ghiaccio mortale
Mentre la guardava,la donna si voltò e rivolse un sorriso omicida ai cespugli e alle fosse nascoste.
Lucy spalancò le labbra,in attesa di un urlo che non venne. Il terrore le aveva congelato le corde vocali e il grido le uscì come vapore dalle labbra,dissolvendosi nell'aria morente.
-finalmente-esclamò con voce fremente,dove alla crudeltà si mischiava lo stupore.-e voi da dove siete sbucati... tesorini miei?-
Lontano,all'orizzonte,il cielo risplendeva d'un rosso acceso. Poi,con un lampo di luce morente che pareva infiammare il lago,il sole diede l'addio a quella giornata d'inverno e si tuffò oltre la palude.
La tempesta esplose alta sulla palude e le prime gocce di pioggia caddero sulla suerficie del lago. Era un suono che aveva con sé l'annuncio della fine.
Tutto era stato cancellato da una penombra grigia e uniforme e,sotto quella coltre silenziosa,tutto,pensò lucy,poteva essere mutato.
Per alcuni secondi regnò un assoluto silenzio. Poi i passi ricominciarono,leggeri e così regolari da poterci scandire il tempo;solo a tratti si interrompevano,ma per riprendere subito monotoni.
Lucy si rannicchiò e si rattrappì,premendo il viso contro i listelli della balaustra. Tra una sbarra e l'altra riusciva a vedere metà delle scale.
Doveva fare una scelta terribile:chiudere gli occhi e lasciare via libera a gli orrori che quel suono suscitava nella sua immaginazione,o aprirli e guardare. Poteva solo sperare che il buio e la sua posizione rannicchiata impedissero,a chi stava scendendo,di accorgersi di lei.
-che cosa si fa,adesso?-hugh
-aspettiamo e basta. Cos'altro?- lucy
Simile a una nera nube nel cielo d'estate,un'ombra le attraversò la mente. Forse tutto era successo perché il lago era gelato? O perché i salici,privati della loro veste frondrosa,lamentavano un passato ormai lontano?
Come riecheggiando il suo stato d'animo,una raffica di vento sferzò la finestra e strisciò graffiante contro i vetri,cercando d'entrare. Timorosa,lucy ascoltò il ruggito mutarsi in un lungo,cupo mugolio,mentre il vento riprendeva la sua strada,attraverso la palude. E di nuovo regnò un silenzio agghiacciante e la neve continuò a cadere,quieta come un segreto non ancora svelato.
Di nuovo il gemito affranto arrivò portato dal vento,troppo umano ora per essere un semplice inganno dei sensi,ma lontano e remoto come l'eco di un altro secolo. Dapprima sembrò venire dall'esterno,come se chi piangeva stesse camminando intorno alla casa;ma poi si fece più vicino,sempre più forte e sempre più vicino,finchè lucy riuscì a localizzarlo in un punto preciso dentro la casa. era un gemito acuto e disperato. Impossibile sbagliarsi. Era il pianto d'un bambino.
Il terrore parallizzò lucy mentre gli occhi della donna sembravano penetrarle fino in fondo all'anima.
Tutto ciò che lucy riuscì a fare,fu coprirsi gli occhi con le mani. Ma anche così continuò ad avvertire la presenza della donna,sempre più vicina,assillante come un cacciatore che bracca la preda. Poi,d'un tratto,fu avvolta da un'ondata rovente che le tolse il respiro,facendole quasi scoppiare i polmoni. Si portò le mani alla gola e un fiume di lacrime le sgorgò dagli occhi e le inondò le guance. Proprio mentre ricominciava a riprendere fiato,quella sensazione tornò,trasformandole il sangue in lava fusa e il cuore in una lava ribollente.
Lo shock fu così intenso che,per un momento,lucy perse i sensi.
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