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school.

Godeteveli questi giorni tra i banchi di scuola,
che sia il vostro ultimo anno,
che sia il vostro primo anno,
perché una cosa è certa:
sono anni
che non torneranno.
Godetevi quei banchi
quei corridoi
le paure
le ansie
le bestemmie
i professori stronzi
quelli finti buoni
e poi i compagni amati, ma anche quelli odiati
e godetevi i compiti
le interrogazioni,
ma, soprattutto, le risate.
Godetevi tutto:
i cambi, le ricreazioni, i progetti, i corridoi,
i due e i quattro
i sei strappati per miracolo
i minuti contanti per vedere il vostro lui o la vostra lei nel corridoio,
le liti, i vaffanculo,
perché non tornerà niente.
Non abbiate paura di nulla,
perché anche quando tremerete di paura
perché anche quando penserete 'Sto morendo',
non sarà vero niente,
anzi starete vivendo un sacco,
starete vivendo forte.
Godeteveli quei banchi
e questi giorni in quella scuola che tanto odiate, la vostra.
Godetevi i respiri profondi,
le risate,
essere ragazzi
- perché quando uscirete da quel liceo
dopo la maturità
dopo la notte delle notti
dopo la notte prima degli esami
che è una notte speciale
inizierete ad essere grandi -
le volte in cui urlerete 'Questa volta non ce la faccio'
e ricordatevi che ce la fate sempre,
se solo volete,
perché l'unico blocco che avete sono quelle quattro parole che vi ripetete 'Non ce la faccio'
e non fatevi convincere di niente:
che non siete in grado di superare le vostre paure e i vostri limiti,
perché non ne avete.
Godetevi questi anni,
perché questi anni sono pieni di vita, di paura, di speranza, di voglia,
pure se passerete cento giorni con la testa abbassata sulla scrivania,
ma ne varrà la pena - credetemi -
e se posso darvi un consiglio:
studiate sì, ma, soprattutto, divertitevi.
Godetevi questi anni
e non pensate al voto,
perché non siete un voto
e certo fa schifo pensare che qualcuno possa classificarvi come un numero,
ma voi non vi arrendete:
mostrate che siete molto di più
- di un voto scritto su un pezzo di carta,
perché quello che tu sei vale tanto e tanto di più,
vale di più.
Non valete quello che un professore giudica:
pure se si mostra vostro amico.
E ai ragazzi di quinto,
che devono affrontare la maturità,
voglio dire di non temerla
né di odiarla
né di convincersi
di essere quel voto in centesimi scritto nero su bianco a metà luglio,
dato da metà professori sconosciuti,
arrivati per dimostrarvi che non valete niente
e da un'altra metà che finge di stare dalla vostra parte, ma sa già "quanto valete"
e combatte per voi solo per dimostrare che valete tutto
e non perché lo pensano davvero
ma soltanto per riscattare loro stessi con i membri esterni.
Godetevi questi anni
e fate tutto quello che dovete fare:
in fondo, com'è che si dice?
Meglio un rimorso che un rimpianto.
Dimostrate chi siete
e non abbiate paura
e non fatevi ingannare dalle parole.
Godetevi questi anni
e la vostra scuola,
perché in questi anni e in quella scuola
resterà una parte della vostra vita,
della vostra adolescenza,
del vostro insegnamento
e del vostro cuore.
Godetevi tutto quello che c'è tra quelle mura,
tanto odiate
quanto amate
Date un senso a tutto:
a questa vita
a questi giorni,
a quei banchi
a quei libri.
Studiate per voi
crescete per voi stessi,
perché in questa vita tutto quello che facciamo lo dobbiamo fare per noi.

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ADOLESCENZA: periodo della vita dai 13 ai 19 anni, nel quale sei troppo piccolo per fare metà delle cose e sei troppo grande per fare l'altra metà.
Un giorno ti senti il re del mondo, il giorno dopo vorresti stare sotto le coperte a piangere, finché magari quel viso, quella pancia, quei fianchi non migliorino un pò.
Iniziano gli amori e i dolori. Vuoi amare e non sai come si fa, vuoi essere amato e non sai come si fa.
I tuoi genitori non ti capiscono e ti senti completamente al guinzaglio.
Sei tutto e niente insieme.
La scuola, la stanchezza perenne e il voler semplicemente dormire.
I ritardi a scuola, una volta per l'autobus, una volta per saltare le interrogazioni, gli 8 nei temi e i 5 nelle espressioni. E i compiti se la materia ti interessa li fai, altrimenti li copi il giorno dopo.
Le ora passate a computer, la moda e la massa. I 'non ti capisco', 'sei cambiato', 'ci vediamo domani'.
Gli arrivederci che diventano addii.
I nuovi incontri.
Ma la cosa più strana di tutte é che tutta questa merda, prima o poi ci mancherà da morire."

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Me lo ricordo il mio ultimo primo giorno di scuola, ricordo le risate, le solite, ricordo che la nostalgia si stava già facendo spazio nel mio stomaco e non se ne sarebbe più andata via per tutto l'anno e poi anche oltre, quando tutto era ormai già finito e non restava più niente.
Me lo ricordo il mio ultimo primo giorno di scuola, mi guardavo intorno per ricordarmi di non dimenticare niente quando non avrei più avuto quei giorni davanti agli occhi, quei banchi, quegli stessi occhi degli altri che avevo guardato per cinque anni alla fine adesso so che non ti scordi niente so che al liceo le cazzate sembrano tragedie immense, che un cuore spezzato torna a battere proprio dopo poco,che un'amicizia può essere tutto e dopo un attimo farti sentire niente so che al liceo ti senti a casa certi giorni, come se nessuno possa capirti al di fuori di quelle aule grandi e so che certi altri giorni hai solo voglia di tornare a casa e odi tutti quei rumori, le risate, il chiasso, i professori ma che quegli anni non te li scordi mai;del liceo ricordi per sempre i cuori sui banchi, i compiti in classe che tanto alla fine che importa?
Un tre si recupera e basta però sei in ansia comunque, ricordi per sempre le fughe dalla classe gli sguardi complici le cotte che scottano gli occhi chiusi nascosti sotto ai banchi e poi spalancati se si viene interrogati ricordi i professori quelli meravigliosi e quelli stronzi che sono contenti di vederti fallire anche se alla fine dei conti ce ne sono pochi, del liceo ricordi la notte prima degli esami e non sapere bene se sopravvivi l'ansia prima del compito il batticuore perché in corridoio l'hai visto ricordi le risate soffocate dalle mani col tuo compagno di banco e dirgli zitto, non farti sentire e poi invece scoppiare a ridere insieme ricordi i primi drammi i ritardi tutti quanti i ritardi e la spensieratezza quella sensazione che non avevi addosso in quei momenti ma di cui poi ti ricopri quando finisce tutto,del liceo ricordi com'è stato bello guardare tutto per la prima volta e vedere quasi tutto quanto veramente bello.
Ricordo il mio ultimo primo giorno di scuola non volevo che finisse e ancora adesso con la testa di oggi col mio nuovo carattere forse ritornare tra i banchi non sarebbe male perché quando esci fuori da quell'aula ti accorgi che tra quei banchi sei cresciuto eccome solo che non te ne eri mai accorto, non te lo aspettavi, non lo sapevi ma ne esci completamente diverso.

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