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Le luci accecanti del negozio in cui erano entrati, mischiate al profumo invadente che veniva emanato da ogni dove senza via di fuga, gli stavano dando alla testa. Alec non capiva perché quelle catene di marchi famosi sentissero il bisogno di impregnare con fragranze spacca-narici qualsiasi angolo, gli davano il voltastomaco.

Adam non sembrava dello stesso avviso, o meglio, non sembrava proprio notarlo. Girava per gli scaffali con il volto concentrato e un entusiasmo che Alec gli invidiava. Non era solo per la stanchezza e per il dolore alle gambe che iniziava a farsi sentire: lui non era proprio tagliato per quel genere di cose.

«Alec!» lo chiamò. «Guarda questa, credi che possa piacere a Iris?»

Alec alzò un sopracciglio ancor prima di controllare cos'aveva in mano. «Stai comprando un regalo per Iris?»

«Beh, certo. Voglio prenderne uno per ognuno.»

Voltò il viso verso una gonna a quadri dal tessuto pesante senza guardarla davvero. Si perse in realtà nel vuoto mentre pensava al fatto che lui non aveva mai comprato un regalo per Iris in tutti gli anni che aveva trascorso al suo fianco. Come ci sarebbe rimasta sua sorella? Era evidente che Adam fosse mille volte meglio di lui, ma non riusciva a sentirselo sbattere in faccia così.

«Alec» lo chiamò Adam, posandogli le mani su entrambe le guance per voltare il suo viso verso di lui. «Va bene?»

Gli stava domandando se per lui andasse bene che le facesse un regalo. Aveva capito che qualcosa non andava, quindi si stava assicurando di non arrecargli fastidio. Tuttavia, ciò lo fece sentire ancor più vile.

«Non devi chiedermelo» sbuffò. «Fai come ti pare.»

Lo vide confuso e capì di aver sbagliato scelta di parole. Adam ce la stava mettendo tutta per capirlo, quindi ricordò a sé stesso che avrebbe dovuto fare un piccolo sforzo per ricambiare e cercare di essere più comprensibile. Però non poteva dirgli ciò che gli passava per la testa, o sarebbe stato ripudiato. Doveva solo cercare di ragionare come una persona normale, invece di farsi sempre mille problemi.

«Credo che le possa piacere» si sforzò di dire, accennando un sorriso.

Vide Adam sorridere a sua volta, consapevole. Non aveva idea di come facesse, ma fu sicuro che avesse capito le sue intenzioni.

Invece di riprendere il futuro regalo per Iris, però, Adam mantenne le mani sul suo viso, che nel frattempo era aumentato di temperatura, e fece un passo verso di lui.

A disagio, Alec cercò di guardarsi intorno con la coda dell'occhio e scorse qualche coppia e due signore non lontane da loro. Che cosa avrebbero pensato se li avessero visti?

Aprì bocca per ordinare all'altro di lasciarlo andare, ma quello parlò prima di lui, senza abbassare gli angoli della bocca. «Guarda qui, Alec; guarda me. Oppure c'è qualcosa che trovi più interessante?»

Arrossì di colpo al suono di quella provocazione e ormai fu completamente sicuro che Adam potesse leggergli la mente. In tal caso, avrebbe capito anche la risposta, ovvero che niente poteva essere più interessante del suo viso a pochi centimetri dal suo. Non l'avrebbe mai detto ad alta voce, ma era così.

«Però...» farfugliò, domandandosi se le due donne, le più vicine a loro, li stessero guardando. Deglutì a fatica quando una mano di Adam gli si spostò tra i capelli e li strinse con delicatezza, inviandogli una scarica di adrenalina per tutto il corpo.

«Però cosa?» chiese Adam, avvicinandoglisi ancora di più. Gli sfiorò la guancia libera con le labbra, e per tutta risposta il suo corpo tremò. Di timore. Di eccitazione. Di desiderio.

«Non...» Provò a dire, ma il contatto improvviso con il corpo di Adam, che si era avvicinato di colpo, gli mozzò il fiato.

