Capitolo 9
Erano passati alcuni giorni e le cose tra me e Julian proseguivano a gonfie vele. Lui era molto più amorevole ed avevo scoperto un suo lato dolce che non pensavo avesse. Avevo persino iniziato a vederlo come un povero cucciolo di foca abbandonato (Nota autrice: sì, Tom Felton versione cucciolo di foca mi piace un sacco❤).
Un giorno stavo facendo alcune ricerche sul mio tablet per lavoro; ero a casa da sola, Julian aveva dovuto correre in laboratorio per esaminare alcuni elementi di un crimine appena scoperto.
All'improvviso qualcuno suonó il campanello: chi poteva essere? Non Julian, aveva preso le chiavi prima di uscire; ma non poteva essere nemmeno un vicino o qualcosa, perché non conoscevamo praticamente nessuno in quella città, se non per relazioni di lavoro.
Mi alzai dal divano e andai alla porta: Dan. Che ci faceva lì?
Gli aprii sorridendogli. -Ehy, come mai da queste parti?-.
-Ho pensato di passare a fare un saluto, è un po' che non ci vediamo-.
Sorrisi e lo feci entrare. -Beh in effetti è così... Posso offrirti qualcosa? Stavo per fare un caffè-.
-Lo prendo volentieri, grazie-.
Ci spostammo in cucina e bevemmo entrambi una bella tazza di caffè bollente.
-Allora, come va?-.
-Bene direi, ho appena trovato lavoro come barista-.
-Bene! Sono contenta per te-. Sorseggiai il caffè: non so perché, ma avevo l'impressione che quella visita avesse un secondo fine.
Posò la tazza sul tavolo e si avvicinò al bancone al quale ero appoggiata.
-Con il tuo ragazzo come va?- mi chiese.
-R...Ragazzo?-. Come faceva a sapere di me e Julian?
Sorrise e mi intrappolò contro il bancone. -Non fare finta di niente, ti ho vista qualche sera fa in un locale con il tuo amico biondo. Davvero ti piace uno come lui?-.
Cercai di scostarmi, la sua vicinanza mi mandava in crisi.
-Non sono affari tuoi-.
Ghignò, avvicinando il viso al mio. -Sai cosa si dice dottoressa Snow? Mai far entrare qualcuno che non si conosce in casa-.
Mi baciò con forza, stringendomi i polsi. Cercai di liberarmi, ma mi bloccò, lanciandomi a terra con violenza. Ma che voleva?!
-Ora capirai cosa vuol dire mettersi contro di me!- e mi si gettò sopra, mentre la mia voce urlava invano.
Spalancai gli occhi e scattai seduta: ero nel mio letto ed era notte fonda, a giudicare dall'ora proiettata dalla sveglia. Respirai affannosamente, guardandomi intorno. Era tutto calmo, niente era fuori posto. Mi voltai e accanto a me vidi Julian, anche lui che dormiva tranquillo.
Iniziai a singhiozzare: il sogno che avevo appena fatto mi aveva agitata non poco.
-Ehy, tutto bene?- chiese Julian svegliandosi.
-Sì scusa, ho solo... fatto un incubo...-.
Lui mi abbracciò e posai la testa sulla sua spalla.
-Va tutto bene Cait, era solo un sogno-. Sentivo le sue mani muoversi sulla mia schiena per calmarmi... e non resistetti più.
Lo baciai, facendolo cadere all'indietro. Lui ricambiò il mio bacio, stringendomi a sè. Spostai le mani sotto la sua maglietta, accarezzando il suo petto, mentre lui faceva sparire la mia di maglietta.
Per il resto della notte non pensai più a nulla, più a nessuno. Mi dedicai completamente all'uomo accanto a me, senza nessun rimpianto.
Anche se, me ne sarei resa conto il giorno successivo, quel sogno non se ne sarebbe andato tanto facilmente.
Note:
Eccomi, non sono sparita! 😂 Spero che questo capitolo vi piaccia!
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye
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