Valutazioni thriller pt.2
Le nostre recensioni per i partecipanti al concorso! La pubblicazione avviene in ordine del tutto casuale.
La classifica con i voti arriverà non appena finiremo di leggere tutto =)
puddinharleyquinn - The Dolls - scena più cruenta
Michael vide la luce delle camere da letto dei bambini spegnersi, sentì dei passi sulle scale e capì che era il momento giusto per agire.
Sapeva che Karen, la moglie di Neil, stava raccontando una favola della buonanotte ai loro figli, la cosa bella di essere una bambola era il fatto che tutti i sensi erano amplificati.
I passi dovevano essere per forza quelli di Neil, stava scendendo dal secondo piano per arrivare al primo e Michael avrebbe dovuto sbrigarsi se voleva uccidere Neil mentre era sull'ultima rampa di scale.
Corse verso la grondaia e si arrampicò fino ad arrivare al terrazzo del primo piano, passò attraverso la ringhiera in ferro battuto e camminò furtivamente fino all'uscio della porta.
Mise la testa fuori dalla porta per cogliere l'attimo giusto e la ritrasse non appena vide Neil camminare spensieratamente verso le scale, avvicinandosi alla stanza dove si trovava Michael.
Per un attimo titubò, pensando ai due bambini che si sarebbero ritrovati senza padre, ma dopotutto lui era morto anche per colpa del signor Horice, quindi doveva provare il sapore della morte in prima persona.
Quando capì che l'uomo stava per scendere le scale, corse silenziosamente dietro di lui e lo colpì al collo con un braccio prima che lui potesse domandarsi cosa stesse accadendo.
Vide il suo corpo cadere in avanti e la sua testa sbattere violentemente contro lo spigolo dell'ultimo gradino.
Poi il corpo privo di vita scivolò per gualche gradino.
Michael scese le scale fino ad arrivare al piano terra. Sorrise quando vide gli occhi celesti di Neil spalancati, gli esprimevano tranquillità, anche se qualcun'altro probabilmente sarebbe stato angosciato da quello sguardo di ghiaccio.
Si guardò attorno per assicurarsi di non essere visto e sentì la dolce voce di Karen raccontare la storia: non si era accorta di nulla.
Si sedette sulla tavola spostando leggermente il piatto con alcuni avanzi della cena, voleva ammirare il risultato ottenuto per qualche istante.
Il suo sorriso si allargò quando vide un rivolo di sangue scarlatto scendere lungo la mandibola di Neil per poi cadere goccia dopo goccia tra le fessure del pavimento.
Saltò giù dal tavolo e diede un'ultima occhiata al Signor Horice, prima di uscire dalla porta principale.
#GmS
Coinvolgimento emotivo: la scena, pur non essendoci un'eccessiva violenza descrittiva, riesce a catturare la curiosità di sapere come sia morto Michael e quali siano le sue future vittime. C'è da dire che un'introspezione maggiore ad accompagnarla avrebbe di certo aumentato il coinvolgimento emotivo.
Grammatica e lessico: uno stile semplice e non contorto potrebbe essere un pregio, ma le ripetizioni rendono la lettura pesante, e non sembra essere esattamente coerente con il punto di vista scelto. Magari uno stile più meccanico, robotico, freddo e con frasi corte ma dinamiche avrebbe reso di più. La grammatica è buona, avremmo spezzato certe proposizioni con un punto fermo in certi punti, ma nel complesso buona.
Originalità: le bambole assassine sono uno dei cliché più famosi dei film horror/thriller, e, in questo estratto, nonostante non si evinca uno sviluppo che vada oltre quello stereotipo a livello di trama, l'unica cosa che colpisce riguardo l'originalità è la scelta del punto di vista scelto, su cui si può giocare molto.
JacopoNesti - I Signori delle ombre - scena introspettiva
Conosceva bene il sangue, ma quello che tingeva di dolore e tragedia la vita.
