SORELLA CAVALLO
Fisso una cascata che scende imponente quanto uno tsunami ma prevedibile come il corso di un tranquillo torrente, quello che sto per fare mi fa pensare a molti film visti nella mia vita.
Mi avvicino al fluido trasparente.
"Se lo sapevo stamattina non mi lavavo i capelli".
Dico fra me e me per poi affondare lentamente la testa nell'acqua in movimento: quando apro gli occhi bagnanti, ma non quanto i capelli, scorgo una grotta quasi del tutto al buio fatta eccezione per alcuni spiragli nella roccia che fanno passare raggi di sole.
Attraverso la cascata con tutto il corpo mentre le caviglie sono immerse in un mini ruscello segreto, raggiungo l'asciutta roccia e rivolto le scarpe notando diversa acqua al loro interno.
Mi tocca andare a piedi nudi.
Cammino per quasi dieci minuti prima di vedere la ragazza che ha fissato il luogo dell'intervista: mi dà le spalle e indossa un kimono nero come il suo pelo, la sua criniera ha una tonalità leggermente diversa dal resto del corpo, è sempre nera ma sembra mischiata al marrone.
Faccio un colpo di tosse ma non si volta, mi avvicino e noto che ha le gambe conserte e le mani sulle ginocchia, assomiglia a una posizione usata per la meditazione.
"Scusami".
Dico con un tono di voce medio ma non si muove, decido quindi di toccarle la spalla destra.
Non appena avviene il contatto lei mi tocca il naso con le nocche mentre io finisco disteso sul terreno.
"Scusa! Scusa!"
Ripete sconvolta mentre si mette le mani sul muso, ha le narici rosa mentre il dorso che collega il naso al resto del volto è bianco...ma aspetta...sto sanguinando!
Pochi minuti dopo indosso lo stesso kimono, a quanto pare lei lo mette mentre i suoi vestiti si asciugano.
Due pezzi di carta arrotolati mi tappano le narici ed evitano che il sangue coli fuori da esse, mi sembra di avere io raffreddore ma mi consolo pensando che non ho tutti quei fastidi che porta.
Esco dal piccolo stanzino che mi ha ospitato e raggiungo il cavallo.
"Scusa".
Fissa i pezzi di carta mentre io faccio un gesto con la mano come per dire "Tranquilla".
Afferro il taccuino e mi siedo a gambe conserte mentre lei fa lo stesso.
"Prima di iniziare vorrei sapere...?"
"Stavo pensando, questo posto è calmo...".
Indica la roccia.
"... questo vestito è idoneo ...".
Tocca il tessuto.
"... e poi un'intervista, una cosa che richiede del lavoro mentale, fa bene al mio hobby".
Annuisco.
"Da quanto tempo sei su Wattpad e come ci sei finita?"
"Ho scoperto Wattpad cinque anni fa, grazie a una mia amica, ma il mio vero account vero e proprio l'ho creato in terza media, per sfogo personale".
Gira un istante la testa, si ricorda.
"Ci sono stati degli inconvenienti, ho cambiato più volte identità fino a sparire dalla piattaforma".
Ora guarda in basso.
Qualche settimana fa (nelle informazioni della biografia segna un mese preciso) ho deciso di ricominciare da capo, con un profilo serio, che aggiorno quotidianamente".
"Come hai scelto il tuo nome utente se puoi dirlo?"
"La prima parte del mio nome utente (sdarkk) nacque nel 2018, ad un saggio di canto".
Sorride.
"Me lo diede una ragazza con la quale ho perso i rapporti l'anno successivo".
Ora di meno, posso capire.
"La "s" è l'iniziale del mio cognome mentre "dark" indica la mia estetica".
Anche questo posso comprendere.
"La doppia k è una specie di firma alternativa".
Prende un respiro profondo mentre tiene chiusi gli occhi.
"Infine, il 1998 è un anno di nascita (che ho scelto sia per motivi seri che per motivi futili).
