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01; In riunione




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Come ogni giovedì pomeriggio, anche quel giorno i ragazzi e le ragazze del gruppo di ascolto chiamato "Friendzonati Anonimi" erano riuniti nell'aula B16, l'ultima in fondo al corridoio del secondo piano della Shinil High School, per cominciare la loro riunione.

Con i banchi accantonati in un angolo e le sedie disposte in cerchio, i membri del gruppo se ne stavano seduti lì in attesa, chi con lo sguardo perso in aria, chi vagando con gli occhi fuori dalla finestra per ammirare gli alberi in fiore, e chi ancora tamburellando un piede a terra, mentre teneva d'occhio l'orario al proprio orologio a polso, che segnava esattamente le 16:10.

Mancava solo una persona all'appello, ed era in ritardo di ben dieci minuti; evento piuttosto strano, considerato che di solito arrivavano sempre tutti in perfetto orario, se non addirittura in anticipo.

Chissà, magari però aveva avuto un contrattempo. O magari era semplicemente in ritardo perché, con tanta buona fortuna, era impegnata a parlare con la sua cotta colossale.

Tuttavia, prima che i presenti potessero rendersene conto, la porta dell'aula - rimasta fino ad allora socchiusa - si aprì silenziosamente, rivelando oltre la soglia una biondina tutta sorridente dal fisico minuto, che si esibì subito in un inchino di scuse.

«Eccomi, scusate tantissimo per il ritardo, ma stavo facendo una telefonata importante» mormorò, prima di avvicinarsi al gruppo e accomodarsi timidamente al suo solito posto.

«Tranquilla, Yeoreum-ah» le sorrise Wonpil, un ragazzo seduto affianco a lei, accarezzandole la spalla.

Il resto del gruppo invece restò piuttosto impassibile, Brian compreso - Young K per gli amici - che era il fondatore indiscusso del gruppo, istituito poco tempo dopo il suo superamento della friendzone, e che dirigeva settimanalmente i loro incontri nel tentativo di aiutare i suoi amici a fare lo stesso.

«Bene, ora che ci siamo tutti possiamo cominciare.» sentenziò, battendo le mani sulle proprie cosce. Poi si guardò intorno, non ricevendo le attenzioni sperate.

«Chi vuole iniziare?» domandò allora, cercando risposta negli sguardi altrui, che però apparivano per la maggior parte persi nel vuoto.

Yeoreum teneva gli occhi bassi a fissare il pavimento e se ne stava con le spalle ricurve, sospirando qua e là mentre ripensava alla conversazione telefonica appena avuta. Inutile specificarlo, era andata ancor peggio del solito. Ma avrebbe avuto modo di raccontare per tempo tutto agli altri, qualora ne avesse trovato il coraggio.

Wonpil lanciò un'ultima occhiata a Yeoreum e poi guardò dritto davanti a sé, proprio dove si trovava Jae, un ragazzo biondo occhialuto tanto sognatore quanto nerd, che proprio in quel momento stava tirando fuori dallo zaino il suo quaderno degli appunti, sul quale si segnava ogni singola cosa che pensava potesse tornargli utile per uscire dalla friendzone con la sua migliore amica, situazione in cui si trovava da ben quattro anni. Insomma, non gli bastava prendere appunti anche durante la lezione, doveva farlo pure in ambito extra scolastico.

Poi c'era Sungjin, l'immancabile Sungjin, abilissimo suonatore di chitarra, l'unico del gruppo ad essersi già dichiarato alla sua dolce metà con una serenata stupenda, ma la cui dichiarazione aveva purtroppo avuto esito negativo. Tuttavia lui aveva deciso di perseverare, di continuare a provare a fare in modo che la ragazza che amava lo iniziasse a considerare più di un amico... ed era proprio per questo che era entrato a far parte del gruppo. Come tutti gli altri, del resto.

«Ciambella, dato che nessuno si propone perché non cominci tu? Come sta andando con Seonho?» parlò ancora Brian, interpellando l'unica del gruppo che quel pomeriggio le pareva in uno stato emotivo non particolarmente affranto, rispetto a tutti gli altri.

"Ciambella" era nientemeno che il soprannome di Eunseo, Son Eunseo, una ragazza alta e slanciata dai capelli ramati nonché una buona forchetta, che dal di fuori si mostrava sempre in mood scaricatore di porto e dava da dire a tutti, ma il cui cuore in realtà batteva all'impazzata per una certa persona.

