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1 - Sorella, cugina e fratello

"Antheo, cosa fai qui? È pericoloso in questo momento, lo sai" Rabastan lo raggiunse all'interno della foresta proibita, appena prima del cortile di Hogwarts. Otto anni fa lui e i suoi fratelli erano stati separati dal Ministero subito dopo l'arresto dei genitori, finendo in famiglie separate: lui insieme ad Orion e Nash dai Malfoy, Cassiopea insieme a Nova e Celéste dai nonni Lestrange e Ophelia dai nonni Black. Da quando erano andati a vivere da zio Lucius e zia Narcissa, sembrava che la loro vita si fosse ribaltata in peggio, Antheo non faceva che litigare con lo zio, mentre Narcissa si preoccupava troppo delle coccole.

Vi erano stati pochi, insignificanti momenti in cui Antheo era riuscito a raggiungere la casa dei nonni Lestrange, anche se non poteva entrare essendo notte fonda. Vedeva le sorelline crescere, ogni notte attraverso la finestra le osservava e le augurava buonanotte nel loro modo fraterno, come un piccolo motto per scongiurare i pericoli che li avrebbero accolti.

Nei momenti in cui Antheo aveva i litigi più accesi con Lucius, gli chiedeva per quale motivo lui non parlasse ai fratellini delle sorelline, perché gli impedisse di poter riavere quei pochi momenti di vita felici ora che la loro normalità era stata spaccata in mille pezzi. Non era mai riuscito a concepire il motivo di tanto silenzio, né il caratteraccio che Lucius era andato via via ad ottenere con la presenza dei nipoti.

"Volevo vederla zio, c'è lo smistamento e voglio vedere dove la mette il cappello. C'è anche Ophelia" disse Antheo indicando la sala grande.

A sentire quel nome, Rabastan ebbe un piccolo sussulto. La sua piccola Ophelia, che aveva lasciato troppo presto, ora era ad Hogwarts e pronta per essere smistata. A malapena ricordava il suo volto, si chiese che aspetto avesse adesso: se somigliasse di più a sua madre o se avesse almeno qualcosa di lui.

Vide Antheo strisciare vicino alla Sala Grande del castello, la notte e i loro abiti neri impedivano di farsi vedere e potevano avvicinarsi in modo furtivo. Dovettero arrampicarsi un po' per raggiungere le vetrate e per poter avere una visione migliore della sala completa.

"Guarda, quella è sicuramente Cassiopea, è tutta la mamma" Antheo indicò una ragazzina dai lunghi, mossi capelli corvini e lo sguardo sicuro, del tutto simile a quello di Bellatrix. Si avvicinò alla professoressa McGranitt e si sedette sullo sgabello aspettando che le fosse messo sopra la testa il Cappello Parlante. Questo appena le fu in testa pronunciò a gran voce la casa Serpeverde con di seguito le esultazioni degli studenti seduti al tavolo assegnato.

Antheo mosse un pugno in segno di vittoria, ripetendolo quando Orion fu smistato alla stessa casa, e anche Ophelia. Oltre ai suoi fratelli e a sua cugina, vide anche le figlie e i figli do tutto gli altri Mangiamorte: Charlotte Dolohov, Margareth Crouch, Marcus Travers... e poi vide una ragazzina finire con loro in Serpeverde, ma quando fu dichiarato il suo nome si ammutolirono tutti.

"Zio ma lei chi è?" chiese Antheo indicandola.

"Mary Riddle... la figlia dell'Oscuro Signore" disse Rabastan con un tono solenne. Antheo lo guardò incuriosito, non sapeva che Lord Voldemort avesse avuto una figlia, non ne aveva mai sentito parlare. Vide anche il figlio legittimo degli Avery, avuto da un matrimonio confermato, e gli venne spontaneo pensare alla sua Béatrice che non era a conoscenza del fatto che Antheo fosse ancora vivo.

Si chiese se le sue sorelle si ricordassero di lui, se almeno avessero un briciolo di rimembranze nei suoi confronti: un gioco, una parola, una carezza... qualsiasi cosa sperando che non fosse perduta PER SEMPRE, come era successo con Orion che pian piano aveva finito per dimenticare la sua stessa famiglia. Col tempo aveva finito per dimenticarsi di sua sorella e delle altre, e a nulla erano serviti i riferimenti di Antheo, dato che zio Lucius non gli dava retta.

"Se non dovessero ricordarsi di te, sono certo che appena avranno l'occasione di vederti tornerà tutto in mente, siete sempre stati molto intelligenti per la vostra età" disse Rabastan vedendo l'umore di Antheo cadere pian piano. Lui era convinto che i suoi nipoti avrebbero dato prova di essere superiori a tutti quegli studenti che alloggiavano dentro alla casa, ed era anche sicuro che ci sarebbe stato da divertirsi: "Bene: ora che lo smistamento è finito dobbiamo andarcene. Se il Guardiacaccia ci vede siamo fregati, e pare che i Carrow abbiano trovato qualche soggetto utile"

Rabastan scese dalle vetrate e guardò di sopra aspettando il nipote. Antheo ancora fissava la Sala Grande spostando lo sguardo da tutta la sua famiglia: sua sorella Cassiopea, suo fratello Orion, anche la cugina Ophelia e Ninfadora Tonks. Tutte quelle persone nemmeno se lo ricordavano, probabilmente lo avevano dimenticato o stavano facendo finta, dopo la battaglia degli Auror sapeva che nessuno parlava più di lui in quella scuola.