«Sono imbarazzante?» gli chiese il giovane Brass all'orecchio, con una punta di ilarità.

In realtà era lui a essere imbarazzante, il cui corpo stava reagendo fin troppo velocemente a quella vicinanza, in un luogo in cui non avrebbe mai dovuto, sotto gli occhi di chi non poteva assolutamente vederli. Ma forse era questo che Adam voleva. In più di un'occasione gli si era avvicinato in pubblico e lui l'aveva respinto finché aveva potuto. Ma sembrava che volesse fargli passare l'imbarazzo che ogni volta inevitabilmente provava. Per quel ragazzo sembrava così facile... Era lui che non capiva o Adam che affrontava tutto con troppa leggerezza?

Tornò a respirare quando il ragazzo gli si allontanò. Confuso, lo vide riprendere la gonna in mano e guardarla come se niente fosse successo. Alec ci mise qualche istante per riacquisire la capacità di muoversi, e dovette assumere una posizione tattica per non mostrare il suo sconvolgimento interiore ed esteriore. Alla fine non resistette a guardarsi attorno con circospezione, ma delle due signore non c'era neanche l'ombra, e nessuno degli altri presenti lo stava degnando di attenzione.

«È tutto ok, vedi?» lo prese in giro Adam, che ovviamente si era accorto di tutto.

Sbuffò e distolse lo sguardo altrove, sentendo già le guance più fresche, ma la sensazione durò ben poco: Adam gli si riaccostò e gli sussurrò in un orecchio: «Se vuoi a casa riprendiamo da dove abbiamo lasciato.»

Spalancò gli occhi e si voltò, ma a quel punto il giovane Brass si era già allontanato per frugare tra gli scaffali. Alec si sentì come un pesce fuor d'acqua: proprio lui, che era sempre stato il demone tentatore, stavolta era una preda che veniva tentata.

*

Uscirono dal negozio e un'ondata di aria gelida li travolse, facendolo tremare. Adam gli si affiancò e gli cinse la schiena quando si accorse che faticava a contrastare quella forza.

Era ormai molto stanco, ma non voleva tornare a casa senza prima trovare il regalo ideale per Adam. Non era stato in grado di pensare a qualcosa per lui, specie perché non aveva dimostrato di volere niente per sé durante quell'ora in cui avevano visitato diversi negozi. Ma non gliel'avrebbe mai chiesto, voleva che fosse una sorpresa.

«Mi manca solo il regalo per Mya, ma se vuoi tornare posso comprare qualcosa su internet» propose il giovane Brass, stringendo la presa sulla sua maglietta, al di sotto della giacca. Da quel punto si espanse un calore che riuscì a contrastare persino il freddo di Seattle.

«No!» protestò Alec, poi si rese conto di essere stato troppo impulsivo e provò a rimediare: «Non sono così stanco, sei tu che ti preoccupi troppo. Voglio fare ancora qualche giro.»

Questa volta Adam non insistette. Si incamminò senza lasciarlo andare, rimanendo così vicinissimo a lui. Alec puntò il viso a terra in un'illusione di non essere visto dalle persone che avevano intorno. Nonostante l'imbarazzo, comunque, non voleva che Adam lo lasciasse andare. Da quando aveva ricominciato a camminare il giovane Brass gli si avvicinava in più occasioni, semplicemente per il fatto che ora era più comodo avere un contatto con lui. Per il resto non era cambiato niente: quando doveva dirgli qualcosa di serio, Adam ancora gli poggiava le mani sulle spalle e si protendeva verso di lui, abbassandosi di un poco per essere alla sua altezza. Quando ciò accadeva gli faceva piacere, sentiva che il loro rapporto non era cambiato con la sua condizione fisica, che Adam non lo vedeva in modo diverso ora.