Anche in quel momento sembrava piuttosto indifferente, ma Eunseo di emozioni ne stava provando, eccome. Anzi, ne provava sempre a migliaia, soprattutto ogni volta che Brian le rivolgeva una qualsiasi parola accompagnata da quei suoi profondi sguardi e sorrisi stupendi, e lei si sentiva sciogliere in un brodo di giuggiole.

Ah, e ovviamente non c'era nessun Seonho. Già, perché il cuore della cara Eunseo era sempre stato occupato da nessun altro che Brian, e questo era anche il principale motivo per cui la ragazza era entrata a far parte del gruppo: era perdutamente innamorata di lui da ormai due anni, e, anche se non glielo aveva mai confessato, in fondo al cuore aveva sempre sperato che anche lui provasse gli stessi sentimenti.

Tuttavia le sue speranze erano state completamente distrutte quando, pochi mesi prima, lui le aveva confessato in segreto di essersi innamorato di una sua amica di nome Bona, una delle ragazze più popolari dell'ultimo anno.

Eunseo ovviamente aveva fatto finta di approvare la cosa, seppur a malincuore, poiché mai e poi mai avrebbe creduto che si sarebbero messi insieme. E invece alla fine era successo. Nonostante i bastoni fra le ruote che Eunseo aveva sempre cercato di mettergli, era successo.

Eppure quei due avevano dei caratteri così diversi...

Bona era una ragazza viziata, vanitosa e tutta pepe, discuteva su ogni cosa - anche insignificante - che non le andasse a genio e pretendeva sempre di avere ragione su tutto.

Brian invece era sempre stato uno di quei tipi frizzanti e molto alla mano, e, a detta di Eunseo, molto più adatto a ragazze come lei che a ochette come Bona; ma, a quanto pare, il destino aveva voluto che andasse a finire in questo modo, e così... beh, ora Eunseo si ritrovava nella friendzone con uno dei suoi amici più cari senza poterglielo nemmeno dichiarare, e per far parte del gruppo era ovviamente costretta a fingere che le piacesse un altro ragazzo.

Brian quindi, come del resto tutti gli altri, era sempre stato all'oscuro di tutto sin dall'inizio, e lo era tuttora, ma prima o poi Eunseo avrebbe dovuto dirgli tutto, senza peli sulla lingua, volente o nolente. Soltanto, non in quel periodo.

«Beh, con Seonho va tutto come al solito, direi...» rispose dunque la ragazza, facendo spallucce, per poi sistemarsi una ciocca dei suoi lunghi capelli ramati dietro all'orecchio.

«Non ci sono novità? Pensavo che la situazione si stesse sistemando per il meglio, dopo quello che ci avevi detto la scorsa volta» domandò ancora Brian, mostrando come al solito la sua indole curiosa e ricordandosi ogni singolo dettaglio della conversazione avuta nel loro incontro precedente.

Eunseo scosse la testa, riportando anche lei alla mente le parole dette la volta prima; infatti aveva raccontato loro l'ennesima frottola su questo presunto Seonho, dicendo che erano usciti insieme e che lui aveva fatto una strana allusione a cosa sarebbe potuto succedere se loro due se fossero diventati più che amici, ma, stando ai racconti della ragazza, - ovviamente tutti inventati di sana pianta - era stata una semplice speculazione, dato che questo Seonho attualmente non era interessato ad una relazione.

«Fighting, Eunseo-yah! Vedrai che riuscirai a fargli cambiare idea, prima o poi!» squittì Yeoreum, lanciandole un carinissimo sorriso mentre stringeva un pugno in segno di vittoria.

«Già, lo spero tanto anch'io...» sussurrò Eunseo, fra sé e sé.

Poi guardò Brian, che la stava osservando a sua volta, come se stesse cominciando a sospettare qualcosa, ma lei distolse subito lo sguardo e non gli diede tempo di continuare a pensarci.

«Okay, allora... Jae, tu che ci dici? E perché mai stai già prendendo appunti, non abbiamo detto niente di che!» disse Brian, rivolgendosi stupito al ragazzo occhialuto alla sua destra che era impegnatissimo a scrivere sul suo block notes.

L'interpellato sussultò e alzò lo sguardo, sistemandosi gli occhiali sul naso e assumendo un'aria più stralunata del solito.

