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Prologo

Ciao a tutti!

Qui abbiamo un secondo crossover, questa volta si tratta della mia storia fusa con la saga di Cassiopea Lestrange di lamiacasaehogwarts, vi lascio qui il link della sua storia: https://www.wattpad.com/story/246355103?utm_source=android&utm_medium=link&utm_content=story_info&wp_page=story_details_button&wp_uname=MTLestrangeStories&wp_originator=SwTjhbkonHTc8wpZksgHrlNZNEmzqYAQpToCFPXcg%2B5VPKnSynVRE762W8JhE1N94nx9DlKyPZrdK%2FuPc5y%2F8yNrziESdXb7QxOUvgmDWc7l1k2IIJo8dw82ddWYKaET

Come per il primo, tutti i personaggi inerenti a Cassiopea (Orion, Nash, Nova, Celéste...) fanno parte della storia di Cassiopea.

Ci tengo a precisare che questo crossover l'ho pubblicato oggi proprio perché é il compleanno dell'autrice, quindi spero che le piaccia come regalo!

Buona lettura!

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“Antheo ma sei ancora qui?” la voce di Rodolphus riempì la stanza dove prima regnava il silenzio.

“Celéste sta provando a sorridere” Antheo alzò lo sguardo furbetto dalla culla su cui era letteralmente appoggiato con tutto il peso. La stanza era addobbata e adibita per un neonato, con al centro una culla con un baldacchino di un leggero tessuto candido e una bambina era adagiata all’interno e guardava il fratellone con curiosità. Antheo le faceva le facce buffe e cercava di farsi stringere il dito.

Era da quando era nata Celéste che Antheo non si spostava da quella stanza, nonostante i continui richiami di Bellatrix e le ricerche di Rodolphus. Talvolta trascurava i compiti scolastici o si perdeva a giocare anche con i fratellini più grandi: Orion lo seguiva come un’ombra, emulando ogni movimento e rispondendo alle istigazioni scherzose del fratellone; Nash sgambettava seguendo i due maschi; Cassiopea ogni tanto richiedeva le attenzioni di Antheo alzando le braccia per farsi prendere in braccio e sulle spalle si aggiungeva Nova.

Dopo la nascita di Antheo, erano tutti convinti che Bellatrix non sarebbe più riuscita a dare alla luce altri figli, e per otto anni era stato così. Dopo un parto difficoltoso tutti i medimaghi le avevano caldamente sconsigliato di concepire ancora, che era già molto se il primogenito fosse cresciuto relativamente in salute. Ma Antheo aveva sfondato ogni pronostico e il corpo di Bellatrix diede prova della sua forza fisica.

Otto anni dopo Antheo, Bellatrix diede al mondo due gemelli, Cassiopea e Orion, che subito avevano dato ulteriore prova di quanto i membri della famiglia Lestrange fossero forti e determinati; due anni dopo un’altra coppia di gemelli si mostrò alla famiglia con la stessa determinazione dei primi, Nova e Nash; e da poco era nata la piccola Celéste.

Assomigliavano tutti alla madre e al padre, tutti con delle capigliature ricce e scuote e gli occhi vispi e feroci, tranne l’ultima, l’unica biondina della famiglia.

“Non darle fastidio, abbiamo già pensato per te e per gli altri a farvi addormentare, non darle brutte abitudini” gli disse papà Rodolphus avvicinandosi piano e prendendo in braccio la piccolina. La sollevò delicatamente, mettendola una mano dietro alla tenda, e portò il corpicino minuto sul petto. Antheo gli saltellò intorno per un po’, cercando di vedere il visino della sorellina che intanto emetteva lievi gemiti.

“Posso tenerla in braccio papà?”

“No. Deve riposare” lo ammonì dolcemente il padre mettendogli una mano sulla testa. Antheo emise un verso scocciato e subito dopo sbuffò. Lui voleva tenere Celéste e farle fare un giro per la casa e invece doveva aspettare che finisse di dormire. Accarezzò la schiena della sorellina passando le dita sulla candida stoffa del vestitino.