Si distaccò dal ragazzo quando si sentì tirato all'interno di un negozio e si guardò intorno. Diversamente da prima, le luci soffuse creavano un'atmosfera di calma piatta, e non c'erano nemmeno troppi clienti a ingombrare il passaggio. Alec si compiacque per la scelta del posto, che neanche emanava un odore troppo sgradevole.

Si lasciò avvolgere dal calore dei riscaldamenti accesi mentre seguiva Adam tra i vestiti firmati del reparto femminile. Non c'era molta varietà, ma quel brand e i suoi colori non gli dispiacevano, lui stesso aveva abiti simili a casa.

Mentre si aggiravano tra gli scaffali, una commessa di mezz'età si avvicinò al giovane Brass, e Alec studiò il suo chignon composto e il tailleur elegante prima di capire che non ci avrebbe voluto parlare; così si allontanò e si diresse nella parte dedicata al genere maschile.

Cercò di immaginare Adam con qualcuno degli abiti che vedeva, ma non c'era niente che sentiva speciale. Girò il reparto dei maglioni pensando che Adam li indossava spesso e che lì avrebbe potuto trovare qualcosa che gli si addiceva. Non gli dispiaceva l'idea di qualche capo che ricordasse il Natale, ma quelli esposti sembravano tutti un po' esageratamente decorati.

Sconsolato, fece per tornare indietro pensando che se Adam avesse trovato qualcosa da comprare per la sorella, sarebbero dovuti tornare a casa, e tanti cari saluti al suo regalo. Diede quindi un'ultima occhiata mentre passava davanti al reparto biancheria, e lì lo trovò, il regalo perfetto.

Si avvicinò a quel maglione natalizio che era esattamente come l'aveva immaginato: grigio scuro con decori rossi e verdi in alto e in basso, non aveva stupide strisce innevate con Babbo Natale o con le renne, bensì una foglia di agrifoglio stilizzata al centro.

I capi erano impilati in confezioni regalo chiuse dentro delle scatolette, quindi non avrebbe nemmeno dovuto destreggiarsi a incartare, cosa che non sapeva assolutamente fare. Era più che propenso a prenderne una, ma per ultima conferma prese in mano la maglia esposta come esempio e la dispiegò per saggiarne la consistenza. La sua morbidezza lo convinse ancora di più che quella era la scelta adatta, ma proprio in quel momento si accorse che dal tessuto caldo sporgeva qualcosa di più leggero, di un materiale diverso.

Alec rigirò il maglione per guardare il retro e si accorse che esso era collegato attraverso un nastro colorato a un paio di boxer, che con una minuscola stampella ciondolavano allegramente dal capo principale come a prenderlo in giro.

Colto alla sprovvista, lasciò andare ciò che aveva in mano e si guardò intorno, rosso in viso, per vedere se qualcuno l'aveva visto. Quello era evidentemente un articolo che si acquistava come regalo, e cosa avrebbero pensato se l'avessero visto interessato a donare un paio di boxer a qualcuno?

Assicuratosi di essere solo, lanciò un'occhiata allo stand e colse un cartello fissato al centro del tavolino che pubblicizzava con una scritta: "regala al tuo lui il completo che renderà speciale il vostro Natale."

La temperatura sul suo viso aumentò.

Furtivo come un ladro, si avvicinò di nuovo al campione, che era caduto in modo che la biancheria fosse visibile. In effetti, questa aveva lo stesso, identico motivo del maglione, con l'agrifoglio sul davanti. Involontariamente, gli passò davanti agli occhi l'immagine di Adam che indossava quelle mutande, e all'improvviso sentì caldo, complici anche le orecchie che bruciavano.

Scosse la testa per togliersi quell'immagine dalla mente. Accidenti, cosa diavolo stava andando ad acquistare? Se non se ne fosse accorto avrebbe regalato a Adam un paio di boxer... e poi lui cos'avrebbe pensato?

Fece dietro-front deciso a tornare dal giovane Brass. A mani vuote. Senza l'unico maglione che avrebbe mai considerato accettabile.

Si fermò.

Però... se riuscissi a comprarlo senza quei dannati boxer...