"Come mai hai scelto il cavallo come animale?"
"Normalmente chiunque mi conosca mi associa alla figura del lupo, ma desideravo un animale più raro, destinato a farmi da guida su piani diversi".
Ottima scelta, c'è solo un lupo in questa città.
"Il cavallo shire è diverso dagli altri equini: è il più grosso destriero, ha una forza e una stazza da record, ha una folta criniera che gli dona un'aria misteriosa, è particolarmente sensibile e docile nonostante l'aspetto imponente, è molto elegante, ha un grande impatto grafico".
La guardo curioso mentre tento di nascondere il taccuino, a forza di ascoltare ho fatto un pasticcio.
"Infatti viene scelto spesso nel reparto cinematografico per colpire gli spettatori (ad esempio, il cavallo di Merida in Ribelle è proprio uno Shire)".
"Hai qualche passione in particolare?"
"A parte lo scrivere, ho vari hobby con cui tenermi costantemente impegnata".
Stavolta prendo bene gli appunti.
"Suono il pianoforte da quando avevo quattro anni, la chitarra dalla prima media e l'ukulele dall'anno scorso".
Ci rinuncio!
Metto via il taccuino.
"Come si può intuire dalla seconda risposta, frequento anche lezioni di canto".
Wooo.
"D'inverno vado spesso a sciare: amo la neve".
Ci sono stato qualche volta.
"Ogni giorno (a seguito di una dipendenza) cammino per qualche chilometro: potrei camminare sempre, senza mai stancarmi!"
Hai un degno rivale, a Rignano mi chiamano contachilometri.
"Di tanto in tanto, compongo canzoni".
Io no ehehe.
"Leggo libri, manga e manuali".
I manuali? Che cosa sei tu?!
Ascolto MOLTA musica: ho una cultura molto ampia in tale ambito".
Anche qui siamo rivali?
"Studio varie lingue (fra cui il giapponese) e guardo molte serie tv straniere su Netflix".
Se hai visto Prison Break andremo d'accordo.
"Disegno, dipingo, ritaglio, incollo e, talvolta, pasticcio".
L'ultima la so fare ah!
"Raramente mi capita anche di cucinare; sono un asso con le torte".
Dimmi che fai quella con la Nutella.
"Purtroppo, però, ci tengo a precisare che nessuna di queste cose mi fa sentire al massimo della felicità, portandomi a dire "mi piace!", anzi, spesso mi interrogo su come mai non riesca a farmi piacere nulla: è straziante...".
Perdo il leggero sorriso mentre sento la piena comprensione.
"Cosa ti ha spinto a unirti a Fratelli e Sorelle sorella?"
"Un annuncio pubblicato qui su Wattpad e la mia solita curiosità".
Questa era corta.
"Hai un pensiero da rivelarci?"
"Credo che tutto debba essere affrontato in maniera positiva".
Vero ma difficile.
"Ne ho passate tante e ammetto che in svariate occasioni non sono riuscita a far altro che vedere il bicchiere mezzo vuoto".
Capisco anche questo.
"Tuttavia, quando ho il pieno controllo delle mie emotività, mi sento grata per ciò che ho e ignoro ciò che mi manca".
Interessante.
"Concetti che spesso possono essere banali o "riciclati", si rivelano sovente come utili (ad esempio il consiglio di accettarsi così come si è)".
Mi guardo, quest'ultima cosa mi tocca assai.
"Parlo molto, non sto mai ferma, rifletto continuamente eppure non me ne pento mai".
Sorride ancora.
"Voglio arrivare ad essere fiera di me stessa!"
Si alza di scatto come se avesse appena chiuso un discorso incoraggiante a dei soldati, mi tolgo i pezzi di carta e noto che il fluido rosso ha smesso di colare.
"Be' ci vediamo nel gruppo allora ... cavallo selvaggio".
Questa era l'intervista a sdarkk1968, benvenuta Sorella Cavallo.
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