“Eccoti dov'eri!” Bellatrix fece capolino dalla porta scorgendo prima il marito e poi il figlio e rivolgendosi a quest’ultimo “Antheo non sei un babysitter, via di qui”

“Ma io voglio stare con Celéste uffa!”

“No! E ora fuori di qui. Dammela Rodolphus, deve dormire e voi state già facendo troppo chiasso”

Antheo e Rodolphus uscirono dalla stanza sentendo la porta chiudersi con una certa arroganza dietro di loro. Si avviarono verso il salone principale ma tre Rodolphus cercava di spiegare ad Antheo perché fosse importante che lui non perdesse troppo tempo dietro ai bambini. A lui piaceva molto vedere i suoi figli uniti, ma Antheo aveva delle responsabilità e non poteva trascurare per divertirsi e basta.

Il salone era una stanza enorme con delle librerie a muro che riempivano tutte le pareti; un grosso camino al centro della parete principale; dei divani che contornavano lo spazio enorme e una miriade di foto di famiglia che tappezzavano la parete sopra al camino, unica che non era occupata dalla libreria oltre che quella con i finestroni che davano all’esterno.

Cassiopea e Nova stavano guardando fuori dalla finestra, la neve stava riempiendo l’immenso prato del cortile della tenuta; Orion era con Nash che se ne stava attaccato ad una poltrona per allenarsi con l’equilibrio. Antheo lo raggiunse e gli mise le mani sotto le ascelle sollevandolo e facendolo ridere, e Nash si contorse ridendo per guardare il fratellone e aggrapparsi ai suoi vestiti. Orion lo seguì chiamando Antheo in modo sbilenco e facendogli vedere un grifone di peluche.

“Sei molto richiesto dai tuoi fratelli” fece Rodolphus sedendosi su un divano e accogliendo Nova, che strisciò la testa sulle sue gambe per chiedere attenzioni. Lui la prese e avvicinò il suo volto a quello della piccola dandole un lieve bacio. Cassiopea raggiunse il fratellone correndo e facendo sentire a pieni polmoni la sua voce.

Quando Cassiopea richiamava a sé le attenzioni del fratellone piuttosto che dei genitori, non ti dovevi permettere di metterle i bastoni tra le ruote. Dirompente come un uragano, tutti avrebbero certamente confermato che era tutta sua madre, anche se Bellatrix non lo avrebbe ammesso facilmente.
Bellatrix raggiunse la famiglia poco dopo con Celéste in braccio che si dimenava e cercava il seno della madre: “Contenti? Con tutto il chiasso che state facendo ora lei non si addormenta più. Via di qui Orion, devo sedermi” disse spostando leggermente il bambino e sedendosi sulla poltrona lasciando che Celéste si attaccasse al seno.

Cassiopea si aggrappò alla gonna della madre per essere presa in braccio, ma Bellatrix la spostò, non potendo accontentarla, verso il bracciolo della poltrona. La bambina guardò curiosa la sorellina che beveva il latte chiudendo pian piano gli occhi, mentre Bellatrix la ammoniva di fare silenzio dato che Celéste stava cercando di addormentarsi.

“Chi me l’ha fatto fare, avere tutti questi figli… Cassie lasciala stare” disse togliendo la mano di Cassiopea che si era avvinghiata al gambina della più piccola. Antheo arrivò filtro la sorella saltando e la prese in braccio con uno scatto, beccandosi il rimprovero della madre di fare piano.

I Lestrange erano una famiglia piuttosto singolare tra le ventotto, Bellatrix e Rodolphus si erano sposati attraverso un contratto di matrimonio e tra loro non vi era mai stato un briciolo di amore, eppure la nascita dei figli sembrava aver tappato i buchi che impedivano loro una convivenza serena. Antheo giocava sempre con i fratellini, ascoltala gli insegnamenti dei genitori e stava già dimostrando do essere un ottimo Mangiamorte, degno della Causa. Certo ogni tanto perdeva troppo tempo, ma cosa ci poteva fare, se adorava la sua famiglia?

