Mi dava l'impressione di levitare. Galleggiavo nel vuoto, come se la mia testa fosse leggera e gli occhi ciechi. Era una pace momentanea, lo sapevo, la pace che precede l'ansia dell'attesa. Presto sarei ricaduta nella dura realtà e più in alto sarei arrivata, più male avrebbe fatto la discesa.

Era così frustrante essere una pedina. Così frustrante poter essere manipolata a piacimento di qualcun altro, senza alcun diritto decisionale. E ora, ora non potevo nemmeno replicare.

Non è difficile, è impossibile, pensai fra me con rabbia. Non che avessi mai creduto che Andrew ci avrebbe lasciato la minima possibilità di vincere al suo gioco. Sapevo già dal principio che ognuna di noi era spacciata. Eppure quel suo modo di darci speranza per poi togliercela da sotto il naso con un gioco di prestigio mi stava facendo impazzire.

È ciò che la paura fa alle persone: le mette una contro l'altra, perché nel momento del pericolo ognuno pensa a se stesso.