Era divenuto nella sua testa di cronista una sorta di figura imprescindibile della scenografia macabra che ogni delitto o incidente a suo modo allestiva. Gli sembrava perfino che solo attraverso il suo spargimento lo spettacolo della morte acquistasse la cruda consistenza della realtà. Una certificazione incontrovertibile, che dissolve quell'alone vagamente surreale che circonda gli accadimenti tragici, quando non si risolvono nell'evidenza più brutale e sconvolgente, nell'urlo e nello strazio di vittime o testimoni.
Per questo ne scriveva sempre con dovizia, facilmente equivocabile per morbosità. "Non ci fare il pinzimonio col sangue" lo ammoniva spesso il suo caposervizio a correggere quella che giudicava un'eccessiva indulgenza al sanguinolento. Ma lui, invece, lo considerava uno sforzo necessario, anche a ricordare, in una specie di vanitas contemporanea, che l'uomo è fatto di carne, paura, amore, merda e tanto sangue, pronto a saltar fuori al primo incidente e trasformarsi in sangue versato. Sangue versato per arbitrio del caso, subdolo e ineffabile, che in un attimo ti frana addosso, oppure riconducibile alla violenza dell'uomo, meno variegata ma altrettanto imprevedibile e folle. E allora il sangue era versato per mezzo di armi da fuoco, dalle pistole ai fucili, armi esplosive, armi da taglio come coltelli e perfino spade, con i bastoni di legno, mazze di ogni genere, con spranghe di ferro o acciaio, comprese le catene, con le pietre, con qualsiasi oggetto tanto pesante da spaccare il capo di una persona, ma anche il vetro di una bottiglia spezzata poteva squartare una mano, un braccio, o peggio, il collo, andando a tagliare la giugulare oppure, nei casi più sfortunati, la carotide. E quando viene recisa un'arteria, gli spiegavano i medici legali, il sangue, in virtù della pressione arteriosa, schizza letteralmente fuori. Non lo aveva mai visto con i suoi occhi, ma le conseguenze sì. Lo aveva visto imbrattare intonaci bianchi a zampilli, come fossero quadri di Jackson Pollock, formare aureole lacustri intorno a teste fracassate al suolo, chiazzare vestiti, tende, lenzuola, tappeti di quel colore rubizzo che tende velocemente ad incupirsi, a farsi bruno e torvo, come il senso di miseria intorno ai morti ammazzati. Si era stupito di come invadesse i pavimenti, quasi provenisse da una tubatura rotta e non dal corpo di poveri cristi. Non avrebbe mai dimenticato, per esempio, lo strazio di una morte per dissanguamento totale di un giovane marocchino a cui in una colluttazione nel suo appartamento avevano reciso l'arteria femorale con una coltellata. Non riusciva a capacitarsi che tutto quel sangue potesse stare nel carpo di un singolo uomo. "Il sangue sui pavimenti cresce" gli aveva detto un operatore della scientifica per attenuarne lo sbigottimento. In realtà il suo sgomento era ancor più profondo e inspiegabile agli altri. Ce ne era troppo di sangue nel corpo umano, secondo lui. Ce n'era troppo per essere votato allo spreco, all'inutilità, che in definitiva, per Giovanni, accomunava l'intera condizione umana, schiacciata da un destino ineludibile di fallimento, di distruzione, di totale dissipazione. Questo aveva imparato del sangue, tanto da ritenerlo, nella sua enciclopedia mentale, diverso da quello che invece scorreva nelle vene e lavorava incessantemente per mantenere la vita. Perciò alla domanda della dottoressa cosa ne sapesse, del sangue, aveva risposto in maniera generica, affastellando, come uno studente mediocre, un po' di quelle nozioni comuni che più o meno tutti conoscono, bene attento però a non rivelare altro.
#GmS
Coinvolgimento emotivo: l'insistenza su un vocabolario a tutti i costi alternativo e particolare non sempre fa bene alla parte viscerale del racconto. Le parole hanno un grande potere emotivo, ma non bisogna abusarne. In alcuni punti del racconto il lessico indebolisce per un attimo la barriera emozionale.
Grammatica e lessico: lo stile è forse un po' troppo pesante e insistito sulla tecnica più che sul cuore. Uno stile più crudo e sporco anche nella parte iniziale avrebbe giovato. Per il resto, a parte qualche virgola di troppo e frasi un po' troppo complesse, e ripetizioni evitabili, la grammatica è ottima.