«Che c'è? Ho scritto solo la data di oggi e l'orario di inizio, con dieci minuti di ritardo rispetto all'orario di programma!» si giustificò infine, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, e nessuno avrebbe potuto biasimare tutti i presenti dall'esibirsi in un sonoro facepalm di gruppo.

«Sapete che sono fiscale per certe cose!» aggiunse Jaehyung, annuendo a se stesso.

Quel giorno, chi per un motivo e chi per un altro, si stavano comportando tutti in modo molto più strano del solito.

«Aigoo... Va bene, va bene!» sospirò Brian, alzando gli occhi al cielo.

"Qualcuno prima o poi parlerà, dannazione!" pensò, irritato, un attimo prima di azzardare una domanda a Yeoreum.

«Allora, Yeoreum-ah, riguardo la conversazione che hai avuto al telefono poco fa... era per caso con lui?»

«S-sì...» sospirò la ragazza, asciugandosi una lacrimuccia sulla guancia. Era così emotiva che bastava veramente poco a farla sentire in paradiso o all'inferno, a seconda dei casi.

«E... com'è andata? Tutto bene?» volle sapere Brian, vedendola emotivamente instabile.

Ci furono all'incirca cinque secondi di silenzio, scanditi soltanto dai timidi singhiozzi di Yeoreum, che, infine, si espresse a fatica.

«Non so se ne voglio parlare... di fronte a tutti voi»

A quel punto Eunseo, irascibile come al solito, non potè trattenersi, pur sapendo benissimo che avrebbe intimorito quella povera ragazza. Del resto, però, bisognava pur smuoverla in qualche modo.

«Yah, qual è il tuo problema? Ti vergogni, forse?!»

«Avanti, ne abbiamo già parlato, questo è un gruppo aperto, e siamo qui proprio per confidarci fra noi, no?» intervenne allora Brian più pacatamente, nel suo indiscusso ruolo di leader, per placare l'atmosfera.

«E poi abbiamo tutti lo stesso problema, siamo tra amici» parlò finalmente anche Sungjin, l'unico che fino a quel momento se n'era rimasto ad ascoltare in disparte. Del resto, che ci poteva fare? Era fatto così; era un ottimo ascoltatore, empatico con tutti, ma un pessimo conversatore, e forse era stato anche quello uno dei motivi per cui la sua amata non aveva risposto in modo positivo alla sua dichiarazione.

Ma, anche in questo caso, forse avrebbe fatto meglio a non parlare.

«Amici? Non usare quella parola in mia presenza!» si irritò infatti improvvisamente Wonpil, che quel mattino si era svegliato con la luna storta e con il piede sbagliato, e stranamente riusciva a sopportare solo la dolce Yeoreum.

«E perché?» domandò Sungjin, confuso da quel suo atteggiamento più irritabile del solito.

«Caro Wonpil-coso, siamo tutti nella stessa barca, credi forse di essere diverso da noi?! Siamo tutti dei friendzonati, qui!» esclamò Eunseo, in difesa di Sungjin, che, buono e caro com'era, avrebbe sicuramente lasciato perdere se lei non si fosse intromessa.

Ma Eunseo adorava litigare, era una cosa che la faceva sfogare e dopo la quale si sentiva sicuramente meglio di prima, specialmente se si trattava di discutere con quell'odioso.

«No, ma tu sei solo una stupida ciambella parlante, che cosa puoi saperne a riguardo?» la attaccò Wonpil, alzandosi in piedi e puntandole un dito contro.

«A riguardo di che cosa, scusa?!» si infervorò lei, alzandosi a sua volta e stringendo i pugni.

«Non fare la finta tonta!» la provocò ancora Wonpil, muovendo un passo avanti con espressione intimidatoria.

Eunseo stava per rispondergli per le rime, ma fortunatamente l'intervento pacificatore di Brian non mancò ad arrivare neanche in quell'occasione, riuscendo parzialmente nel suo intento.

«Yah, ragazzi, calmatevi! Per cortesia! Siamo qui per parlare, non per fare a botte!» disse, frapponendosi fra i due e spingendoli leggermente indietro, per poi aspettare che si risedessero, e riaccomodarsi a sua volta.

«Aish!» borbottarono in coro i due, neanche a farlo apposta, mentre Brian aveva già in mente un'altra domanda per rompere il ghiaccio.

«Wonpil-ah, visto che hai tante energie... perché non le spendi raccontandoci qualcosa tu?»

«Non mi va» mugugnò lui, incrociando le braccia al petto e distogliendo lo sguardo.