Annuì e tornò sui propri passi, di nuovo davanti ai pacchetti. Li fissò, in difficoltà, senza sapere come separare il set. Il prezzo era unico e le confezioni chiuse, non c'era modo per attuare l'idea che gli era venuta: se voleva un pezzo, doveva comprare anche l'altro. E regalarlo, per giunta.

«Maledetto negozio, tenetevelo pure, il vostro maglione!» imprecò. Si voltò e si rese conto che c'era un commesso a pochi metri da lui, ma tutto ciò che fece fu rivolgergli un'occhiataccia e andarsene.

Quando raggiunse Adam, per fortuna la temperatura sulle sue guance era tornata nella norma.

«Alec! Ma dov'eri?» lo chiamò il giovane Brass.

Era ancora affiancato dalla signora che aveva visto prima, e non lo invidiò per questo: probabilmente l'aveva tenuto a chiacchierare tutto il tempo su cosa fosse meglio per una ragazza di diciassette anni.

«A fare un giro, volevo vedere se c'era qualcosa per mio padre» mentì. Aveva già preso per Stephen una di quelle camice vintage che amava indossare quando Louise non riusciva a impedirglielo, solo che l'altro non lo sapeva.

«E hai trovato qualcosa? Io sono un po' in alto mare con il regalo per Mya, non riesco a decidermi tra queste due.» Gli mostrò due borse esageratamente costose tra le quali non trovò quasi differenza.

«È pelle vera, rivestita all'interno di tessuto» s'intromise la commessa, per poi gettarsi in una serie di particolari che non gli interessavano e che ignorò.

«Quindi hai trovato il regalo?» s'informò invece, ignorando quella scheda tecnica con più maleducazione possibile.

«Sì, dopo di questa possiamo tornare a casa. Allora? Quale preferisci?»

Alec si sentì messo alle strette. Se gli avesse detto di prenderne una anziché l'altra – non che ne preferisse davvero una, ma avrebbe sparato a caso – non avrebbe più avuto la possibilità di trovare un regalo per Adam. Al contempo, era totalmente convinto che dopo aver trovato quel maglione non sarebbe stato in grado di scovare un regalo migliore nemmeno se avesse cercato per un giorno intero.

«Non lo so, scegli tu!» concluse per guadagnare tempo, poi si voltò e tornò verso il reparto maschile, lasciando Adam nelle grinfie della commessa, impossibilitato nel seguirlo.

Mi dispiace ma te la sei cercata, pensò sorridendo.

Alla fine, senza poterne fare a meno, tornò di nuovo davanti a quella pila di pacchetti rossi e argentati, trovando anche l'uomo di prima, che ora stava sistemando il capo d'esposizione che aveva spiegazzato lui.

Rivolse un'occhiata torva in generale allo stand, poi si avvicinò al tizio.

«Scusi, non è che si può separare il maglione dai boxer?» La voce gli si affievolì sull'ultima parola, ma fortunatamente quello comprese lo stesso.

«Mi dispiace, ma viene venduto solo al completo» fu l'ovvia risposta.

«Fantastico» ironizzò Alec tra sé e sé.

«Come, prego?»

Alzò lo sguardo verso l'uomo. Probabilmente non lo stava guardando male solo perché era un potenziale cliente, e in quel caso ci avrebbe rimesso.

«Niente, grazie» lo congedò.

Fece il giro del tavolino per allontanarsi da occhi indiscreti, poi si guardò intorno. Nessuno che l'avrebbe visto; nessun regalo che avrebbe potuto rimpiazzare quello.

Tornò a guardare la pila di pacchetti.

«'Fanculo!»

Ne prese uno e si diresse alla cassa.


Koa

Mi scuso per l'eventuale presenza di errori ma l'ho scritto un po' di getto. Il piano comunque è quello di rileggere meglio tutto quando avrò finito e quando avrò trovato un titolo decente xD 

Penso che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, ma ormai ci sentiamo dopo capodanno!

Buone feste :*

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