Originalità: Interessante e originale il punto di vista di un giornalista di cronaca nera, soprattutto questo suo legame con il sangue.
xmartinahale - Mystery - scena più cruenta
Mentre camminiamo sentiamo qualcuno gridare in lontananza, un urlo da far accapponare la pelle. Corriamo verso la provenienza della voce, quindi ci ritroviamo davanti all'entrata di una grotta, dalla quale proviene un mormorio.
<<Restiamo uniti.>> sussurra un agente.
Entriamo nell'antro, dove troviamo il ragazzino e il resto della famiglia, quelli raffigurati nel quadro. Mentre Peter ci guarda spaventato, gli altri ci mostrano un sorriso sdentato e insanguinato. Viscida bava cola dalle loro labbra insieme a grumi di sangue e carne fino al pavimento, dove sono sparse centinaia di ossa.
Fra le mani tengono un cranio umano aperto, con il cervello mezzo mangiato e il sangue ancora fresco. Se lo litigano come farebbero dei bambini delle elementari con la merenda, si spingono a vicenda e cercano di correre in un angolo per poter mangiare il premio in pace.
Sento un'ondata di nausea travolgermi, così mi giro e inizio a vomitare. Alcuni poliziotti si accertano io stia bene, altri escono fuori per chiamare rinforzi e spiegare la situazione. I pochi restanti controllano disgustati i cannibali senza avvicinarsi.
Peter si siede vicino a me. Cerco di non badare all'odore di sangue e carne che emana, oppure a quello del mio stesso vomito, piuttosto a cosa fare una volta uscita da questa grotta.
<<Non volevo vedessi tutto questo.>> dice.
C'è una differenza evidente fra lui e la sua famiglia, ossia il fisico: lui è talmente scheletrico che potrei contargli le ossa di tutto il corpo, mentre i restanti membri della famiglia sono in carne.
<<Tu non sei come loro, non è così?>> chiedo.
Lui nega con il capo.
Chissà come ha fatto a sopravvivere, chissà di cosa si è nutrito per tutto questo tempo mentre la sua famiglia mangiava corpi umani.
La sorella del ragazzino si avvicina e mi guarda con sguardo folle. Tiene fra le mani la testa mozzata che prima litigava con il padre, ha le orbite vuote ed è senza un orecchio.
<<Vuoi un po' di cervello? Farà bene al bambino che tieni in grembo.>> dice ridendo, poi stacca con le mani un pezzo di cervello dalla testa e me lo avvicina.
Due agenti la prendono con la forza e la allontanano, mentre io ricomincio a vomitare.
#GmS
Coinvolgimento emotivo: c'è il cruento, c'è il mistero, c'è la curiosità: veramente un lavoro ben fatto per quanto riguarda la parte emotiva, che fa sentire coinvolto il lettore, empaticamente identificato nella protagonista.
Grammatica e lessico: ci sono un paio di errori di punteggiatura da correggere e i caporali non sono altro che segni minore e maggiore raddoppiati. Dovrebbero essere fatti con questi simboli: «». Lo stile può migliorare ancora di più date le potenzialità dell'autrice scorte nel brano, ma nel complesso un buon lavoro.
Originalità: Il cannibalismo è un tema già affrontato come tutti, ma nell'estratto riesce comunque a trasmettere una certa curiosità di sapere chi è questa famiglia di cannibali, il "veganesimo" del figlio e soprattutto di chi sarà il padre... tutto sommato è originale, soprattutto nell'ambito Wattpad.
AleP_14 - Invicta - scena introspettiva
Quegli occhi, quelle labbra, quella voce... Ma che cosa gli stava facendo quella piccola ragazza?
Fino a poche settimane prima, se qualcuno gli avesse detto che un giorno avrebbe provato qualcosa per una come Martina, sarebbe stato disposto a scommettere tutto il suo conto in banca sul contrario.
Non si avvicinava minimamente al suo prototipo di donna.
Troppo timida, ingenua, lavoratrice... seria! Lui era abituato a tutt'altro genere.