«Eddai, non fare il bambino! Parla!» insistè Brian.

Ma non c'era proprio verso; quando Wonpil si offendeva o si impuntava per qualcosa, era quasi sempre impossibile faro ragionare. E questo suo comportamento infantile il più delle volte non giocava mai a suo favore, perché risultava sopportabile solo a chi ci sapeva fare con la gente, come... beh, Brian, il mediatore del gruppo. La sua infinita pazienza era una delle doti che più lo caratterizzavano, e spesso e volentieri l'irritabile Eunseo si chiedeva come caspita facesse Brian a gestire il proprio autocontrollo così efficacemente.

«Se è no, è no! Perché devi essere tu a comandare?» ribattè Wonpil, guardandolo torvo.

«Perché lui è riuscito ad uscire dalla friendzone, tu no!» parlò saggiamente Jae, facendogli un occhiolino provocatorio.

«E allora neanche tu, se è per questo!» gli rispose Wonpil per le rime, non sapendo che altro dire.

"Aish! Ogni giovedì è sempre la stessa storia... Perché mai ho deciso di venire qui quando non ne avrei affatto bisogno?!" pensò invece Eunseo, affranta, scuotendo la testa.

«Yah, ora basta! Stavamo parlando di Yeoreum, torniamo a noi per favore!» calmò di nuovo le acque Brian, con un gesto della mano.

La situazione stava per ritornare ad una presunta tranquillità, quando, proprio in quel momento, si sentì un cellulare squillare.

Tutti si voltarono verso la fonte di quel suono, che proveniva nientemeno che dallo zaino di Yeoreum, la quale si affrettò a prendere il cellulare in mano e spalancò gli occhi non appena vide il mittente.

«S-scusate, ragazzi, ma... è di nuovo lui. D-devo assolutamente rispondere, scusate» balbettò la ragazza, in agitazione, poi si alzò e uscì velocemente dall'aula, chiudendosi la porta alle spalle.

«Mh... Secondo me lei gli dà troppo corda, non va affatto bene» riflettè ad alta voce Sungjin, non appena la ragazza si fu dileguata, scuotendo lentamente la testa.

«Perché, sentiamo, secondo te che cosa dovrebbe fare? Ignorarlo?» intervenne ancora una volta Wonpil, lanciandogli un'occhiataccia.

«Ma no, non ho detto questo! È solo che... se lei si mostra così tanto disponibile con lui, poi non vorrei che andasse a finire com'è successo a me, tutto qui» disse semplicemente Sungjin, alzando le spalle e assumendo un'espressione dispiaciuta.

Wonpil lo guardò di nuovo, questa volta soffermandosi un po' di più sul suo sguardo: era quello di un ragazzo deluso, sì, triste e deluso, ma non per questo arrendevole, anzi... Sungjin era una delle poche persone che, nonostante tutto, riusciva comunque a perseverare seriamente sempre e comunque in tutto, a testa alta, non dandosi mai per vinto.

Ed era anche per questa ragione che Wonpil lo aveva sempre invidiato tanto, anche quando i due, fino a qualche tempo prima, erano migliori amici.

Già, perché Sungjin almeno si era fatto coraggio ed era riuscito ad esternare i propri sentimenti alla sua lei, mentre lui... beh, era sempre rimasto bloccato, e lo era ancora, quindi pensava che di questo passo non ci sarebbe mai riuscito.

«Beh, ma comunque in questo caso la situazione è un po' diversa, non credi?» aggiunse Wonpil, distogliendo finalmente lo sguardo da Sungjin, il quale sollevò un sopracciglio senza capire.

«In che senso?»

«Tu la tua lei ce l'hai qui, nella tua stessa città, e puoi vederla quando vuoi. Lei, invece, il suo lui ce l'ha a migliaia di chilometri di distanza...» sospirò il ragazzo, facendo appena in tempo a finire di parlare che Yeoreum si palesò nuovamente in aula.

Allora, per fare in modo che la biondina non capisse di essere stata argomento di conversazione in sua assenza, Brian decise di dissimulare una chiacchierata casuale riguardante Eunseo, la prima persona che gli venne in mente al momento.

«Allora, ragazzi, per il problema di Eunseo... Avete qualcosa da suggerire?»

A quel punto si fece avanti nuovamente Wonpil, stupendo tutti i presenti con la sua maliziosa parlantina.