“Tu dici così, ma sotto sotto ci adori” disse Antheo mostrando un sorriso furbetto. Bellatrix gli diede una carezza sul volto, per poi darla anche a Cassiopea e a Celéste, in fondo non poteva dare torto al primo.

“Adesso che l'Oscuro Signore è stato sconfitto, dobbiamo prepararci più di prima. Abbiamo un compito importante nei confronti di Antheo e dei piccoli”
“Restare qui senza poter fare niente mi uccide, io devo ritrovarlo” Bellatrix faticava a rimanere tranquilla dopo che Lord Voldemort era stato sconfitto da un bambino nel giorno di Halloween. Avevano promesso che avrebbero preparato Antheo, che avrebbe salvaguardato il suo essere e lo avrebbero istruito, e si sarebbero presi cura anche dei bambini. Ma restare fermi aspettando e continuare come se non fosse mai successo niente non era da loro, fedeli seguaci di Voldemort che avevano giurato eterna fedeltà al loro Padrone e lo avrebbero cercato fino in capo al mondo.

Alcuni erano già alla sua ricerca, dividendosi i ruoli per non dare troppi sospetti, seguendo e intercettando ciò che gli Auror riferivano al Ministero, grazie alla copertura di Yaxley riuscivano ad ottenere notizie in poco tempo ora che Rookwood era stato scoperto.

I bambini davano il loro bel da fare, tenevano occupati i Lestrange richiedendo spesso attenzioni e con l’ultima arrivata Bellatrix sentiva la stanchezza di un’ennesima gravidanza finita bene.

Rodolphus non voleva arrendersi così, avrebbe eseguito l’ordine egregiamente fidandosi della forza e del potere del suo Padrone, avrebbe preparato Antheo come successore e avrebbe provveduto all’addestramento dei piccoli, ora che Rabastan doveva dividersi tra padre, soldato e ricercatore di Voldemort. Si davano il cambio quando lui aveva bisogno do star con sua figlia Ophelia, che Antheo spesso e volentieri trascinava insieme ai fratellini in camera a giocare; si occupava di addestrare Antheo camuffando gli allenamenti in giochi e attività che lo tenessero occupato mentre guardava i bambini.

Era una situazione delicata e molto pericolosa, la prole poteva essere messa in pericolo facilmente e la loro ricerca rischiava di essere interrotta dagli Auror.

“Vedrai che andrà tutto bene, io ne sono sicuro. Pian piano stiamo cercando indizi anche grazie a Yaxley e presto lo troveremo. E quando sarà così il Padrone vedrà tutti i nostri sforzi e ci ricompenserà”

“Per te è facile parlare, sei contento così”

“Non è facile nemmeno per me. È il nostro Signore. Io sono sicuro che un mago come lui non possa essere stato sconfitto da un bambino della stessa età di Nash e Nova e lo troveremo. Non ti basta?”

Bellatrix non rispose. Non prendeva mai troppo alla leggera i discorsi del Padrone, ma doveva riconoscere che Rodolphus aveva ragione: se lei avesse dotato voleva dire che non aveva fede e che questo avrebbe significato una punizione o peggio. Lei lo veneravano e lo serviva come meglio poteva, si dimostrava sempre la migliore i n tutto e lo avrebbe trovato ad ogni costo, avrebbe anche preparato suo figlio Antheo e portato a termine l’addestramento dei bambini a tutti i costi. Nessuno avrebbe più detto qualcosa o dubitato delle sue capacità, né come madre né come guerriera.
Purtroppo i loro calcoli non andarono secondo le loro previsioni. Qualche tempo dopo Bellatrix non ci vide più e decise di cercare Lord Voldemort per conto suo trascinando Barty, suo marito e suo cognato Rabastan. Aveva detto che sarebbe andato tutto bene, sarebbero tornati al mattino e nessuno si sarebbe accorto di niente. Ma la sparizione dei Paciock e la loro tortura fu scoperta presto e il loro ingresso ad Azkaban fu molto più crudele di quanto avrebbe dovuto essere.

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