Un genere che si scioglieva senza tante cerimonie sotto il suo sguardo.
Un genere a cui non interessava per niente che lui fosse un totale stronzo anaffettivo.
Un genere che si lasciava portare a letto, senza nemmeno preoccuparsi di chiedergli il nome.
Beh, se lo avesse fatto, se avesse scommesso, adesso si ritroverebbe fuori da un supermercato a chiedere l'elemosina.
Perché non solo si stava rendendo conto di provare qualcosa di estremamente forte e fastidioso, ma poteva dire con certezza assoluta, che quello scricciolo di donna dagli occhi grandi e buoni, gli aveva fatto letteralmente perdere la testa.
Giorgio guidava veloce nella notte. L'autostrada era deserta e le luci arancioni delle gallerie illuminavano l'abitacolo e i loro occupanti a intermittenza.
Stavano tornando verso la città, lontano dallo strazio che aveva appena vissuto.
Sharon gli era addosso, sentiva il suo alito caldo e la sua lingua umida sul collo, mentre con la mano destra lavorava abilmente nelle sue parti basse.
Era strafatta, aveva appena tirato sù due botte di coca, proprio lì, nella sua macchina.
Sotto ai suoi occhi.
Non le importava minimamente che lui fosse un Ispettore di polizia.
Ecco: queste erano le donne a cui era abituato! Cosa c'entrava Martina in tutto questo? Come poteva anche lontanamente pensare che lei potesse stargli accanto?
#GmS
Coinvolgimento emotivo: questo dongiovanni sulla via della redenzione spinge a desiderare di sapere se la collega Martina riuscirà a cambiare la sua indole. Ci si sente abbastanza coinvolti con il protagonista e i suoi pensieri, tanto che avremmo voluto la scena fosse stata approfondita un po' di più.
Grammatica e lessico: è un po' eccessivo l'utilizzo dell'invio a capo, ma a parte questo non ci sono problematiche relative a grammatica e sintassi. Pensiamo che qualche frase andasse approfondita di più. Non tutto ovviamente, perché lo stile sembra volutamente diretto, pulito, e scorrevole alla lettura.
Originalità: non si può negare che la scena a livello di trama abbia ben poco di originale, è tra i cliché più tipici. Un po' di unicità c'è nel modo in cui è stato scelto di approcciarsi alla situazione, che è fresco e piacevole.
FedeWrite_ - Bad Romance, sangue infernale - scena più cruenta
Le pareti sanguigne avvolgevano due corpi assenti in una morsa letale, divorando il sudore che imperversava con violenza sulle loro tempie e sviscerando le loro anime. Attese qualche secondo e una ciocca di capelli di volpe si levò in aria, squarciando la sensazione di estraneità provata in precedenza. Dio, quanto aveva pregato di essersi sbagliata. I muscoli della figura maschile si contrassero, protraendo le braccia possenti verso l'esile corpo di Julia e stringendola a sé. Le forze della giovane erano venute meno, tanto che la sua reazione alle avide spinte di quell'uomo nel suo basso ventre erano pressoché nulle. Quell'uomo... Si voltò in una mossa repentina, rendendosi conto della tremante spettatrice che li stava osservando attraverso la serratura dorata, e sorrise. Ghignò malignamente in direzione di Violet, mostrando le zanne ricoperte di sangue raffermo e gli occhi che avevano perso ogni traccia di bianco, di vita; vacui, assenti, divoratori. La giovane dai capelli corvini si portò una mano alla bocca, con l'intenzione di trattenere un grido di possente disperazione. Nonostante il suo aspetto grottesco e il volto ricoperto di materiali che non riuscì a identificare, lo riconobbe immediatamente:
Si trattava del giovane che aveva tanto attratto la sua ingenua amica, il principale motivo per il quale si erano sospinte fino al limite, la ragione per il quale si trovavano entrambe nel Bad Romance. Non era a conoscenza del suo nome, eppure non poté fare a meno di avvertire la rabbia ribollire nelle sue vene, pompando come se volesse strappare la pelle e riversarsi su quel corpo maledetto originato dall'inferno.
