{Finale}Niente sarà più come prima
Sascha's pov
Il viaggio lo avevamo fatto in silenzio, chi ancora cercava di metabolizzare l'inferno che avevamo affrontato e chi cercava di medicarsi le ferite come meglio poteva.
Come se fossimo usciti diventando persone completamente diverse.
Non fosse stato per il miracolo del bus probabilmente saremmo tutti morti adesso.
C'erano posti di blocco ogni circa 4 chilometri ma noi cercavamo di ignorarli tutti. Il centro della città era addobbata per il grande evento, la più stra grande maggioranza dei potenti di quella città si trovava lì in quel momento.
"Schifosi snob"Sentiamo Layla commentare guardando dal finestrino come tutti noi.
"C'era un periodo della nostra storia in cui il potere era dato ai ricchi e potenti. Ce ne sono stati tanti, ma pensavo che non sarebbe riaccaduto"Commenta Giuseppe.
"L'essere umano non impara mai dai suoi errori, nemmeno quando glieli mostri"Dice Darren scuotendo la testa e tenendo le braccia consente.
Parcheggiamo in un luogo nascosto cercando di farcela a piedi fino a quella piazza piena di gente che acclamavano in massa Denaro.
"Colui che avrebbe portato alla libertà, eh?"Commenta Calvin poggiandosi su un albero mentre noi altri osserviamo lui arrivare acclamato come una star mentre vediamo le nostre foto segnaletiche.
"Oggi è un grande giorno, perché sì finalmente il pianeta avrà l'occasione di mostrare quanto vale. Abbiamo dimostrato di saper resistere contro le forze aliene. Tutto questo al fine di ottenere un futuro migliore per noi e i nostri figli"
Dice Il presidente, parole che dopo quello che abbiamo visto non ci sembrano altro che un mucchio di stronzate campate all'aria.
"Oggi abbiamo delle celle di massima sicurezza dove le persone contro l'umanità vengono richiuse. Dove li rieduciamo al fine di riammetterli. Se ne trovate uno, consegnatelo alle autorità. Faremo in modo di rendere questo posto sicuro per tutti"
"Stronzate"Dice Matteo iniziando a camminare avanti e indietro. Se avesse sentito altre parole non sarebbe sopravvissuto a lungo.
"La cosa spaventosa è che ci crede in quello che dice. Così sembra."Dice Calvin ancora più sconcertato, gli altri rimangono in silenzio, come me. Il nostro silenzio coperto dalle urla delle persone che lo acclamavano come un dio.
"Dobbiamo rimanere qui a lungo?"Chiese Stefano ancora estremamente ammaccato.
"Finché le ragazze non riescono a contattare i nostri famigliari in modo sicuro? Sì."Gli risponde Darren mentre le ragazze sono collegate a una rete con un strano aggeggio mentre parlano.
Denaro si fa acclamare e saluta i suoi elettori mentre sul palco sale anche la moglie. Per un istante vi giriamo tutti verso Federico ma è scomparso.
"Merda, Dov'è Fede?"Chiede Calvin guardandosi intorno.
"È cieco per un occhio, lo riconoscerebbero subito!"Esclamo io e tutti in panico.
Accidenti.
All'improvviso sentiamo un colpo di pistola provenire da non si sa dove, anzi... Non era una pistola. Un cecchino.
Per un istante siamo tutti fermi a guardarci ma nessuno di noi ha subito il colpo, bensì il presidente che è caduto a terra colpito apparentemente in testa da un colpo talmente preciso da far spavento.
Erano collegate la scomparsa di Federico e la morte di Denaro?
"Fede... "Dice Stefano vedendolo avvicinarsi con il fucile da cecchino con un impressione spaventosa. Era stato lui.
"Federico? Ehi."Provo ad avvicinarmi a lui e lui si lascia avvicinare, lasciandosi togliere anche l'arma di mano.
"Era un bugiardo. Un bugiardo fino al midollo. Se doveva morire doveva farlo per mano mia."
Dice poi mentre lo stringo in un abbraccio che lui non ricambia, ma lo sento piangere sulla mia spalla.
"Qualcuno gli ha fatto tacere quella bocca del cazzo."Dice Calvin guardando il movimento davvero strano provenire dalla folla.
"Ragazzi, credo sia il caso di andarcene... ADESSO."Dice poi Calvin sollevando i più ammaccato di lui come Stefano.
Corriamo tutti verso il bus e da lì ci armiamo.
"Non hanno prove di chi ha ucciso Denaro. Se ora tutte le forze sono occupate a perquisire i casi umani che lo stavano acclamando vuol dire che abbiamo maggior liberta per andarcene via da questa città."dice Giuseppe.
"Io non posso andarmene, Alice è incinta e senza di lei e gli altri bambini non posso andarmene, lo sai bene"dice Matteo.
"Matteo, abbiamo contattato Alice, sta bene e mentre noi eravamo in prigione lei e i nostri famigliari hanno studiato il metodo migliore per andarsene"Dice Layla interrompendoli.
"Andati dove? "
"Texas. È una bella strada da qui ma lì il governo accetta i rifugiati politici, si stanno trasferendo tutti al di fuori di qui. Quindi credo sia l'ora di decidere... Per chi vuole andare nel Texas, o nel Michigan o spingersi addirittura fino al Canada."Spiega Hila.
"Ilaria, te cosa hai in mente di fare?"Chiede Giuseppe alla ragazza.
"Io andrò a Vancouver. Sarà un viaggio lunghissimo ma quanto meno lì le nostre competenze universitarie sono più che spendibili."riponde Hila.
Arriviamo in una Stazione dei pullman dove ci sono tutte le direzioni possibili. Alcune erano dirette per fino in Aereoporto.
Era arrivato il momento di decidere.
"E così le nostre strade si separano..."Dice Stefano appoggiandosi a me.
"A quanto pare..."Dice Matteo mettendo una mano sulla spalla del cugino.
Darren e Calvin volevano andare fino a Los Angeles. Era stata quasi tutta distrutta ma tanti architetti, uomini disposti a rimetterla su si erano spinti fino a lì per farlo.
Alla fine il gruppo si divise, tra saluti e lacrime. Ne avevamo passate tante ma era giunto il momento di salutarci.
Federico e Matteo erano diretti nel Texas con le loro famiglie.
Io, Giuseppe, Salvatore, suo fratello Giuseppe, Stefano, Manu, Darren e Calvin eravamo diretti a LA.
Le ragazze a Vancouver.
Ci eravamo ripromessi che saremmo tornati più forti che mai per liberare la nostra città.
Ma adesso eravamo dei mirini e la cosa più logica da fare era quella di salvarci.
Avevamo perso case, identità...
Ma ci riguadagnavamo le nostre vite. Quelle che non potevamo più considerare tali da mesi.
Ci avrebebbe aspettato un viaggio lungo, davvero lungo. Ma eravamo ancora insieme.
Dopo tutto da tutto quello ne eravamo usciti ammaccati ma non sconfitti.
La cosa è certa: Niente sarà più come prima.
FINE.
QUESTO È IL 41Esimo CAPITOLO CHE TERMINA E CHIUDE QUESTA STORIA CHE DURA DA 3 ANNI.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto questo libro fino a qui.
Vi ringrazio davvero.
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