«La prima... magliette più scollate, e la seconda... beh, gonne più corte» suggerì, condendo il tutto con un bell'occhiolino rivolto alla diretta interessata, che per poco non gli tirò una sedia in testa.

«Chiudi quella bocca, idiota!» gridò, mimando comunque il gesto di lanciargli qualcosa addosso.

«Yah, vedete come fa? Io cerco di aiutarla e lei mi chiama idiota!» ribattè Wonpil, indicandola con fare accusatorio e guardando gli altri per giustificarsi.

Brian sospirò, ridacchiando poi per la situazione degradante, seguito a ruota da Sungjin, Jaehyung e Yeoreum, mentre gli altri due continuavano a guardarsi in modo minaccioso da sotto le sopracciglia aggrottate.

«Ciambella, quello che Wonpil intende dire è che forse dovresti mostrarti un po' più femminile, e magari qualche piccolo accorgimento sul tuo look potrebbe aiutarti ad uscire dalla friendzone» le disse poi Brian con un sorriso, cercando di farla ragionare.

Eunseo lo guardò, dapprima annuendo, e poi soffermandosi per un attimo a contemplare quei suoi atteggiamenti così tranquilli e intelligenti allo stesso tempo, che la facevano innamorare di lui ancora di più.

La timida Yeoreum, poi, come mai era successo prima d'ora, intervenne di sua spontanea volontà, rivolgendosi ad Eunseo con un sorriso.

«Eunseo-yah, se ti serve una mano in materia di vestiti posso aiutarti io»

«Mh... okay, grazie» rispose semplicemente la ragazza dai capelli ramati, facendo spallucce.

Già, perché in realtà il suo modo di vestire le interessava ben poco. Infatti sapeva benissimo che non era quello che Brian avrebbe mai notato, in lei. Certo, ora lui stava con quella fighetta di Bona, con cui lei, esteticamente parlando, non avrebbe mai potuto competere; ma, in ogni caso, non era agli occhi di Brian che voleva arrivare, ma al suo cuore.

E forse, per poterlo fare, Eunseo aveva pian piano capito che avrebbe dovuto cambiare atteggiamento, non solo nei suoi confronti, ma con tutti; chissà, magari un giorno così Brian l'avrebbe considerata sotto un'altra luce.

Nel frattempo, fra varie conversazioni di sfogo, in cui Yeoreum raccontò finalmente - con aria terribilmente abbattuta - che cosa le aveva detto il suo lui al telefono, e i soliti battibecchi in cui Brian doveva sempre intervenire per placare le fiamme, passò all'incirca un'oretta, in cui fondamentalmente non si risolse nulla di che, ma ci si sfogò soltanto gli uni con gli altri, alleviando un po' il fardello che ciascuno portava nel cuore.

«Bene, sono già le 17:10... direi che per oggi abbiamo concluso» sentenziò infatti Brian alla pseudo-ora x, dieci minuti più tardi del solito, a causa del ritardo iniziale accumulato.

A questo suo annuncio, tutti i presenti si alzarono in piedi, pronti a risistemare le sedie al loro posto e ad uscire.

Nel momento stesso in cui Brian stava mettendo piede fuori dall'aula, Eunseo gli si affiancò, con l'intenzione di chiedergli di passare il resto del pomeriggio insieme, ma se ne pentì amaramente non appena vide Bona ad aspettarlo fuori in corridoio.

«Amore, avete fatto più tardi del solito!» esclamò lei non appena lo vide, saltandogli addosso con le braccia al collo, come se non lo vedesse da mesi.

«Sì, lo so, è che abbiamo iniziato più tardi... ma adesso sono tutto tuo» le rispose Brian, accarezzandole teneramente una guancia e sorridendole.

Dopodiché i due si presero a braccetto e si incamminarono verso le scale, chiacchierando allegramente.

Mentre anche tutti gli altri stavano uscendo, Eunseo se ne restò lì ad osservare la scena in disparte, appoggiata allo stipite della porta, mentre una tristezza infinita stava prendendo possesso del suo cuore, insieme ad un'enorme voglia di essere lei la ragazza a cui Brian potesse rivolgere tutte quelle attenzioni.

E il fato volle che, per fortuna o sfortuna, uno dei ragazzi dei "Friendzonati Anonimi", poco prima di andarsene, notasse l'espressione addolorata di Eunseo nel seguire quei due con lo sguardo, e si rendesse improvvisamente conto di quello che la ragazza teneva nascosto a tutti quanti da ormai due anni.

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