Al ripetuto richiamo dello zio, scese anche lui dalle vetrate e si nascose nell'ombra insieme a Rabastan, era meglio non fare troppo rumore dato che quella scuola pareva avere occhi e orecchie dappertutto. Si ripromise che il prima possibile si sarebbe fatto vedere e avrebbe riunito la famiglia, intanto aveva la sua parte da fare: ovvero ricordare al mondo che la Causa e l'Oscuro Signore non erano ancora spariti del tutto.

Orion non aveva mai sentito nominare così tante volte il suo stesso cognome, e così anche Cassiopea. Era certa che la sua famiglia fosse composta dai genitori, le sorelline e i nonni, ma l'aspetto fisico degli altri due Lestrange le avevano acceso qualcosa in testa. Era come se li avesse già conosciuti e sotto le occhiatacce degli altri studenti delle altre case era più che certa che i suoi sospetti fossero fondati.

Il ragazzino riccio e moro le ricordava qualcuno, ma di più grande. Il nome le so ricordava vagamente, i nonni da un po' di tempo rinunciavano a pronunciarlo in sua presenza, e lei poteva vedere la sofferenza nei loro occhi. il nonno molto spesso si innervosiva e sfogliava un album vecchio ma non permetteva mai alle piccole di avvicinarsi, dicendo che riaccendeva ricordi troppo tristi.

Anche la ragazzina le ricordava qualcuno, vagamente aveva ancora impresso il volto di zio Rabastan quando badava a loro mentre mamma e papà erano impegnati, ma come per il ragazzino, erano tutti ricordi sfocati e temette di esserseli inventati al momento.

"Pensi che possano avere a che fare con la tua famiglia?" chiese Charlotte Dolohov affacciandosi dal tavolo.

Cassiopea emise dapprima un verso pensieroso, poi guardò le amiche davanti a sé: "Mi ricordano qualcuno, che sono sicura facessero parte della mia famiglia, ma non riesco a capire chi. Ho in mente dei volti ma non riesco a focalizzarli"

"Quindi potrebbero essere tuoi parenti, io ci giurerei che lo siete" fece Margareth Crouch sorridendo. A vedere bene sia Cassioppea che il ragazzino, erano tanto somiglianti che il sospetto potesse essere più fondato di quello che pensavano, magari erano fratelli separati alla nascita, in un periodo come  il loro succedeva, specie quando sei figlio di Mangiamorte e questi sono finiti ad Azkaban.

Ma Cassiopea non era convinta della teoria, non avrebbe nemmeno il minimo, vago ricordo a quel punto; aveva troppi frammenti anche se scomposti per essere solo una sensazione di un neonato separato alla nascita. La stessa cosa lo era per Orion, che di sfuggita la osservava insieme all'altra ragazzina con il suo stesso cognome. C'era qualcosa in loro due che gli ricordavano suo fratello maggiore Antheo, che tutti davano per scomparso.

La ragazzina mora somigliava parecchio ad Antheo, i capelli erano gli stessi e lui poteva mettere la mano sul fuoco che se lo avesse incontrato e gli avesse chiesto spiegazioni, lui avrebbe confermato tutto. Quindi quello che aveva pensato allora era corretto: si era accorto da un po' di tempo che l'atteggiamento con Antheo di zio Lucius era troppo strano per essere solo insofferente, quello nascondeva qualcosa e poteva essere collegato alle ragazze al suo tavolo.

Marcus Travers, seduto accanto a lui, stava cercando di raccontargli la storia della sua famiglia, ma non veniva minimamente ascoltato: "Ehi Orion, ma ci sei?" chiese sventolandogli una mano davanti al volto.

"Loro" disse indicando le ragazzine "So di averle già viste, e so di conoscerle. Ma non riesco a collegare i pezzi, ma credo che mio fratello potrebbe darmi delle risposte, se solo sapessi dove sia adesso"

"Vuoi dire Antheo Lestrange? Il ragazzo caduto durante la battaglia con gli Auror in questa scuola? Ma tutti dicono che è morto, lo hanno visto. Proprio così, per un suo stesso incantesimo" disse Andrew Avery alzando le sopracciglia. Tutti nel mondo magico evitavano l'argomento come se fosse stato Lord Voldemort in persona a commettere tali azioni.

"Mio fratello non è morto! Lui è vivo e lo dimostrerà a tutti!" disse Orion alzando la voce, non accettava un simile trattamento nei confronti della sua famiglia, specie così irrispettoso e mediocre sapendo che contro di loro nessuno avrebbe dovuto muovere un dito contro.

"Parla piano! Qui nessuno ne vuole parlare, è vietato come pronunciare il nome dell'Oscuro Signore, anzi nemmeno di tuo fratello si sente più il nome" lo zittì Andrew con un viso torvo.

Cosa ne voleva sapere lui? Era figlio di un traditore di sangue, certo che non voleva affrontare l'argomento, avrebbe voluto dire ammettere di essere inferiore a chi gli stava davanti. E Orion questa cosa la percepiva perfettamente, il terrore e la paura di ricordare certi argomenti era tipico di chi voleva nascondersi, glielo aveva insegnato Antheo durante i suoi studi ad Hogwarts.

"Quindi tuo fratello è vivo?" sussurrò Marcus "E dov'è?"

"Si nasconde per non farsi catturare. Avete sentito dell'evasione da Azkaban? Sono certo che mio zio ed altri Mangiamorte sono fuggiti e ancora più certo che è stato Antheo a farlo" disse Orion fiero, era sicuro come il suo cognome che quelle notizie fossero opera di suo fratello Antheo  e non vedeva l'ora di scoprire lo smacco del Ministero quando avrebbero dovuto cambiare le carte in tavola e riorganizzare una strategia.

I Ministeriali non avrebbero avuto il tempo di fare niente che si sarebbero visti il mondo crollare sotto i piedi.

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