Fuga dalla realtà
Stavo allegramente pranzando con la mia famiglia e ridevo a crepapelle. Finchè non ho affermato"Io non so proprio da dove sono uscita. Cioè voi siete così diversi da me!"-il che era vero. Io ero scura, mentre tutta la mia famiglia era con pelle chiara e capelli biondi. Poi loro erano più irresponsabili, socievoli e simpatici. Io ero più timida. Poi, è successo. Il mio fratellone ha detto-"infatti tu sei stata adottata"- il Mondo mi è crollato addosso. Prima pensavo fosse uno scherzo. Guardavo ancora con un mezzo sorriso i miei "genitori". Loro avevano uno sguardo nervoso. Mio padre ha dato uno scappellotto a mio "fratello". Lui, massaggiandosi ha risposto-"Che c'è pensavo lo sapesse!"-"Cioè io sono stata veramente adottata e voi non me lo avete mai detto?!"-"Cara..."-non li ho lasciati nemmeno finire che mi sono alzata da tavola. Era troppo.
Prima camminavo solo. Poi ho iniziato a correre. Sempre più veloce. A nessuno avrei dato la soddisfazione di vedermi piangere.
Sono arrivata al confine della città dove oltre c'era un bosco.
Non era molto grande, nemmeno molto accogliente. Ma era ombroso. Mi sedevo sotto un albero e mi sentivo sollevata.
Mi sono addentrata senza esitare.
Quando mi sono accorta che ero difficile da trovare mi sono seduta sotto un albero. Ho iniziato a far scendere le calde lacrime che già da tanto volevano uscire.
Sono rimasta in quella posizione per ore. Me ne ero accorta perchè era notte. Le mie lacrime dovevano smettere di uscire.
Ho iniziato ad incamminarmi verso l'uscita del bosco ma poi... -"Hey tu che ci fai qui?"-mi aveva chiesto una vocetta stridula.
Mi sono voltata e non ho visto nessuno. Guardavo spaesata a destra e sinistra. Poi ho risentito la voce-"Hey sono qua giù!"-niente. Non sono riuscita ad individuare nessuno. Così ho detto-"Chi... chi va là?"-ho stentito un piccolo ronzio e poi quella voce, anche abbastanza seccata -"Sono sulla tua spalla!"- poi ho visto una piccola personcina con delle ali sulla mia spalla. -"Aaaaah!"- urlavo a squarciagola. Poi la "cosa" mi ha detto-"Hey calmina! Non sono mica un mostro!"- ho cercato di calmarmi. Ho ripreso il controllo di me stessa. Ho ripreso a respirare regolarmente. Appena mi sono calmata le ho chiesto-"Co...cosa sei?"-"Ma dai sono una fata!"- mi ha detto seccata. Poi ha continuato-"E tu sei?"-"Sono un'umana. Mi chiamo Jacky! Oh ti prego dimmi che questo è uno scherzo!"-"Ti sembra uno scherzo? Insomma come farei ad essere finta. Comunque io sono Ninfea.
E tu saresti un'umana. E sentiamo come hai fatto a trovare Orard?"-"Orard?"-"Sì Orard! Il paese delle creature magiche!"- "Oh bhe io...io non ne ho idea"- "Cosa?"-"Sì stavo correndo alla cieca e mi sono fermata qui!"-"Sei sicura di essere umana?"-"Sì cioè non lo so!"-"Sei stata adottata?"- "Non...non mi va di parlarne!"- "Bhe allora andremo a controllare!"- ha detto mentre versava una goccia di un liquido su un albero. Sembrava quello su cui ho pianto prima.
Una specie di portale si è aperto.
Io sono entrata mentre seguivo la scia verde lasciata da Ninfea.
Quando sono entrata sono rimasta sorpresa. Lo scenario era sempre lo stesso ed io ero convinta che fosse uno scherzo.
Ninfea spiegava cose senza senso.