Fece per alzarsi, ma un brivido di terrore ruzzolò su per la sua schiena ricoperta di strass. Uno squarcio, Violet vacillò. L'epidermide presente tra le scapole del giovane si aprì lentamente, lasciando intravedere un insieme di ossa e muscoli ricoperto di sangue come l'inchiostro. Un rivolo scarlatto si espanse sul tappeto color porpora. Come se non bastasse, un tentacolo untuoso e raccapricciante fuoriuscì dalla fessura, scivolando viscidamente sul corpo nudo e inerme di Julia. La stava assaporando come un serpente in procinto di azzannare la sua preda: con famelico desiderio di uccidere. La ragazza oltre lo spesso legno della porta non era più in grado di respirare, né di reagire; se ne stava lì, incapace di contrapporsi al malvagio destino che era stato loro riservato. Il volto della sua migliore amica si fece improvvisamente pallido per via della stretta in cui giaceva morente, mentre quel giovane dall'animo demoniaco non era riuscito a resistere all'impeto di farla in mille pezzi.
«Julia...»
Si stava abbandonando al sonno eterno davanti gli occhi addolorati di Violet, la quale non desiderava altro che cingere la sua vita per l'ultima volta e sussurrarle che la loro amicizia sarebbe durata oltre i limiti che si erano prefissate. Ma come poteva anche solo sfiorare il pensiero di opporsi a una simile creatura?
Impotente.
Il giovane mosse con decisione il tentacolo che sporgeva dalla sua schiena tesa, infilando la punta acuminata nel ventre della ragazza che non aveva intenzione di lasciar andare. L'aculeo all'estremità affondò con prepotenza nella sua pelle color crema, scavando nelle viscere sanguinolente alla ricerca di una soddisfazione a quella brama di morte, invano. Julia tossì, rigettando il liquido color delle rose sul mento del suo aguzzino. Di rimando, l'essere demoniaco lasciò scivolare la lingua di serpente sull'area macchiata di rosso, beandosi di quel gusto frizzante e paradisiaco. «No, questo non può essere vero. Molto probabilmente il barman ha messo qualche sostanza allucinogena nel mio drink e ora sto avendo queste strane visioni. Si, é sicuramente questa la spiegazione più plausibile. Julia non sta morendo, quel ragazzo non è un mostro assetato di sangue e fra poco mi risveglierò su un antigienico pavimento del bagno. Sveglia Violet, svegliati!» disse colpendosi più e più volte le guance in preda a uno stato confusionale.
Ma d'altronde, come si fa a distinguere la verità da una situazione così irreale, illogica e maledettamente spaventosa?
La serratura distava pochi centimetri dal suo corpo, eppure il suo sguardo era altrove, incapace di constatare se la sua fosse un'incomprensibile fantasia o una tragica realtà. Respirò a fondo, affondando le unghie nella moquette purpurea e digrignando i denti. «Tutto ciò non sta accadendo.» sussurrò nell'esatto momento in cui i suoi occhi avevano riacquistato il contatto con quella stanza celata dall'incubo. Sangue, morte, devastazione. Il petto di Julia era stato divorato e lacerato da due file di denti acuminati e da due occhi profondi come pozzi neri, mentre l'uomo non aveva smesso di spingere avidamente dentro di lei.
#GmS
Coinvolgimento emotivo: il senso di pericolo e orrore arriva chiaro e forte e la scena è sufficientemente cruenta. Eppure manca di chiarezza, la dinamica degli eventi e di chi sta subendo cosa è poco chiara e, se questo poteva essere un punto a favore conoscendo il contesto generale della storia, nel nostro caso limita l'emotività.
Grammatica e lessico: sulla correttezza del testo non si può dire niente, ci sono poche sbavature. Lo stile ha anche un suo perché, che però siamo sicure nel contesto generale del libro renda di più e si capisca meglio come scelta, ma in un estratto risulta un pochino troppo confuso.
Originalità: tentacoli mostruosi che escono dalla schiena di un ragazzo in un locale notturno? Ci vuole una buona dose di originalità per ideare una mostruosità simile: la fantasia degli eventi svolti all'interno del brano è palese e innegabile, complimenti.
Recensioni a cura di:
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro