pende dalle labbra di questo idiota, irrimediabilmente disposto a fare qualsiasi cosa per renderlo felice.
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