Io non la ascoltavo la ammiravo solo. Aveva un vestito unito di un verde violento. La stessa cosa per i capelli ed il lombretto. Era a piedi nudi. Era alta quanto il mio indice, magra. Aveva gli occhi verde scuro. Il naso all'insù. La bocca sottile e rosea. Nel complesso era molto carina. Ma era soprattutto sfiziosa, anche molto insolita.-"Hey! Hey! Guarda che sto parlando con te!"-ha affermato Ninfea seccata svegliandomi bruscamente dal mio sogno. Ho scosso la testa per ristabilire la connessione con la realtà e ho risposto-"Ehm... no! In realtà non ti stavo ascoltando. Non è che potresti ripetere?"- "Mmm! Se non fosse che sei una persona importante, ti avrei già picchiata!"-mi ha detto rossa per la rabbia. La scena era divertente. Ma avevo una domanda che mi ronzava in testa-"Perchè io potrei essere importante?!"-"Uff! Sì! Ecco perchè mi dovevi ascoltare! Allora, la Regina, sedici anni fa ha perso una bambina. Sua figlia. Io penso che sia tu perchè sei stata adottata e perchè hai aperto il portale"-"E come si fa ad aprire il portale?"-"Semplice devi versare delle lacrime di una creatura fatata sull'albero madre."-"Quindi io potrei essere magica?"-"Sì potresti"-"E la Regina che creatura è?"-"Oh lei è una ninfa. Tu le conosci anche nella mitologia. Ma qui sono conoscuite come le fondatrici di Orard. Tutto quello che vedi è stato costruito da loro!"-"E quali creature ci sono? Unicorni, pandacorni, streghe, fantasmi..."-ho iniziato a ridere di gusto mentre vedevo Ninfea che si arrabbiava-"Ma che vai dicendo! Ad Orard ci sono varie creature che si dividono in ordine alfabetico..."-ho smesso subito di ascoltarla. Poi mi è venuta in mente una terrorizzante domanda.-"Ninfea e se non sono magica?"-"Oh bhe ti cancelleremo la memoria! Comunque stavo dicendo..."- ho smesso dinuovo di ascoltarla ed ho iniziato ad ammirare il paesaggio. Ormai non era più un boschetto. Si era trasformato in un prato pieno di giochi ed animaletti. Era un parco giochi. Sì un parco giochi per i bambini. Questo mi ha portato ad uno stato di euforia. Ma che subito ha lasciato posto ad un momento di malinconia. Quel posto mi ricordava tanto il prato dove andavo a fare le gite e i
pic-nic con la mia famiglia adottiva.
Quanta gioia e quanto dolore ho condiviso con loro e mi ritrovavo a scapparne, a scappare dalla verità.
I miei pensieri furono interrotti dalla voce stridula di Ninfea- "Eccoci!"-diceva indicando il Castello. Era splendido. Pieno di diamanti. Di colore giallo come il sole ed era gigantesco. Veramente maestoso.
Evidentamente i colori sgargianti sono di moda qui. Visto che anche le guardie erano vestite con un blu acceso.
Sono entrata con gioia ed in un batter d'occhio mi sono trovata davanti a quella che sembraa la Regina. Era più scura. Con capelli castani. Occhi marroni. Naso a patata e labbra rosse. Aveva qualche ruga, ma era comunque una bella donna.
Ninfea si è inchinata ed io ho fatto lo stesso. Poi lei ha esordito -"Ninfea da quanto tempo! Qual buon vento? Chi è la tua accompagnatrice?"-"Mia signora, penso che sia la vostra figliola persa"-gli occhi della Regina sono diventati ancora più vispi. Poi lei, rivolgendosi alle fate al suo fianco ha detto-"Controllate"-"Subito"- hanno risposto all'unisolo. Mi hanno messo vicino alla vena del braccio una crema. Poi hanno schiacciato qualche pulsante su un cosino. Poi sgranando gli occhi hanno affermato-"È lei Regina!"- la ninfa mi è venuta incontro abbracciandomi. Poi con un sorriso stampato in faccia mi ha detto-"Vieni cara abbiamo molto di cui parlare!"
La porta del mio passato si era chiusa. Ora era iniziata la mia nuova vita.
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